In nome della trattativa, all'improvviso scompaiono ultimatum e aut-aut
Confederali, commissario, Cai, tutti a palazzo Chigi fino alle due del mattinoAlitalia vola, accordo Cai e piloti
Contratto e 139 assunzioni in piùIl sottosgretario Letta trova la quadra dopo 14 ore di trattativa serrata: "Grazie a Cai"
Adesso mancano solo gli assistenti di volo. La soluzione nel partner straniero
di CLAUDIA FUSANI
ROMA - Dopo un mese di guerriglia hanno spazzato via ultimatum, scadenze e aut aut. Si sono messi seduti al tavolo, come volevano, hanno impugnato la cloche con sangue freddo e mente lucida e hanno riaperto il dossier esattamente nei punti che avevano segnato con la penna rossa. All'una di notte, dopo quattordici ore di confronto serrato, sul dossier Alitalia arriva la prima firma comune di piloti, Cai e dei quattro sindacati confederali. Arriva un contratto specifico, cento assunzioni in più, la qualifica di dirigenti per i comandanti e "garanzie a pioggia" per tutti.
La trattativa su Alitalia, data per blindata e non modificabile, è stata invece riaperta. Il governo ha tenuto aperto il tavolo a oltranza, notte compresa; piloti e assistenti di volo si sono messi a sedere e a ragionare, senza pistole puntate alle tempie e senza ricatti sul ritiro delle licenze di volo; Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno accettato modifiche di documenti appena firmati e considerati blindati. All'una di notte è arrivata la firma.
I "tavoli" aperti a palazzo Chigi. Forse si sono concessi qualche panino. Forse. Di sicuro Letta, assistenti di volo e i leader dei piloti, Fabio Berti e Massimo Notaro, ieri si sono imposti ritmi forsennati. Primo round alle 10 del mattino con le tre sigle degli assistenti di volo. Firma Anpav (circa 400 iscritti), prendono tempo Avia e Sdl che in serata rinviano ancora a lunedì. Alle 11 e 30 arrivano Berti e Notaro: "Ieri (giovedì ndr), per quello che ci riguarda, non c'è stato alcun passo avanti. Andiamo a vedere adesso". I due comandanti vengono inghiottiti nel portone di palazzo Chigi. Ne usciranno solo alle due di questa mattina. Fino alle 19 hanno trattato con Letta, Colaninno e Sabelli. Raggiunto un parziale accordo, il sottosegretario ha dovuto riconvocare i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl perchè dovevano modificare e rivedere i verbali firmati giovedì. A questo punto i tavoli sono stati sdoppiati: da una parte sono rimasti piloti e Sabelli; dall'altra Letta, Colaninno, il commissario Fantozzi - anche lui richiamato in tutta fretta - e i quattro segretari generali. Una cosa è certa: chi ieri alzava le dita in segno di vittoria, ha avuto fretta. Troppa, come è successo spesso in questa storia.
I nodi da sciogliere. In generale piloti e steward considerano "sbagliata" la cordata Cai. Da giorni c'è stato un presidio quasi fisso davanti a Montecitorio. Arrivano in divisa, con i trolley, e in borghese. "
Ma ti pare - dicono al megafono - che finiamo nelle mani di una cordata che alla camera di commercio di Milano risulta essersi costituita nel 1999 come Compagnia abbigliamento italiano e nel 2004 ha cambiato ragione sociale per diventare Compagnia aerea italiana...". A parte criticare l'operazione in sè, "una truffa ai danni di tutti i cittadini e in favore di pochi amici", i punti da sciogliere riguardano il numero dei voli ("troppo pochi per una compagnia che guarda al futuro"), gli esuberi ("equipaggi non sufficienti, richiameranno a cottimo quelli in cassa integrazione"), il contratto unico e la conseguente unica rappresentanza sindacale. "In questo modo - avvisano - vogliono smantellare il sistema sindacale di questo paese, esattamente quello che chiede Confindustria".
Le soluzioni: contratto separato, 139 assunzioni in più. Dopo 14 ore resta un documento in quattro punti che porta il titolo: "Chiarimento a verbale contratto 14 settembre 2008". Fondamentali i primi due punti. Il primo prevede che "al personale tecnico con qualifica di Comandante è riconosciuta ad ogni effetto di legge, la categoria di dirigente". Cai, inoltre, si doterà di un "contratto collettivo di lavoro dirigenti comandanti" che sarà redatto entro l'inizio dell'attività della nuova Alitalia. Un contratto separato, era il nodo più difficile. Per il personale senza la qualifica di comandante, il contratto dovrà trovare "adeguata coerenza" con il contratto di lavoro dei dirigenti comandanti Cai.
Alitalia vola, accordo Cai e piloti Contratto e 139 assunzioni in più
Al secondo punto, l'accordo prevede che 1.550 piloti assunti da Cai full time. Un altro 9% (139) saranno assunti part-time. Il totale è quindi di 1.689 assunzioni tra full time e part time.
Gli assistenti di volo. "Ci rivediamo lunedì" dicono intorno alle 18 lasciando palazzo Chigi Divietri (Avia) e Tomaselli (Sdl), sigle che hanno in carico l'80 per cento di hostess e steward. "Le distanze ci sono ancora ma sono stati fatti passi avanti" spiegano "con realismo" da non confondere con l'ottimismo.
Divietri ha fiducia nel partner straniero: "Il piano industriale è scritto sulle tavole di pietra e non è modificabile. Sarà modificato presumibilmente dal partner internazionale, che io ritengo sia Lufthansa. L'arrivo di una grande compagnia è un elemento di garanzia". Il partner industriale dovrebbe arrivare "subito" e con una quota del 15 per cento che lo metterebbe al pari, e quindi al di sopra visto il know how, di tutti gli altri soci della cordata Cai.
La vittoria di Letta, il mediatore. Si cercherà di non dirlo, per evitare tensioni. Si cercherà di usare parole neutre come "chiarimento" invece che modifica. Il week end e la stanchezza faranno il resto. ma in tutta questa storia - ancora non chiusa - sono chiari vincitori e vinti. Vince, su tutta la linea, Gianni Letta. Come sempre succede nelle sue trattative, il premier tiene aperte due strade: una di mediazione e una decisionista che via via alterna a seconda del tempo che fa e dell'aria che tira. Nel dossier Alitalia-italiana Berlusconi ci ha messo la faccia e la campagna elettorale. In un modo o nell'altro doveva portarla in fondo per non perdere faccia e credibilità. Nella fase uno ci ha provato con il ministro Sacconi coadiuvato da Enac: gli aut aut, gli ultimatum e i penultimatum, le scadenze. Ancora ieri Sacconi diceva alzando le dita in segno di vittoria: "Entro le 20 di stasera i piloti firmeranno". Non hanno firmato alle 20 di giovedì e neppure alle 13 di ieri.
E gli ultimatum non ci sono più. E' stato Gianni Letta, ieri, assente Sacconi, a prendere in mano la situazione. Per prima cosa ha fermato le lancette dell'orologio. E ha smesso di dare ultimatum. Si è messo a sedere al tavolo alle dieci del mattino ed è andato avanti, inossidabile, fino al mattino dopo ascoltando uno per uno tutti i rappresentanti del cosiddetto Fronte del No. Si presume che ci sia stata, via via, qualche pausa ristoro. Ha detto Antonio Divietri, responsabile Avia: "Oggi, per la prima volta, si sono aperti spiragli e si può parlare di trattativa. C'è maggiore disponibilità del governo perchè sono cambiati gli attori, oggi al tavolo c'è Gianni Letta". E dire che ieri la giornata si era aperta con il ministro Sacconi che diceva deciso: "Andiamo avanti, anche senza i piloti". Poi è partito per Viareggio. E a palazzo Chigi è rimasto solo Letta.
(26 settembre 2008)
http://www.repubblica.it
Commento personaleManca una nota su Berlusconi. Ha fatto cio' che gli veniva chiesto.
Un passo indietro.
Si è isolato a fare i fanghi e curare il suo mal di schiena. E' stato forse l'intervento piu' risolutivo.
Ai tempi dell'impero sovietico c'erano i raffreddori diplomatici: servivano a nascondere malattie + gravi.
Oggi nell'impero berlusconiano servono a consentire a Berlusconi l'alibi per una completa
astinenza da esternazioni che avrebbero potuto danneggiare le delicatissime fasi della trattativa.
Il "grande comunicatore" che salva l'Alitalia tappandosi la bocca? Ciao,
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)