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Accordo FIAT: la solita CGIL

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda disallineato il 24/12/2010, 12:01

L'accordo FIAt di queste ultime ore è stato ritenuto interessante da tutti i lavoratori eccetto che dalal solita Fiom che per non smentire se stessa, ha bisogno sempre di distinguersi.
Perchè la CGIL non crea un industria e se la gestisce come meglio crede? Forse si potrebbe rendere conto che creare occupazione, lavoro, ricchezza non è poi la stessa cosa di fare scioperi, parlare, chiaccherare e criticare, occupare piazze, sventolare bandiere e blaterare qualche frase stantia e vecchia come il cucco ( perdonate ma nn so cos'è il cucco, però viene sempre detto così) da qualche palco durante le solite manifestazioni. Preoccuparsi di investire e attendersi un risultato economico non è poi la stessa cosa di scagliarsi contro gli altri sindacati perchè non intendono fare da zerbino alla stessa cgil. Fare attività sindacale non significa dire sempre no. Stare dalla parte dei lavoratori non vuol dire lanciare invettive ( o pietre, uova o frutta ) contro le altre sigle sindacali.
Ma la CGIL deve sempre distinguersi. Salvo poi dire che gli altri sono servi dei padroni.
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Re: Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda disallineato il 24/12/2010, 15:46

La solita CGIL frignona esterna che l'accordo non è valido perchè manca la propria firma.
Partiamo dal presupposto che il sindacato rosso non ha l'egemonia degli accordi, ha pari dignità degli altri. E' soltanto un sindacato con un po più iscritti ma ciò non giustifica voler pretendere di essere sempre il solo a decidere univocamente.
Stavolta, come altre volte, la Fiom si è rifiutata di firmare un accordo a favore dello sviluppo. Gli altri sindacati hanno ritenuto che è un buon accordo a favore dei lavoratori ed hanno sottoscritto. La democrazia preved che una maggioranza può decidere o comunque si può andare avanti anche senza essere tuti daccordo, altrimenti per esempio il parlamento sarebbbe sempre ingessato da dei "niet".
Se i lavoratori iscritti al sindacato rosso sono daccordo con la linea autolesionista dello stesso sindacato, possono sempre licenziarsi e cercare lavoro altrove. Oppure cambiare sindacato.
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Re: Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda disallineato il 24/12/2010, 17:36

Landini della Fiom: chi dissente non esiste.
Si è arrabbiato perchè il giochetto gli è sfuggito di mano e pretendeva che le altre sigle sindacali pendessero dalla sua bocca come adepti davanti al santone.
Cara Fiom, cara CGIL, la democrazia è confronto e rispetto anche per le opinioni altrui. Voi non avete accettato l'accordo che gli altri sindacati hanno ritenuto interessante e costruttivo. Adesso non potete frignare perchè siete stati isolati. Siete voi che vi siete isolati dal resto del mondo sindacale.
Siete sempre in tempo a ravvedervi e rendervi conto che i tempi sono cambiati e che gli accordi possono essere fatti su basi diverse da come venivano fatti 30 anni fa, dove il sindacato rosso faceva il bello ed il cattivo tempo. Poteva permettersi pikkettaggi ed impedire ad altri lavoratori di entrare nelle fabbriche, con minacce ed offese.
I tempi son cambiati. Per fortuna.
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Re: Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda Robyn il 27/12/2010, 11:23

Le diverse intese Fiat su Pomigliano Torino etc sono tutte scemenze.Per la competitività serve ben altro,serve coniugare competitività e tutele.Senza dubbio i lavoratori per bene non si recheranno a lavorare sù queste tipo di aziende poiche non possono mica rovinarsi il futuro,non fanno mica i delinquenti,sono persone per bene che vogliono realizzarsi ciao robyn
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Re: Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda ranvit il 29/12/2010, 12:26

http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... ref=HREA-1


IL DOSSIER
In Europa la pausa breve non è tabù
solo in Spagna stop oltre i 40 minuti
Il minimo nell'impianto Renault di Saudouville: 1.000 secondi. A Tichy, dove si costruisce la 500, il riposo è limitato a soli 25 minuti. In Polonia e in Brasile la settimana lavorativa è per legge di 48 ore e si lavora il sabato
di PAOLO GRISERI
Pause, straordinari, democrazia sindacale. I temi che fanno discutere l'Italia dopo la spaccatura tra sindacati a Pomigliano e Mirafiori sono gli stessi che agitano la discussione all'estero. La globalizzazione frulla norme e tradizioni molto diverse tra loro mettendole in concorrenza e sullo stesso piano a migliaia di chilometri di distanza. Dire straordinario è semplice ma ingannevole. In Polonia e in Brasile, tanto per rimanere nel pianeta Fiat, la settimana lavorativa è per legge di 48 ore mentre in Italia è di 40. Questo significa che tutta la discussione sui sabati di straordinario che ha attraversato l'estate italiana, in quei due paesi non avrebbe avuto senso semplicemente perché il lavoro al sabato fa parte della normalità.

Analoghe considerazioni valgono per il contratto nazionale di lavoro, quello che la Fiat intende abbandonare nelle sue fabbriche. Il sistema dei due livelli contrattuali (uno nazionale uguale per tutti e uno aziendale) è tipico dell'Europa (con l'eccezione della Gran Bretagna). Ma di fronte alla crisi, segnalano gli studi dell'Unione europea, i contratti nazionali tendono a perdere peso anche in paesi come Italia, Germania e Spagna dove per cultura i contratti aziendali hanno sempre avuto minore importanza. La contrattazione nel territorio o azienda per azienda sta prendendo piede proprio perché nella crisi ogni impresa cerca di trovare la sua soluzione. Vincono modelli come quello brasiliano dove ogni territorio ha regole diverse o quello inglese dove il contratto nazionale non è mai esistito.

Il sistema dei diritti sindacali è molto diverso da paese a paese. In Europa prevale il modello del pluralismo sindacale: in ogni azienda le organizzazioni dei lavoratori sono più d'una e contano in base alla rappresentanza effettiva che hanno tra i dipendenti. Negli Stati Uniti non è così: Bon King, leader del sindacato Uaw, è l'unico titolato a trattare con la Chrysler perché negli Usa per essere presenti in fabbrica è necessario superare le elezioni che si svolgono tra sindacati diversi: chi vince rappresenta tutti. Questo spiega lo stupore di Marchionne in Italia: "Non capisco perché devo trattare con tutti questi sindacati".

Infine la questione dello stress. I sindacati italiani hanno contestato la richiesta della Fiat di ridurre le pause da 40 a 30 minuti per turno. Ma le tabelle che pubblichiamo dimostrano che nella stragrande maggioranza degli stabilimenti europei le pause sono intorno ai 30 minuti o più basse. Fa eccezione lo stabilimento della Nissan di Barcellona che prevede 45 minuti di pausa per turno. All'opposto lo stabilimento Renault di Sandouville, in Normandia, dove la pausa è di soli 17 minuti. Curiosamente Nissan e Renault fanno parte dello stesso gruppo industriale. Tra i costruttori con stabilimenti in Europa solo la Fiat prevede la pausa mensa di mezz'ora all'interno del turno di lavoro. Gli altri costruttori invece escludono la mensa dal calcolo delle ore lavorate. Anche all'interno del sistema Fiat ci sono differenze notevoli. Non solo sui salari: quello netto di un operaio brasiliano è di 565 euro al mese mentre il polacco arriva a 700 e l'italiano a 1.200 (tutti molto lontani dai tedeschi che portano a casa 1.700 euro netti). La differenza è anche sulle pause: a Tichy, dove si costruisce la 500, la pausa dura solo 25 minuti.
(29 dicembre 2010)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda disallineato il 29/12/2010, 19:47

La solita CGIL continua ad essere la solita CGIL.
Con i suoi rappresentanti continua con le invettive contro i "padroni", contro gli altri sindacati e contro tutto il mondo del buon senso.
Purtroppo il sindacato rosso non si rende conto che i tempi sono cambiati ( sicuramente in peggio ) e le lotte sindacali non possono essere basate sui soliti presupposti degli anni 70. Oggi l'industria deve confrontarsi con concorrenze e sistemi di lavoro impensabili fino a pochi anni fa.
Il mondo del lavoro operario aveva ritmi e modalità totalmente diverse da quelle di oggi. Se oggi vogliamo far continuare a produrre le industrie nel mondo occidentale, occorre che anche i lavoratori si adeguino ai diversi modi di operare.
Non è più possibile pensare ad un lavoro che "è per sempre" come poteva essere pensabile 30anni fa. NOn è più possibile pensare a pause lunghissime, ad assemblee sindacali esagerate rispetto alle ore di lavoro. Occorre ripensare certi "diritti" in realtà erano privilegi che il mondo del lavoro normale non poteva tollerare in eterno.
E i leader sindacali del sindacato rosso, dovrebbero smetere di fare proclami che sono vere e proprie istigazioni alle violenze.
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Landini: è un attacco alla democrazia

Messaggioda disallineato il 30/12/2010, 0:08

Proclami che sembrano venire da epoche giurassiche.
Ha esternato il simpatico Landini: Questa firma da parte degli altri sindacati è un attacco alla democrazia. Insomma tutti gli altri, se non fanno come dico io, son servi dei padroni.
In un sistema democratico, chi non fa come dice la CGIL è un fascista.
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Re: Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda Robyn il 30/12/2010, 11:59

In Francia alla Peugeot lavorano 35 ore e 40 minuti eppure sono competitivi.La globalizzazione è una grande stupitaggine che non indebolisce il <<modello sociale europeo>>.Si và verso il mondo multipolare immaginato da Chirach dove esistono diverse aree geografiche come gli Usa,l'Europa,la Cina che realizzazono domanda interna e che scambiano fra di loro.La Cina questo lo ha già capito.Ha capito che affidarsi al solo mercato estero è un gioco troppo incerto e labile per cui rafforza la domanda interna.Quando la domanda estera non funziona funziona la domanda interna.La domanda estera è di molto inferiore alla domanda interna ciao robyn
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Re: Accordo FIAT: la solita CGIL

Messaggioda disallineato il 30/12/2010, 13:25

Robyn ha scritto:In Francia alla Peugeot lavorano 35 ore e 40 minuti eppure sono competitivi.La globalizzazione è una grande stupitaggine che non indebolisce il <<modello sociale europeo>>.Si và verso il mondo multipolare immaginato da Chirach dove esistono diverse aree geografiche come gli Usa,l'Europa,la Cina che realizzazono domanda interna e che scambiano fra di loro.La Cina questo lo ha già capito.Ha capito che affidarsi al solo mercato estero è un gioco troppo incerto e labile per cui rafforza la domanda interna.Quando la domanda estera non funziona funziona la domanda interna.La domanda estera è di molto inferiore alla domanda interna ciao robyn



Il modello 35 ore sognato anche dal comunista Bertinotti, è fallito. Non si può pensare di lavorare poco, essere competitivi e guadganre pure bene per poter vivere una vita dignitosa. Certo se vogliamo spaziare nelle utopie, la migliore cosa sarebbe non lavorare per niente e poter avere servizi garantiti dallo stato, guadagnare bene tanto da potersi permettere una vita agiata e avere una tranquillità economica che ci permetta di non essere angosciati dalla carenza di possibilità finanziarie. sarebbe meglio no?
Purtroppo non è così perchè l'uomo deve lavorare durante la sua vita. Nelle sacre scritture è citato il lavoro ed il sudore della fronte.
Tornando alla realtà, credo che l'accordo firmato in questi gg dalla Fiat e da tutti i rappresentanti dei lavoratori ( eccetto che quello estremista e fondamentalista ) credo che sia lo specchio di quello che è oggi il mondo del lavoro. Il mondo del lavoro artigiano è decenni che deve confrontarsi con queste realtà. Il mondo del alvoro dipendente, alimentato dalle illusioni di un sindacato rosso che sovrastava le altre forze sindacali, ha vissuto per troppo tempo in una dimensione insostenibile. Oggi, tutti i lavoratori, compreso quelli dipendenti si sono resi conto che lavorare poco continuando a credere di essere competiti è pura utopia.
I sindacatoi, eccetto che quello rosso, si sono adeguati ai cambiamenti dei tempi
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Landini e le catene di montaggio

Messaggioda disallineato il 30/12/2010, 13:41

Io sto con D'Alema quando il fondamentalista Landini lo invita ad andare a lavorare nelel catene di montaggio.
Io inviterei lo stesso Landini a provare ad avre la responsabilità di guidare un azienda, che è un pò diverso da fare semplice attività sindacale ( e stipendiato pure per questo "lavoro").
Oggi la catena di montaggio, non è più quella di Charlie Chaplin. Ma forse alcuni sindacalisti e alcuni sindacati sono rimasti proprio a quei tempi o forse voglion far credere di essere rimasti ai tempi in cui la manodopera era semplicemente braccia da usare e sfruttare.
Oggi la catena di montaggio è un sistema che consente ai lavoratori di aveere uno sforzo minimale rispetto a quello che poteva essere quando erano stati stipulati i contratti adeguati all'epoca.
Landini ed alcuni sindacalisti, dovrebbero avere un pò di responsabilità amministrativa di un azienda e capie che se non ci sono gli utili, crolla tutto. Chi investe e spende i suoi soldi ( non quelli provenienti dalle tessere associative dei lavoratori o dai prelievi sui contributi INPS a favore dei sindacati) vuol vedere ritorni renumerativi, altrimenti perchè buttare soldi? Landini e gli altri sindacalisti ( alcuni per fortuna ) investirebbero soldi in un progetto senza ritorno economico?
Dalle ns parti si dice che è facile fare i froci con il culo degli altri.
Caro Landini e cari alcuni sindacalisti, smettete di prendere in giro chi vi paga e vi permette di passare una vita sulle loro spalle. Ammettete e rendetevi conto che se l'azienda non ha gli utili, deve chiudere, perchè tenere in piedi un azienda solo come fatto sociale, come solidarietà verso gli altri non è una cosa sostenibile. Poteva esserlo ai tempi dell'unione sovietica, che poi è fallita economicamente e politicamente.
Landini e alcuni sindacalisti, andate a lavorare e provate a prendervi un pò di responsabilità
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