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OGM

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

OGM

Messaggioda Gab il 04/12/2010, 11:35

Ogm, scontro governo-Regioni
da repubblica.it

Galan: "Non potete vietarli"
Il ministro dell'Agricoltura attacca l'Alto Adige che li ha messi al bando. Ma gli agricoltori minacciano di scendere in piazza: "Così si inquinano le altre colture"
di ANTONIO CIANCIULLO

ORMAI tra governo e Regioni è scontro frontale. Accanto alla sempre più visibile frattura sul nucleare, si sta aprendo un'altra faglia: quella sugli Ogm. Anche in questo caso le Regioni, in maniera sostanzialmente bipartisan, fanno muro contro le decisioni di Palazzo Chigi e Roma aumenta il pressing. È una tensione che sta raggiungendo livelli molto alti. Come testimonia l'ultimo scambio di stoccate.

Ieri l'Alto Adige si è dichiarato Ogm free: con una norma provinciale l'utilizzo dei prodotti transgenici è stato messo al bando. Una decisione che l'assessore all'Agricoltura Hans Berger ha collegato a un quadro più generale: "Il parere negativo della gran parte dei consumatori e di un numero sempre maggiore di Regioni ha convinto la Commissione europea a cambiare la propria strategia, delegando ai singoli Stati la competenza sulle decisioni in materia di Ogm".
Contro l'asse Regioni-Bruxelles è sceso subito in campo Giancarlo Galan, il primo ministro delle Politiche agricole italiane a decidere una vistosa apertura ai prodotti transgenici nei campi. Galan ha detto che le dichiarazioni di Berger "ricordano molto una campagna promozionale dal sapore turistico". E ha aggiunto che la "la legislazione attuale consente di vietare la coltivazione solo se si ha motivo fondato di ritenere che un Ogm rappresenti un rischio per la salute umana e per l'ambiente", cosa l'Italia non è "in grado di dimostrare in maniera inequivocabile".

Ma gli Ogm possono convivere con i prodotti tradizionali o
rischiano di far saltare il già precario equilibrio dell'agricoltura e del paesaggio? Le Regioni, che propendono per il no, hanno bloccato le linee guida sulla coesistenza. E su questo punto è ancora più esplicita la pressione di Galan in una lettera inviata al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani: "Ove non si riuscisse ad adottare le linee guida sulla coesistenza, per interrompere uno stallo che dura ormai da anni, si porrebbe l'obbligo di valutare tutte le possibili ipotesi alternative per adempiere alla sentenza del Consiglio di Stato n. 183/2010". Quella che, all'interno di un quadro giuridico molto articolato, spinge in favore degli Ogm.

Una sfida diretta alle Regioni e alle associazioni degli agricoltori. "La nostra è una posizione molto concreta", spiega Stefano Masini, responsabile ambiente della Coldiretti. "Guardiamo come sono fatti la nostra agricoltura e il nostro territorio: ci sono più di 500 prodotti doc e igp; una rete molto estesa di siti protetti a vario titolo; proprietà estremamente frammentate, con una grandezza media di 5-6 ettari contro i 240 degli Stati Uniti. Imporre gli Ogm vorrebbe dire creare un sistema costosissimo e inutile: una doppia filiera che vada dai campi ai sistemi di trasporto nel tentativo, destinato a fallire, di evitare l'inquinamento dei prodotti tradizionali".
Di fronte all'ipotesi di colture Ogm imposte dal governo, gli agricoltori hanno deciso di rispondere con ogni mezzo: dalla mobilitazione di piazza ai referendum locali fino alla battaglia legale in base agli articoli del codice civile che vietano "l'esercizio di attività pericolose". Anche perché il rischio economico per il settore di punta del made in Italy alimentare è consistente. "Negli Stati Uniti il 15 per cento del territorio coltivabile ha problemi con una contaminazione da erbicidi legata all'uso degli Ogm", conclude Masini.

(04 dicembre 2010)
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Re: OGM

Messaggioda franz il 04/12/2010, 18:28

Una sfida diretta alle Regioni e alle associazioni degli agricoltori. "La nostra è una posizione molto concreta", spiega Stefano Masini, responsabile ambiente della Coldiretti. "Guardiamo come sono fatti la nostra agricoltura e il nostro territorio: ci sono più di 500 prodotti doc e igp; una rete molto estesa di siti protetti a vario titolo; proprietà estremamente frammentate, con una grandezza media di 5-6 ettari contro i 240 degli Stati Uniti. Imporre gli Ogm vorrebbe dire creare un sistema costosissimo e inutile: una doppia filiera che vada dai campi ai sistemi di trasporto nel tentativo, destinato a fallire, di evitare l'inquinamento dei prodotti tradizionali".
Di fronte all'ipotesi di colture Ogm imposte dal governo, gli agricoltori hanno deciso di rispondere con ogni mezzo: dalla mobilitazione di piazza ai referendum locali fino alla battaglia legale in base agli articoli del codice civile che vietano "l'esercizio di attività pericolose". Anche perché il rischio economico per il settore di punta del made in Italy alimentare è consistente. "Negli Stati Uniti il 15 per cento del territorio coltivabile ha problemi con una contaminazione da erbicidi legata all'uso degli Ogm", conclude Masini.

(04 dicembre 2010)

In effetti la frammentazione del territorio agricolo è un problema, anche per il costo finale al consumatore, visto che riduce le economie di scala. Tuttavia non capisco quando dice "Imporre gli Ogm vorrebbe dire ..." perché nessuno li impone. Si tratta pur sempre di una libera scelta del contadino. Per evitare le contaminazione (quando si presenta il rischio) ci sono le specie OGM sterili ma bisogna anche considerare che il grosso dell'agricoltura tradizionale in campo aperto è fatta dal dopoguerra con gli ibridi F1 e questi sono già sterili, quindi non possono incrociarsi con le varianti OGM.
Se un erbicida è dannoso, si puo' vietarlo, come si sta per fare per il glifosato, che sarà vietato a partire dal 2017.

Franz
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Re: OGM

Messaggioda franz il 04/12/2010, 18:31

ma dopo Stefano Masini, responsabile ambiente della Coldiretti, sentiamo un altro Masini, questa volta Giordano.
Nato a Roma nel 1971, ha studiato storia moderna all’Università la Sapienza di Roma. Oggi è agricoltore, e gestisce un’azienda agrituristica a Proceno, nell’alto viterbese. Ha militato nel PCI e nel PDS fino alla metà degli anni ‘90. Appassionato di politica e società, cura il blog lavalledelsiele.com


Ogm: se questo non è mobbing, che cos’è?
Inserito il 20 settembre 2010
Continua l’ostruzionismo della Conferenza delle Regioni nei confronti degli Ogm. E proprio di mobbing istituzionale si tratta, dato che, nell’impossibilità di decretare una moratoria definitiva per le colture transgeniche, evidentemente in contrasto con il diritto comunitario, l’unica strada è quella di prendere tempo, rimandare le decisioni e nel frattempo, ad ogni buon conto, proporre un regolamento sulle “linee guida di coesistenza” tra agricoltura convenzionale, biologica e transgenica creato appositamente per vietare, più che per disciplinare, come ha notato giustamente il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni.

Ed oggi tutto ruota attorno alla discussione di questa perla di documento , che è stato proposto in tutta fretta dal coordinatore vicario della Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni, l’altoatesino Hans Berger, alle organizzazioni di categoria (tra le quali figura anche Legambiente, chissà perché) il giorno 16 di luglio perché presentassero le loro osservazioni in merito entro il giorno 20 dello stesso mese (!!) data l’urgenza di deliberare in materia.

Il documento, diciamo la verità, è impresentabile. Innanzitutto perché nonostante il titolo reciti testualmente “linee guida per la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e geneticamente modificate” in esso si parla solo di Ogm. E poi perché le regole che propone sono di fatto dei tentativi per impedire surrettiziamente o quantomeno scoraggiare in ogni modo possibile e immaginabile gli agricoltori dalla coltivazione di varietà Ogm comunque ammesse al catalogo comune europeo.

Qualche esempio? Beh, innanzitutto la distanza di sicurezza tra mais Ogm e convenzionale: mentre in tutta Europa ondeggia al di sotto dei 150 metri (fino alla Spagna che di distanze di sicurezza non ne prevede alcuna), qui da noi si propongono distanze di un chilometro. Bum! Poi, immaginando di vestire i panni di un agricoltore che volesse coltivare varietà Ogm seguendo le indicazioni contenute nel suddetto documento, dovremmo fare un apposito corso per conseguire un apposito patentino, presentare un apposito piano di gestione aziendale, tenere un apposito registro di produzione, stipulare un’apposita polizza fidejussoria e pagare un’apposita tassa (pardon, tariffa) regionale.

Oltre a ciò dovremmo utilizzare macchinari dedicati esclusivamente agli Ogm per la stagione in corso, sia per la semina che per la raccolta (se decidessimo di coltivare Ogm solo su parte dei nostri terreni dovremmo procurarci due seminatrici, due mietitrebbie e via discorrendo), e così dovrebbero adeguarsi a fare anche le aziende agromeccaniche dei cui servigi decidessimo di avvalerci, nonché di magazzini di stoccaggio separati e dedicati. Dovremmo accettare che il nostro nome venga pubblicato su un elenco pubblico consultabile online, permettendo così a qualche ragazzotto benedetto da Zaia di venire a devastarci il raccolto, e di rischiare di pagare anche sanzioni di decine di migliaia di euro in caso di dimenticanze burocratiche.

Se poi decidessimo di averne abbastanza e di tornare all’agricoltura convenzionale, dovremmo rispettare le stesse identiche regole per ulteriori tre anni, periodo nel quale i nostri prodotti (convenzionali) sarebbero trattati alla stregua di prodotti geneticamente modificati, e dovremmo sottoporli ad analisi prima di commercializzarli. A meno che nel frattempo non sia stata la stessa regione competente ad avere stabilito che il nostro territorio non è adatto agli Ogm (perché magari a qualche chilometro di distanza qualcun altro produce formaggio DOP o perché al 50% più uno degli agricoltori della zona non piace ciò che facciamo in casa nostra) e decidesse di bandirne la coltivazione, e amen.

Lasciamo perdere ogni considerazione sul fondamento scientifico di tutta questa sfilza di regole (la coesistenza tra colture Ogm e convenzionali è solo un problema, se è un problema, di carattere economico, e non sanitario o ambientale) e andiamo a vedere come è finita. Il 21 luglio la Conferenza si riunisce e, nonostante la premura di qualche giorno avanti, rimanda tutto a settembre. Poi all’inizio di settembre si riunisce di nuovo, e rimanda tutto nuovamente al 30 dello stesso mese. Scusa ufficiale, il previsto arrivo della direttiva Barroso di cui abbiamo già parlato tempo fa, che prevederebbe il diritto da parte degli stati membri dell’UE di decidere in autonomia se autorizzare la coltivazione di Ogm o meno.

E allora perché sprecare tempo ed energie preziose se poi arriva Barroso a togliere le castagne dal fuoco autorizzandoci a vietare tout court? E così intanto il tempo passa, così come passava all’inizio dell’anno, quando il governo è dovuto intervenire con un decreto ad hoc per impedire ad un agricoltore di fare ciò che il diritto comunitario e una sentenza del Consiglio di Stato lo autorizzava a fare.

E mentre il tempo passa, a livello europeo aumentano le perplessità proprio sulla direttiva in questione. Perplessità che arrivano, per diverse e spesso contrastanti ragioni, ma tutte riconducibili al timore di distruggere il mercato comune per creare un’Europa agricola a due velocità, un po’ da tutte le parti in causa: dalle organizzazioni agricole a quelle ambientaliste, da molti governi e financo da Angela Merkel. Noi, intanto, aspettiamo il 30 settembre per la prossima puntata.
http://www.libertiamo.it/2010/09/20/ogm ... E2%80%99e/
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Re: OGM

Messaggioda franz il 04/04/2011, 18:34

OGM: il ministero minaccia Fidenato, lui risponde per le rime.

In base alla normativa europea, alcune varietà di OGM (tra cui MON810) sono autorizzate e nessun paese europeo puo' vietarne la coltivazione, da parte del contadino che volesse piantarlo. Se una nazione vieta per legge gli OGM autorizzati, deve avvisare la Commissione, la quale risponderà se la legge è conforme oppure no. Ora forse in Italia una legge potrebbe anche non servire (ci pensano le squadracce a distruggere i raccolti) ma è stata fatta. La furbata tipicamente italica è stata di non avvisare la Commissione (Commissione non vede, commissione non duole?).
Ma la legge è comunque d'ordine superiore per cui anche nel 2011 l'imprenditore agricolo Giorgio Fidenato ha annunciato pubblicamente di voler seminare le varianti OGM autorizzate del mais.

Ecco il testo:
Az. Agr. “In Trois”
di Fidenato dott. Giorgio
Via G. Pascoli 19
33090 ARBA (PN)
P.I. 01354300939

Spett. le
Ministero delle Politiche agricole
Alimentari e Forestali
Dipartimento delle Politiche Competitive
del Mondo Rurale e della Qualità
Direzione Generale della Competitività
per lo Sviluppo Rurale – COSVIR IX
Via XX Settembre 20
00195 ROMA

e p.c. Procuratore Capo della Repubblica
presso il Tribunale di Pordenone
3317 PORDENONE

Direzione Centrale Risorse Rurali
Agroalimentari e Forestali
Via Sabbatini 31
33100 UDINE

Capo Dipartimento dell’Ispettorato Centrale
per il Controllo della Qualità
dei Prodotti Agroalimentari
Via Quintino Sella, 42
00187 ROMA

Raccomandata n° 14359613321-3 del 24 marzo 2011

Oggetto: vostra lettera raccomandata n° 1417259701-5 del 18 marzo 2011, vostro protocollo di uscita del 15/3/2011 n° 0006034; risposta.

Il sottoscritto dott. Giorgio Fidenato nella sua veste di titolare dell’azienda agricola “In Trois”, in riferimento alla vostra raccomandata di cui all’oggetto, nel ricordare che:

1. con Decisione della Commissione Europea del 22 aprile 1998 n° 294/98/CEE veniva autorizzata l’immissione in commercio delle linee di mais MON810;

2. al 1° comma dell’art. 19 della direttiva 2001/18/CE è riportato che:”…Fatti salvi gli obblighi previsti da altri atti comunitari, un OGM come tale o contenuto in un prodotto può essere utilizzato senza ulteriori notifiche in tutta la Comunità solo se è stata rilasciata l’autorizzazione scritta alla sua immissione sul mercato e rispettando scrupolosamente le specifiche condizioni di impiego e le relative restrizioni circa ambienti e/o aree geografiche…”;

3. all’art. 22 della direttiva 2001/18/CE è riportato che:”..Fatto salvo l’articolo 23, gli Stati membri non possono vietare, limitare o impedire l’immissione in commercio di OGM, come tali o contenuti in prodotti, conformi ai requisiti della presente direttiva.”;

4. recentemente, in una missiva mandata all’ambasciatore straordinario e plenipotenziario d’Italia presso l’Unione Europea Ferdinando Nelli Feroci, il Direttore Generale della Direzione Generale Salute e Consumatori Paola Testori Coggi, nel richiamare la legislazione europea in materia di OGM, esplicitamente ribadiva all’ambasciatore che:”… fin tanto che la direttiva 2001/18/CE non sarà modificata a tale effetto, non consente agli Stati membri di vietare la coltivazione di OGM per motivi diversi dal sussistere di un grave rischio per la salute o l’ambiente…”;

5. l’art. 1 del D. lgs. 212/2001, oltre a non essere stato notificato alla CE, è in palese contrasto con la direttiva 2001/18/CE,

informa

che, conformemente a quanto già comunicato, nell’imminente campagna di semina 2011 procederà alla semina del mais OGM DKC 5784 YG della Monsanto e Karter YG della KWS sui terreni da me condotti.

Informa inoltre che si opporrà a qualsiasi tentativo di comprimere o negare il proprio diritto di seminare mais OGM sui propri terreni e che denuncerà all’autorità giudiziaria chiunque cercherà di impedire o limitare il proprio diritto alla semina, ricorrendo fino alle Corti Europee per denunciare qualsiasi autorità che mi impedirà, di esercitare il mio diritto a seminare mais OGM autorizzato a livello europeo, cercando di imporre una norma italiana che è destituita di qualsiasi validità giuridica per manifesta incompatibilità con la normativa europea.

Comunica infine che qualora al sottoscritto venga impedito od ostacolato il diritto alla semina del mais OGM autorizzato secondo le norme europee, provvederà ad inoltrare denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale per aver speso risorse pubbliche e utilizzato personale per attività che sono espressamente vietate dalla direttiva europea in materia di OGM, come si sono accorti recentemente anche i consiglieri regionali della Valle d’Aosta (allegato 1).

Distinti saluti.
Arba, 24 marzo 2011
dott. Giorgio Fidenato



La risposta dello Stato Italiano? La confisca, sabato 2 aprile, dell'azienda, del trattore, delle sementi, del computer, del contocorrente.
Chi è fuori legge? Fidenato o lo Stato Italiano?
Dove sta lo stato di diritto?

Franz
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Re: OGM

Messaggioda cardif il 04/04/2011, 19:51

franz ha scritto:lo stato di diritto?

Secondo me questo è lo stato dello 'storto'.
Comunque, bentornato (spero che non sei di passaggio).
Non è solo per il numero, che si va riducendo.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: OGM

Messaggioda franz il 04/04/2011, 22:05

cardif ha scritto:
franz ha scritto:lo stato di diritto?

Secondo me questo è lo stato dello 'storto'.
Comunque, bentornato (spero che non sei di passaggio).
Non è solo per il numero, che si va riducendo.
cardif

Siamo tutti un po' di passaggio, ma cerchiamo di fare in modo che duri piu' a lungo :-)
Tutto si va riducendo, anche il san marzano. Perdi certi numeri e perdi la qualità. Oggi la papaja si salva come OGM, domani con tutti i partiti tossici, erbicidi, liberticidi, berlusconoidi che infestano il paese, noi ci salveremo solo come ulivisti OGM?
Ai posteri l'ardua sentenza. Io per ora sopravvivo e mi trasformo con un po' di contaminazioni ed innesti.
Un po' di meticciato culturale non fa male.
Un saluto a tutti.
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Re: OGM

Messaggioda flaviomob il 04/04/2011, 22:12

Bentornato... ma sei tu o un OGM umano? :)


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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Re: OGM

Messaggioda cardif il 04/04/2011, 23:14

franz ha scritto: Io per ora sopravvivo e mi trasformo con un po' di contaminazioni ed innesti.

Mica solo tu. Da quello che c'è qua:
http://www.report.rai.it/dl/Report/punt ... ba230.html
tutti diventiamo un po' cileni e/o cinesi, attraverso gli alimenti.
Va be', la globalizzazione. Il fatto è che chissà come sono. Là usano veleni che qua non usano (anche se non sono OGM):
http://marchiouniconazionale.wordpress. ... -in-italy/
ciao, cardif
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Re: OGM

Messaggioda franz il 05/04/2011, 9:19

Appunto. Si pensi alla bresaola della valtellina. È prodotta in gran parte con carni (solo alcuni pezzi: magatello, punta d'anca e sottofesa) dell'america latina (tra le migliori) e precisamente dal Sudamerica, dall'Argentina, dal Paraguay e soprattutto dal Brasile. Viaggio in nave, quindi carne congelata. Ulteriori dettagli qui. A parte il fattoche parte della carne è "bovina" in senso esteso (quindi anche Zebù) l'alimentazione da quelle parti è ampiamente OGM.
Poi perchè dobbiamo importare pomodoro dalla Cina (con ogni tanto muffe e schifezze varie)?
Semplicemente perché qui non possiamo produrre San Marzano DOP con le opportune resistenze al virus che lo ha distrutto.
Non possiamo nemmeno incrociare il san marzano con altre varietà resitenti al virus ... perché non sarebbe piu' DOP (ecco il rovescio della medaglia ad avere una denominazione protetta).

Ma tornando al tema che ho introdotto, senza divagare, il fatto è che l'Italia è in una posizione di illegalità (e quando mai?) e che non è legale in Europa avere zone OGM free o proporre referendum contro gli OGM: non si possono abrogare leggi europee e non si possono abrgare le sentenze dei tribunali che danno ragione a chi vuole coltivare gli OGM autorizzati dalla UE.

More info:
http://cattaneo-lescienze.blogautore.es ... no-grazie/
http://bressanini-lescienze.blogautore. ... esistenza/

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Re: OGM

Messaggioda cardif il 05/04/2011, 11:01

C'è una posizione ideologica nei confronti degli OGM (come nei confronti del nucleare). Per potersi esprimere, invece, occorrerebbe una buona cognizione di causa. Personalmente non sono (ideologicamente) contro le innovazioni; staremmo ancora nelle caverne se non avessimo superato la paura e non avessimo costruito i grattacieli.
Al ponte sullo stretto dico no, ma per convinzione legata alla sicurezza.
C'è una paura indefinita e irrazionale per ciò che è 'troppo ignoto'. Penso che nessuno in Italia mangi carne di serpente e di cane, alimenti prelibati in Cina, anche se non OGM.
In assenza di conoscenze specifiche, non posso che fidarmi degli studi commissionati e valutati dal Parlamento Europeo per gli OGM.
E' ovvio che ci potrebbero essere rischi. Anche viaggiare in auto comporta rischi, visto che muoiono in Italia oltre 5.000 persone l'anno. Ma si va lo stesso; si corre il rischio.
E' ovvio che produzione ed impiego vanno monitorati e va garantita "la tutela della salute umana e dell'ambiente", come prescrive al punto 5 la direttiva CE:
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/Lex ... 038:IT:PDF
A me non sta bene, però, che al punto 25 si usi il condizionale:
"Nessun OGM, come tale o contenuto in prodotti, e progettato per l'emissione deliberata dovrebbe essere immesso sul mercato senza prima essere stato sottoposto, nella fase di ricerca e sviluppo, ad idonee verifiche sul campo negli ecosistemi che potrebbero essere interessati dal suo utilizzo."
Dovevano scrivere " deve", addebitando nettamente la responsabilità di eventuali danni a produttori troppo frettolosi e desiderosi di passare all'incasso. Avrebbe consentito una maggiore garanzia.
E poi c'è l'aspetto legale, certo. Credo che la legge vada rispettata anche se non piace (lex, dura lex sed lex). Altrimenti è anarchia se ognuno rispetta solo le leggi che vuole lui. Se si ha la forza, la si fa cambiare.
In questo caso sembra una violazione della legge quella fatta ai danni di Fidenato.
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