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Stipendi?

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Stipendi?

Messaggioda pierodm il 10/09/2010, 14:30

Dal Messaggero.

Il presidente della Pirelli, Marco Tronchetti Provera, è il manager più pagato di Piazza Affari. Negli ultimi dieci anni ha accumulato compensi per oltre 109 milioni di euro. L'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, (50,8 milioni) ha guadagnato la metà, il numero uno di Fiat, Sergio Marchionne un terzo, (31 milioni), anche se c'è da ricordare che è arrivato al Lingotto solo nel 2003.
Sono questi i risultati di una classifica stilata da il Mondo, domani in edicola, in base alle retribuzioni degli anni dal 2000 al 2009, escluse eventuali stock option. Al secondo posto - si legge in una anticipazione - il presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, con 61 milioni, seguito da Carlo Pur Negri, ex numero uno di Pirelli Real Estate (57 milioni), Matteo Arpe, ex amministratore delegato di Capitalia e attuale presidente di Banca Profilo (54 milioni), Carlo Buora, ex-amministratore delegato di Telecom Italia (52,8 milioni).


TRENTO (9 settembre) - Subito dopo il parto la bambina le era stata sottratta su disposizione del Tribunale dei minori di Trento, nonostante lei avesse manifestato la volontà di tenerla, dopo che le era stato proposto l'aborto, anche a fronte di uno stipendio di 500 euro al mese. Ora lo stesso Tribunale dei minori ha dichiarato la bambina immediatamente adottabile: potrà cioè essere avviato subito un affidamento preadottivo, senza attendere il mese utile per l'impugnazione della sentenza.

Due notizie che sulle pagine web del quotidiano sono capitate vicine, cosa che generalmente non succede nell'edizione di carta.
Che vi devo dire? Mi hanno colpito, non è necessario spiegare il perché.
Lo so: una distanza sociale che non è solo italiana - una mozione sentimentale, direbbe qualcuno, di facile moralismo - etc
Non ci faccio sopra speculazioni, e nemmeno discorsi complicati. Mi accontento del fatto che continuo ad essere colpito dall'accostamento di situazioni umane e sociali tanto diseguali - e quelle citate non sono nemmeno le peggiori.
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Re: Stipendi?

Messaggioda pierodm il 10/09/2010, 16:19

Da Repubblica.

Prima di lasciarci, pochi mesi fa, Edmondo Berselli ha scritto questo saggio ...Ma il tempo stringeva e, complice (come sempre) sua moglie Marzia, ha colpito al cuore una questione che gli stava a cuore - da sempre. L'economia giusta, che distribuisce le risorse in modo "equo". Dove le differenze di reddito e di condizione non sono abissali come adesso. "Nella società fordista veniva considerato equo che il presidente o l'amministratore delegato di una grande impresa guadagnasse trenta volte lo stipendio di un usciere. Oggi, o soltanto fino a ieri, si considerava normale che il reddito del grande manager ammontasse da tre a quattrocento volte la retribuzione di un impiegato di basso livello". Berselli ricostruisce - con approfondita cura analitica, bibliografica e critica - l'ascesa e il declino dell'"economia giusta", come ideale e progetto. Partendo da Marx e Leone XIII per giungere fino ad oggi. Ma traccia anche la parabola - molto più rapida - della "economia libera" (e iniqua). Una superstizione di successo. All'origine di leggende, fiorite e sfiorite in fretta. Con esiti devastanti, per le borse, le banche e i mercati globali. E per una moltitudine di poveretti, divenuti ancor più poveri.
Il saggio di Berselli è un atto di accusa spietato. Verso il liberismo monetarista che ha venduto illusioni, spacciando superstizioni per verità ("i soldi che generano soldi", a prescindere dall'economia). Ma anche verso il riformismo socialdemocratico e democratico-cristiano. Verso i soggetti - politici e culturali - che hanno immaginato la "società giusta", cercando di progettare e di realizzare l'economia sociale di mercato, che lega insieme impresa, individuo, comunità. E Stato. Ma poi si sono arresi al "pensiero unico" del monetarismo, quasi senza combattere. Oggi il turbo-capitalismo e il globalismo finanziario sono bersaglio di critiche spietate. Da parte della sinistra, della Chiesa (Berselli cita, al proposito, i ripetuti interventi di Benedetto XVI). E perfino di esponenti della destra (?) di governo (si pensi a Tremonti). Le alternative, però, non si vedono. I profeti dell'economia sociale e i critici della superstizione monetarista oggi appaiono disarmati.
Berselli offre, al proposito, due spiegazioni controcorrente. E impopolari. Come nel suo stile.
La prima è "culturale". "I maestri latitano, di questi tempi. Sono dispersi anche gli ideologi, quegli intellettuali che avevano la formula per tutto, per qualsiasi problema e soluzione di problema". Cioé: mancano le idee e gli idealisti. Manca, in altri termini, la "cultura politica". Senza la quale la politica stessa diventa sterile.
La seconda spiegazione è conseguente. Per progettare un'alternativa occorre mettere in discussione una convinzione comune alle socialdemocrazie e al neoliberismo. A Confindustria e a molti esponenti della sinistra. L'idea della "crescita", condizione irrinunciabile di sviluppo e benessere. Ebbene, scandisce Berselli, a conclusione del saggio, non è "più" così. Al contrario: "Dovremo abituarci ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere più poveri. Ecco la parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l'abitudine". D'altronde, l'alternativa è tra impoverirsi senza ammetterlo, peggio: senza accorgersene. Oppure affrontare il declino del benessere, l'impoverimento (se vogliamo usare una formula meno aspra, la "minore ricchezza") in modo consapevole. In modo "giusto".
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Re: Stipendi?

Messaggioda ranvit il 10/09/2010, 17:37

Mi permetto di dire che siamo in tantissimi ad essere d'accordo con Berselli.

Ma le analisi non bastano, servono soluzioni!

Non mi pare che Berselli ne avesse.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Stipendi?

Messaggioda pierodm il 10/09/2010, 18:35

Kirkegaard dixit: Era Gesù regolarmente sposato? Aveva Gesù un lavoro regolare o una rendita? No. Allora Gesù non era uomo d'onore.
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Re: Stipendi?

Messaggioda ranvit il 10/09/2010, 18:48

Gesù ha segnato la storia dell'umanità, Berselli?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Stipendi?

Messaggioda franz il 10/09/2010, 21:27

ranvit ha scritto:Mi permetto di dire che siamo in tantissimi ad essere d'accordo con Berselli.
Ma le analisi non bastano, servono soluzioni!

Un'analisi che non porta a soluzioni praticabili (la decrescita non lo è) non è un'analisi seria.
Quindi è inutile essere d'accordo o in disaccordo.
È solo una lamentazione riferita ad una realtà che non piace.
Personalmente ritengo che un uomo che a 45 anni non abbia mai avuto una donna possa anche giustamente lamentarsi che altri suoi conoscenti invece ne abbiano avute decine e decine. Anche in questo caso possiamo osservare una "distribuzione iniqua delle risorse" e costui potrebbe invocare una società piu' equa, con un "reddito minimo" (dove al posto di reddito va pensato altro ma lascio alla vostra fantasia definire cosa). E magari anche proporre un limite massimo. Ma qui sto già correndo, con le soluzioni. Che invece come dice Ranvit mancano. Ma non perché manchino realmente .... è che non si ha il coraggio di proporre quelle soluzioni che lo stesso Fidel ha dichiarato "non funzionano piu' nemmeno per noi".

Venendo al tema degli stipendi, reputo strano che si sottolinei lo stipendio dell'amministratore delegato o del presidente di una società (con decine di migliaia di dipendenti) quando sono molto piu' eclatanti quelli dei tennisti, dei corridori di F1, dei calciatori, dei giocatori di golf, dei registi ed attori di holliwood. Costoro non guadagnano decine o centinaia di milioni ma miliardi. Solo perché sanno dare bene calci ad una palla o recitare bene davanti ad una cinepresa.
Le aziende top che al mondo possono pagare stipendi milionari sono circa 500 e mi pare che sommando i loro dipendenti arriviamo a quasi 200 milioni di persone. La loro responsabilità mi pare ben superiore a quella di sbagliare un calcio di rigore.

C'è chi non si rende conto che in questi 50 anni non solo è aumentato quel divario tra stipendio massimo e minimo ma anche il benessere delle persone. Forse dimentica di quando i suoi genitori andavano a farla sul ballatoio (l'unico cesso era in comune con tutta la scala) oppure direttamente sui campi, quando solo 100 anni fa l'aspettativa di vita media era la metà di oggi e la mortalità infantile era a livelli da terzo mondo. Quando i malanni della vecchiaia non portavano certo a 3 bypass, trapianti, cure innovative. E che oggi i poveri in Italia non sono piu' i poveri del secolo scorso, quando Ford iniziava a costruire le prime autovetture.

Tra l'altro ci si dimentica che uno dei casi di stipendio "elevato" (marchionne) è figlio di un carabiniere e di una massaia.
Anche se per arrivare a questo ha dovuto fare un lungo giro per il mondo.
In Italia forse sarebbe rimasto dov'era, a lamentarsi degli eccessivi stipendi dei mananger.

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Re: Stipendi?

Messaggioda pierodm il 10/09/2010, 22:49

Venendo al tema degli stipendi, reputo strano che si sottolinei lo stipendio dell'amministratore delegato o del presidente di una società (con decine di migliaia di dipendenti) quando sono molto piu' eclatanti quelli dei tennisti, dei corridori di F1, dei calciatori, dei giocatori di golf, dei registi ed attori di holliwood.

Eh, sì, è davvero molto strano - e peggio ancora, pensate che lo stanno ormai facendo in tanti, perfino fuori da questo foru, anzi perfino fuori dall'Italia, anzi perfino in posti e a livelli insospettabilmente "liberali".
Ma va là.
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Re: Stipendi?

Messaggioda franz il 10/09/2010, 23:16

pierodm ha scritto:Eh, sì, è davvero molto strano - e peggio ancora, pensate che lo stanno ormai facendo in tanti, perfino fuori da questo foru, anzi perfino fuori dall'Italia, anzi perfino in posti e a livelli insospettabilmente "liberali".
Ma va là.

Mah. dubito che siano liberali (sospettabili o insospettabili) perché non è liberale avere un atteggiamento "morale" sull'esito di una legittima transazione transazione di mercato. E quando dico legittima dico in base a quanto i codici civili e penali stabiliscono. Oggi non mi risulta che siano previsti tetti massimi negli stipendi.
Non è immorale che un Ferrari costi 320'000 Euro e che un manager se la possa comprare con un mese o due di stipendio.
Se proprio la cosa ci disturba credo che una soluzione sia arricchire i poveri (con l'istruzione, con il welfare delle opportunità) e non certo con la demagogia della decrescita e l'apoteosi del pauperismo (avere meno risorse, meno soldi in tasca, essere più poveri...).
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Re: Stipendi?

Messaggioda Loredana Poncini il 11/09/2010, 7:31

Anche se in vacanza (ma con il pc portatile ed il modem tim !) non ce la faccio a star zitta leggendo il ping-pong di questo 3D fra Piero e Franz, fra la priorità all'istanza sociale e quella, all'opposto, data alla libertà individuale di darsi da fare sino a crescere in modo illimitato, percependo miliardi mentre la stragrande maggioranza delle persone tira a campà.
Come non parteggiare con Piero?
Come non sperare che lo scandalo dei trilioni dei pochi paperon de' paperoni buchino i forzieri ed irrorino i nullatenenti, con microcrediti che permettano l'avvio di attività capaci di far vivere bene le famiglie?
E rieccoci alle soluzioni proposte dalla Caritas in Veritate !
Ma chi ha voglia di meditarla un po', senza subito etichettarla come una faccenda di preti e bigotte ?
Son convinta, Franz e Piero, che entrambi siete ultraappassionati della visione del mondo che esponete qui, e sono altrettanto sicura che questo sito sarà il più risolutivo dei siti politici possibili quando, anziché cercare a spada tratta di convincervi a vicenda, deporrete le armi dialettiche e vi metterete in gara ad evidenziare le soluzioni alla Crisi praticabili, da qualsiasi parte albeggino ! ! ! :D
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Re: Stipendi?

Messaggioda franz il 11/09/2010, 8:48

Loredana Poncini ha scritto:Anche se in vacanza (ma con il pc portatile ed il modem tim !) non ce la faccio a star zitta leggendo il ping-pong di questo 3D fra Piero e Franz, fra la priorità all'istanza sociale e quella, all'opposto, data alla libertà individuale di darsi da fare sino a crescere in modo illimitato, percependo miliardi mentre la stragrande maggioranza delle persone tira a campà.
Come non parteggiare con Piero?
Come non sperare che lo scandalo dei trilioni dei pochi paperon de' paperoni buchino i forzieri ed irrorino i nullatenenti, con microcrediti che permettano l'avvio di attività capaci di far vivere bene le famiglie?

Carissima, francamente io non cerco affatto di convincere Piero e lui non cerca affatto di convincere me.
Discutiamo ormai da piu' di 10 ani e ci conosciamo.
Devo ammettere che 30 anni fa la pensavo come lui ma il tempo che passa e le esperienze fatte mi hanno portato a cambiare gradualmente idea. E intendiamoci, non intendo convincere nemmeno te o altri. La discussione non necessariamente porta al fatto che uno dei due cambi idea. Qualche volta puo' capitare ma è raro. Piu' facile che il cambiamento avvenga riflettendo, mettendo assieme cose lette ed anche discusse. Sicuramente tante discussioni aiutano, magari anche dopo anni.

Alcune cose sui concetti da te espressi. Non per convincerti ma per aiutare future riflessioni. Tue o di altrio occasionali lettori.
Tu credi veramente che travasando la ricchezza (trilioni dei pochi paperon de' paperoni) verso la "stragrande maggioranza delle persone tira a campà" le cose cambierebbero per questi ultimi? E credi veramente che le proporzioni siano quelle?
Io ritengo che a metà tra i pochi ricchi e i sempre meno poveri (almeno nei paesi occidentali) ci sia una stragrande maggioranza di gente benestante, con macchina (anche piu' d'una) e TV lcd, telefonini, computer, casa (al 70% comprata). Una stragrande maggiornaza di persone che oggi vive mediamente fino a 80 anni, in un contesto di sanità e di educazione ben diverso da quello di un secolo fa (quando i paperoni esistevano ma non erano cosi' ricchi). Ok, in questi due anni di crisi si vede benissimo che si sta peggio (e questo smaschera ogni illusione di decrescita come obiettivo auspicabile) e che quindi abbiamo tutto l'interesse alla crescita economica. Altra cosa che dimentichi (come tutti) è che 100 anni fa eravamo sul pianeta circa un miliardo e mezzo mentre oggi siamo quasi a 6 miliardi e 800 milioni. Questo grazie al sistema di crescita (piu' o meno turbo) economica basato sul mercato, sull'investimento in ricerca, sulla formazione e sulla salute.
Questo non perché nascono piu' bambini di prima ma perché le condizioni igeniche e sanitarie hanno abbattuto la mortalità infantile e la massiccia industrializzazione dell'agricoltura ha portato cibo per 5 miliardi di persone che 100 anni fa non potevano sopravvivere. Anche se nascevano, morivano in pochi mesi o anni.
Nella storia del pianeta non è mai successo che la popolazione quadruplicasse in un secolo.
Allora personamente ritengo che se un calciatore guadagna 20 miliardi e Marchionne guadagna 200 milioni (non lo so e non mi interessa) sia tutto sommato un'offesa morale accettabile per i benpensanti considerato che i vantaggi del sistema portano benessere non solo ai ricchi ma anche alla stragrande maggioranza del globo.

Certo, c'è un 10-15% che rimane indietro (40% nei paesi poveri non ancora industrializzati) e qui dovrebbe essere appunto un problema sviluppo e di ridistribuzione. Essa si puo' fare solo perché c'è un forte sistema che produce. Se hai una macchina potente, puoi trainare una grossa roulotte e se hai una trabant al massimo traini un carretto del latte.

Ma qui viene il bello. Il piu' grande ricco del paese, quello che ha l'azienda piu' grande ed il maggior numero di dipendenti è lo Stato. Raccoglie tasse da tutti noi (evasori a parte) e raccoglie circa la metà della ricchezza nazionale. Il suo compito, oltre a garantire sicurezza, strutture, educazione e servizi sanitari è anche quello di garantire la socialità, di aiutare i poveri. In effetti il piu' grande forziere da bucare, cara loredana, è quello dello stato italiano, ben piu' capiente di quelli vaticani o degli altri paperon de paperoni.

È stato calcolato che se lo stato distribuisse direttamente al 25% piu' povero della nazione l'intero ammontare della spesa sociale, ognuno riceverebbe un po' piu' di 15'000 euro a testa netti. Il calcolo è vecchiotto (l'ho trovato in vecchie lire) ma non dovrebbe essere dificile attualizzarlo. Considerato che l'ammontare della spesa pubblica in Italia è sempre stato oscillante attorno al 50% del PIL (ora siamo al 52%) non credo che il calcolo sia cambiato molto. Va solo aggiornato con l'inflazione. Come vedi qui non stiamo parlando di trasferire i trilioni di pochi ricchi (5% della popolazione) alla ""stragrande maggioranza delle persone tira a campà" pari ovviamente nella tua visione al 95%. Sarebbero bruscolini. Qui stiamo parlando di trasferire trilioni dello stato (che amministra la metà del PIL) verso il 25% piu' povero. Ma nessuno di voi credo, se appartiene a quel 25%, ha mai visto i 15'000 euro all'anno. Se poi consideriamo che chi è sotto la soglia di povertà è circa il 10-12% della poplazione, facendo un rapido calcolo mentale possiamo arrivare a capire se se diamo lo stesso importo alla metà delle persone (12% invece di 25%) questi prenderanno il doppio. 30'000 euro. Ma lo stato, i cui forzieri sono effettivamente un po' bucati, a chi li dà tutti quei soldi, visto che è evidente che il 12% povero della nazione quei soldi non li vede? Se posso darti una piccola informazione, una famiglia svizera (marito, moglie, due figli agli studi) che vive sotto la soglia di povertà (ipoteticamente a reddito zero) riceve in sussidi diretti e assegni di studio circa 50'000 euro all'anno.
Questo con uno stato che "pesa" sull'economia solo il 35% del PIL. E i manager guadagnano molti milioni anche li'.

Franz
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