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Libertà?

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Libertà?

Messaggioda ranvit il 13/11/2010, 13:26

flaviomob ha scritto:Il trombone a me personalmente è uno strumento che piace molto :lol: :lol:



Anche a me! :D :D :D
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Libertà?

Messaggioda pianogrande il 14/11/2010, 0:53

Però so suonare il pianoforte (il pianogrande???) quindi per favore... non sparare sul pianista
Flaviomob

Il Pianogrande è un posto bellissimo sugli Appennini tra le Marche e l'Umbria.
Immagino la sensazione che si potrebbe provare a suonare il pianoforte ammirando la fioritura estiva da qualche finestra di Castelluccio di Norcia.
Potrebbe essere terribilmente suggestivo. :)
Davanti a quegli spettacoli la cultura di destra di sinistra, tecnica, commerciale, classica, scientifica ........ si uniscono.
Ogni tanto, divaghiamo un po' che male non fa.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Libertà?

Messaggioda flaviomob il 14/11/2010, 1:05

Conosco molto bene l'Umbria, grazie anche a un po' di passione per il jazz, e non trovo parole per rendere giustizia alla sua bellezza. Le Marche invece non sono mai riuscito a visitarle...


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Re: Libertà?

Messaggioda franz il 14/11/2010, 11:00

flaviomob ha scritto:Ma vedi caro Franz devi toglierti un'illusione: il capitalismo non si autoregolererà mai.

A parte il fatto che a vedere bene è il mercato che oggetto di regolazione ed autoregolazione.
Il capitalismo se vuoi è solo un termine inventato dalla sinistra per definire un "brutto cattivo" da sconfiggere, per ora senza successo. Io parlo di mercato, e a mio avviso, il mercato deve essere regolato in alcuni punti e lasciato autregolarsi in altri.
Qui non è problama di illusioni ma di reltà , perché nei paesi in cui cosi' si fa si vive meglio rispetto a dove il mercato lo si regola troppo male.
Poi tutto puo' essere regolato meglio, ed è quello che normalmente si fa.
Le critiche da sinistra sono poco credibili perché l'unica cosa fatta è stata un "capitalismo di stato" che ha privato piu' di un miliardi dipersone delle libertà (di liberà si parla, vero?) ed è miseramente fallito sul piano economico.
La socieldemocrazia ha avuto invece il pregio di accettare pienmante il mercato affiancandolo a forti (ma onerosi) strumenti di ridistribuzione del reddito.
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Re: Libertà?

Messaggioda flaviomob il 14/11/2010, 11:44

Perché? Le politiche socialdemocratiche chi le avrebbe inventate? La destra? I democristiani?
E il modello cinese che a te, Franz, piace tanto, non è forse figlio di un sistema in cui esiste un unico partito, quello comunista? Censura di internet e reati di opinione, persecuzioni contro le minoranze tibetane e musulmane.
Basta che funzioni?


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Re: Libertà?

Messaggioda pierodm il 14/11/2010, 12:18

Ci manca soltanto cuccù-settete e tana libera tutti ...

Il capitalismo se vuoi è solo un termine inventato dalla sinistra per definire un "brutto cattivo" da sconfiggere

Sì, la mafia non esiste, è un'invenzione dei comunisti.
Poiché non ho nessuna voglia di perdere tempo e fare fatica a scrivere di mio, di fronte a queste amenità, cito soltanto quello che ho raccapezzato in cinque minuti, pregando che nell'eventuale replica il rimore di unghie sui vetri non sia troppo stridente da farci legare i denti.

Il termine capitalismo o economia di mercato si riferisce in genere a:
• Una combinazione di pratiche economiche, che venne istituzionalizzata in Europa, tra il XVII e il XIX secolo, che coinvolge in particolar modo il diritto da parte di individui e gruppi di individui che agiscono come "persone giuridiche" (o società) di comprare e vendere beni capitali (compresi la terra e il lavoro; vedi anche fattori della produzione) in un libero mercato (libero dal controllo statale).
• Un insieme di teorie intese a giustificare la proprietà privata del capitale, a spiegare il funzionamento di tali mercati, e a dirigere l'applicazione o l'eliminazione della regolamentazione governativa di proprietà e mercati
• Il sistema economico, e per estensione l'intera società, il cui funzionamento si basa sulla possibilità di accumulare e concentrare ricchezza in una forma trasformabile (in denaro) e re-investibile, in modo che tale concentrazione sia sfruttata come mezzo produttivo
• Regime economico e di produzione che nelle società avanzate viene a svilupparsi in periodi di crescita, riconducibile a pratiche di monopolio, di speculazione e di potenza.


Per chi volesse riflettere seriamente aggiungiamo:

Il capitalismo viene definito come un sistema economico e sociale in cui il capitale privato viene investito in attività economiche, stabilendo una separazione fra chi possiede i mezzi di produzione e chi offre la propria manodopera. Le caratteristiche essenziali sarebbero la libertà economica, la competitività e il libero mercato. Ma oggi nel mondo prevale davvero un modello con tali caratteristiche? Forse sarebbe più esatto sostenere che esistono più "capitalismi". Ne possiamo distinguere almeno due tipi: un tipo di capitalismo che chiameremo "teorico" e un altro definito capitalismo selvaggio o dei compari. Il capitalismo teorico coincide con la definizione classica del capitalismo quale sistema basato sull'imprenditoria privata. Il secondo tipo è stato definito "capitalismo dei compari" dall'economista Premio Nobel Joseph Stigliz [1], in riferimento al gruppo di imprese statunitensi che si appropriano delle risorse del paese e intascano grossi profitti. Le grandi imprese americane ricevono dal governo enormi somme, attraverso il Corporate Welfare. Spiega Stigliz:
Gli imprenditori generalmente sono contrari ai sussidi, tranne che per se stessi... il cosiddetto Corporate Welfare sembra quasi un omaggio delle abbondanti risorse del nostro paese. Le società minerarie, per esempio, possono sfruttare queste risorse praticamente per niente. Quando, nei primi anni dell'amministrazione cercammo di farle pagare, fummo messi in minoranza... Fino al 1993 avevamo concesso a titolo gratuito l'utilizzo delle nostre frequenze e le emittenti televisive e radiofoniche del paese, i magnati dei media, avevano costruito così le loro fortune. I progressi compiuti dalla teoria economica avevano dimostrato che era possibile indire delle gare di appalto e incamerare a nome e per conto dei cittadini americani il valore di queste risorse che appartenevano loro di diritto... Raggiungemmo un accordo con il capogruppo dei repubblicani al senato, Robert Dole, per introdurre una tassa a carico delle emittenti televisive per l'uso dello spettro e per un breve periodo sembrò che la cosa potesse andare in porto. Ma alla fine, la reazione dei media contro questo progetto riuscì a soffocarlo. [2]
L'élite americana del capitalismo selvaggio riceve sussidi dallo Stato, oppure, grazie alle loro lobby, ottiene sconti fiscali per milioni di dollari.
Questo tipo di capitalismo grava su tutti i cittadini, in quanto le ricchezze dell'élite dominante sono pagate dai cittadini.
Il capitalismo selvaggio o dei compari viene sostenuto dai governi americani in tutti i settori. Ad esempio, la guerra per il petrolio dell'Iraq è pagata dai contribuenti americani, ma i vantaggi dell'appropriazione dei pozzi petroliferi vanno alle grandi società petrolifere private come la General Electric e la Halliburton. Anche la ricerca scientifica negli Usa è spesso sovvenzionata con denaro pubblico, ma quando i ricercatori raggiungono un importante risultato, i capitalisti selvaggi possono brevettarlo e ottenere profitti privati da un investimento pubblico.
Nel capitalismo teorico c'è libertà imprenditoriale (basta avere il capitale) e l'imprenditore persegue il benessere materiale della propria famiglia e di riflesso anche della società. Nel capitalismo dei compari, invece, non c'è un obiettivo di benessere sociale, ma soltanto di accumulazione senza fine dei capitali. Cioè bisogna espandersi all'infinito, come se ciò fosse possibile. La ricchezza deve per forza aumentare, ma ciò non dovrà corrispondere al maggior benessere di tutte le persone, ma semplicemente all'aumento fine a se stesso del capitale finanziario. Come osservano gli studiosi del gruppo Marcuse:
La nostra organizzazione socioeconomica esige che la ricchezza prodotta non smetta di aumentare, anzi che aumenti sempre più velocemente. E' necessario che il tasso di crescita sia sempre superiore a quello dell'anno precedente. In tale contesto, una crescita "soltanto" costante della ricchezza nazionale costituisce un insopportabile rallentamento, di cui noi subiamo le conseguenze più o meno a breve termine, poiché le nostre risorse si riducono sempre più ai soli redditi monetari... un buon numero di evoluzioni, quali l'urbanizzazione e l'estensione del salariato, spesso percepite unilateralmente come progressi, hanno anche reso gli individui sempre più dipendenti da un movimento economico che è sempre più indipendente dai loro bisogni. [

...
Come la Sociologia o la Psicologia , anche se utilizza la matematica, non può dirsi una scienza "pura". Le "leggi" che possono emergere dalle analisi o dalle ricerche economiche hanno sempre un margine di arbitrio, devono essere sottoposte all'analisi empirica, e non possono assurgere a conoscenze assolute e immodificabili. Ritenere che la disoccupazione, la povertà o la guerra debbano per forza esistere significa abbracciare il modello economico che l'élite dominante ci presenta come unico possibile o come migliore. Essa esercita tutto il suo potere per fare in modo che il suo modello non venga messo in discussione da nessuno, nemmeno dagli stessi economisti. L'élite dominante assolda i propri "economisti" e assegna loro i posti più importanti nelle università, curandosi che soltanto determinate idee e teorie saranno diffuse.
Ad esempio, negli anni Ottanta e Novanta impose la cosiddetta "Scuola di Chicago", e dette fama a mediocri economisti, come Robert Lucas, disposti a sostenere che l'economia avesse una sua propria razionalità perfetta e in grado di garantire un perfetto equilibrio. Di conseguenza, non occorreva alcuna legge o intervento dello Stato. Secondo questa teoria, l'economia sarebbe come un'entità perfetta a sé stante, capace di una perfezione che nessun essere vivente possiede. Gli economisti della scuola di Chicago dovevano convincere tutti che era necessario "globalizzare" l'economia e distruggere il potere dei governi. Le tesi più insensate vennero sostenute da questi economisti, come spiega Walter Graziano:
Qualsiasi economista che non appartenesse (alla) corrente o che osasse rinnegarla era guardato poco meno che come un dinosauro... Se non avesse agito sotto l'ala protettrice di Chicago, con queste teorie Lucas avrebbe probabilmente suscitato grande ilarità... Secondo Lucas... se il governo non si immischia in faccende economiche si riuscirà facilmente a raggiungere un tasso pieno di occupazione... come per magia arriverà la piena occupazione... anche i migliori stipendi possibili per tutti i lavoratori di qualsiasi paese del mondo e di qualsiasi epoca.


Possiamo fermarci qui.
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Re: Libertà?

Messaggioda franz il 14/11/2010, 20:08

In effetti a leggerla tutta, la scheda di wikipedia, si nota che:

I significati di "capitalismo" [modifica]

La parola "capitalismo" è usata con molti significati differenti, a seconda degli autori, dei periodi storici, e talvolta del giudizio di valore che l'autore porta sull'organizzazione sociale vigente. Volendo trovare un comune denominatore alle diverse visioni, si può forse affermare che per capitalismo si intenda, generalmente e genericamente, il "sistema economico in cui i beni capitali appartengono a privati individui".

Va anzitutto distinta la nozione di "capitalismo" come fenomeno (cioè, come sistema politico-economico e sociale) dalla nozione di "capitalismo" come ideologia (la posizione che difende la "naturalità" o la "superiorità" di tale sistema, basato sulle competizioni di detentori di capitali privati).

Essendo un termine carico di significati diversi, esso ha rappresentato spesso uno spartiacque politico che ha diviso le posizioni ideali in fautori, oppositori e critici del capitalismo.

Alle diverse definizioni di "capitalismo" come sistema economico-sociale fanno spesso riscontro diverse definizioni di cosa sia il "capitale". Molto raramente gli autori hanno definito in modo esplicito l'uno o l'altro dei termini, e pertanto tali definizioni spesso (anche se non sempre) devono essere ricavate attraverso un'analisi critica del complesso dei loro testi.


Consiglio di leggerla tutta, la scheda: http://it.wikipedia.org/wiki/Capitalismo e soprattutto
la sezione Argomentazioni http://it.wikipedia.org/wiki/Capitalismo#Argomentazioni e quella Perché nessuno concorda sul significato di capitalismo? http://it.wikipedia.org/wiki/Capitalism ... talismo.3F

In pratica il capitalismo sarebbe, a seconda dei commentatori (critici o sostenitori) tutto ed il contrario di tutto.
Siamo quindi alla metafisica pura. Discutiamo di un concetto attorno alla cui definizione non c'è concordanza.
Pura perdita di tempo. Ed in effetti discutono di capitalismo soprattutto i suoi critici. I sostenitori sono troppo occupati (e meno che non siano in pensione) a fare business, affari, innovazione. Quelle cose che hanno come ricaduta il fatto che siamo qui a discutere di queste cose.

Mi permetto di parafrasare Giorgio Ruffolo: « Il capitalismo ha i secoli millenni contati »

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Re: Libertà?

Messaggioda franz il 14/11/2010, 20:16

flaviomob ha scritto:Perché? Le politiche socialdemocratiche chi le avrebbe inventate? La destra? I democristiani?
E il modello cinese che a te, Franz, piace tanto, non è forse figlio di un sistema in cui esiste un unico partito, quello comunista? Censura di internet e reati di opinione, persecuzioni contro le minoranze tibetane e musulmane.
Basta che funzioni?

La socialdemocrazia non mette in discussione il mercato e la proprietà privata (tra l'altro uno i diritti universali dell'uomo).
Il modello cinese in economia è ormai abbastanza libero, tranne alcuni limitazioni sulla proprietà privata. Non è certo un sistema economicamente comunista. Politicamente è una dittatura e le dittature sono tutte uguali. Non farei differenza tra una dittatura comunsta, una islamica, una fascista. Almeno pero' non sta affamando troppo il suo popolo, come la korea del nord o cuba. Penso che cadrà presto. Provo a scommettere, e spero di poter verificare di persone, che entro il 2020 la dittatura cinese sarà crollata. Ovviamente spero di vincere e spero che anche voi abbiate la mia stessa speranza.

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Re: Libertà?

Messaggioda pierodm il 15/11/2010, 14:30

In effetti a leggerla tutta, la scheda di wikipedia, si nota che:

Franz, la scheda leggitela tu, tutta o in parte, prima di metterti a dire barzellette in materia.
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Re: Libertà?

Messaggioda flaviomob il 16/11/2010, 1:52

Franz carissimo, qualche anno addietro sostenesti, su Gargonza, che la condizione necessaria allo sviluppo della democrazia, in uno stato, è la presenza di un sistema capitalista. Non hai parlato genericamente di libero mercato, sono sicuro. Hai utilizzato la parola precisa: capitalismo. Ora sostieni che con questo termine si può identificare tutto ed il contrario di tutto. Mettiti d'accordo con te stesso, per piacere :) :)


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