La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Lega Nord, da cura a cancro

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda franz il 17/11/2010, 9:21

Perché sono giunto alla conclusione che la Lega Nord sia diventata il peggiore fra i tanti pericoli politici che minacciano l'Italia, specialmente quella del Nord.

di michele boldrin, 16 Novembre 2010 http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/2015

Trent'anni fa la frase "Forza Etna" potrei averla scritto anche io su qualche muro. Non lo feci, ma certamente simpatizzavo con la metafora politica che tale slogan (abbastanza demenziale: la comunicazione politica popolare spesso tale è) voleva inviare.

Erano i primi anni '80 e l'idea alla quale ero riluttantemente giunto - dopo anni spesi a tormentarmi attorno alle persistenti diseguaglianze italiane - era che, a causa delle politiche di "tassa e trasferisci" con cui la si era venuta affrontando dal secondo dopoguerra in poi, la "Questione Meridionale" (QM) era riuscita a generare una "Questione Settentrionale" (QS) ad essa speculare e altrettanto drammatica per chi veniva, sempre più sistematicamente, tassato senza vedere risultato alcuno. Più di un decennio dopo, decisi anche di dare una mano all'allora minoritaria Lega Nord (LN). Collaborai sino a quando Umberto Bossi (con una decisione che ne segnalava sia la bestialità politica che la pochezza umana) non fece cadere il primo governo Berlusconi.

Tralasciamo ulteriori e più recenti dettagli, altrimenti questo sembrerebbe il lamento d'uno sconfitto dilettante della politica - che è ciò che sono, ma non me ne lamento affatto. Voglio solo stabilire che chi scrive è convinto, non da ieri, della necessità d'un federalismo compiuto. Dirò di più: se questo non dovesse risultare possibile, allora la separazione dal resto del paese di quelle regioni che lo volessero fare (a grande maggioranza dei loro residenti) potrebbe essere il male minore. Fine dell'excusatio non petita e della dichiarazione d'essere di "parte".

In sostanza: considero un fatto positivo la nascita, nel Nord del paese durante gli anni '80 ed i primi anni '90, di movimenti di protesta "popolare" (confusa e primitiva) che rivendicavano un'organizzazione federale dello stato sulla base di identità locali, mentre si opponevano alla spoliazione fiscale in atto. [Aperta parentesi. A molti il potenziale riformatore di tali movimenti appare dubbio persino oggi ch'è stato completamente sprecato. Costoro tendono ad essere la maggioranza fra i militanti dei partiti di "sinistra", mentre a "destra" la loro consistenza è incerta anche se sembrano ora trovare albergo nella neonata FLI. Non avere inteso la centralità storico-politica della QS nella decadenza nazionale - quindi, specularmente, il non saper come risolvere la QM - è la ragione fondamentale per cui, strategicamente, questi raggruppamenti sono dei perdenti, e dei perduti. Ma questo è tutto un altro discorso. Chiusa parentesi.]

Alla luce di quanto affermato sino ad ora, la mia opinione negativa della LN potrebbe apparire non ovvia. Provo quindi a fare un po' di chiarezza.

Nella parte in corsivo riassumo, brutalmente, ciò che a mio avviso andò storto con l'unificazione italiana generando (in sequenza) la QM prima, la QS poi e, infine, il loro essere i due bandi d'una medesima matassa. Argomento poi che la LN, a cui la storia aveva offerto l'opportunità di cominciare a snodare questa matassa, ha tradito tale compito accelerando la decadenza complessiva del paese.

Il vizio che affligge l'entità politica chiamata Italia - rendendola, assieme al Belgio, un'anomalia nel consesso degli stati europei - è di essere stata il frutto di un'operazione d'imperialismo militare, politico, economico e financo culturale. Tale atto d'imperialismo fu compiuto da una dinastia oscurantista e mediocre, i Savoia, con l'appoggio di una frazione forse non maggioritaria della borghesia nazionale la quale era ben lontana da essere sia una borghesia industriale e liberale che una "elites politica" nella quale il resto della popolazione si riconosceva ed a cui, in un certo senso, delegava la rappresentanza politica. Tutt'altro, infatti, come innumerevoli episodi della storia "risorgimentale" confermano. Tale imperialismo va contrapposto ad un non impossibile accorpamento confederale (ed eventualmente federalista) di entità politiche, culturali ed economiche che - essendo diverse, separate e non immediatamente compatibili nel 1860 - continuavano ad esserlo nel 1946 e lo sono, io credo, anche ora. Che una visione ed una corrente "confederale", minoritaria e sconfitta, fosse attiva nel risorgimento italiano non lo scopro di certo io. Questo controfattuale ha rilevanza solo per rendere chiaro che quella realizzatasi non era l'unica "unità possibile".

Il punto è che la vittoria politico-militare dei Savoia e la conseguente allenza di costoro - e di quel sottoinsieme delle elites economiche del Nord Ovest che ad esse facevano riferimento - con l'aristocrazia latifondista e la "borghesia burocratica" meridionale (a partire dal 1860) e con quella papalina (a partire dal 1870 e poi più compiutamente a partire dai Patti Lateranensi) definì il blocco sociale attorno ai cui interessi il paese venne costruito, le sue istituzioni definite, il suo sviluppo economico e sociale diretto e, spesso, costretto. Il fascismo non costituisce alcuna "rottura" con nulla del passato ma, piuttosto, la "decisione" di quei gruppi sociali d'assegnare la gestione dello stato ad una classe politica che sapesse compiere quel lavoro che gli imbelli "liberali giolittiani" ed i "socialisti turatiani" si erano rivelati incapaci di compiere. Post 1946 fu la dinastia dei Savoia ad essere dismessa, perché il discredito in cui era caduta ne aveva eliminato la funzione di collante ideologico, mentre quel medesimo blocco sociale si ridefinì attorno alla DC ed ai suoi satelliti. Questa continuità socio-politica (e culturale) della storia dell'Italia post-risorgimentale si regge su alcuni pilastri. Non è certo il caso io cerchi di riassumere qui il maledetto libro di storia socio-economica italiana che vorrei tanto scrivere e per il quale non trovo mai il tempo (andrò ben in pensione, un giorno o l'altro!) quindi menziono solo quel pilastro che m'interessa ora (ce ne sono altri 3, a mio avviso).

Esso è definito dallo sfruttamento "politico" - quindi non solo, anche se soprattutto, fiscale: pensate alle politiche commerciali immediatamente dopo l'unità - dell'economia privata non "monopolistica" e/o non "connessa" gli apparati dello stato, dalla quale vengono estratte le risorse necessarie a foraggiare le due altre classi sociali che compongono il blocco storico menzionato poc'anzi. La burocrazia statale, ed in particolare le elites centrali dello stato savoiardo-borbonico-fascista (tale è rimasto). Una piccola borghesia "lumpen", oscillante fra la botteghetta, l'ufficio pubblico, la sacrestia e l'arrangiarsi miserabile. L'attività economica privata "non monopolistico-connessa" era fiscalmente sfruttabile perché ideologicamente o ben "prigioniera" (via chiesa cattolica) o ben "nemica irreparabile" (via socialisti e comunisti) della coalizione dominante. Le classi sociali che andavano invece sussidiate non erano ideologicamente schierate o, se lo erano, costituivano la base sociale di supporto della monarchia la quale non poteva certo tradirle.

Che questo meccanismo politico di spoliazione e trasferimento si sia poi progressivamente - progressivamente è importante: sino al 1900-1920 circa così non fu, infatti! - trasformato in un meccanismo a base territoriale e si sia cristalizzato come tale durante l'ultimo secolo, è una conseguenza, in un certo senso secondaria, dell'unificazione italiana sotto la guida dei Savoia e dei loro soci. Il trasferimento divenne Nord=>Sud (passando per Roma, dove una grande fetta del lardo andava lasciata) perché così erano territorialmente distribuite le classi sociali in questione. Tale processo generò poi incentivi perché questa distribuzione territoriale si accentuasse ed ingessasse nel corso del secondo dopoguerra. L'ingessamento socio-territoriale, è facile da intendere oltre che da verificare nei fatti: rendeva molto più semplice ed intertemporalmente consistente la gestione politica del consenso e delle alleanze qui illustrate. Questo va capito. Va capito per spiegare in che senso QS&QM siano al centro dell'eccezionalità italiana, e va capito per spiegare che NON si tratta di questioni geografiche o di razza, ma economiche e culturali. Politiche, insomma. Il conflitto sociale fra "produttori" e "parassiti", fra "privato" e "pubblico", fra "non garantiti" e "protetti", fra "competitivi" e "sussidiati" è diventato, per le particolarità storiche dell'unificazione italiana, un conflitto territoriale mediando il quale la "casta politico-amministrativa" che controlla l'apparato centrale dello stato si legittima, si perpetua, ed ingrassa. Li' vive il germe della nostra decadenza.


OGGI tale conflitto si materializza nella spoliazione fiscale di gran parte dell'economia privata del Nord (persino Fiat, il capolista dei "protetti-sussidiati" inizia a lamentarsi ...), d'una parte crescente di quella del Centro, e d'una parte piccola di quella del Sud. Tale spoliazione viene operata a favore dell'economia pubblico-parassitaria del Sud, d'una parte del Centro (concentrata a Roma e paraggi) e d'una parte molto piccola del Nord (Val d'Aosta, Liguria, parte delle regioni autonome ...). Questa spoliazione, accentuatasi a fine anni '80, portò alla nascita della LN. Il suo progressivo incancrenirsi da allora, ha portato alla LN l'enorme massa di voti che essa oggi controlla.

Cosa ha conseguito su questo terreno la Lega Nord in vent'anni? NULLA! Assolutamente NULLA!

Non solo nulla ha conseguito ma QUALSIASI indicatore che misuri l'entità di tale spoliazione e del conseguente trasferimento è venuto peggiorando da quando la LN è arrivata al governo (1994) ad oggi. In questo sito abbiamo documentato tali fatti svariate volte: riduzione del carico fiscale, riduzione di trasferimenti e sussidi, lotta all'evasione fiscale, corruzione nella vita pubblica, criminalità organizzata, dualismo del mercato del lavoro e sue rigidità normative e salariali, inefficienza della PA, assenza di concorrenza ... Su NESSUNA di queste emergenze abbiamo osservato progresso alcuno, zero assoluto. TUTTO è peggiorato da quanto Bossi&Co governano, TUTTO!

Era inevitabile questo fallimento? No, ecco un contro-esempio: CiU, in Catalunya.

Questo fallimento, anche se sufficiente per augurarsene sconfitta e sparizione, non rende ancora la LN il nemico pubblico numero uno.

La vera colpa storica della LN consiste nell'aver permesso che si ricreasse (attorno a BS ed ai suoi svariati partiti e governi) quel blocco sociale che costituisce il filo nero della storia italiana e che ne controlla, da sempre, gli apparati dello stato.

La LN, non solo ha permesso che tale coalizione si ricostruisse (dopo che lo shock del 1992-93 l'aveva fatta traballare) ma ha financo incoraggiato la sua degenerazione para-criminale. Perché, come l'evidenza di questi ultimi anni dimostra, oramai parti sostanziali dello stato italiano, dei partiti che lo governano oggi ed anche dei partiti che, dall'opposizione, si preparano a governarlo dopodomani, opera ai margini della legalità e dei principi liberal-democratici. La parola "casta", un termine post-leghista, sintetizza questo stato di cose. Il problema non sono, di per se, né le "intemperanze verbali" dei leghisti, né la loro deriva razzista, né il loro sfacciato appropriarsi di soldi e potere, né il loro essere sempre di più, rapidamente e profondamente casta (spero un esempio basti per rinfrescare la memoria: abbondano). Il problema non è nemmeno che, nella degenerazione nord-coreana che la caratterizza, la LN sia arrivata ad accettare che un "capo", ridotto ad una larva politica, possa cercare di far "ereditare" ad un figlio imbelle il proprio ruolo.

Il crimine politico grave ed imperdonabile della LN consiste nell'aver permesso il riagglutinarsi di una versione degenerata dell'antico blocco storico, all'interno del quale ha cercato di entrare (qua gruppo politico) senza riuscirci, mentre raccontava al proprio elettorato di operare per il federalismo e per lo smantellamento dell'assetto esistente. Questo inganno storico il Nord d'Italia (e con esso il resto del paese) lo pagherà per decenni a venire.

1) Perché, avendo la LN impostato il problema come puramente razzial-culturale invece che economico-sociale, essa ha determinato un'ostilità profonda, lungo l'asse Nord-Sud, anche fra membri delle classi sociali "fiscalmente spoliate", ossia fra potenziali alleati. Così facendo ha indebolito la possibile coalizione riformista attraverso una spaccatura tanto ideologica quanto artificiale.

2) Perché, avendo coinvolto la propria base elettorale in un processo di costruzione d'una identità etnica inventata (la Padania) invece di valorizzare e sviluppare quelle storicamente esistenti, ha dato all'intero progetto una dimensione velleitariamente secessionista che ne ha svuotato l'efficacia concreta. Tale costruzione d'una identità artificiale viaggia oramai verso una forma di "fascismo folklorico", tanto incoerente quanto remoto sia dalla liberal-democrazia contemporanea che dalle tradizioni civili del Nord e Centro Italia. Così facendo la LN ha determinato una seconda spaccatura, anch'essa tutta ideologica ed artificiale, fra chi accetta il progetto folkloriko chiamato "Padania" e chi considera irrinunciabili i valori politici della liberal-democrazia.

3) Perché, infine, non avendo affrontato QS&QM per quello che sono ma avendo spacciato, al proprio elettorato, questa riforma federale - uno scambio di favori all'interno del blocco sociale dominante, alla cui "elite" il personale politico leghista ambisce accedere - quale punto di partenza d'una grande trasformazione, ha vanificato, per l'ennesima volta in un secolo e mezzo, ogni speranza di cambiamento. I gruppi sociali "politicamente spoliati" del Nord sembrano credere che la soluzione alle difficoltà storiche che affrontano consista nel mandare a casa gli immigrati, fare i trasferimenti di competenze alle regioni e poi praticare il peronismo economico che Giulio Tremonti predica. Nessuna follia potrebbe essere più dannosa per il sistema socio-economico del Nord e, nella misura in cui su di esso si regge tutto, per quello dell'intero paese.

Per queste ragioni, oggi, la Lega Nord è il cancro politico che va sconfitto. Nell'interesse di quel "Nord socio-economico" che vive soprattutto al Nord, ma anche al Centro ed un po' al Sud, e che costituisce la residua speranza di quella cosa chiamata Italia.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda flaviomob il 17/11/2010, 11:29

La Lega Lombarda / Lega Nord ai tempi in cui questo genialoide di noisefromamerika la votava tappezzava la mia regione con manifesti demenziali tipo: MEDICI LOMBARDI NEGLI OSPEDALI LOMBARDI. Un concentrato di idiozia. Perché allora stupirsi se degli idioti dichiarati non ottengono i risultati voluti? E perché lamentarsi tanto, se si sceglie di votare per degli idioti alleati con uno spietato arrivista lanciato nel gotha dell'economia dal partito più corrotto della storia della Repubblica (il PSI di Craxi)? Questa gente che vive con le fette di salame davanti agli occhi, si lega e appoggia a politici che pascolano maiali vicino alle moschee e poi si supisce, si disillude, si dissocia a me fa forse più rabbia degli stessi Calderoli e Borghezio. Ma di cosa ti 'stupisci', pirla? Ma cosa parli a fare dei Savoia e del Belgio? In Italia si parla una sola lingua da settecento anni, si ha un unità culturale radicata nella storia, si ha un potere religioso becero che ha ostacolato l'unità in ogni modo chiamando eserciti da mezz'Europa per reprimere ogni moto progressista e democratico. In Belgio si parlano due lingue e vi sono due culture da sempre agli antipodi, è uno stato cuscinetto nato per evitare che Francia e Germania si massacrassero sempre in continue guerre tra di loro, come è stato nei secoli passati: cosa cazzo c'entra?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda franz il 17/11/2010, 13:34

flaviomob ha scritto:La Lega Lombarda / Lega Nord ai tempi in cui questo genialoide di noisefromamerika la votava tappezzava la mia regione con manifesti demenziali tipo: MEDICI LOMBARDI NEGLI OSPEDALI LOMBARDI. Un concentrato di idiozia.

A quei tempi (anni 80 e 90) vigeva lo slogan "medici italiani negli ospedali italiani" e se sei d'accordo quanto fosse idiota anche quello (imposto dalla legge che allora regolava ogni albo professionale) allora facciamo tutti un passo avanti.
La regola è solo stata incrinata dall'adesione alla UE per la libera corcolazione delle persone, per cui oggi abbiamo "medici UE negli ospedali italiani". Ma un medico cnese, in ingegnere cinese, un architetto indiano ...... sono OUT.

A parte questo, io questa "identità culturale" di cui parli non trovo assoluta traccia.
Tanto che qualcuno allora diceva che fatta l'Italia bisognava fare gli italiani.
E se questo è stato fatto dalla TV berlusconiana, come si mormora, siamo messi veramente male.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda flaviomob il 17/11/2010, 14:20

Grazie: è ovvio che essendo un titolo legale, la laurea in medicina, vi fosse un vincolo nazionale. Poi certamente poteva essere rimosso per 'importare' buoni medici (ma non mi sembra che ne abbiamo bisogno, piuttosto dovremmo pagare meglio i nostri migliori), ma farei rientrare questo vincolo nella consueta ottusità burocratese italiana. Ma la natura dello slogan 'medici lombardi negli ospedali lombardi' è prima di tutto antimeritocratico ed in secondo luogo assolutamente irrealizzabile dal punto di vista legislativo, quindi velleitario e demagogico e, di conseguenza, completamente idiota.

Per finire, uno che desiderava scrivere FORZA ETNA io non lo reputo nemmeno degno di esser preso in considerazione, poi può fare tutti i 'giri di valzer' che gli garba... :lol: :lol:


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda franz il 17/11/2010, 14:27

flaviomob ha scritto:Grazie: è ovvio che essendo un titolo legale, la laurea in medicina, vi fosse un vincolo nazionale. Poi certamente poteva essere rimosso per 'importare' buoni medici (ma non mi sembra che ne abbiamo bisogno, piuttosto dovremmo pagare meglio i nostri migliori), ma farei rientrare questo vincolo nella consueta ottusità burocratese italiana. Ma la natura dello slogan 'medici lombardi negli ospedali lombardi' è prima di tutto antimeritocratico ed in secondo luogo assolutamente irrealizzabile dal punto di vista legislativo, quindi velleitario e demagogico e, di conseguenza, completamente idiota.

Per finire, uno che desiderava scrivere FORZA ETNA io non lo reputo nemmeno degno di esser preso in considerazione, poi può fare tutti i 'giri di valzer' che gli garba... :lol: :lol:

se bastasse solo la laurea (o il dottorato) basterebbe quella ed il riconscimento dei titoliesteri e non servirebbe alcun Albo.
Come tu sai invece oltre alla laurea serve l'iscrizione all'Albo. Logica tutta italiana, assente in altri paesi. Io quindi la faccio rientrare nella logica del protezionsimo, assistita dalla buriocrazia. E completamente idiota tanto quanto quella dei lombardi o dei veneti. Sul forza etna siamo d'accordo ma non vorrei che l'onestà di Michele nel raccontarlo fosse usata come foglia di fico per non discutere del merito dei temi sollevati.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda pierodm il 17/11/2010, 23:07

Uno di questi giorni facciamo un po' di conversazione sul noise from amerika.
Per l'intanto concordo pienamente con Flavio: ci sono idee, errori che non sono ammissibili.
Per esempio, è scusabile l'operaio e in generale l'italiano che lasciava correre una certa retorica sull'URSS.
Meno scusabile l'italiano colto che faceva la stessa cosa.
Mano ancora era scusabile chi non si limitava a lasciar correre, ma si prodigava nei peana verso le magnifiche sorti dell'URSS: non per l'URSS in se stessa, che gli era sconosciuta tanto quanto era sconosciuta a chi si lmitava a lasciar correre, ma per la vocazione che dimostrava per i peana, per la sua debolezza verso il fanatismo.
Nient'affatto scusabili erano quelli che l'URSS la conoscevano: per esempio, il fratello di mio padre, che lavorava per il PCI, passava le vacanze sempre in URSS, ma affermava categoricamente che "col cazzo che ci vivrei". Uomo semplice, comunista italiano di poche idee ma chiare.
Quindi, tornando a noi, apprezziamo il giusto la confessione di Boldrin, ma le fette di salame sugli occhi non sono scusabili: non ci sono ragioni che tengano per dire "forza Etna", e chi lo fa dimostra di avere dentro di sé una pessima predisposizione mentale e culturale.
In questo paese, se non cominciamo ad essere un poco più intransigenti - solo un po' - non ne usciremo mai, a dispetto di tanti discorsi e di tanti "programmi".
Che la Lega fosse una torbida emanazione di cultura noir mitteleuropea si era capito benissimo da subito, e da subito - nel mio piccolo - avevo ipotizzato che la "genialata" di Miglio e dei suoi luogotenenti s'ispirasse alla lezione nazionalsocialista sintetizzata per molti aspetti nel Mein Kampf: bastava aver letto questo libro, e certamente Miglio contava sul fatto che in Italia si parla molto e si legge poco, specialmente a livello popolare.
Ma Boldrin è parzialmente scusato solo dal fatto che anche nella sinistra ufficiale troppi leccamenti sono stati dedicati al deretano di Bossi e C., che è uno dei tanti modi in cui la sinistra e il centro-sinistra partitico hanno dimostrato di aver perso la bussola, nel corso della seconda repubblica berlusconiana.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda flaviomob il 18/11/2010, 0:32

Franz
Come tu sai invece oltre alla laurea serve l'iscrizione all'Albo. Logica tutta italiana, assente in altri paesi. Io quindi la faccio rientrare nella logica del protezionsimo,


Immagino che ora le cose siano cambiate, dato che qualsiasi professionista residente nella UE può esercitare in Italia, per questo parlavo al passato.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda franz il 18/11/2010, 9:05

flaviomob ha scritto:
Franz
Come tu sai invece oltre alla laurea serve l'iscrizione all'Albo. Logica tutta italiana, assente in altri paesi. Io quindi la faccio rientrare nella logica del protezionsimo,


Immagino che ora le cose siano cambiate, dato che qualsiasi professionista residente nella UE può esercitare in Italia, per questo parlavo al passato.

Si, è migliorata ma la UE ha 500 milioni di abitanti mentre il pianeta ne ha 6 miliardi e 750 milioni. 7.4% contro 92.6%
Resta quindi fuori dalla possibilità di esercitare la professione da noi (in lombardia come in Italia) la stragrande maggioranza dei laureati. Nulla di grave, dato che possono esercitare nel regno unito ed in altri paesi europei. In fondo chi ci rimette siamo solo noi. Ma il concetto è che s è un'idiozia illiberale la storia del medici lombardi in lombardia, lo è qualsiasi restrizione protezionistica e quindi lamentarsi di una dovrebbe indurre a lamentarsi di tutte le restrizioni di quel tipo.

Forse questo aspetto potrebbe essere considerato chiuso.
Mi interessa invece la storia dell'identità culturale ("unità culturale radicata nella storia") perché mi chiedo in quale film sia stata avvistata. Anche la storia della "una sola lingua da 700 anni" mi sembra esagerata. Come sai le nazioni nel mondo sono circa 240 mentre le lingue ufficlialmente riconosciute sono piu' o meno 5000. Il fatto che un nazione sia tale in quanto parla una sola lingua non è quindi un criterio oggettivo. Tra l'altro il veneto ed il sardo sono lingue, non dialetti, e lo dicono gli esperti, non io. In dubbio il siciliano ed altri dialetti ma spero che qui non si voglia fare come i turchi che negano l'identità linguistica dei curdi.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda flaviomob il 18/11/2010, 9:53

L'ordine dei medici non esiste forse anche in Canton Ticino, in Svizzera?


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
flaviomob
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 12889
Iscritto il: 19/06/2008, 19:51

Re: Lega Nord, da cura a cancro

Messaggioda pierodm il 18/11/2010, 15:16

Avevo scritto qualcosa, che è andato perduto per un blackout mentre avevo abbandonato il PC per andare a tagliare legna.
Riassumo.

Una lingua unitaria tiene insieme la cultura non solo italiana ma anche quella europea da più di duemila anni: il latino.
L'italiano è un volgare che deriva dal latino, o meglio ancora, è un'evoluzione del latino.
Per secoli il latino non è stato lalingua parlata nelle bettole e nelle famiglie sparse per l'Europa, ma ha svolto il suo ruolo come lingua giuridica, diplomatica e scientifica, nella quale si riconoscevano le classi dirigenti.
Lo stesso l'italiano, soprattutto sul piano colto e letterario, sul quale s'incontravano le classi dirigenti dei vari stati e regioni italiane: Dante e Boccaccio, Machiavelli e Petrarca non sono un'invenzione degli "statalisti" o dei "comunisti" ...
Certo, per accettare questo bisogna prendere atto che una lingua non è solo un atto amministrativo o funzionale - orario dei treni o editti sulle tasse da pagare - ma porta con sè un intero mondo culturale, miti ed estetiche, e forme di pensiero: valori che per secoli hanno riguardato, in tutta Europa, ristrette categorie di popolazione, e non certo la totalità del popolo - sul quale tuttavia una certa ricaduta per osmosi si è comunque verificata.
pierodm
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 1996
Iscritto il: 19/06/2008, 12:46

Prossimo

Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 29 ospiti