Iafran ha scritto:trilogy ha scritto:Sono contro "a prescindere" riguardo alla speculazione politica che stanno facendo su questo tema, e al presunto diritto che pensa di avere la roccella e altri figuri di decidere per tutti. Lo Stato su questo argomento può solo prendere atto della volontà dei singoli e rispettarla.
Concordo con te e mi chiedo che forma di Stato abbiamo in Italia se si permette a dei cittadini di soprassedere o di compiere ingerenze su queste particolari decisioni personali?
Lo Stato Etico secondo Hegel. Lo stato, per Hegel è il momento culmine dell’eticità [sintesi del diritto (tesi) e della moralità (antitesi)], l’incarnazione stessa della morale collettiva (l’insieme di norme, di valori e consuetudini di una comunità, indicati come “giusti” o “appropriati”). La morale rappresenta la guida in base alla quale l'uomo agisce e lo Stato per Hegel è chiamato a fornirne le regole, a decidere cosa sia moralmente accettabile e cosa non lo sia. La dottrina hegeliana afferma che lo stato è fonte di libertà e norma etica per il singolo. La condotta dello stato, quindi, non può essere oggetto di valutazioni morali da parte dell'individuo:
lo Stato si pone fine supremo e arbitro assoluto del bene e del male.Nei Lineamenti di filosofia del diritto, Hegel definisce lo stato “sostanza etica consapevole di sé, la riunione del principio della famiglia e della società civile”. In questa breve definizione è condensata una potente concezione della società umana, destinata ad assumere un forte rilievo nella storia politica degli ultimi due secoli. Riaffermando l’unità interna tipica della famiglia (tesi), dopo aver oltrepassato la dispersione della società civile (antitesi), lo Stato si pone come una sintesi di famiglia e società civile, un organismo vivente, compatto e unitario, una famiglia allargata. Lo Stato, come sintesi di diritto e di moralità e come realizzazione piena della famiglia e della società, è l'Idea stessa che si manifesta nel mondo, “L'ingresso stesso di Dio nel mondo” un dio reale. Anche per lo Stato più difettoso questo rimane vero, perchè il difetto, per quanto grande sia, non è mai tale da eliminare la sua divina funzione. Riconosciamo qui sintetizzata la concezione “statolatrica”, ossia la santificazione della nozione stessa di stato.
In parole povere, lo Stato non esiste per il cittadino, è il cittadino che esiste solo per lo Stato. Qui Hegel non fa che portare alle estreme conseguenze la concezione sviluppatasi in Grecia, della totalità organica, propria di Platone e di Aristotele, la concezione organica dello stato come “un tutto superiore alla somma delle parti”.
La teoria dello stato Etico di Hegel differisce da quella di Hobbes, che pure è considerato un teorico dell’eticità dello Stato, per il fatto che
in Hegel la sovranità dello stato non deriva da un “ Patto”, da un contratto sociale tra uomini per motivi di utilità sociale, come per Hobbes, ma deriva dallo Stato medesimo che ha in se stesso la sua ragion d’essere.
Esso è realtà divina, è l’assoluto che si manifesta nel mondo degli uomini.Ripresa nel Novecento, la teoria dello Stato etico di Hegel fu utilizzata come fondamento della concezione “assolutista”dello stato e risolta concretamente nei vari “ismi”, dal sistema fascista, teorizzato da Giovanni Gentile, a quello comunista teorizzato da Marx.