da matthelm il 06/01/2011, 15:47
Bonanni: Camusso pieghi i ribelli della Fiom
Il leader Cisl: bene il Quirinale, sì alla rappresentanza ma non serve se la Cgil non s' impone «Se al referendum vincesse il no ritireremmo la nostra firma dall' accordo, perché la Fiom non fa lo stesso se vinceranno i sì?»
ROMA - La Cisl invita i lavoratori di Mirafiori a votare di sì al referendum sull' accordo con la Fiat. Perché? «Per ottenere un importante investimento, il rilancio dello stabilimento e il miglioramento dei salari previsto dall' accordo firmato anche dalla Fim-Cisl - risponde il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni -. Mirafiori era avviata al declino. Con questa intesa, invece, la Fiat produrrà nella fabbrica torinese un nuovo modello di jeep per il mercato europeo, che vale sei volte una monovolume, e poi l' ammiraglia dell' Alfa Romeo. Come Cisl abbiamo fatto di tutto per avere questo investimento, che costituisce un' altro tassello del piano da 20 miliardi della Fiat per l' Italia. L' obiettivo è il raddoppio delle auto prodotte nel nostro Paese e prospettive di lavoro per i prossimi 20 anni. Infine, con questo accordo si dà un segnale a tutti i gruppi italiani e stranieri che si può investire da noi. Solo chi vive fuori dal mondo non lo capisce». La Fiom-Cgil? «[b]Sono di un provincialismo preoccupante. Ragionano come negli anni Cinquanta, come se a investire fosse ancora lo Stato con qualche apporto dell' azienda. E invece qui i soldi provengono da fondi pensione e banche internazionali e sono questi che vanno rassicurati. Noi abbiamo fatto di tutto per farlo». [/b]
Secondo la Fiom avete perfino sacrificato il diritto di sciopero e la malattia. «Tutte falsità. Sullo sciopero l' accordo prevede semplicemente che non si possa scioperare nei sabati di straordinario concordati. E ci mancherebbe. Pensate il contrario: 10 lavoratori su 100 fermano la produzione e l' azienda oltre al danno dovrebbe pure pagare gli altri 90 con le supermaggiorazioni del salario previste dall' intesa. Quanto alla malattia, vogliamo solo riassorbire alcuni picchi di assenteismo senza offendere chi è realmente malato».
Mi fa un esempio di sciopero che si potrà fare a Pomigliano e Mirafiori? «Certo. Se l' azienda contravviene a quanto previsto a suo carico nell' accordo, i lavoratori sciopereranno. Stessa cosa se, alla scadenza del contratto, fra 3 anni, non volesse rinnovarlo».
Il leader della Cgil, Susanna Camusso, dice che la Fiom dovrebbe prendere atto di un' eventuale vittoria del sì nel referendum. Però non sembra in grado di far cambiare idea alla Fiom. «Quello che dice Camusso le fa onore. Però lei dirige la Cgil e ha poteri che le permettono di intervenire. Eppure quello che dice è ovvio: da che mondo è mondo il risultato del referendum va accettato».
Se vincesse il no, la Cisl lo accetterebbe? «Certamente: la Cisl ritirerebbe la firma dall' accordo. E quindi troverei naturale che se invece vincesse il sì, la Fiom firmasse. Ma a Pomigliano non l' ha fatto e non vuole farlo neppure a Mirafiori. Il punto è proprio questo: il comportamento assolutamente anomalo della Fiom».
La Fiom dice che non si può votare su diritti indisponibili. «Ma quali? Chi lo stabilisce? Chi dice queste cose non rispetta sindacati che rappresentano milioni di lavoratori. Guardi, Cgil, Cisl e Uil vanno d' accordo in tutti i territori e in tutte le categorie, tranne nei metalmeccanici. Sono stati firmati i contratti di lavoro unitariamente ovunque tranne che con la Fiom. I sindacati sono in piena salute e funzionano bene. Lo testimoniano le stesse affermazioni della Camusso: la Cgil ragiona correttamente. L' unica particolarità è la Fiom. E noi dovremmo piegare tutto il resto ad una anomalia oppure risolvere questa anomalia?».
Come? «Tocca a Camusso farlo. Noi quando abbiamo avuto problemi analoghi lo abbiamo fatto. Nel 1991 abbiamo deferito ai probi viri e ccciato i metalmeccanici milanesi del gruppo di Giorgio Tiboni».
Sta spingendo per la scissione Fiom? «Ma no, sto dicendo un' altra cosa. Che in Cisl se si prende una decisione, fosse anche a maggioranza, poi le categorie la debbono rispettare e che ci sono tutti i poteri per sanzionare chi invece trasgredisce».
A proposito di regole. Ma non si potrebbe risolvere l' anomalia Fiom attraverso un accordo tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil sulla rappresentanza che contenesse anche la regola che i risultati dei referendum vanno rispettati? «Noi possiamo fare qualsiasi accordo, ma la questione è politica. È in grado la Cgil di ottenere che la Fiom rispetti le decisioni confederali? L' accordo sulla rappresentanza Cgil, Cisl e Uil lo hanno fatto nel 2008, ma lo sa perché è rimasto sulla carta? Perché la Fiom ha bloccato la Cgil. E adesso quando Camusso dice che per validare gli accordi ci vogliono maggioranze qualificate e non basta più il 50% più uno, dice una cosa che non va bene. Possibile che non riesce a far digerire una cosa valida in tutto il mondo democratico, la regola della maggioranza, alla Fiom?».
Il presidente della Repubblica chiede relazioni sindacali costruttive in Fiat. «Sono d' accordo. Ci siamo ispirati a questo principio, guardando ai vantaggi concreti per i lavoratori. La Fiom, invece, mi sembra più impegnata in un processo di ricostruzione della sinistra politica».
Lei ha dato fiducia all' amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ma l' azienda nel 2010 ha venduto il 16,7% di auto in meno. Crede ancora al raddoppio della produzione promesso? «Se Marchionne ha puntato un miliardo su Pomigliano e uno su Mirafiori non può certo buttare i soldi degli investitori internazionali. Sfornerà modelli che si aggiungeranno a una gamma francamente oggi troppo ristretta e riconquisterà quote di mercato».
Marchionne considera offensivo chiedergli dettagli sul piano da 20 miliardi. Ma lei ha idea degli altri 18 dove, come e quando verranno investiti in Italia? «Lo vedremo di volta in volta. Siamo già al secondo step importante. Quanto all' offendersi, capisco Marchionne se a fargli quelle domande sono gli stessi che dicevano che avrebbe venduto l' Alfa e che contestano la produzione della jeep a Mirafiori. Insomma quelli che vogliono più disturbare che capire».
Ora toccherà a Fiat Melfi e Cassino? «Non lo so. Vedremo come andrà avanti il piano per allargare la produzione in Italia. Altri accordi si potranno fare se alla base ci saranno sempre modelli nuovi e miglioramenti salariali».
Marro Enrico
(5 gennaio 2011) - Corriere della Sera
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".