chango ha scritto:qui l'unico a menar il can per l'aia sei tu, che continui a mischiare tra loro cose diverse.
Guarda, ... ho la stessa opinione: continui a mischiare cose diverse.
Per affermare che una cosa è vietata, non serve una legge che stabilisca il vero.
Una legge che punisca chi nega l'olocausto non necessita di una legge che stabilisca quale è la verità storica.
Appunto perché sono due cose diverse. Che continui (non solo tu) ma mischiare.
Qui il problema è che si scontrano due principi di libertà.
E in questi casi sono le decisioni piu' difficili.
La libertà di parola, la libertà e la dignità di persone, popoli.
Io ritengo che la libertà del singolo vada limitata quando offende un interopopolo e la sua memoria storica.
Ma credo anche che il problema delle resistenze a questa legge sia un altro.
Io credo che qualcuno abbia paura che limitando la libertà di parola, dichiarando reato affermare che una cosa avvenuta non è avvenuta, si estenda poi il concetto ad altre cose.
Per prima cosa il reato di cui si parla è estremamente circoscritto e nei paesi in cui è stato introdotto questo non è diventato il cavallo di troia per altre estensioni.
In secondo luogo anche in Italia alcune "espressioni del libero pensiero" sono punite dalla legge.
Legge 13 ottobre 1975, n. 654
Articolo 3 comma 1
Salvo che il fatto costituisca più grave reato, anche ai fini dell'attuazione della disposizione dell'articolo 4 della convenzione, è punito:
«a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;»
b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, ISTIGA a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi;