Vittorio, il tuo tentativo di buttarla in una caciara personale rivolta contro di me è piuttosto meschino e superficiale, anche perché non argomenti quali sarebbero le mie personali posizioni politiche velleitarie o irrealizzabili: difendere i diritti umani? avere una posizione più 'socialista' della tua? Contestare il modello Marchionne (che è un unicum nell'Europa del welfare)? Lanci il sasso e poi nascondi la mano.
Attribuisci alla tua controparte politica immaginaria, che esiste solo nella tua fantasia, delle tesi mai sostenute da nessuno qui. Non esistono 'nemici' politici, ne' trova casa alcuna sorta di disprezzo per chi ha posizioni politiche differenti.
Esiste una evidente anomalia italiana, riconosciuta (e spesso derisa) in tutto il mondo autenticamente democratico che si chiede come sia possibile mantenere al vertice del governo nazionale un soggetto che si è macchiato di una serie di comportamenti - personali, pubblici e spesso penalmente rilevanti - per ognuno dei quali in Francia, Germania, Inghilterra sarebbe impensabile non solo il mantenimento della medesima carica pubblica ma perfino la più modesta carriera politica in qualsivoglia consiglio di circoscrizione di un villaggio spopolato in una valle remota ed isolata.
Ciò non ha nulla a che vedere con le differenze di pensiero politico: mi spiego meglio (per chi è più duro di comprendonio o dispone di limitati strumenti cognitivi), l'appartenenza alla destra o al centro o qualsivoglia distanza politica dalle mie (nostre) idee personali nulla ha a che fare con il giudizio negativo rivolto alla persona, con la svalorizzazione delle idee, con il deprezzamento del rispetto. E' evidente che il mio giudizio politico di un elettore di destra che sceglie Fini, o magari IDV o altri partiti critici verso il modello berlusconista è totalmente diverso rispetto a un sostenitore di Previti o Dell'Utri, che potrebbe in teoria essere perfino più riformista e 'liberal' (nei limiti del possibile) rispetto ad un ex AN duro e puro, ma che sento infinitamente più lontano dal punto di vista del sentire politico e del riferimento etico.
Berlusconi stesso è partito da una posizione di vicinanza al PSI, probabilmente insincera dal punto di vista politico e motivata da interesse opportunistico, ma la questione non è chi vota più o meno a destra, più o meno lontano dal mio riferimento politico. La questione è legata a quale tipo di personale politico un'epoca storica esprime, con quali implicazioni per la vita democratica nazionale, con quale coerenza e progettualità rispetto agli obiettivi che si pone, con quali motivazioni (razionali od istintive, di ideali o di interessi da difendere, di ricerca di una costruzione condivisa o di un arroccamento in difesa, di apertura o di paura, di speranza o di rancore, di unione o di secessione, realmente politiche o legate all'istrionismo di un singolo personaggio, per stima rivolta a colui che 'si delega per' o piuttosto per invidia mista ad ammirazione e soggezione).
Anche l'assunto secondo il quale gl'Italiani voterebbero pure il diavolo pur di non consegnare le amate terre all'abbeveraggio dei puledri dei bolscevichi (in Piazza San Pietro, secondo le profezie della Monaca di Dresda) e quindi la colpa sarebbe sempre della sinistrasinistra (quale? quella che si è miseramente estinta nelle elezioni del 2008?) non tiene conto dell'astensionismo sempre più consistente, della crisi della rappresentanza, del proliferare di movimenti di protesta, dello schieramento massiccio dei mezzi di informazione che procede pari passo con una disaffezione generale verso gli approfondimenti dell'informazione stessa, verso il prevalere del gossip rispetto alle notizie (e ahinoi alle analisi) politiche e sociali.
Non tiene conto di un contesto storico completamente mutato: è chiaro che nel 1948 la paura del comunismo era reale, tangibile, legata ad eventi concreti e stringenti, motivata da un contesto di divisioni drammatiche in seno alla stessa Europa, da un ordine mondiale mutato, dal terrore di una nuova guerra o anche dalle possibilità concrete di una rivoluzione rossa armata (i depositi di armi si sprecavano, sul territorio) e di una nuova dittatura.
La farsa che ne ha fatto Bunga Bunga, dell'anticomunismo, era una paranoia collettiva fuori tempo massimo che poteva trovare piede solamente in un sistema di informazione di massa monopolizzata e sterilizzata, spesso anche con la complicità di quotidiani saldamente in mano al potere imprenditoriale e magari con la longa manus della criminalità organizzata e del suo capillare controllo di porzioni del territorio, non ultimo poi un certo interesse del potere religioso dominante a tener lontani i laici cattivoni del centrosinistra...
Ma tu, Vittorio, continua pure nella tua infinita e logorante coazione a ripetere, per te rassicurante ed anestetica: in fondo l'infantilismo ci fa sentire tutti un poco più giovani e la velleitarietà ci avvicina all'isola che non c'è... u-topos
Buona coazione a tutti!
FM