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I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda Robyn il 18/09/2010, 9:37

Il PD non ha problemi di unità è un partito plurale non è come il PDL.I critici dicono che quello che è avvenuto nel PDL stà avvenendo nel PD ma questo non è proprio vero.Si affrontano problemi di natura diversa ossia come rilanciare la vocazione maggioritaria come curare la comunicazione etc.Non dimentichiamo che poi il problema delle basse percentuali il 24% circa è un problema comune a tutti i partiti di cs europei e l'Europa a differenza degli Usa è slittata a destra cosa strana dal momento che la crisi dipende da politiche neoliberiste adottate dalla destra.Le forze di destra hanno fatto il danno e sono state anche premiate Ciao Robyn
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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda franz il 18/09/2010, 9:52

pianogrande ha scritto:La classe politica è vecchia ed arroccata sui suoi privilegi.
La prima liberalizzazione da realizzare in Italia è proprio questa.
Creare una situazione in cui le varie componenti politiche si facciano davvero concorrenza con il popolo che fa da giudice.
Si chiama democrazia.

Concordo pienamente. Il probema tuttavia non riguarda la possibilità di costituire nuovi partiti (in fondo in questi ultimi 20 anni abbiamo visto nascere e morire centinaia di sigle, alcune delle quali hanno raggiunto percentuali a due cifre) ma di riuscire ad emergere all'interno di quelli attuali.
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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda Robyn il 18/09/2010, 11:01

I partiti del monoturno conservatore continuano a ripetere:con chi si alleerà il PD?Con l'Idv o con Casini?Con il diavolo o con l'acqua santa?A me mi danno ai nervi i partiti del monoturno conservatore,perche pensano di poter spingere la sinistra riformista verso la palude dei troskisti con il proporzionale.Quella sì che è casta conservatrice vera e propria.In merito a Veltroni che diceva che Fassino e Franceschini si avvicinano a Bersani per entrare in lista,Fassino ha risposto mi sono rotto il c,..Questo problema non esiste,perche in caso di impossibilità di riformare la legge elettorale,si possono designare i canditati al parlamento con il sistema delle primarie.Con chi si alleerà il PD lo scoprirete nella prossima puntata.The End fine del divertimento Ciao Robyn
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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda flaviomob il 18/09/2010, 12:39

Come S'offrono - di Marco Travaglio

Confessando, negandola, la compravendita di senatori, il Cainano aggiunge un capitolo alla lunga tradizione del trasformismo nazionale. Ma ogni epoca ha i trasformisti che si merita. Oggi ci meritiamo l’onorevole Francesco Nucara da Mosorrofa (Reggio Calabria). Nessuno lo sa, ma entrò in Parlamento nel lontano 1983 col Pri all’epoca guidato da Spadolini, nella sua veste di galoppino di Giorgio La Malfa, figlio d’arte. Oggi, sempre all’insaputa dei più, del Pri è addirittura il segretario nazionale. La Malfa lo accusa di trasformismo e lui accusa di trasformismo La Malfa. Hanno ragione entrambi. Nel ’94 La Malfa imputava a B. le peggiori nequizie, poi naturalmente si alleò con lui, nel 2005 divenne addirittura ministro del governo Berlusconi-2 e nel 2008 fu rieletto nelle liste del Pdl. “Qualche tempo fa – racconta il Nucara a La Stampa – Giorgio mi disse: Francesco, dobbiamo entrare nel Pdl e inseminarlo di cultura laica. Gli risposi con schiettezza: a 70 anni non me la sento di inseminare nessuno”. L’inseminazione fallì e La Malfa si avvicinò all’Api di Rutelli, forse per entrare in clandestinità. Nucara invece restò lì nel limbo, cioè all’asta, in attesa di una chiamata. E la chiamata arrivò alcune settimane fa, quando B. si fece vivo e l’incaricò di racimolare una trentina di voltagabbana disposti a votargli l’impunità al posto dei riottosi finiani. Il Nucara si era appena messo al lavoro, quando B., incontinente come molti coetanei, annunciò urbi et orbi che Nucara aveva fatto il miracolo: “Abbiamo un Gruppo di Responsabilità Nazionale di almeno 20 deputati estranei al Pdl pronti a votare la fiducia”. Mise in giro anche i nomi. I quali, salvo due o tre, smentirono: alcuni avevano rifiutato le avances, altri stavano ancora trattando sul prezzo, altri manco sapevano chi fosse Nucara. Un disastro. Soprattutto d’immagine, per il Grande Compratore. Ai bei tempi c’era la ressa, sotto Palazzo Grazioli, e non solo di escort: chi era pronto a vendersi gratis, chi addirittura – per dirla con Victor Hugo – avrebbe pagato per vendersi. Ora non si fan comprare nemmeno per un ministero, figurarsi per un sottosegretariato. Il Cainano, vecchio piazzista, ha provato ad aggiungere un mutuo-casa a tasso zero e una batteria di pentole al teflon, ma niente da fare. Il Nucara l’ha presa con filosofia: “Mi stanno chiamando tutti, anche chi prima non mi filava mai”, ha confidato a Libero. “Chi l’avrebbe detto che sarei diventato famoso a 70 anni? C’è perfino chi mi riconosce per strada. Una sensazione nuova, non sono abituato. Ma sono contento, perché magari qualche ragazzo di 20 anni scoprirà l’esistenza del Partito repubblicano”. Dopodiché, appena scoperto che i repubblicani sono partiti da Mazzini e sono arrivati a Nucara, correrà a iscriversi. Schivo e riservato, il Nucara precisa comunque che il suo compito non era proprio quello di comprarli, i deputati: a quello pensava B. in persona: “Da me ha voluto più che altro consigli su chi contattare, diciamo che mi ha usato come consulente”. Ecco, lui forniva i consigli per gli acquisti, “ma poi credo che i singoli deputati li abbia contattati il premier personalmente”. Uno che nemmeno Nucara aveva segnalato, ritenendolo una causa persa, è Massimo Calearo, il memorabile figlio di mammà vicentino, già presidente di Federmeccanica, scovato nel 2008 da quel genio di Veltroni per fare, nelle liste del Pd, la parte del “giovane imprenditore” (ha solo 55 anni). Fu addirittura eletto come capolista nel Veneto-1, poi l’anno scorso scoprì di “non essere mai stato di sinistra” e lasciò il partito. Ma non, naturalmente, il seggio. Ora “attende una chiamata”. Nel senso che è pronto a “non fare mai mancare il mio voto a Berlusconi”. E non solo, potrebbe addirittura diventare ministro dello Sviluppo economico: “Proposte ufficiali non ne ho avute, ma se son rose fioriranno”. Guai però a dargli del voltagabbana. Questo no, sarebbe troppo. Lui è un veltroniano coerente: del Pd, ma anche del Pdl.


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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda pierodm il 18/09/2010, 13:22

Veltroni poteva evitarsi di fare questa uscita, specialmente adesso.

Leggendo, oltre tutto, il Documento non si rilevano speciali alzate d'ingegno, e nemmeno grandi novità rispetto ai vecchi discorsi di Veltroni.
L'unico risultato dell'evento è quello di aggiungere confusione alla già esistente discreta confusione del PD.
Parlare di "democrazia interna" mi sembra una debole foglia di fico: la libertà di pensiero e di parola implica anche la responsabilità di essere usata con criterio: Veltroni l'ha usata male e inopportunamente, e fuori dal contesto che sarebbe stato più corretto, ossai negli organi deputati del partito.
Questo vezzo che ormai si è diffuso, di lanciare invettive e "manifesti" attraverso i giornali, appellandosi ad un non meglio precisato "pubblico" è l'equivalente del populismo berlusconiano - certamente con migliori intenzioni, ma in definitiva con i medesimi effetti e significati politico-culturali... senza contare che Berlusconi ha il cinismo di usare accortamente le regole del marketing più sfacciato per misurare le sue esternazioni ad un ben preciso target elettorale.
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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda franz il 18/09/2010, 15:35

pierodm ha scritto:Parlare di "democrazia interna" mi sembra una debole foglia di fico: la libertà di pensiero e di parola implica anche la responsabilità di essere usata con criterio: Veltroni l'ha usata male e inopportunamente, e fuori dal contesto che sarebbe stato più corretto, ossai negli organi deputati del partito.

Non so se questo sia vero. Il problema della democrazia interna nel PD non è fasullo ma è proprio Veltroni, quando divenne segretario del PD, che fu causa di grandi ferite in questo senso. Era circondato da tanti "yes-man" e quelli che ho conosciuto io erano incompetenti e rane gonfiate. Ma non si poteva dire nulla, anzi ogni possibilità di espressione di dissenso era temuta e soffocata. Non ho grandi esempi concreti da portare ma ne ricordo uno solo, che ha toccato alcuni di noi (su questo sito) da vicino. Il forum di ulivo.it fu staccato dal sito ufficiale (si temeva il dissenso palese manifestato all'interno del sito e quindi si esternalizzo' il forum mettendolo su un sito a se stante). Questo distacco tuttavia non si trasformo in libertà ed autonomia ma anzi furono imposte condizioni abbastanza strette di controllo da parte dei funzionari incaricati del PD. Forse non tutti hanno seguito o ricordano ma il fatto fu a sua volta causa della nascita di questo sito, su un server autofinanziato, realmente autonomo e non legato in alcun modo al controllo partitico e fu causa del trasferimento di molti volontari e forumisti qui da noi. Non ci furono casi di uso inopportuno e fuori dal contesto delle libertà di pensiero sui forum del PD, anche perché inizialmente tutti a moderazione preventiva e quindi "pre-censurabili" e "pre-censurati" (alcuni messaggi miei e di altri amici, del tutto normali, non sono mai apparsi ... forse qualcuno è apparso dopo mesi, ... c'era (e si percepiva nelle rare discussioni fatte con qui responsabili) una paura boia della libera manifestazione di pensiero, dei forum liberi, senza censura preventiva. Tutto doveva essere sotto controllo e i volontari, si sa, non lo sono. Quindi ogni csa doveva essere discussa e decisa da un funzionario, il quale si capiva chiaramente che se la faceva sotto all'idea di prendere una decisione sbagliata. Probabilmente temeva piu' la guerriglia di corridoio interna che la traversate del Sahara. Non so come sia ora l'ambiente, con Bersani,. Ma certo che con Veltroni si respirava un clima di timori e questo portava alla chiusura degli spazi ritici di discussione. Anche per questo quando Veltroni ha lasciato non ho versato lacrime.

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Ultima modifica di franz il 18/09/2010, 16:51, modificato 1 volta in totale.
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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda Iafran il 18/09/2010, 16:28

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:La classe politica è vecchia ed arroccata sui suoi privilegi.
La prima liberalizzazione da realizzare in Italia è proprio questa.
Creare una situazione in cui le varie componenti politiche si facciano davvero concorrenza con il popolo che fa da giudice.
Si chiama democrazia.

Concordo pienamente.

Concordo anch'io.
Le "liberalizzazioni" sono una cosa, le "privatizzazioni" (anche dei partiti) ... ben altro (alla faccia dei cittadini!).
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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda pianogrande il 18/09/2010, 17:46

Eccolo il termine giusto.
Privatizzazione della attività politica.
Il potere come proprietà privata.
Con tanto di principini-trota ereditari.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd

Messaggioda franz il 19/09/2010, 10:40

pianogrande ha scritto:Eccolo il termine giusto.
Privatizzazione della attività politica.
Il potere come proprietà privata.
Con tanto di principini-trota ereditari.

Mi pare che questo sia già cosi' ... non si parlerebbe di "Casta", altrimenti.
Stabilito che l'analisi è corretta, come possono i cittadini riappropriarsi della gestione della res-publicae, togliendola alle caste?

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I tormenti dei veltroniani scuotono il Pd e piacciono al PdL

Messaggioda franz il 19/09/2010, 10:42

IL RETROSCENA
"E' arrivato il soccorso rosso"
Il Cavaliere brinda alle liti Pd

Allo studio un mini-rimpasto per far posto ai centristi. "Ero già sicuro di vincere se andiamo alle elezioni. Ma adesso...". Fitto verso lo Sviluppo
di FRANCESCO BEI

ROMA - Il fragile armistizio tra Berlusconi e Fini, quel filo di trattativa intorno a uno scudo antiprocessi per il premier, appare già compromesso. I toni del Cavaliere si fanno di nuovo accesi. Le contromisure dei finiani - esposti contro Mediaset, mozioni contro Minzolini e Masi - sono all'altezza della sfida. Ma c'è qualcosa che in questi giorni fa tornare il sorriso a Berlusconi. Qualcosa che rende meno rischioso immaginare, come gli chiedono i leghisti, di tornare al voto in primavera. Quel "qualcosa" è lo stato in cui si trova l'opposizione e in primo luogo il Partito democratico.

Venerdì è stata giornata di incontri per il premier a palazzo Grazioli, sono sfilati prima Angelino Alfano e Michela Vittoria Brambilla, poi i dissidenti toscani del Pdl che ce l'hanno con Verdini. A tutti il Cavaliere è apparso rilassato, a tratti persino divertito via via che Paolo Bonaiuti gli segnalava le agenzie sullo scontro interno al Pd. "Guarda - ha confessato ridendo a un ministro - mi sono dovuto stropicciare gli occhi perché non credevo a quello che stavo leggendo: sembrava una fiction!".

Berlusconi, racconta l'interlocutore, quasi non si capacitava di poter leggere, la prima volta dopo un'estate di "polemiche dissennate" dentro il Pdl, qualcosa che finalmente riguardasse anche i suoi avversari. "Ero sicuro di poter vincere le elezioni anche prima, ma adesso... meno male che è arrivato il soccorso rosso". L'ironia del Cavaliere è indice dell'ottimismo con il quale palazzo Chigi inizia a guardare all'appuntamento del 29 settembre, data del dibattito parlamentare sul discorso di Berlusconi (coincidente con il suo 74esimo compleanno). Maurizio Gasparri confida di essersi rivolto ad alcuni "autorevolissimi senatori del Pd" per farsi spiegare cosa stesse succedendo in casa loro: "Ormai la politica c'entra poco, sono solo risentimenti personali, mi hanno risposto. Loro c'hanno Veltroni, noi c'abbiamo Fini... i meccanismi sono gli stessi".

L'operazione del nuovo gruppo di siciliani che usciranno dall'Udc è a buon punto, tanto che il premier ieri non si è fatto alcun problema a pubblicizzarla dal palco de la Destra a Taormina. Così come è allo studio un mini-rimpasto per far posto al governo alla nuova componente centrista. Nulla è ancora stabilito, ma l'idea sarebbe quella di promuovere il pugliese Raffaele Fitto (caldeggiato da Gianni Letta) allo Sviluppo Economico, liberando così il ministero degli Affari regionali per un esponente cuffariano.

Il progetto, spiega chi in queste ore se ne sta occupando da vicino, è molto avanzato, anche se è destinato a entrare nella fase operativa solo dopo il dibattito del 29 settembre. In fondo Fitto, nello spolpamento del ministero seguito alle dimissioni di Scajola, ha già ottenuto una parte cospicua. Tramite la formula del cosiddetto "avvaliamento", palazzo Chigi si è preso da via Veneto ("se ne avvale") il Dipartimento per le politiche dello Sviluppo e lo ha, a sua volta, girato al ministro Fitto. Così come è sempre Fitto, in questi giorni, a preparare il "Piano Berlusconi" per il Sud. Senza contare che su di lui, a differenza di Paolo Romani, non gravano ombre di conflitto di interessi televisivo.

Se il Cavaliere può sperare di giocare la partita nazionale su un terreno meno accidentato, grazie anche alle divisioni interne al Pd e all'Udc, è invece in giro per l'Italia che il Pdl gli sta dando i grattacapi peggiori. Non c'è solo la situazione pirandelliana della Sicilia, dove il Pdl ormai ha partorito tre gruppi: finiani, berlusconiani e seguaci di Micciché. La concorrenza di Futuro e Libertà inizia a farsi sentire ovunque, a partire dalle regioni rosse fino al Veneto e alla Puglia. Ieri due consiglieri regionali Pdl delle Marche sono passati con Fini, mentre martedì in Toscana nasceranno simultaneamente gruppi consiliari Fli a Firenze, Prato, Pistoia, Siena, Arezzo, e nei consigli provinciali di Grosseto, Lucca e Pistoia. Nel Pdl toscano è iniziata la resa dei conti. Un gruppo di parlamentari ha chiesto conto a Berlusconi della gestione "dittatoriale" di Denis Verdini.

Due giorni fa si sono presentati a palazzo Grazioli Paolo Amato, Massimo Baldini, Deborah Bergamini, Alessio Bonciani e Roberto Tortoli per esporre al capo "la grande preoccupazione" per lo stato in cui versa il partito. "Per noi berlusconiani della prima ora - protestano - vedere questo scempio non è più tollerabile. Il Pdl in Toscana arretra a ogni elezione, la Lega va avanti. E adesso c'è anche la concorrenza degli uomini di Fini". Il Cavaliere, stando a quanto raccontano, avrebbe promesso loro un nuovo incontro a breve: "Datemi tempo fino al voto di settembre e poi rimetterò mano al partito anche nella vostra regione".

(19 settembre 2010)
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