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La Russa e i Repubblichini

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda Paolo65 il 15/09/2008, 9:48

Sono grato a Fini per la svolta di Fiuggi anche se fatta solo per dare un'immagine ad AN di DX di governo, impossibile se avesse continuato con quella di una DX fascista o post-fascista.

Fini ha scelto un passaggio politico importante e utile ad AN anche se ipocrita, in quanto non è credibile che colui che fino a qualche anno fa abbia affermato che "Mussolini era uno statista", oggi rinneghi in toto il fascismo.

Però Fini è un politico non uno storico o un giornalista,per cui ha capito che se voleva far uscire AN dalle secche ed uscire dal tritacarne delle polemiche, doveva fare ciò che ha fatto.

Alemanno e La Russa invece questo aspetto non lo hanno assimilato,al contrario non farebbero quelle affermazioni l'8 di settembre o il 25 aprile.

Un conto,infatti,è avere le proprie idee sul fascismo e sulla Resistenza(legittime e in parte anche condivisibili)altro è essere rappresentanti di uno Stato repubblicano e anti-fascista,nato proprio dalle rovine del fascismo.

Più che una questione di opinioni è di ruoli.

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Non mancano i veri nostalgici ...

Messaggioda annalu il 15/09/2008, 18:36

15 settembre 2008 17:13:47 - Canisciolti.info:

Malcotti, An:
L'antifascismo non è sinonimo di libertà ma di morte e violenza

"Contrariamente a molti che oggi applaudono le parole di Fini io non sono mai stato nostalgico del fascismo né tanto meno delle leggi razziali. Tuttavia ritengo che le dichiarazioni di Fini siano sbagliate e pericolose". E' quanto afferma Luca Malcotti, ex consigliere comunale in Campidoglio e componente l'Assemblea Nazionale di An.
"Per la mia generazione - spiega Malcotti - l'antifascismo è la matrice ideologica e la bandiera politica delle foibe e dello scempio di piazzale Loreto, del rogo di Primavalle e della strage di Acca Larentia, delle aggressioni ai ragazzi di Azione Giovani ed anche degli attentati alle sedi di An di pochi mesi fa. L'antifascismo non è sinonimo di libertà ma di morte e violenza. Per questo non possiamo definirci antifascisti". "Se e quando ci sarà un congresso presenterò un ordine del giorno di condanna dell'antifascismo militante e vedremo come voteranno i delegati - conclude Malcotti -. Per fortuna stiamo facendo il Pdl nel quale, sono certo, si potrà entrare anche senza fare professione di antifascismo".
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Re: Non mancano i veri nostalgici ...

Messaggioda lucameni il 15/09/2008, 18:43

annalu ha scritto:15 settembre 2008 17:13:47 - Canisciolti.info:

Malcotti, An:
L'antifascismo non è sinonimo di libertà ma di morte e violenza

"Contrariamente a molti che oggi applaudono le parole di Fini io non sono mai stato nostalgico del fascismo né tanto meno delle leggi razziali. Tuttavia ritengo che le dichiarazioni di Fini siano sbagliate e pericolose". E' quanto afferma Luca Malcotti, ex consigliere comunale in Campidoglio e componente l'Assemblea Nazionale di An.
"Per la mia generazione - spiega Malcotti - l'antifascismo è la matrice ideologica e la bandiera politica delle foibe e dello scempio di piazzale Loreto, del rogo di Primavalle e della strage di Acca Larentia, delle aggressioni ai ragazzi di Azione Giovani ed anche degli attentati alle sedi di An di pochi mesi fa. L'antifascismo non è sinonimo di libertà ma di morte e violenza. Per questo non possiamo definirci antifascisti". "Se e quando ci sarà un congresso presenterò un ordine del giorno di condanna dell'antifascismo militante e vedremo come voteranno i delegati - conclude Malcotti -. Per fortuna stiamo facendo il Pdl nel quale, sono certo, si potrà entrare anche senza fare professione di antifascismo".



Scontato.
Fiuggi è stata qualcosa calata dall'alto per dare una sponda al Polo.
Sentita forse in parte dai più accorti vertici del MSI-AN ma non dalla base.
In merito al post precedente sui "liberali" ora non mi pronuncio.
A caldo darei da fare alla moderazione e mi dispiacerebbe.
Rivendico solo il mio anticomunismo, al di là dei sofismi di chi mi vuol mettere in bocca intenzioni non mie, e una lettura parziale e poco corretta della storia del dopoguerra.
Se poi non piace, tanto piacere.
Problemi non miei.
E altrettanto ribadisco che per replicare degnamente ai Malcotti bisogna essere credibili - ripeto: credibili - e non aver mostrato esercizi di intolleranza e di revisionismo speculari ai loro.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda Paolo65 il 16/09/2008, 8:55

Malcotti non è ipocrita e dice ciò che pensa, solo che afferma cose fuori dal mondo.

Che anche nell'antifascismo ci siano state frangi violente è vero ma accomunare l'antifascismo solo con la violenza è dissennato.

Alla fine, dopo le continue a balorde esternazioni porvenienti da AN, è meglio ascoltare le frasi retoriche ed ipocrite di Fini.

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Pansa insultando i partigiani insulta le radici della Patria

Messaggioda Sandra Zampa il 03/10/2008, 20:12

Gianpaolo Pansa sbaglia e credo sia giusto ricordare qui che non e’ stato certo lui a rivelarci che i partigiani combattenti erano numericamente in minoranza rispetto alle truppe d’occupazione.Ma non dimentichiamo che in Italia, in Francia, in Yougoslavia e nella Grecia occupate, i nostri partigiani, i maquis francesi, ed i partigiani titini e greci costringevano gli occupanti a schierare nelle guarnigioni l’equivalente di ben 45 divisioni, una in piu’ di di quelle che erano state inviate a difendere tutte le coste occidentali dallo sbarco degli alleati occidentali sul fronte normanno.

E i partigiani, i GAP nelle citta’, e le brigate sulle montagne, riuscivano a contrastare gli invasori nazisti ed i traditori fascisti con questa enorme efficacia rispetto alla disparita’ delle forze in campo, proprio perche’ potevano contare sul fatto che dietro ogni portone c’erano patrioti pronti a nasconderli, ad incoraggiarli, a sviare i traditori fascisti, mani amiche pronte a nutrirli ed ad armarli contro l’invasore.

La guerra di pochi era la guerra di tanti, e da questa guerra di resistenza all’invasore e’ nata la nostra Patria.

Sandra Zampa


PANSA, ANPI E' UNA SETTA DI FANATICI E NO GLOBAL
"L'Anpi non conta niente, e' solo una piccola setta politica nata da una scissione delle associazioni di partigiani. Oggi e' una setta di fanatici che vedendo sparire per motivi anagrafici molti associati ha aperto le iscrizioni ai giovani e sono entrati molti no global". Va giu' duro il giornalista e scrittore Giampaolo Pansa, intervenuto in diretta nella trasmissione 'Viva voce' su Radio 24 e dedicata alle polemiche suscitate dal film di Spike Lee, 'Miracolo a Sant'Anna', da oggi in 250 cinema italiani. L'Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) ha attaccato il regista americano accusandolo di aver inserito la figura di un partigiano traditore che non risulta dagli atti processuali, stravolgendo cosi' parte della storia tragica della strage di Sant'Anna di Stazzema, quando il 12 agosto 1944 ben 560 civili furono massacrati dai tedeschi. "Le dichiarazioni di Spike Lee sul fatto che dopo gli attentati molti partigiani scappavano sono banali. E' ovvio che la strategia di una guerriglia e' quella del mordi e fuggi. Ma e' anche vero - aggiunge Pansa - che i civili a volte sono stati messi in difficolta' con un calcolo politico ben preciso. Diceva De Felice, grande storico del fascismo, che la popolazione italiana era una grande zona grigia che non stava ne' con i partigiani ne' con i fascisti. Per provocare una rivolta, alcuni capi delle formazioni partigiane legate ai comunisti a volte hanno attuato proprio una strategia mirata a provocare la reazione dei nazisti, nella speranza che la popolazione si sollevasse". La replica di Ennio Mancini, sopravvissuto alla strage di Sant'Anna (aveva 7 anni) e dirigente dell'Anpi di Pietrasanta, e' ferma e pacata: "Vorrei dire al signor Pansa che sono scampato all'eccidio di Sant'Anna e che, come molti altri membri dell'Anpi, non esco dai centri sociali. In quanto alle polemiche sul film - spiega - hanno un motivo ben preciso: ho letto il libro e so bene qual e' la tesi trattata ed e' falsa. Conosco le storie che si raccontano su quella strage. Il problema e' che non si parla dei fascisti che hanno portato i nazisti fino al paese, ma sempre dei partigiani che hanno tradito".
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda lucameni il 03/10/2008, 20:28

Ho apprezzato il coraggio di Pansa nel raccontare delle vicende che altrimenti sarebbero state sepolte dalla retorica resistenziale (quella che di fatto adesso foraggia le più avventurose tesi revisioniste, o per meglio dire "menefreghiste").
Anzi, in altra sede ho recensito alcuni suoi libri, attirandomi gli strali dei più ortodossi "guardiani della memoria".
Al di là del fatto che ormai non riesco più a seguire Pansa nel suo volere governissimi PD-PDL e nella sua scarsa attenzione alle "marachelle" della destra, ritengo che in queste diatribe pochi abbiano ragione.
Forse nessuno.
Pansa, ormai entrato nel ruolo, e non fosse altro per tigna e per rispondere agli insulti ricevuti, ha speso questi anni per attaccare gli eccessi e le bugie dell'ANPI; ma sbaglia quando si fa coccolare da destri interessati ad un revisionismo fasullo ed ipocrita.
Pansa ha già scritto che se fosse stato adulto in quegli anni sarebbe stato anche lui partigiano.
Farebbe bene, pur polemizzando (spesso a ragione), a ribadirlo.
Magari non piacerebbe a La Russa e compagnia.
L'ANPI, per chi è un minimo addentro alla ricerca storica, sa bene quello che è.
Non saranno No Global estremisti ma certo si mostrano da sempre impermeabili ad ogni critica ed analisi che vada oltre l'agiografia.
E aggressivi fino all'insulto verso chi, ad esempio, ha soltanto messo in dubbio l'importanza non morale, ma anche solo militare della lotta partigiana in Italia.
Ricordo che Montanelli era tacciato da alcuni militanti di essere un giornalistucolo di basso livello e nazistoide (significativa la voce I.M. su una nota enciclopedia della Resistenza di inizio anni '70).
idem altri che - tanto per dire - potevano aver osato parlare di Porzus.
Un grave limite di cui poi nei fatti ha preso spunto una destra del tutto avulsa dai valori della Resistenza e che ha buon gioco nel giostrare la repulsione per i toni dell'ANPI e la palese ignoranza storica delle vecchie e nuove generazioni.
Valori quelli della Resistenza che trascendono i fatti realmente avvenuti.
Sarebbe il caso di tenere fermi quei valori appunto (molto meglio senza spendersi in frasi grondanti retorica) ma di non censurare chi azzarda investigare e meglio comprendere cosa realmente successe in quegli anni.
In sintesi: secondo me, chi più chi meno, sbagliano tutti.
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda franz il 03/10/2008, 20:48

lucameni ha scritto:In sintesi: secondo me, chi più chi meno, sbagliano tutti.

Ma ha senso oggi, con tutti i problemi che ha l'Italia (welfare, scuola, Alitalia, federalismo, sanità giustizia, sicurezza) perdersi in queste disccussioni?
Quasi sicuramente no. Dovremmo rispondere "non facciamoci distrarre"!
Eppure vedendo l'ondata di razzismo e fascismo/bullismo in tanti giovani credo che qualche rifessione sul passato dovremmo farcela, visto che a quanto pare siamo condannati a riviverlo per non averlo capito fino in fondo, per carenza di memoria o perché ci è stato spiegato e banalizzato in malo modo.

Ciao,
Franz
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Re: La Russa e i Repubblichini

Messaggioda lucameni il 03/10/2008, 22:58

penso comunque sia molto importante.
Non è un caso se B. si sia sempre disinteressato platealmente della Resistenza (oddio come sdoganatore di AN si capisce e si capisce se guardiamo alla sua personalità di uomo sceso in politica per interessi personali, ovvero mosso non certo da alti valori, se non valori monetari)
Conoscere la Storia, senza retorica (!!!!), serve anche per capire il presente.
Frase abusata ma è una realtà.
Il problema semmai è se si vuole piegarla a fini politici, ovvero occultando fatti, avvenimenti per interessi di parte.
Ne so qualcosa dopo le barricate fatte da gran parte dei forumisti in quell'altra sede.
Servirebbe a non abusare della parola fascismo, ma nello stesso modo servirebbe a cogliere analogie inquietanti su quanto accade oggi in relazione a demagoghi del passato e del presente.
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