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Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

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Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda franz il 24/10/2010, 17:55

Fiat, Marchionne all'attacco
"Non un euro di utile fatto in Italia"


Dura presa di posizione dell'amministratore delegato del Lingotto intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa: "L'azienda potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia". Poi smentisce un suo impegno in politica: "Io faccio il metalmeccanico"

A "CHE TEMPO CHE FA"
Marchionne: "Senza l'Italia
la Fiat potrebbe fare di più"
"Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo arriva dal nostro paese", ha spiegato. L'Ad del Lingotto ha smentito di voler "scendere in politica": "Io faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori".

Marchionne: "Senza l'Italia la Fiat potrebbe fare di più" Marchionne a "Che tempo che fa"

ROMA - "La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia". E' quanto ha detto l'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne, ospite della trasmissione "Che tempo che fa", condotta da Fabio Fazio.
"Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 - ha concluso - arriva dall'Italia. La Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre".

"L'Italia è al 118/mo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48/mo posto per la competitività del sistema industriale". ha aggiunto Marchionne. "Siamo fuori dall'Europa e dai Paesi a noi vicini - ha proseguito - il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni e negli ultimi 10 anni l'Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, non è colpa dei lavoratori".
Guardando alla classifica indicata, il manager ha commentato: "non possiamo ignorarla, qualcosa bisogna fare, perchè non c'è nessuno straniero che investe qui". "Gli attacchi verso la Fiat di questi giorni - ha aggiunto - sono fuori posto e non aiutano a richiamare investimenti nel nostro paese dall'estero ".

Marchionne ha poi smentito le voci che lo indicavano pronto a "scendere in politica". "Ma scherziamo? Io faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori", ha detto rispondendo ad una domanda. "Leggo il giornale tutti i giorni alle 6 - ha proseguito Marchionne a cui era stato chiesto di spiegare la recente affermazione secondo cui in Italia erano state aperte tutte le gabbie ed erano scappati tutti gli animali - ne escono di tutti i tipi, c'è una varietà di orientamenti politici e sociali incredibile, tutti parlano e non si capisce dove va il Paese". Tuttavia in questa situazione Marchionne ritiene che "si può avere fiducia nell'Italia, credo di sì, ci sarebbero soluzioni più facili, ma credo che sia possibile costruire qui una condizione diversa, sennò non mi sarei mai impegnato".

L'Ad della Fiat ha parlato anche delle vertenze in corso e in particolare della questione "pause". Il sistema di 3 pause ogni 10 minuti anzichè 2 da venti proposto per Pomigliano e Melfi è "già applicato a Mirafiori". "Fa parte degli sforzi - ha aggiunto Marchionne - per ridisegnare il processo di produzione, e i 10 minuti che si perdono sono pagati". Il Gruppo Fiat è pronto a portare i salari degli operai "ai livelli dei Paesi che ci circondano".

Commentando la recente proposta di accorciare le pause di lavoro nello stabilimento di Melfi, Marchionne ha ricordato che si tratta di un progetto "disegnato per dare all'Italia la capacità di poter competere con i Paesi da cui siamo circondati. In cambio - ha proseguito - sono disposto a portare il salario dei dipendenti ai livelli dei Paesi che ci circondano". La situazione, ha poi precisato, "cambierà se arriveremo ai livelli competitivi degli altri". "Stiamo cercando - ha aggiunto - di creare le condizioni per aumentare questi 1.200
euro e il dialogo con i sindacati è assolutamente chiaro su questo".

Marchionne ha poi ricordato che "colmare il divario con gli altri Paesi" per la Fiat è "un compito" per il quale però serve "la collaborazione di tutti". "Quando tre operai - ha detto, ricordando la vicenda di Pomigliano - fermano la produzione è anarchia e non democrazia".

(24 ottobre 2010) http://www.repubblica.it


L MASSAGGIO: «Non possiamo gestire in perdita le nostre fabbriche per sempre»
Marchionne: «Senza l'Italia
Fiat farebbe meglio»
L'ad del Lingotto da Fazio: «Non un euro di utile dal nostro Paese nel 2010»

IL MASSAGGIO: «Non possiamo gestire in perdita le nostre fabbriche per sempre»

Marchionne: «Senza l'Italia
Fiat farebbe meglio»

L'ad del Lingotto da Fazio: «Non un euro di utile dal nostro Paese nel 2010»

MILANO - «Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia». È quanto ha detto l'ad del lingotto Sergio Marchionne ospite della trasmissione Che tempo che fa, condotta da Fabio Fazio e in onda domenica sera. Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 - ha concluso - arriva dall'Italia: «Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre».

«IO FACCIO IL METALMECCANICO» - «Io in politica? Scherziamo? Faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori». Ha detto ancora l'ad del Lingotto conversando con Fazio. E sulla polemica per la riduzione delle «pause» dei lavoratori delle fabbriche italiane ha voluto spiegare che il nuovo sistema di pause proposto da Fiat per lo stabilimento di Melfi «è già applicato a Mirafiori. Non è niente di eccezionale - ha spiegato - fa parte degli sforzi fatti per ridisegnare il sistema di produzione».

24 ottobre 2010 www.corriere.it
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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda franz il 24/10/2010, 23:12

Marchionne: qui utili zero, ma se mi lasciano fare Fabbrica Italia posso aumentare gli stipendi Fiat
di Paolo Bricco

Il più zuccheroso conduttore della Tv italiana, amato dai bambini, dagli anziani e dalla sinistra tutta, alle prese con il manager più rude e diretto, affamatore di Pomigliano e di Melfi nella vulgata della sinistra stessa, area sentimentale Pd e area operaista tosta à la Fiom-Cgil. A "Che tempo che fa" Fazio Fazio ha intervistato Sergio Marchionne. E, come da consueto registro stilistico televisivo e con il garbo dell'antico ragazzo che si è diplomato al liceo Chiabrera di Savona, Fazio ha subito cercato di mettere a suo agio Marchionne: «Uno dei massimi manager mondiali…tutti lo attendono…ci chiediamo come mai abbia scelto di accettare il nostro invito…».

Il manager italo-canadese, che oltre all'ormai tradizionale maglioncino blu si è presentato in studio dimagritissimo (dopo la registrazione racconterà di essere a dieta ferrea, niente carboidrati, niente vino e niente dolci), ha riconosciuto un attestato di stima al conduttore televisivo: «Sono venuto qui, perché qui si può parlare in pace». Quindi, da parte di Fazio, subito un'altra apertura favorevole a Marchionne, genere Stachanov dei mercati globali: «Ma è vero che lavora venti ore al giorno?». Al che perfino l'amministratore della Fiat ha precisato che no: «Diciotto, sì. Mi chiede perché lo faccio? Per senso del dovere». E, dopo un breve passaggio sulla sua formazione culturale da giovane («ho studiato filosofia, perché è la filosofia che permette di porsi in relazione con l'uomo. Il resto, dalla tecnica all'industria all'economia, viene dopo»),

Marchionne ha ricordato i tratti essenziali del suo progetto: Fabbrica Italia vale 20 miliardi di investimenti, ma per renderlo operativo ci vuole la piena governabilità degli stabilimenti e dei processi industriali. Dunque, un atteggiamento diverso da parte dei sindacati, che consenta di migliorare le condizioni di contesto. Che, in Italia, non sono buone né per la Fiat, né per qualunque altro operatore. «L'Italia è al centodiciottesimo posto su centotrentanove per efficienza del lavoro ed è al quarantottesimo posto per la competitività del sistema industriale.

«Negli ultimi dieci anni il nostro paese non ha saputo reggere il passo con gli altri. Non c'è nessuno straniero che investe qui. E gli attacchi verso la Fiat di questi giorni non aiutano a richiamare investimenti dall'estero». A questo proposito, è entrato nel merito delle ultime vicende: «Guardate che il sistema di tre pause ogni 10 minuti, anziché due da venti minuti, proposto per Pomigliano e Melfi, è già applicato a Mirafiori. Fa parte degli sforzi per ridisegnare il processo di produzione. E, poi, i dieci che si perdono sono pagati».

Quindi, giusto per ricordare quali sono i termini puramente bilancistici della questione, Marchionne ha sottolineato una cosa in sé e per sé molto spiacevole: «Quest'anno abbiamo annunciato che faremo oltre 2 miliardi di utile operativo. Guardate che nemmeno un euro è fatto in Italia. Io sto dicendo che, se dovessi togliere la parte italiana, la Fiat farebbe meglio». Per chiarire bene i termini della questione: «Non posso gestire una divisione in perdita per sempre». Finora, nessuna scelta letale per il nostro paese è stata presa: nel senso che, andando contro i consigli dei suoi collaboratori, Marchionne ha deciso di investire su Pomigliano, riportando in Italia la produzione di un modello, la nuova Panda, la cui produzione era prevista in Polonia. Una scelta di responsabilità sociale: «Pensate alla camorra e al disastro di una chiusura».

Anche se non si può chiedere a un gruppo privato di compiere sempre e soltanto scelte antieconomiche. A Fazio, che con un tono da amarcord ricordava come quando lui era piccolo tutte le macchine in circolazione fossero Fiat, ha detto di rifiutare l'equazione Fiat-azienda semistatale: il passato è archiviato, i rapporti fra mano pubblica e aziende automobilistiche sono sempre esistiti (si vedano i soldi di Obama per Chrysler e della Bei per lo stabilimento di Fiat in Serbia), l'importante è che i debiti si ripaghino e che si abbia un rapporto equilibrato con gli stati. A questo proposito ha aggiunto: «Qualsiasi debito verso lo stato italiano è stato ripagato, non voglio ricevere un grazie, ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria. Gli incentivi? Vanno a vantaggio del consumatore. E, poi, sette auto su dieci sono straniere. Dunque hanno riguardato tutti i produttori».

Poi, dopo avere scherzato sul fatto che nel nostro paese la malattia della politica contagia molti imprenditori («io in politica? Scherziamo? Faccio il metalmeccanico: produco auto, camion e trattori»), è entrato nel merito dell'Italia come piattaforma produttiva: «La proposta che abbiamo fatto è dare alla rete industriale di Fiat la capacità di competere con i paesi vicini a noi. In cambio io sono disposto a portare il salario dei dipendenti al livello degli altri. Il salario cambierà se cambierà il sistema di produzione in Italia. Può darsi che sia un cambiamento difficile da sopportare, ma vogliamo migliorare i 1.200 euro di stipendio dei nostri dipendenti». A Pomigliano, per esempio, l'aumento lordo del salario è intorno ai 3.500 euro, con un orario settimanale che, inclusi gli straordinari, è pari a 34 ore. In questo, il rapporto con il sindacato italiano è un problema: «Serve un progetto condiviso. Non posso accettare che tre persone mi blocchino un intero stabilimento. Questa è anarchia, non è democrazia».

Quindi, ha aggiunto: «Oltre la metà dei nostri dipendenti non è iscritta a un sindacato. Solo il 12,5% dei dipendenti è iscritto alla Fiom». Specificando poi che «a Pomigliano abbiamo cercato di assegnare la responsabilità della gestione di uno stabilimento ai sindacati, per gestire insieme a loro le anomalie. Quando il 50% dei dipendenti si dichiara ammalato in un giorno preciso dell'anno, vuol dire che c'è una anomalia». Fazio, con quell'aria studiata da passante spaesato e un po' timido, gli ha chiesto quale sia questo giorno. E Marchionne ha avuto buon gioco a rispondere: «Dipende da che partita di calcio c'è».

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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda Robyn il 25/10/2010, 16:59

l'ad Fiat dice che non vuole aiuti.Esistono settori che necessitano di ampi e numerosi investimenti per essere competitivi quindi non vedo dove sia lo scandalo della partecipazione pubblica agli investimenti.Questi però non vanno dati come incentivi ma per innovazioni investimenti formazione ,perche rimangono.Non vedo dove sia lo scandalo degli aiuti,non vedo perche debbano essere bocciati come assistenzialismo o aiuti di stato ciao robyn
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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda matthelm il 25/10/2010, 17:10

Se una cosa si può dire di Marchionne è che dice chiaramente quello che pensa.
E' "politicamente scorretto" ed a me piace soprattutto per questo.
Gli ipocriti si stracceranno le vesti ma bisogna misurarsi sulla dura realtà italiana che descrive.
"L'uomo politico pensa alle prossime elezioni. Lo statista alle prossime generazioni".
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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda ranvit il 25/10/2010, 18:59

Marchionne ha ragione.
Punto.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda franz il 25/10/2010, 20:28

Robyn ha scritto:l'ad Fiat dice che non vuole aiuti.Esistono settori che necessitano di ampi e numerosi investimenti per essere competitivi quindi non vedo dove sia lo scandalo della partecipazione pubblica agli investimenti.Questi però non vanno dati come incentivi ma per innovazioni investimenti formazione ,perche rimangono.Non vedo dove sia lo scandalo degli aiuti,non vedo perche debbano essere bocciati come assistenzialismo o aiuti di stato ciao robyn

Marchione ha detot una cosa diversa. Non che non vuole sldi ma che non vuole interferenze.
perché se presto soldi ad un'azienda comprandone le azioni ho diritto di voto ma in caso diverso (per esempio obbligazioni o aiuto di stato) non devo interferire con il management. Lo stato italiano invece ha interferito massicciamente, imponendo in canbio la costruzione di stabilimenti in luoghi che si sono dimostrati deficitiari e quindi hanno prodotto nei bilanci provati buchi ben maggiori di quanto elargito.
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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda Robyn il 25/10/2010, 20:38

Infatti la logica dello scambio è sbagliata.Intendevo dire che se hai bisogno,<ti aiuto>.E' sbagliato dire che il contribuennte italiano ha salvato la Fiat.La Fiat come altri tipi di aziende avranno sempre bisogno della partecipazione pubblica agli investimenti perchè necessitano di ampi e numerosi investimenti per essere competitive,ma non vanno dati più ad incentivi perche con gli incentivi strutturalmente non rimane niente.Il problema di un nuovo modello contrattuale è una cosa che stà sù un altro piano ma si collega volendo o non volendo alle innovazioni di prodotto agli investimenti alla ricerca.Mi ripeto:se hai bisogno,io "ti aiuto".E' la logica della solidarietà e senza solidarietà il paese non cresce ciao robyn
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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda flaviomob il 26/10/2010, 14:20

Il signor Marchionne dimentica che l'Italia è il primo mercato per i 'suoi' autoveicoli. Nessuno ha obbligato Fiat ad accettare aiuti di stato per impiantare fabbriche meno produttive delle altre. Eppure Fiat gli aiuti se li he beccati anche quando non impiantava proprio un bel niente, anzi smantellava, e continua a beccarli in USA e mezz'Europa... Perché, intanto, Volkswagen incrementa gli utili (con partecipazioni della regione e dei lavoratori nei processi decisionali) ottenendo un risultato molto migliore di Fiat?


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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda franz il 26/10/2010, 15:42

flaviomob ha scritto:Il signor Marchionne dimentica che l'Italia è il primo mercato per i 'suoi' autoveicoli. Nessuno ha obbligato Fiat ad accettare aiuti di stato per impiantare fabbriche meno produttive delle altre. Eppure Fiat gli aiuti se li he beccati anche quando non impiantava proprio un bel niente, anzi smantellava, e continua a beccarli in USA e mezz'Europa... Perché, intanto, Volkswagen incrementa gli utili (con partecipazioni della regione e dei lavoratori nei processi decisionali) ottenendo un risultato molto migliore di Fiat?

Perché fa macchine migliori?
In 40 anni ho comprato (in sequenza) FIAT, Alfa Romeo, Lancia, Audi, Audi, Opel, VW.
Delle ultime 4 sono soddisfatto. Delle prime tre un po' meno.
La FIAT in cambo degli aiuti ha dovuto impiantare fabbliche nel deserto, che ancora oggi non rendono.
Non è colpa nostra, chiaramente. Era la DC di allora, ma tutti stavano zitti. MI pare.

Franz
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Re: Marchionne: «Senza l'Italia Fiat farebbe meglio»

Messaggioda flaviomob il 26/10/2010, 16:00

Beh la Fiat non era obbligata a impiantare fabbriche ne' lo Stato era obbligato a elargire aiuti. Poi mi pare che Melfi, p.e., funzioni molto bene. Fiat deve puntare su qualità ed innovazione e pretendere dal governo politiche industriali serie e lungimiranti, piuttosto che lodi vari...


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