da pierodm il 13/10/2010, 17:36
Hai voglia di analizzare e di spiegare ...
Hai ragione, io per esempio sono al limite, ma qual è l'alternativa?
Qualunque alternativa significherebbe che hanno vinto loro: poco male, se fosse un gioco, ma non è un gioco.
Mi sembra che si vuole "una testa" a tutti i costi
Certo. E' una vecchia, vecchissima storia. Fa parte della commedia dell'arte della politica fin dal tempo dei faraoni, e ne abbiamo notisimi precedenti nella storia di Roma: nel secolo caotico nel quale la repubblica si è trasformata in dittatura imperiale le sommossse e le repressioni, i Catilina e i Cicerone, i Mario e i Silla, i tumulti del Foro e i senatori opportunisti che cavalcavano l'interesse del momento si sono succeduti al ritmo in cui zampillano i pop corn.
Ancora oggi la figura e il ruolo rispettivamente di Catilina e di Cicerone non sono riconosciuti in modo ben definito e unanime, per non parlare del Bruto più famoso: un assassino o un patriota?
Quello che è certo è che da allora fino ai giorni nostri usare episodi di violenza per costruire mostri, e per dare a questi mostri la faccia del proprio nemico politico è una pratica tanto usuale da essere diventata banale: ma funziona sempre, perché c'è sempre una vasta platea di gente che ha lo stesso nemico politico, o che è abbastanza stupida, o ignorante, o disinformata da fare da cassa di risonanza a questo genere di propaganda.
E' precisamente questo tipo di propaganda, questo genere di interessi pelosi, che genera l'irrazionalità politica e un surplus di scontri sociali: fabbricare mostri, prendendo a pretesto un comportamento semplicemente censurabile (fatti salvi i casi in cui tale comportamento non sia totalmente inventato) ha come conseguenza di annichilire un esame attento e serio dei fatti, e di offuscare le eventuali, vere responsabilità di chi mostro non è ma ha pure qualche colpa da definire: quello che conta è la grancassa, la possibilità di portare in corteo non un "ragionamento" (che sulla plebe non fa effetto) ma il carro allegorico e trionfale del monstrum.
Una tattica di questo genere induce ad una risposta altrettanto forte, induce allo scontro irragionevole, al confronto sociale come continua ordalia, dato che anche il più paziente e il più ragionevole degli attori sociali o politici non può tollerare di assumere sembianze mostruose fabbricate ad arte.
La degerazione dello scontro, però - si badi bene - non è una conseguenza casuale, ma un obiettivo ben determinato: il giochetto del mostro serve generalmente proprio a questo, a far degenerare il confronto in modo da giustificare l'avvento di una "mano dura", che faccia piazza pulita di questioni sospese alle quali la poltica ordinaria non si ritiene che sia in grado di dare soluzioni - o almeno, non soluzioni gradite a chi promuove la manfrina.
Non è un caso, infatti, che questo genere di espedienti politici sia proprio di periodi tumultuosi di cambiamento di regime, e che sia in genere adottato da parte di chi detiene il potere.
Tutto ciò fa parte di una lettura notoria e, per così dire, elementare della storia. Una lettura che dovrebbe essere universalmente acquisita.
Ma certo è prefeibile, per molti, stare dietro alla polemichetta con la sinistra, la CGIL e magari perfino con gli occasionali avventori dello stesso bar, quali siamo noi, o forse è semplicemente preferibile approfittare dell'occasione per regolare - nel proprio piccolo - i conti con qualcuno antipatico, con qualche sigla che sta da anni e anni sullo stomaco.
Del resto nemmeno questa è una novità, che al seguito dei drappelli di armigeri che procedevano ad arresti e prescrizioni, c'era sempre una turba di predatori, di sicari, di delatori e di opportunisti, dediti a regolare conticini personali, fosse pure soltanto a sputare addosso o a dare qualche calcio al "mostro" che veniva portato via in catene.