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LAVORO
Marcegaglia: "Affrontare flessibilità in uscita"
Replica Camusso: "Ma l'articolo 18 non si tocca"
La presidente degli industriali sposa la "linea Marchionne", per una contrattazione aziendale mirata a maggiore produttività e maggior salario. Plaude il ministro del Lavoro Sacconi, secco no del segretario generale Cgil: "Il pensiero corre all'articolo 18 e al tentativo di destrutturare lo Statuto dei lavoratori"
ROMA - Scambio di colpi tra Emma Marcegaglia e Susanna Camusso sul tema della flessibilità. In Italia, afferma la presidente di Confindustria, non esiste solo un problema di flessibilità in entrata, "forse eccessiva, con strumenti che vanno tarati". La flessibilità, per Marcegaglia, ha un corrispettivo anche in termini di uscita dal mercato del lavoro. Ed è, questo, un problema "che prima o poi va affrontato, non possiamo continuare ad eluderlo". Assieme al plauso del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, arriva a stretto giro la secca replica di Susanna Camusso: "Il pensiero corre immediatamente all'articolo 18 e al tentativo, che ha in mente Sacconi, di destrutturazione dello Statuto dei lavoratori. Questo non ha nulla a che vedere con la realtà di oggi del Paese, con i problemi che dobbiamo proporci".
La presidente di Confindustria parla a margine di un convegno dedicato a contrattazione e cassa integrazione in Germania e Italia. La Germania, ricorda Marcegaglia, cresce a un ritmo del 3,6%, mentre l'Italia viaggia sull'1,3% e questo perché la crisi è stata fronteggiata in maniera diversa ma anche per differenze strutturali del sistema. L'Italia ha superato la crisi ricorrendo a un uso massiccio della Cig, "usata anche per coprire la disoccupazione", mentre in Germania "la cassa integrazione è usata per ridurre le ore di lavoro". E su questo, invita Marcegaglia, "si deve riflettere".
Quanto alla cassa integrazione in deroga, "è stata utile perché con la crisi non è stato possibile riformare gli ammortizzatori sociali". Guardando al domani, per Marcegaglia la Cigd "va vista come uno strumento eccezionale per gestire la crisi, altrimenti c'è il rischio che la ripresa arrivi e si continua a usarla".
Altro nodo da sciogliere, secondo la presidente degli industriali, è la deroga al contratto nazionale, che va esplorata nella logica di "sposare con la contrattazione aziendale un maggiore livello di produttività e pagare più salario". Come Confindustria, spiega Marcegaglia, "stiamo ragionando sul tema dell'opting out", ossia l'uscita temporanea di un'impresa dall'associazione alla quale è iscritta per contratti collettivi aziendali in deroga dei contratti nazionali, la strada seguita da Marchionne per gli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori.
"Solo il 3% delle aziende usa l'opting out - sottolinea la presidente di Confindustria - una possibilità che in Germania c'è dal 2005. In un momento di grande discontinuità dobbiamo avere la capacità di concordare regole per raggiungere livelli più elevati di produttività e di salari". Insieme ai sindacati, come parti sociali, "dobbiamo scegliere se questo percorso lo vogliamo subire o gestire", aggiunge Marcegaglia, sottolineando: "Come Confindustria, lo vorrei gestire".
Chiamata in causa, Camusso risponde alla leader degli industriali a margine del convegno su "Donne e lavoro oggi". E osserva che quando Marcegaglia chiede più flessibilità in uscita dal mercato del lavoro, "il pensiero corre immediatamente" all'articolo 18 e "ai tentativi di destrutturare lo Statuto dei lavoratori, che ha in mente Sacconi". Misure che, avverte la Camusso, "non hanno niente a che fare con la realtà di oggi e con i problemi che dobbiamo porci".
Sacconi, invece, sottoscrive il richiamo della numero uno degli industriali. "Ha ragione - dichiara il ministro del Lavoro - quando sottolinea l'esigenza di completare la regolazione del mercato del lavoro e dei rapporti di lavoro. Così come fa bene, dal punto di vista del metodo, a voler cercare su ciò un'intesa con le altre parti sociali. Si tratta dello stesso esercizio di ricerca di un avviso comune che noi abbiamo sollecitato offrendo la bozza di un disegno di legge delega per un moderno Statuto dei lavori che potrebbe realizzarsi in questa legislatura".
(02 marzo 2011)