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Fascisti rossi

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Fascisti rossi

Messaggioda matthelm il 08/10/2010, 11:42

Non ho voglia di ricominciare dalla A.
Il senso della discussione è che chi si comporta da delinquente è un delinquente e in questo caso, se posso!, è un fascista rosso! e non è sicuramente la prima volta ...e la storia ce lo insegna.
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Re: Fascisti rossi

Messaggioda flaviomob il 08/10/2010, 16:05

L'associazione tra persone che violano la legge e la FIOM è strumentale, inaccettabile, provocatoria e costituisce la solita strumentalizzazione delle violenze per portare acqua al proprio mulino: un atteggiamento piuttosto vile ed ambiguo: si pesca e si sguazza nel torbido. Meglio ragionare con argomenti un po' più solidi e fondati, almeno qui. Non siamo 'Il Giornale', spero.


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Re: Fascisti rossi

Messaggioda matthelm il 08/10/2010, 16:38

Non c'è bisogno di cercare l'associazione Fiom e chi compie atti di puro tempismo.
C'è già ed è evidente come una casa a tutti quelli che non hanno i paraocchi ideologici. E l'argomentare "...strumentale, inaccettabile, provocatoria e costituisce la solita strumentalizzazione delle violenze per portare acqua al proprio mulino..." è tipico di chi legge il Giornale o il Manifesto.
Gradirei invece che mi si documetasse la condanna netta da parte della Fiom dei già numerosi atti delinquenziali in oggetto.
La Cgil qualcosa ha detto ma con cautela. E il resto è indifendibile e tipico di atteggiamenti di "soccorso rosso" vecchi e quelli si strumentali.
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Re: Fascisti rossi

Messaggioda ranvit il 08/10/2010, 16:40

No, per fortuna non siamo Il Giornale.....ma indubbiamente l'esasperato isolazionismo della Fiom (del resto bacchettata anche dalla stessa Cgil), ha contribuito ad invelenire eccessivamente l'aria che si respira intorno al sindacalismo italiano.

Per il resto i delinquenti sono delinquenti....e ci sono sia a destra che a sinistra.

Vittorio
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Re: Fascisti rossi

Messaggioda franz il 10/10/2010, 9:40

ranvit ha scritto:Per il resto i delinquenti sono delinquenti....e ci sono sia a destra che a sinistra.

Certo, ed i fascisti sono fascisti, che siano a destra come a sinistra.
Naturalmente molto dipende da come si definisce il fascismo, sul piano non solo politico ma comportamentale (squadristico).
In quel caso si definisce "fascista" non tanto chi si richiama espressamene al ventennio, ma chi usa i metodi squadristi, violenti, della repressione degli avversari, degli attacchi alle loro sedi. Metodi appunto delinquenziali ma che applicati alla politica si tingono di fascismo.
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Re: Fascisti rossi

Messaggioda flaviomob il 11/10/2010, 17:25

A volte chi vive nascosto dietro ai propri paraocchi ideologici ritiene che siano solamente gli altri ad averli. Liberissimo di farlo, naturalmente, e di non mettere mai in discussione il proprio pensiero.


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Re: Fascisti rossi

Messaggioda franz il 11/10/2010, 18:10

flaviomob ha scritto:A volte chi vive nascosto dietro ai propri paraocchi ideologici ritiene che siano solamente gli altri ad averli. Liberissimo di farlo, naturalmente, e di non mettere mai in discussione il proprio pensiero.

Chi porta i paraocchi forse non li vede, ma vede quelli degli altri. E viceversa.
Allora la domanda è: chi parla di fascisti rossi (tema che non ho inserito io per primo ma che mi vede abbastanza d'aaccordo) secondo te porta i paraocchi oppure ha un po' di ragione?
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Re: Fascisti rossi

Messaggioda Iafran il 11/10/2010, 18:22

http://temi.repubblica.it/micromega-onl ... nazionale/
Verso il 16 ottobre
Tiro alla Fiom, sport nazionale

di Paolo Flores d’Arcais, il Fatto Quotidiano, 8 ottobre 2010

La Fiom è sotto tiro, contro l’organizzazione dei metalmeccanici e contro i suoi dirigenti è iniziata una vera e propria campagna di criminalizzazione. Siamo ormai alle velate accuse di proto-terrorismo, mentre quelle di violenza e di squadrismo si sprecano. Il pretesto sono due episodi avvenuti a Roma e a Merate (provincia di Lecco) due giorni fa. Ma il “la” era stato già dato in precedenza dal Corriere della Sera con un articolo in prima pagina di Dario Di Vico (ex dirigente della Uil ed ex vicedirettore del quotidiano) dall’appetitoso titolo “La Fiom e la strategia delle uova”, nel quale si addebitavano senza tante distinzioni a Maurizio Landini e all’organizzazione che dirige la responsabilità di “ripetuti assalti alle sedi della Cisl” (a Treviglio e a Livorno).

Ora, è ben noto che “le parole sono pietre” e parlare di “assalti a sedi sindacali” significa rievocare lo squadrismo di Mussolini che devastava con gli opimi finanziamenti degli agrari gli ultimi ridotti delle organizzazioni dei lavoratori. Ma tutto quello che è stato invece imputato ai lavoratori di Treviglio, perfino secondo la ricostruzione unilaterale della Cisl, è un lancio di uova dai trenta metri di “debita distanza” cui li teneva un cordone di polizia. Quale “assalto” si possa compiere in tali condizioni è più enigmatico della sfinge. Stessa storia per l’analogo episodio a Livorno.

Quando la verità raccontata è di parte

Quanto a Merate, “le cose sono andate in tutt’altro modo” come ha spiegato puntualmente il segretario generale della Fiom Lombardia, Mirco Rota (noto oltretutto come esponente dell’ala più moderata del sindacato): “Fosse vera l’irruzione nella sede Cisl, si tratterebbe di un atto gravissimo. Ma a Merate le cose sono andate in tutt’altro modo. Lo dicono i fatti, non la Fiom. Attorno alle 10, quattro lavoratori – tra i quali due delegati della Fiom – si sono presentati davanti alla sede della Cisl. Dopo aver preavvisato le forze dell’ordine, due di loro – sotto gli occhi della forza pubblica – sono entrati nei locali e hanno consegnato un volantino. Gli altri due sono rimasti all’esterno. La storia è finita. Non abbiamo altro da aggiungere, se non il nostro profondo dissenso verso qualunque forma di protesta non civile, sbagliata e dannosa”.

A Roma, poi, l’estraneità della Fiom alle scritte che hanno imbrattato la sede Cisl è addirittura conclamata, visto che tali scritte sono firmate “Action diritti in movimento” (sigla enigmatica, ma certamente non Fiom) e che Maurizio Landini ha condannato “con la più netta contrarietà gli episodi di intolleranza che hanno interessato sedi della Cisl”. (Poiché, aggiungiamo noi, ogni gesto di violenza è demenza).

Perché allora questa insistenza insensata – attenendosi ai fatti sul clima di violenza e squadrismo che verrebbe alimentato dalla Fiom? In realtà, il motivo per cui è iniziata la campagna di criminalizzazione contro il sindacato metalmeccanico era stato “confessato” nell’articolo di Di Vito: i dirigenti Fiom sono refrattari a piegarsi alle “relazioni industriali orientate alla collaborazione”, nel senso preteso da Finmeccanica e Confindustria secondo il ben noto e anticostituzionale diktat Marchionne.

Ecco perché Landini, Cremaschi e gli altri dirigenti Fiom vengono accusati di “surriscaldare la temperatura in fabbrica”, come se non fossero Marchionne e Sacconi e la loro politica selvaggiamente anti-operaia a far salire la tensione. Ecco perché vengono accusati di voler impedire che si firmino i contratti di altre categorie, come se non si trattasse esattamente dell’opposto: la Fiom non rifiuta né la contrattazione né il suo esito positivo (un sindacato fa questo per mestiere), rifiuta invece che l’esito delle prossime vertenze segni un arretramento delle condizioni dei lavoratori di oltre mezzo secolo, arretramento tale da far rimpiangere addirittura la politica anti-sindacale dell’ingegner Valletta.

Quanto all’accusa contro la Fiom di “presentare Raffaele Bonanni come il nuovo campione del sindacalismo giallo”, non sono certo i dirigenti metalmeccanici a farlo, sono semmai molti lavoratori a pensarla così.

La criminalizzazione secondo Di Vico

Infine la Fiom va criminalizzata perché, come sottolinea Di Vico, sta diventando il punto di riferimento e di aggregazione di altri settori sindacali, anche non operai, quello del pubblico impiego e soprattutto quello della scuola. Insomma, la Fiom va criminalizzata perché potrebbe diventare il modello di un sindacato che lotta, pensate un po’! Eppure proprio di questo hanno bisogno i lavoratori, le cui condizioni salariali e normative hanno conosciuto un peggioramento tragico proprio mentre cricche di grassatori e di evasori prosperano con redditi (illegali) a sei zeri. Proprio di questo, anzi, ha bisogno l’intero Paese.

Infine, non è certamente un caso – anzi è una sincronia evidente – che la campagna di criminalizzazione del sindacato di Maurizio Landini (“che fa rima con la vecchia segreteria di Rinaldini”, accusa Di Vito, come se Rinaldini non fosse ancor oggi il miglior candidato alla segreteria generale della Cgil, come se il passaggio dalla segreteria Fiom a quella Cgil non fosse stata la norma in tutti i decenni della “grandezza” del sindacato fondato da Di Vittorio) si apra quando mancano pochi giorni alla manifestazione Fiom del 16 ottobre a Roma, attorno a cui si sta mobilitando – per la liberazione dal regime di Berlusconi-Marchionne e per la realizzazione della Costituzione – l’intera società civile, dai cristiani di base ai precari della scuola, dalle associazioni antimafia ai gruppi viola.

Una manifestazione a cui hanno aderito Altan e Tabucchi, Sabina Guzzanti e Ascanio Celestini, Moni Ovadia e Corrado Stajano, Sonia Alfano e Luigi De Magistris, Furio Colombo e Pancho Pardi, Gianni Vattimo e Lidia Ravera, Giorgio Parisi e Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo e Valerio Magrelli, per non parlare di don Mazzi, don Farinella, don Barbero, don Fiocchi, don Sudati, don Fiorini, don Antonelli...

La Fiom non è affatto isolata. Sono anzi certo che la mobilitazione dell’Italia civile accanto e in sinergia con la Fiom crescerà ancora, anche per rispondere alla criminalizzazione di cui viene fatta oggetto.

(8 ottobre 2010)
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Articoli Correlati
La Fiom risponde alla criminalizzazione del Corriere della Sera (AUDIO)
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Re: Fascisti rossi

Messaggioda matthelm il 11/10/2010, 21:02

La Cgil sbatte sul solito muro Fiom

Si muove il sindacato più grande, che prova ad uscire dall’isolamento
La manifestazione della Fiom del 16 ottobre a Roma è il pericolo più grande sulla strada di un riavvicinamento sindacale fra Cgil, Cisl e Uil. Sicuramente per il fatto che la protesta – per espressa volontà di Landini e del gruppo dirigente dei metalmeccanici – s’è presto trasformata da una semplice rivendicazione dei diritti dei lavoratori dopo il caso Pomigliano a un evento che coinvolgerà tutto il mondo a sinistra del Partito democratico, dai giustizialisti tipo Micromega ai centri sociali come Askatasuna. Una caratterizzazione eccessivamente “politica”, che aumenta il rischio di ulteriori contestazioni (si spera esclusivamente pacifiche) nei confronti dei “traditori” Bonanni e Angeletti, dopo i numerosi attacchi verbali e non registrati nelle ultime settimane.
Tuttavia, ancor di più dell’ulteriore surriscaldamento di un clima già bello infuocato, la manifestazione rischia di minare il tentativo di ricucitura con Cisl e Uil che i due segretari della Cgil (Epifani e Camusso, quello ancora in carica e quello in rampa di lancio) fra mille difficoltà stanno cercando di portare avanti.
Per capire meglio quest’ultimo rischio, bisogna però fare un passo indietro di un paio di settimane. Quando a fine settembre i gruppi dirigenti della Cgil – una novantina di dirigenti nazionali, regionali e delle camere del lavoro metropolitane e di categoria – si ritrovano a Todi per un importante quanto riservato seminario.
Nella cittadina umbra il gotha di corso d’Italia si incontra con un fine preciso: trovare un modo per uscire dall’isolamento forzato dell’ultimo anno e così ritornare sulla scena delle relazioni sindacali, incalzando Cisl, Uil, Confindustria e governo di destra. La strada prescelta è quella di mettersi al lavoro per arrivare a proporre un nuovo modello contrattuale da contrapporre a questi quattro interlocutori.
L’obiettivo è arrivare rapidamente a una proposta di riforma capace di scombinare le carte e di permettere al più grande sindacato italiano di scrollarsi di dosso l’immagine di chi sa dire solo di no. E che soprattutto mandi in soffitta un vecchio vocabolo del sindacalese: conflitto. «Il conflitto da solo – ha spiegato Epifani ai suoi dirigenti – non ci porta da nessuna parte. Il conflitto deve essere il sostegno della proposta». E pochi giorni dopo aver aperto la discussione, il segretario in scadenza ha mandato un ulteriore segnale di dialogo agli altri sindacati e agli industriali, prendendo parte al tavolo per arrivare a un patto sociale sulla crescita e la competitività.
Le ultime mosse di Epifani però non sono piaciute per niente all’ala più radicale della sua organizzazione. A partire da Gianni Rinaldini, coordinatore della minoranza interna, per finire con il segretario della Fiom Maurizio Landini, quest’ultimo sempre più risucchiato dall’attivismo movimentista di Giorgio Cremaschi.
Bastano le parole dello stesso Cremaschi pronunciate a Todi per capire quanti anni luce ci sono fra le due anime della Cgil: «Credo che si debba uscire dal politicamente corretto, da parole come “dialogo” e “confronto” e tornare a fare il nostro mestiere: quello della contrattazione e del conflitto sociale. Se facciamo questo, diamo una speranza ai lavoratori e al paese, se invece chiniamo la testa agli accordi già fatti, accettiamo anche noi il degrado sociale ed economico ». La minoranza, quindi, non ha assolutamente voglia di assecondare Epifani e la Camusso in una nuova stagione innovatrice. Epperò è la stessa che sabato prossimo sarà a piazza San Giovanni, assieme a chi ha lanciato uova e fumogeni contro Bonanni e la Cisl.
Cosa tutt’altro che gradita alla segreteria di corso d’Italia.
Gianni Del Vecchio - Europa

P.S.: Gli estremisti di sinistra della Fiom stanno facendo, come sempre, il loro mestiere di sfasciacarrozze. La Cgil farebbe bene a differenziarsi il più possibile da che è fermo a schemi conflittuali del secolo scorso.
Io spero e penso che il PD non abbia nulla a che fare con loro.
Indifendibili.
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Re: Fascisti rossi

Messaggioda flaviomob il 11/10/2010, 21:36

Qualcuno ha parlato di paraocchi ideologici, la stessa persona ha accusato gravemente la FIOM basandosi sul nulla, nel silenzio della moderazione. Ho replicato che i primi paraocchi ideologici da combattere sono i propri, prima. Se si sostiene un'accusa gravissima contro singoli individui che compiono atti di teppismo (i fascisti ammazzavano la gente, i terroristi pure) è circostanziata; se la si rivolge - senza uno straccio di prova - a un'organizzazione democratica come la FIOM si fa, come minimo, un'azione diffamatoria. Allora perché non il PD, visto che una contestazione è stata all'interno della 'sua' festa? Ovvio che non ha senso... Naturalmente, ognuno dà al forum il tono che desidera. Se è uno sfogatoio senza regole e senza legge, però, si fa prima a chiamarlo Vomitus, non Forum...
Ultima modifica di flaviomob il 11/10/2010, 21:58, modificato 1 volta in totale.


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