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Sentenza shock della giustizia italiana

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Sentenza shock della giustizia italiana

Messaggioda franz il 25/10/2010, 8:46

La vita di un operaio albanese
vale meno di quella di un italiano


Torino, sentenza shock: morì sul lavoro, risarcimento ridotto. Ai familiari una somma dieci volte inferiore. All'uomo deceduto addebitato anche il 20% di concorso di colpa nella propria morte
di ALBERTO CUSTODERO

ROMA - L'operaio morto è albanese. Ma la sua vita vale meno di quella di un italiano. Ai suoi familiari, che vivono in Albania, "area ad economia depressa", va un risarcimento di dieci volte inferiore rispetto a quello che toccherebbe ai congiunti di un lavoratore in Italia. Altrimenti madre e padre albanesi otterrebbero "un ingiustificato arricchimento". Questa gabbia salariale della morte, ispirata al criterio del risarcimento a seconda del Paese di provenienza del deceduto sul lavoro, è contenuto in un sentenza shock del Tribunale di Torino. Il giudice civile, Ombretta Salvetti, richiamandosi ad una sentenza della Cassazione di dieci anni fa, ha dunque deciso di "equilibrare il risarcimento al reale valore del denaro nell'economia del Paese ove risiedono i danneggiati". Dopo aver addebitato all'operaio deceduto il 20% di concorso di colpa nella propria morte, la dottoressa Salvetti ha riconosciuto a ciascun genitore residente in Albania la somma risarcitoria di soli 32mila euro. Se l'operaio fosse stato italiano, sarebbero state applicate le nuove tabelle in uso presso il Tribunale di Torino dal giugno 2009 in base alle quali a ogni congiunto dell'operaio morto sarebbero stati riconosciute somme fino a dieci volte superiori (fra 150 e 300 mila euro).

Questa sentenza destinata a fare discutere in un mondo del lavoro nel quale la presenza di lavoratori stranieri è sempre più alta, è stata criticata da uno dei massimi esperti di diritto civile, l'avvocato Sandra Gracis. "In base a questo criterio del Tribunale torinese - spiega il legale - converrebbe agli imprenditori assumere lavoratori provenienti da Paesi poveri, perché, laddove muoiano nel cantiere, costa di meno risarcire i loro congiunti". "Ma ribaltando la situazione - aggiunge l'avvocato Gracis - che cosa sarebbe successo se il dipendente morto fosse stato del Principato di Monaco, oppure degli Emirati? Il risarcimento ai genitori sarebbe stato doppio o triplo rispetto a quello per un italiano?".

Secondo Sandra Gracis, "il giudice torinese s'è rifatto al una sentenza della Cassazione del 2000 peraltro non risolutiva, ignorando che la Suprema Corte, appena un anno fa, ha affermato che la "tutela dei diritti dei lavoratori va assicurata senza alcuna disparità di trattamento a tutte le persone indipendentemente dalla cittadinanza, italiana, comunitaria o extracomunitaria". Già nel 2006 la Cassazione aveva stabilito che "dal punto di vista del danno parentale, non conta che il figlio sia morto a Messina o a Milano, a Roma in periferia o ai Parioli. Conta la morte in sé, ed una valutazione equa del danno morale che non discrimina la persona e le vittime né per lo stato sociale, né per il luogo occasionale della morte".

(25 ottobre 2010)
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Re: Sentenza shock della giustizia italiana

Messaggioda pianogrande il 25/10/2010, 12:16

Lo trovo neanche tanto "shok"
Le componenti dovrebbero essere due.
Danno morale e danno materiale.
Chissà che non si riesca a calcolare anche la differenza di danno morale per i diversi paesi o caso per caso.
Ad esempio, dove la famiglia è di otto figli rispetto ad un figlio unico?
La mia è solo amara ironia.
Chi è addetto a fare di questi "calcoli" che pure, secondo me, vanno fatti perché un numero può solo uscire da un calcolo, non lo invidio proprio.
L'alternativa sarebbe che la legge stabilisca una cifra fissa.
Tra i tanti che mi hanno insegnato a fare il "tecnico" qualcuno mi ha detto che il problema vero non è saper calcolare ma procurarsi i dati giusti (cosa estremamente più ardua).
Sicuramente tutti i dati che riguardano ogni singola vita (altro che da paese a paese) non li potremo mai conoscere.
A livello preventivo, vorrei tanto che il datore di lavoro avesse da inserire nei suoi calcoli un dato fortemente (ma fortemente!) punitivo.
Dato che coinvolga sia l'aspetto economico che penale.
I sistemi e le procedure di sicurezza esistono.
Chissà che non ci scappi qualche morto in meno.
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Re: Sentenza shock della giustizia italiana

Messaggioda franz il 25/10/2010, 13:23

pianogrande ha scritto:Sicuramente tutti i dati che riguardano ogni singola vita (altro che da paese a paese) non li potremo mai conoscere.
A livello preventivo, vorrei tanto che il datore di lavoro avesse da inserire nei suoi calcoli un dato fortemente (ma fortemente!) punitivo.

Non credo che servirebbe. Ognuno di noi per esempio potrebbe (spero veramente che non succeda mai) investire qualcuno con la macchina ed ucciderlo. Il caso è lo stesso (considerando che potremmo essere sobri come ubriachi, attentissimi come distratti, prudentissimi oppure sfrecciare a 120km all'ora in città). Il caso è lo stesso perché potremmo investire l'albanese di 84 anni cosi' come stroncare il futuro del giovane ing trentenne, con moglie e due figli, promessa delle nuove tecnologie che salveranno il mondo. Ed il risarcimento, stando alla prassi attuale, varia di caso in caso. Ma proprio perché puo' succedere, siamo obbligatoriamente assicurati. Non è il datore di lavoro che paga in prima persona i calcoli che il giudice fa.
Paghiamo un premio assicurativo obbligatorio. Sarà l'assicurazione a pagare la cifra chiesta dal giudice, sia nel caso dell'infortunio stradale sia su quello sul lavoro. È quindi l'assicurazione a cercare di pagare il meno possibile.
Il datore di lavoro inserisce in contabilità solo il calcolo del premio. Cosi' come noi nei conti annuali inseriamo solo il premio assicurativo e lo paghiamo in ogni caso. Se poi facciamo troppi sinistri ci aumenta il premio ma non credo che questo valga nel campo dell'antifortuniscita sul lavoro. Li mi pare ci si regola sui comparti: come a dire "miniere" è un rischio dverso da "ufficio pubblico". In realtà ci si fa piu' male a casa che sul lavoro e gli infortuni piu' gravi non avvengono nei posti di massimo periocolo (perché siamo piu' attenti) ma dove meno te lo aspetti.

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Re: Sentenza shock della giustizia italiana

Messaggioda pianogrande il 25/10/2010, 17:49

Be' Franz.
Sul penale, intanto, non c'è assicurazione che tenga.
La responsabilità penale è individuale.
Sul discorso economico, in parte può agire il penale con multe sulle quali non lo so se ci si possa assicurare.
Inoltre, l'azienda, a seguito di un grave incidente, può essere vivisezionata e costretta ad eseguire tutti gli adeguamenti del caso con verifica da parte della magistratura.
Il solo timore di un pelo e contropelo del genere, farebbe drizzare le orecchie a tantissimi.
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Re: Sentenza shock della giustizia italiana

Messaggioda franz il 25/10/2010, 20:24

pianogrande ha scritto:Be' Franz.
Sul penale, intanto, non c'è assicurazione che tenga.
La responsabilità penale è individuale.
Sul discorso economico, in parte può agire il penale con multe sulle quali non lo so se ci si possa assicurare.
Inoltre, l'azienda, a seguito di un grave incidente, può essere vivisezionata e costretta ad eseguire tutti gli adeguamenti del caso con verifica da parte della magistratura.
Il solo timore di un pelo e contropelo del genere, farebbe drizzare le orecchie a tantissimi.

Sicuramente la responsabilità penale è diversa dalla civile.
Ma per fare un esempio, io sono assicicurato anche per colpa grave, quindi l'assicurazione paga anche se passo col rosso o brucio uno stop. Questo perchè i casi di colpa grave (qui) sono rari. Se fossero il 100% dei casi, nessuno li assicurerebbe.
Quindi molto dipende dal contesto. Quello che dici su quello che dovrebbe fare un azienda a seguito di un grave incidente, è paradossale. Un'azienda DEVE essere SEMPRE vivisezionata e costretta ad eseguire tutti gli adeguamenti IN OGNI CASO, non solo dopo un incidente.

Franz
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Re: Sentenza shock della giustizia italiana

Messaggioda pianogrande il 25/10/2010, 23:13

Quello che dici su quello che dovrebbe fare un azienda a seguito di un grave incidente, è paradossale. Un'azienda DEVE essere SEMPRE vivisezionata e costretta ad eseguire tutti gli adeguamenti IN OGNI CASO, non solo dopo un incidente
Franz

Come non essere d'accordo?
Le centinaia di morti all'anno dimostrano, purtroppo, che non è così.
Anche qui, da qualche parte bisogna (bisognerebbe) cominciare.
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