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Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda ranvit il 23/12/2010, 19:23

Ma....qualcuno mi spiega cosa non va bene di questa legge?
(A me pare buona)

Vittorio



http://www.corriere.it/politica/10_dice ... aabc.shtml


LA SCHEDA
Riforma Gelmini, ecco cosa cambia
Lotta agli sprechi e alla parentopoli, soldi solo in base alla qualità e nuova governance

MILANO - Lotta agli sprechi e a parentopoli; stop ai rettori a vita; autonomia delle università coniugata con una forte responsabilità finanziaria, scientifica, didattica; soldi solo in base alla qualità (gli atenei gestiti male ne riceveranno meno) e fine dei finanziamenti a pioggia; reclutamento e governance secondo criteri meritocratici e di trasparenza. Sono queste le principali novità della riforma dell'università approvata dal Senato in via definitiva.

ADOZIONE DI UN CODICE ETICO per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. A questo proposito viene anche stabilito che per partecipare ai concorsi non si dovranno avere, all'interno dell'ateneo, parentele fino al quarto grado. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del Ministero.
LIMITE MASSIMO AL MANDATO DEI RETTORI di complessivi 6 anni, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma. Un rettore potrà rimanere in carica un solo mandato e sarà sfiduciabile.
DISTINZIONE NETTA DI FUNZIONI TRA SENATO E CDA: il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il CdA ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese. Il Cda vrà almeno 3 membri esterni su 11. Il presidente potrà essere esterno. Presenza qualificata degli studenti negli organi di governo.
DIRETTORE GENERALE AL POSTO DEL DIRETTORE AMMINISTRATIVO: il direttore generale avrà compiti di grande responsabilità e dovrà rispondere delle sue scelte, come un vero e proprio manager dell'ateneo.
NUCLEO DI VALUTAZIONE D'ATENEO A MAGGIORANZA ESTERNA per garantire una valutazione oggettiva e imparziale.
GLI STUDENTI VALUTERANNO I PROFESSORI e questa valutazione sarà determinante per l'attribuzione dei fondi dal Ministero.
FUSIONE ATENEI: ci sarà la possibilità di unire o federare università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, di norma in ambito regionale, per abbattere costi e aumentare la qualità di didattica e ricerca.
RIDUZIONE DEI SETTORI scientifico-disciplinari, dagli attuali 370 alla metà (consistenza minima di 50 ordinari per settore). No a micro-settori che danneggiano la circolazione delle idee e danno troppo potere a cordate ristrette.
RIORGANIZZAZIONE INTERNA DEGLI ATENEI: riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo.
RECLUTAMENTO DI GIOVANI STUDIOSI: introdotta l'abilitazione nazionale come condizione per l'accesso all'associazione e all' ordinariato. L'abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati. Tra i punti salienti: Commissioni di abilitazione nazionale autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri; cadenza regolare annuale dell'abilitazione a professore, al fine di evitare lunghe attese e incertezze; distinzione tra reclutamento e progressione di carriera.
ACCESSO DI GIOVANI STUDIOSI: Il ddl introduce interventi volti a favorire la formazione e l'accesso dei giovani studiosi alla carriera accademica. Tra i punti salienti: revisione e semplificazione della struttura stipendiale del personale accademico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani; revisione degli assegni di ricerca per introdurre maggiori tutele, con aumento degli importi; abolizione delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti; nuova normativa sulla docenza a contratto: riforma del reclutamento.
GESTIONE FINANZIARIA: Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra Istruzione e Tesoro: i bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Commissariamento e tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario. VALUTAZIONE DEGLI ATENEI: Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia. Obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero di tutti i corsi e sedi distaccate per evitare quelli non necessari e valutazione dell'efficienza dei risultati da parte dell'Anvur.
OBBLIGO PRESENZA DOCENTI A LEZIONE: avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione. Questo per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Viene per la prima volta stabilito inoltre un riferimento uniforme per l'impegno dei professori a tempo pieno per il complesso delle attività didattiche, di ricerca e di gestione, fissato in 1500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza e servizio.
SCATTI STIPENDIALI SOLO AI PROFESSORI MIGLIORI. Si rafforzano le misure annunciate nel DM 180 in tema di valutazione dell'attività di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi.
DIRITTO ALLO STUDIO E AIUTI AGLI STUDENTI MERITEVOLI - Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni per spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.
MOBILITÀ DEL PERSONALE - Sarà favorita la mobilità tra gli atenei, perchè un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico. Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto. (Fonte Ansa)


23 dicembre 2010
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda Iafran il 23/12/2010, 21:05

Non so come stavano le cose in precedenza, però, dall'impostazione mi sembra che sia una vera e propria "torchiatura" economica per le Università e per tutto il suo contesto!
Se si pensasse di agire nello stesso modo per il mondo politico?
Vogliono ridurre soltanto la spesa che interessa gli atenei universitari (finanziamenti, Senato e CdA, direttore generale e direttore amministrativo, numeri di mandati, etc) e parimenti non potrebbero fare la stessa cosa per i due rami del Parlamento, per tutte le Giunte esecutive e per tutti i Consigli Regionali, Provinciali, Comunali nonché per tutti gli altri Enti territoriali collegati o collaterali, che, a ben vedere, sono molto ma molto più numerosi dei centri universitari e che hanno un peso ben superiore per le casse dello Stato?
Potrebbero usare la stessa impostazione in quanto al contenimento del numero, all'efficienza, alla presenza, alla valutazione e quant’altro che possa interessare il costo dei nostri rappresentanti!
Insomma, una drastica riduzione del numero e delle spettanze economiche nel "teatrino della politica" (che diverte sono i "politici")! La invocano i cittadini. Che si dessero da fare prima in questa direzione e poi si potrebbero accettare le riduzioni negli altri campi (sanità, ricerca, scuola, servizi etc.), che intendono realizzare per contenere la spesa pubblica.
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Re: Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda lucameni il 23/12/2010, 22:12

Il problema di fondo: è una riforma a costo zero, come se l'avesse ideata il Tremonti tagliatore di teste piuttosto che un ministro interessato ad investire nel sapere.
Poi magari centinaia di milioni di euro vengono spesi in opere inutili imbastite per foraggiare imprenditori amici, con relativi sprechi indicibili.
Qualcosa che unisce poca limpidezza a chiara schizofrenia.
Poi - vabbè - mica tutto è sbagliato, malgrado al tempo della protesta pochi azzardino ad ammetterlo, anche tra gli oppositori.
E' che da parte del PDL non c'è alcuna politica volta ad investire nell'istruzione e nella cultura, coerentemente al dna dei suoi esponenti.

(La riforma non può essere sintetizzata in poche righe. Si trovano contraddizioni pesanti in diversi articoli, a quanto mi risulta. E poi bisogna vedere operativamente come vengono previsti certi cambiamenti. Temo che molti, sia tra i favorevoli che tra gli oppositori, siano in grado di esplicarceli fin da ora. Prima di prendere una posizione netta o totalmente negativa - fin da ora posso dire che mi piace pochissimo - dovrei approfondire articolo per articolo. Spesso i trappoloni si trovano tra le pieghe dei commi)
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda disallineato il 24/12/2010, 11:03

Ora che le manifestazioni di piazza e le relative distruzioni sono terminate ( si spera ) possiamo serenamente considerare la riforma nel suo contesto. Personalmente me ne sono occupato poco nello specifico, ma se presenta troppi difetti come viene criticata da tante persone, possiamo sempre presentare un referendum abrogativo.
La piazza, quella vera quella civile quella rispettosa delle libertà altrui serve anche a questo. Unire gli sforzi per cambiare cio' che i cittadini ritengono sbagliato. Oppure sostenere alle prossime elezioni partiti che abbiano la volonta' di cambiare una riforma che può essere considerata sbagliata. Il nostro partito è contro questa riforma, ma non deve scendere nel fondamentalismo politicizzato e strumentale. Non devono i ns leader mettere in atto gesta plateali e comiche ( salire sui tetti ) perchè un partito serio che voglia guidare il ns paese, l'opposizione la fa presentando programmi alternativi. E il nostro partito ha le qualità per farlo. Lasciamo i gesti populistici ai vari DiPietro, Grillo e soggetti simili. La loro unica forza è quella di raccogliere voti nel populismo. La nostra forza è proporre ed innovare. Bersani scendi dai tetti e comincia a pensare a quando guideremo il ns paese ( fra poco )
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Re: Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda Robyn il 27/12/2010, 11:36

La riforma universitaria prevede l'accorpamento degli atenei e dei corsi di laurea.Il decentramento e il 3+2 invece è stato positivo perche permette allo studente di studiare vicino casa di non affrontare spese per affitto e cose varie,si evita di stare in un'universita affollate e si ha più tempo per studiare ,perche si hanno meno pensieri.Evidentemente l'accorpamento ha come scopo il sovraffollamento e di conseguenza il numero chiuso.Ma il numero chiuso non è possibile perche la costituzione recita che "la scuola è aperta a tutti".Il numero chiuso non è possibile anche per il semplice motovo che il basso livello culturale dei cittadini incide molto negativamente sulla tenuta della democrazia.Infatti un popolo poco istruito è un popolo che poco comprende l'articolazione della democrazia.Inoltre bisogna ripristinare l'obbligo scolastico a 16 anni,riportato a 15 dal ministro del lavoro.Per quel che riguarda gli assegni per il merito si possono dare anche a chi supera un certo reddito ma senza nulla togliere "ai capaci e meritevoli che hanno il diritto di raggiungere i più alti gradi degli studi anche se privi di mezzi".Per caste e baronie le cose sono diverse.Per i ricercatori dopo il tempo determinato ci deve essere quello a tempo indeterminato ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda disallineato il 29/12/2010, 23:51

Molte polemiche, come spesso accade, sono esclusivamente politiche e strumentali. E in questo caos non si riesce a seguire chi ha veramente critiche sensate e costruttive.
Ora che le poemiche e le manifestazioni sembrerebbero terminate, compliceanche il clima natalizio, credo si possa discutere sul merito ed ascoltare le motivazioni di chi ha promosso la legge e di chi la critica e perchè.
Finalmente si può ascoltare un confronto per dare modo anche ai cittadini di capire meglio di cosa si sta parlando.
Io auspico sempre che ci sia il dialogo al posto delle proteste, dei vandalismi, delle violenze, delle distruzioni. Ma anche delle polemiche stumentali che fanno tanto notizia ma portano poca utilità a chi deve ascoltare e capire.
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Re: Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda mauri il 30/12/2010, 19:26

disallineato ha scritto:Molte polemiche, come spesso accade, sono esclusivamente politiche e strumentali. E in questo caos non si riesce a seguire chi ha veramente critiche sensate e costruttive.
O


"Si è voluto in modo autoritario, sulla base della solo forza dei numeri in Parlamento e non di solide ragioni riformatrici, approvare un provvedimento regressivo che determinerà meno autonomia degli Atenei, più precarietà, meno diritto allo studio, meno qualità didattica e meno ricerca. Sarà garantita la possibilità di studiare solo a coloro che avranno buone condizioni economiche perché in realtà si avvia il processo di privatizzazione dell’Università. E’ un attacco ai principi democratici sanciti dalla nostra Costituzione."
http://www.flcgil.it/comunicati-stampa/ ... ita-facile

se poi vuoi approfondire...
http://www.flcgil.it/universita/

buon anno, mauri
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Re: Riforma Gelmini, ecco cosa cambia

Messaggioda cardif il 30/12/2010, 21:04

Nel 2003 c'è stata la Grande Riforma della Moratti, pure quella tanto decantata. Si è dimostrata inefficace ed è stata dimenticata, vista la necessità di questa Riforma Epocale della Gelmini?
Chi vuole conoscere un punto di vista su questa riforma può leggere l'articolo di Piero Ignazi su L'Espresso di questa settimana (è in edicola, non on line).
Certo Ignazi, professore universitario ordinario, scrive su un famigerato giornale di quelli da non leggere, secondo un certo dictat, e quindi il suo è un punto di vista politico (comunista?). Comunque l'articolo si conclude con:
"Il futuro che questa sciagurata riforma prospetta è nerissimo e si riassume in decadenza e impoverimento, accentramento e dequalificazione."
Ma mo' mi so' capito bene?
cardif
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