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Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda asinello il 12/09/2008, 22:53

La morte del professor Ardigò mostra una storia politica che diventa sempre più una parabola discendente, dietro la scia del tempo uno dopo l'altro gli esponenti illustri del cattolicesimo democratico se ne stanno andando tutti. Purtroppo per noi, non sono solo dolorose perdite umane, perché con loro sta morendo anche il filone del cattolicesimo di sinistra. Non ci sono discendenti che possano farsi portatori di quel filone: un po' perché ormai la Dc è morta, un po' perché di intelligenze di quel calibro, rigorosi nella fede e impegnati socialmente, non ce ne sono (io almeno non ne vedo). Tutto sommato è normale se pensiamo che la spinta del '68 si è esaurita, e la fine dell'esperienza ulivista, ossia la meta finale di un certo percorso storico-politico, e la caduta dei governi di Romano Prodi hanno rappresentato la mazzata finale; sebbene credo che questa morte si sarebbe potuta rimandare se - e non è una critica che muovo da ora - i capi del PPI del dopo-Tangentopoli avessero pensato a elaborare qualche nuova idea invece di focalizzare la propria attenzione sul raggiungimento e la conservazione del potere.

Io sono sempre stato critico verso i democristiani, ma se ho mosso la critica di cui sopra non è per una semplice avversione politica, piuttosto per la consapevolezza che i cattolici democratici sono una parte importante de L'Ulivo (anzi la parte più importante) e che una tale tradizione non andava sprecata per un carrierismo personale fine a se stesso. Senza questa componente, infatti, mancherebbe quel trait d'union fondamentale che ha permesso l'aggancio tra centro e sinistra, in virtù del fatto che i cattolici democratici sono forgiati nella politica. Sarebbe proprio impensabile un Ulivo, un Pd senza di loro, di certo non possono essere rimpiazzati dai novelli Teodem, che più che a sinistra guardano all'amicizia con Casini, e che non concedono nulla sul piano politico, in quanto seguono un indirizzo molto più dogmatico che realista, o meglio mistico. Tengo a credere che un certo dogmatismo non abbia nulla a che vedere con la mistica, con l'intuizione del divino.

Senza cattolici di sinistra il Pd semplicemente scomparirebbe, resterebbe una formazione socialista con pochi indipendenti (sì, proprio quello che paventa "Il Regno"). Si può, si deve quindi riaprire una fase nuova; stando attenti però che una nuova legittimazione non può derivare da uno schiacciamento a sinistra - e qui faccio un'onesta autocritica - anche perché nel frattempo ci ha pensato Rotondi a "fregarci" sui Dico. Forse è il tempo di ripensare al '68 con un occhio diverso e credere che oggi non ci sia lo spazio per il "cattolicesimo del dissenso", come fu forse più dannoso che benefico "strappare" 40 anni fa e spaventare i settori moderati ecclesiastici. E' giusto mantenere le aspirazioni di apertura verso la modernità (anche in vista dell'obiettivo di un possibile Vaticano III) e di riforma della Chiesa, ma correlandole con un coinvolgimento della Chiesa stessa, non tramite bastian contrari. Solo così ci si potrebbe concentrare concretamente e senza lotte sulla realizzazione del "bene comune", tanto caro al filone cattolico democratico, e ridurre l'influenza della destra ultraconservatrice e del senso di paura e di smarrimento di cui essa si nutre.
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Re: Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda matthelm il 13/09/2008, 11:48

[quote="asinello"]

Caro amico i cattolici democratici in buonissima parte se ne sono già andati dal pd o ulivo. I buoi sono già fuori dalla stalla. Sono rimasti solo i “guardiani” (per il posto di “diritto”!).
Volere i cattolici democratici “fatti su misura” è un legittimo desiderio per asinelli o no ma può rimanere tale se su ogni loro argomento importante si banalizza e li si richiama “a volare alto” che poi così alto non è perché è l’altezza relativa di certo laicismo che alberga in buona parte della sinistra (non tutta, certo).
Condivido molte tue osservazioni, solo desidererei qualche picconata su questa sinistra che non perde occasione per lasciare spazi immensi alla destra
I veri cattolici democratici sono sul confine ma debbono difendersi sia dalla più “accomodante” destra che dalla eternamente in ritardo sinistra. Nel frattempo cercano di farlo contro tutte e due.
… e ripensano molte cose ben consci che il “bene comune” non è patrimonio di una sola parte.
“Famiglia cristiana” interpreta al meglio oggi questo stato d’animo.
Dal Pd solo melassa insapore per non scontentare nessuno.
Comincio a credere che il bipartitismo bastardo italiano non sia il luogo adatto perché i cattolici democratici possano svolgere il loro ruolo che io ritengo essenziale per una democrazia viva e non insapore.
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Re: Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda lucameni il 13/09/2008, 11:52

E qualche cattolico liberale che culturalmente apprezza di più un De Gasperi di un Dossetti è accettabile?
Giusto per sapere.
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Re: Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda matthelm il 13/09/2008, 13:18

lucameni ha scritto:E qualche cattolico liberale che culturalmente apprezza di più un De Gasperi di un Dossetti è accettabile?
Giusto per sapere.


A questo punto della situazione cattolico liberale o cattolico democratico sono sovrapponibili e complementari ed indispensabili.

Non lo sono quei cattolici incolori ed insapori che vorrebbero taluni "illuminati".
Credendo di conoscerti, Luca, tu non appartieni a quelle categorie.
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Re: Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda lucameni il 13/09/2008, 15:00

Più che insapori li vorrebbero silenti.
Certo è che, almeno se guardiamo alla storia della DC, non si può non rilevare una differenza di politica e di prospettive tra "democratici" e "liberali", tra i "professorini" e un De Gasperi.
Salvo poi il tutto essersi perduto, lungo il corso degli anni, nel pastone indistinto della gestione del potere.
L'ho voluto rimarcare memore di antiche polemiche sul sito della margherita ( e definirsi "liberali" poteva essere visto qualcosa di incoerente e inaccettabile per un cattolico osservante il verbo dossettiano).
Tant'è vista la situazione italiana non mi pare si possa fare troppo gli schizzinosi e i pedanti.
A me, tanto per dire, non garba un granchè la Bindi e le sue posizioni da passionaria di sinistra, come non apprezzo più di tanto i dirigenti dell'ex sinistra PPI, o ancor meno i prodiani alla Parisi.
Ma all'orizzonte non vedo grandi alternative.
Si piglia su quello che ci offre la cucina.
Per convivere rispettandosi e per fare un percorso politico comune ( per quanto? ) bisogna essere in due, malgrado poi nei fatti non ci possano essere grandissime differenze in capo a questioni economiche, sociali e di politica estera (forse ci potrebbero essere nella prospettiva delle alleanze).
Dovrò capire se anche coloro che non si sentono più di tanto in sintonia con quella parte di cattolicesimo di sinistra, qui (nel Cs prossimo venturo, con "squadra" definitiva o meno) avranno cittadinanza.
Speriamo bene.
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Re: Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda mario il 13/09/2008, 22:00

Quelli di destra, perseguono lo sviluppo economico cercando di conciliarlo con la giustizia sociale.
Quelli di sinistra, perseguono la giustizia sociale attraverso, anche, lo sviluppo economico.
Io, che sono cattolico, ma non in quanto cattolico, ho sempre votato per la sinistra.
Ma ho sempre diffidato dei politici cattolici.
Perché sotto questa etichetta, spesso, ho scoperto molti furbacchioni che, in quota dei cattolici, rivendicavano potere personale, e spartizione di poltrone.
Quanti credono nella giustizia sociale hanno il dovere di collaborare a prescindere dalla fede, e dalle ideologie.
E’ ora di smetterla con le etichette di cattolici, marxisti, ex DS, Margherita, ecc., che sanno solo di marpioni
Parliamo piuttosto di welfar, di giustizia, di sanità, di piena occupazione, di meritocrazia, di diritti umani, di democrazia ecc.
E solo sulla base di tali temi, se occorre, potremo distinguerci.
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Re: Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda asinello il 13/09/2008, 23:57

Personalmente dubito su questa fuga in massa dei cattolici democratici dall'Ulivo. L'unica cosa scientificamente testata (anche se non proprio esatta in tutti i particolari) sono i sondaggi che mostrano uno spostamento verso destra dell'elettorato cattolico (cattolico in generale però), anche se ultimamente si registra un'apertura di credito verso il Pd.

Quanto al cattolico "fatto su misura", non è un mio desiderio. Il mio desiderio è quello rappresentato da quella che Panebianco ha chiamato la "ragione sociale" del Pd, ossia l'incontro tra laici credenti e laici non credenti, reputando utile il fatto che dopo Berlino ci sia lo spazio per abbattere anche questo muro per una ricerca di risposte unitarie. Mi sono riconosciuto da cattolico nel filone ulivista, e sì, io mi sento ispirato dalle posizioni di Dossetti, del "socialismo cristiano" di Silone, dello stesso Ardigò. Nello stesso momento mi sento lontanissimo da chi come te o i Teodem hanno una visione diversa e molto più centrista. Ma nell'esprimere questo ho sempre detto che tutti sono una risorsa nel csx, seppure ho i miei pensieri su chi nel Pd guarda più a Casini che al Pd stesso. Non mi pare una posizione da stalinista.

Sulle "picconate" a sinistra: caro Matthelm, in tempi non sospetti scrissi altrove che un difetto storico della sinistra è considerare i cattolici solo quando c'è da recuperare singoli esponenti (don Milani, don Mazzolari, ecc...) per una conferma delle proprie convinzioni, come per dire che "anche tra il "nemico" c'è chi la pensa come noi". Così come sabato scorso, da segretario di circolo ho preso al parola alla Conferenza Provinciale denunciando come la situazione del partito a Bologna sia più da Pds che da Pd (enunciando il perché di ciò). Questo stesso post dimostra il mio interesse per la salvaguardia di punti di vista che non siano quelli "de sinistra". Addirittura ho messo in discussione me stesso come "cattolico adulto" in questo punto:

> Si può, si deve quindi riaprire una fase nuova; stando attenti però che una nuova legittimazione non può derivare da uno schiacciamento a sinistra - e qui faccio un'onesta autocritica - anche perché nel frattempo ci ha pensato Rotondi a "fregarci" sui Dico

Ovviamente rimaniamo diversi nell'essere cattolici politicamente (è normale, la stessa Chiesa è fatta da posizioni più "conservatrici" e più "progressiste"), e il "cattolico adulto" che è in me (ma non sono incolore) è ben lungi dal morire, ma questo post mi pare sia un segno di apertura. Mi sarebbe piaciuto che tu e Lucameni aveste messo in rilievo questo aspetto piuttosto che rinfocolare differenze e polemiche che pure rimangono.

Sui cattolici liberali: onestamente non saprei a quale posizione politica possano essere ricondotti oggi. La differenza tra De Gasperi e il gruppo dei "professorini" è datata e rimane nella memoria storica. Memore del dibattito sul sito della Margherita io non ricordo differenze con te sui temi, ma quanto al rapporto di tifo per Prodi e il csx. Io semplicmenete non ti contestavo per essere un "cattolico liberale", ma perché stare nel csx solo perché di là c'era Berlusconi mi sembrava (e mi sembra) riduttivo, come tu mi contestavi il fatto di prendermela più con Casini (ma anche l'Udc era/è un avversario) che con Berlusconi. Se poi ti sentivi organico con Casini pur votando csx, non potevo e non posso farci nulla.
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Re: Senza cattolici democratici non c'è Ulivo

Messaggioda lucameni il 14/09/2008, 0:05

"Se poi ti sentivi organico con Casini pur votando csx, non potevo e non posso farci nulla."

E questa da dove salta fuori?
Organico con Casini?
Trovatemi una sola frase dove di possa evincere una mia "organicità" con l'on. Casini.
Si perchè mettere frasi mai dette in bocca altrui non è proprio carino.
Confermo e sottoscrivo semmai - e pazienza se la cosa appare riduttiva - che probabilmente a sinistra, se non ci fosse stata questa destra, non avrei votato.
E allora? Le cose sono andate così, la situazione italiana è questa e, per quanto mi riguarda, prendo atto e sostengo i meno peggio.
Facciamo la politica con i "se"?
E visto che "io se", il mio voto puzza?
Speriamo di no, altrimenti questo "contributo di tutti" va a farsi fottere da subito.
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