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Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda flaviomob il 04/11/2010, 2:08

Strano. Su altri filoni di discussione si sostiene che il nostro è un paese da barzelletta, da operetta, inaffidabile, poco serio, inefficiente, pieno di comunisti brutti sporchi e cattivi che non hanno voglia di lavorare diligentemente.
Poi improvvisamente quando si parla di nucleare, i favorevoli negano ogni contestazione parlando di 'falsi problemi'. Infatti, la regolarità nello smaltimento dei rifiuti più pericolosi, lungo tutta la penisola, è sotto gli occhi del mondo. La criminalità organizzata fa affari d'oro. Perché mai il corso delle scorie nucleari dovrebbe seguire un destino diverso? Non si sono rilevate scorie nucleari provenienti da mezzo mondo in Somalia? In Umbria si sono scoperti rifiuti radioattivi provenienti illegalmente dagli ospedali della Brianza. Velletario ed infantile pensare che improvvisamente l'Italia diventi un paese organizzatissimo, trasparente e incorruttibile solo per il trattamento delle scorie nucleari... E poi c'è stato un referendum: possibile che gli indefessi fautori della democrazia diretta lo siano solo a senso unico?


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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda franz il 04/11/2010, 9:21

In effetti questo è l'unico argomento serio e preoccupante sul nucleare italiano e che preoccupa anche me.
Non mi preoccupano le centrali tedesche, francesi, svizzere.
Quelle italiane un po' di apprensione me la mettono, soprattutto durante i derby.
Puo' bastare un ferreo controllo internazionale?
Non lo so. Per ora le centrali stanno attorno all'Italia e l'Italia si limita a comprare.
C'è un limite pero' al trasporto di energia, come il famoso blackout del settembre 2003 ricorda.
http://it.wikipedia.org/wiki/Black_out

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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda trilogy il 04/11/2010, 11:13

Noi italiani sembriamo sempre i pierini della situazione, ma non dimentichiamoci che i mitici tedeschi hanno costruito il sito di stoccaggio nella ex miniera di salgemma di Asse in bassa Sassonia. Scorie che dovevano rimanere isolate per 10.000 anni, dopo soli 35 anni il sito si sta allagando e le gallerie crollano. Devono trasferire 120.000 barili di scorie, con un costo preventivato di 2,5 miliardi, ci vorranno oltre dieci anni di lavoro per mettere in sicurezza il sito con rischi molto complessi da gestire. Figuriamoci se un casino del genere l'avessimo fatto in Italia...

http://www.blogeko.it/2010/fallimento-r ... a-di-asse/
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda franz il 04/11/2010, 12:33

trilogy ha scritto:Figuriamoci se un casino del genere l'avessimo fatto in Italia...

Sicuro che da noi si saprebbe? O forse emergerebbe dopo anni da qualche intecettazione :o
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda trilogy il 04/11/2010, 15:42

franz ha scritto:
trilogy ha scritto:Figuriamoci se un casino del genere l'avessimo fatto in Italia...

Sicuro che da noi si saprebbe? O forse emergerebbe dopo anni da qualche intecettazione :o
Franz


Da noi sarebbe un sito d'interesse strategico e quindi soggetto al segreto. Probabilmente, sarebbe anche vietato dire o scrivere che c'è un sito di stoccaggio di scorie. Quindi, non esistendo il sito, è assolutamente logico che non possano esserci incidenti.
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda trilogy il 10/11/2010, 20:57

Nucleare? Per l'Aie sarà il gas l'energia dominante fino al 2035

Mentre in Italia si brinda alla resurrezione dell'energia nucleare e si sparge ottimismo sui costi e sui tempi di realizzazione dei nuovi impianti atomici, dall'Agenzia internazionale per l'energia, che ha sede a Vienna, arriva un messaggio di segno contrario.

Nel suo rapporto annuale diffuso ieri (9 novembre 2010), l'Aie avverte che da ora al 2035 è attesa una crescita dei consumi mondiali di gas naturale nell'ordine del 44 per cento, e che il calo dei consumi verificatosi per la prima volta in quarant'anni nel 2009 dovrebbe registrare un'inversione di tendenza forse già a partire da quest'anno. Insomma, la risposta al crescente fabbisogno mondiale di energia, trainato soprattutto da paesi in forte sviluppo come la Cina, continuerà ad arrivare dalle fonti fossibili e in modo particolare dal gas, che si caratterizza per un'offerta abbondate e prezzi più a buon mercato del petrolio e del carbone. A trainare la crescita del metano su scala mondiale è anche il mercato dei gas cosiddetti non convenzionali, ossia il metano da carbone e da argille, gli idrati di gas e i gas da sabbie e arenarie compatte detti anche tight gas. Questo particolare tipo di gas ha conosciuto uno sviluppo molto rapido oltre Atlantico grazie all'iniziativa di piccole società indipendenti e oggi rappresenta la metà dei volumi estratti dal sottosuolo americano. Il gas da scisti ha costituito il il 20% della produzione del 2009, mentre rappresentava appena l'1% nel 2000.

Se queste previsioni di aumento dei consumi di metano sono corrette, tutti i discorsi sul nucleare che si stanno facendo in Italia andrebbe riconsiderati. Certi toni trionfalistici provenienti dal mondo politico e industriale italiano appaiono, alla luce di questi dati, fuori luogo. Anche le energie rinnovabali avranno nel gas il loro maggiore concorrente. Figurariamoci l'energia atomica con i suoi costi proibitivi...Come recita il titolo di un libro appena pubblicato dal Mulino: "Si fa presto a dire nucleare". E non è un autore qualsiasi a lanciare l'avvertimento: è l'economista bolognese, ex ministro dell'Industria e grande esperto di energia Alberto Clò. Il quale scrive, in premessa: "Essere nuclearisti non significa...esserlo in modo fazioso". Leggetelo e poi ne riparliamo.

da: http://oddo.blog.ilsole24ore.com/finanz ... -2035.html
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda flaviomob il 01/12/2010, 1:35

Il metano dovrebbe ridurre di molto i problemi di inquinamento, non è così?


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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda flaviomob il 27/12/2010, 1:15



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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda flaviomob il 02/01/2011, 1:29

Se 15 incidenti nelle centrali nucleari europee vi sembran pochi...

http://www.forumnucleare.it/index.php/p ... -parola-di

Vittorio Cogliati Dezza – Presidente Legambiente

Ci sono molte ragioni che ci hanno portato a rinnovare la nostra opposizione al nucleare che si vorrebbe fare in Italia. Ragioni che possono essere sintetizzate in due conclusioni:

* Il nucleare non serve all’Italia
* Nessuno dei problemi storici di questa tecnologia è stato risolto.

Lo spazio a disposizione mi consente solo di presentare schematicamente gli argomenti.

Perché non serve?

In un recente rapporto, MCKinsey presenta come praticabile l’obiettivo di un’Europa in cui l’energia elettrica verrebbe prodotta esclusivamente da rinnovabili nel 2050. Anche l’Agenzia federale tedesca per l’ambiente ai primi di luglio ha confermato questa ipotesi. Questa possibilità ben si declina con la necessità di capire come si possa uscire dal combinato disposto della crisi economica e della crisi energetico-climatica. Al di là delle sorti della trattativa internazionale sul post Kyoto, è ormai assodato che si vada verso un’economia a basse emissioni di CO2, con forti innovazioni nei processi e nei prodotti. Ovvero grande spazio all’efficienza energetica e alle rinnovabili, che, come ha confermato l’ENEA nel suo studio di luglio 2010, rappresentano la risposta principale (in termini di occupazione e di volano immediato) alla crisi economica. Non è un caso che i Paesi più forti e competitivi del vecchio continente siano favorevoli ad alzare l’asticella dell’impegno unilaterale europeo alla riduzione delle emissioni climalteranti fino al 30%. A sostegno delle ragioni sull’inutilità del nucleare occorre ricordare che questa tecnologia sarebbe comunque in ritardo rispetto al traguardo del 2020 e che le previsioni del CESI e dell’AIEE, che già ad ottobre del 2008 parlavano di 4 centrali attive non prima del 2026, ipotizzavano un risparmio di 9 mld di m3 di gas all’anno, l’equivalente di un rigassificatore di medie dimensioni, e di 17 mln di tonnellate/anno di CO2, senza considerare tutte le emissioni provocate nella fase di costruzione.

Ma se ci fossero ancora dubbi basta ricordare che in Italia oggi a fronte di più di 100.000 MW installati, la punta della domanda non supera i 57.000 MW. Con il risultato che già oggi abbiamo un surplus di offerta di energia elettrica e che l’incremento delle rinnovabili – così come previsto dal Piano nazionale per le rinnovabili approvato dal Governo a giugno – esclude per il prossimo decennio la domanda di nuove centrali e, se sono vere le previsioni al 2050 dette all’inizio, lo esclude anche per i decenni successivi. Senza considerare che investire sulle rinnovabili e sull’efficienza è l’unico modo per garantire davvero l’indipendenza energetica del paese.

A valle di tutto ciò è anche bene ricordare che entrare nel nucleare oggi significa cominciare ad utilizzare una tecnologia già vecchia, sprecando risorse che potrebbero essere con più proficuità e con ricadute temporali molto più rapide impiegate nella ricerca, sia nelle rinnovabili che nel nucleare sicuro.

Veniamo ora rapidamente al secondo punto: nessuno dei problemi storici di questa tecnologia è stato risolto.

In estrema sintesi due sono le grandi questioni irrisolte: i costi e la sicurezza.

I politici oggi favorevoli al nucleare parlano sempre dei vantaggi che il nucleare porterebbe sui costi della bolletta. Bugia!

Prima di entrare nel merito dobbiamo sgombrare il campo da una leggenda. I filonuclearisti sostengono che le bollette alte dipendono dagli incentivi troppo alti per le rinnovabili. In realtà i costi impropri e improduttivi che pesano sulle nostre bollette sono altri: il collegamento Sicilia-Calabria, che scarica la sua inefficienza e pesa per 1 miliardo all’anno su tutto il sistema, gli oneri per il nucleare, che ammontano a 400 milioni annui, oneri vari di sistema che arrivano a circa 100 milioni, a cui va aggiunto l’IVA ed il famigerato Cip6. Senza considerare che oggi è in vigore il nuovo conto energia che prevede una riduzione graduale, fino al 30%, degli incentivi per il fotovoltaico, e che l’art 45 di cui molto si è discusso questa estate si proponeva di ridurre di circa 500 milioni la bolletta elettrica pagata da cittadini e imprese mentre in Germania, con lo stesso meccanismo, sono destinati da anni alle fonti rinnovabili 5 miliardi.

Da un lato, quindi, si sa già dove occorrerebbe intervenire per abbassare la bolletta, dall’altro l’ad di Enel Conti ha pubblicamente richiesto, nell’estate del 2009, “una soglia minima garantita” nelle tariffe di vendita dell’energia, per assicurare gli investitori. Quindi le bollette non scenderanno sicuramente per effetto del nucleare.

Inoltre, come sta dimostrando l’esperienza finlandese di Olkiluoto, i costi di costruzione possono solo crescere (più del 50% fino ad oggi) – anche per questo tutti i paesi occidentali più che investire in nuove centrali stanno allungando la vita di quelle esistenti, in questo senso va letta la scelta della Germania di prolungare il ciclo di vita delle attuali centrali. Mentre non si è dato molto risalto a due recenti notizie. La Costellation Energy Group ha cancellato il progetto di costruzione di una centrale nucleare a Calvert Cliffs, negli Stati Uniti, rinunciando ad una garanzia bancaria pubblica da 7,5 miliardi di dollari, che era stata concessa per incentivare l’impianto, e soprattutto al fatto che dopo la decisione le quotazioni del gruppo sono salite mentre quelle di EDF, che doveva costruire insieme a loro quell’impianto e che si è dichiarata scioccata dalla decisione unilaterale di rinuncia, sono scese. La seconda notizia appare sul New York Times a luglio e riprende uno studio condotto dalla Duke University, secondo il quale il KWh prodotto da un pannello solare costa meno di un KWh nucleare. Differenza minima (16 cent $), ma significativa se si pensa che secondo il MIT oggi realizzare una centrale costa 4.000 $ per KW, contro i 2000 del 2003, (mentre il carbone è passato da 1300$ a 2300$ e il gas da 500 a 850) ed Areva ha chiesto, non più di un anno fa, al Canada 4500 euro per KW. La tendenza è inequivocabile: i costi delle rinnovabili scendono, quelli del nucleare salgono. I motivi sono noti. Il tentativo di mettere in sicurezza le centrali sempre e solo su un versante ingegneristico, senza toccare i processi fisici, comporta una lievitazione dei costi, confermando che solo l’investimento pubblico (sostenuto dalla fiscalità generale) rende possibile tutta la filiera nucleare. Ma nonostante i tentativi la sicurezza rimane una chimera. Ce lo ricorda la denuncia fatta dalle agenzie per la sicurezza nucleare di Francia, Finlandia e Gran Britannia che a novembre del 2009 bocciarono il reattore EPR perché il sistema di sicurezza e controllo risultava inadeguato. Per non parlare dello stillicidio di incidenti, solo dal 2000 al 2007 in Europa ne sono stati pubblicamente registrati 15. Il che spiega bene quanto rilevato dalla recente ricerca epidemiologica tedesca che ha messo in evidenza che le leucemie nei bambini nei pressi delle centrali aumentano fino a 3 volte e che anche i lavoratori e gli abitanti vicini subiscono danni alla salute. Anche durante il normale funzionamento di una centrale, ed in assenza di incidenti, le centrali emettono radiazioni.

E non abbiamo parlato né dei costi né della sicurezza in merito al trattamento delle scorie e dello smantellamento delle centrali.

E tutto ciò si dovrebbe affrontare per un contributo ai consumi finali di energia inferiore al 5%?


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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda flaviomob il 18/01/2011, 1:21

http://www.greenpeace.it/blog/?p=1784&u ... aign=Email

L’EQUIDISTANZA È UNO SPOT

Lo spot lanciato dal Forum Nucleare, con una spesa annunciata di tre milioni di euro, è un esempio di raffinata manipolazione dell’informazione: propina falsità sotto un apparente tono “equidistante” con le posizioni pro e contro rappresentate su una scacchiera.
Ci troviamo di fronte a una comunicazione assai più “ricercata” delle trasmissioni Rai con interventi tutti a favore tranne uno. Ma vediamo come lo spot traveste da “argomento razionale” due evidenti bufale.
Prima bufala: la gestione delle scorie. Nello scambio dei pro e contro, una voce si dice preoccupata del futuro, l’altra ribatte che le scorie prodotte sono quanto «una pedina a testa». La replica è che se si sommano le teste non è poi così poco. La voce pro conclude il batti e ribatti affermando che però «si possono gestire in sicurezza». Peccato che in nessuna parte del mondo, dopo 60 anni di sviluppo tecnologico – e dopo aver ricevuto la quota maggiore degli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo energetico dei Paesi Ocse – questo miracolo sia ancora mai stato dimostrato.
Seconda bufala: la voce contro ricorda che, per fare a meno delle fonti fossili, ci sono le energie rinnovabili. La voce a favore del nucleare ribatte che tra cinquant’anni potrebbero non bastare. Qui la menzogna è duplice. In primo luogo tra cinquant’anni anche l’uranio estraibile a costi calcolabili sarà agli sgoccioli. In secondo luogo, la possibilità tecnica ed economica di uno scenario energetico totalmente basato sulle rinnovabili non è solo una fantasticheria degli ambientalisti: ci sono analisi di fonte industriale e istituzionale che lo dimostrano possibile almeno su scala europea.
A parte il dubbio su chi pagherà alla fine i costi di questa propaganda, dato che le norme in vigore per il nucleare prevedono fondi pubblici per «campagne informative» – tema sollevato da una interrogazione al Senato di Ferrante e Della Seta (Pd) – non sappiamo come si svilupperà questa ricca campagna di disinformazione pubblica.
Secondo l’ultimo sondaggio europeo sul tema nucleare dello scorso marzo (Eurobarometro) 55 su 100 italiani pensano che i rischi del nucleare siano superiori ai benefici, contro 27 che ritengono il contrario (un rapporto 2 a 1).
Semmai questa campagna venisse rimborsata da fondi pubblici saremmo di fronte a un paradosso: si useranno le risorse di tutti per cercare di convincere la maggioranza dei cittadini che ha torto.
Come reagiranno gli italiani? Certo che da quando il governo ha cominciato a parlare di nucleare, stando alle rilevazioni dell’Ipsos, l’opposizione è cresciuta.

Giuseppe Onufrio
Direttore esecutivo di Greenpeace Italia


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