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Il familismo amorale

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Il familismo amorale

Messaggioda franz il 03/09/2010, 10:04

Interessante post su noisefromamerika. http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1995
Ne riporto alcuni spunti e attendo le vostre considerazioni.
Franz

Familismo Amorale: alcune considerazioni sul libro di E.C. Banfield
di daniele condorelli, 3 Settembre 2010

Il "familismo amorale" è spesso chiamato in causa per spiegare l'arretratezza sociale ed economica del meridione d'Italia. Se n'è discusso molto anche qui su nFA. Il termine è stato coniato da E. C. Banfield, e la tesi che l'arretratezza del meridione sia dovuta al familismo amorale è stata sviluppata nel suo influente libro "Le basi morali di una società arretrata". In estrema sintesi, Banfield sostiene che l'assenza di fermento associativo nel meridione, ed il conseguente sottosviluppo economico, sono da attribuirsi ad un ethos tipico delle popolazioni meridionali, che porterebbe gli individui a perseguire l'interesse immediato della propria famiglia nucleare, senza riguardo alcuno per l'interesse della collettività intera.

segue su http://www.noisefromamerika.org/index.php/articoli/1995
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Re: Il familismo amorale

Messaggioda ranvit il 03/09/2010, 10:40

E' sicuramente vero.

Ma non trascurerei la presenza delle Mafie (che in qualche modo rientra nel familismo amorale) e nella Storia del Sud Italia : i Borboni non hanno certo consentito la nascita di una borghesia illuminata, per non parlare dei Savoia e piu' in generale dei piemontesi e perfino di Mussolini (poi la Dc e oggi Berlusconi).

Insomma un miscuglio catastrofico!


Fra 2 o 300 anni, forse :roll:

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Il familismo amorale

Messaggioda franz il 03/09/2010, 11:36

ranvit ha scritto:E' sicuramente vero.

Sul sito di NfA (l testo segue un blog di discussione) pero' la tesi è contestata da alcuni e confermata da altri.
Sembra che la tesi del familismo amorale non sia sufficente a spiegare la realtà del meridione.
Infatti quasi tutte le società arretrate partono da situazioni in cui si persegue l'ineresse immediato della famiglia o del proprio ristretto cerchio. L'amoralità secondo alcuni non è tanto nel non aver riguardo per l'interesse della collettività intera ma nel non rispettare le regole.

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Re: Il familismo amorale

Messaggioda franz il 03/09/2010, 11:37

Le basi morali di una società arretrata di Edward C. Banfield

lettura interessante: http://scrivolibero.blogspot.com/2008/0 ... trata.html

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Re: Il familismo amorale

Messaggioda pierodm il 03/09/2010, 15:32

Il familismo è un fenomeno ormai ben individuato, e sempre attuale, non solo nel profondo sud.

Quello che mi chiedo sempre, di fronte a questo genere di situazioni, è come possa darsi una democrazia, su basi socio-culturali di questo tipo: che senso hanno le dissertazioni sui programmi dei partiti, sulle scelte degli elettori, sul rispetto delle regole, sulla legge, e insomma su tutti quei meccanismi e valori che costituiscono la gran parte dei discorsi politici?

Quello che fa impressione è la sostanziale attualità del familismo amorale, che è ben sopravvissuto alla stagione della "socialità", e che - dietro la cortina delle trasformazioni tecnologiche e comunicative - si è anzi diffuso al di fuori delle aree un tempo di sua pertinenza.
Questo è probabilmente il risultato dell'arretratezza economica che caratterizza l'Italia, che è ormai preda dell'angoscia e della "malinconia" in forma generalizzata: un familismo senza più la famiglia, o almeno la famiglia come nucleo cpace di qualche potere.
Oggi tutti dipendono dalle vicende esterne alla famiglia stessa, dall'economia di mercato o da un impiego o dall'assistenza pubblica: in periodi di crisi, o nell'economia che non funziona, c'è una soglia sotto la quale la famiglia diventa solo una somma di impotenze, un rifugio dominato dall'ansia e dalla depressione.

L'Italia, in questo senso, sta drammaticamente in mezzo ad un guado che si prospetta assai lungo e soprattutto incerto: non più l'Italia del welfare, e magari dell'assistenza, dell'impiego ottenibile con la raccomandazione "familistica" o di clan, ma non ancora l'Italia delle opportunità e della libera iniziativa, che insieme alla crudezza competitiva avrebbe almeno la prospettiva del dinamismo.
Della società liberista si è affermata solo la crudezza e la tendenza ad abbandonare la gente al proprio destino, fosse pure il peggiore possibile.
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Re: Il familismo amorale

Messaggioda franz il 03/09/2010, 17:53

pierodm ha scritto:Questo è probabilmente il risultato dell'arretratezza economica che caratterizza l'Italia, che è ormai preda dell'angoscia e della "malinconia" in forma generalizzata: un familismo senza più la famiglia, o almeno la famiglia come nucleo cpace di qualche potere.
Oggi tutti dipendono dalle vicende esterne alla famiglia stessa, dall'economia di mercato o da un impiego o dall'assistenza pubblica: in periodi di crisi, o nell'economia che non funziona, c'è una soglia sotto la quale la famiglia diventa solo una somma di impotenze, un rifugio dominato dall'ansia e dalla depressione.

Il familismo permane anche perché le carenze dello stato e le asperità della congiuntura economica impongono alla famiglia di sopperire in qualche modo.
Dove la sanità funziona, non capita che i familiari debbano stare accanto al loro caro per accudirlo, dargli da mangiare, cambiarlo. Dove il sistema psicosociale funziona i portatori di handicap, anche mentali, sono seguiti da strutture all'avanguardia, non pesano nelle famiglie. Idem per i malati teminali ed incurabili. Idem per l'assitenza che gli anziani sono costretti a dare a figli e nipoti in difficiltà economica. La tesi di quel libro tuttavia è a mio avviso contestabile, non tanto per la critica al familismo (e qui ci siamo) ma alla critica di "amoralità". Questa "amoralità" sarebbe dovuta al seguente comportamento: massimizzare i vantaggi materiali del nucleo familiare nel breve periodo, assumendo che gli altri faranno lo stesso. Non mi é chiaro cosa Banfield intenda per "breve periodo" (sembra intenda un vivere alla giornata) ma a mio avviso questo è in contraddizione con la cultura contadina, che sa che deve investire (seminare oggi) per ottenere vantaggi nel medio periodo (sei-nove mesi) e che i vantaggi non sono solo per la sua famiglia ma per tutti quelli che pottranno comprare le eccedenze del suo raccolto. A mio avviso quel vivere alla giornata è possibile solo grazie ad un flusso di risorse dall'esterno, che toglie ogni stimolo ad industriarsi. L'amoralità allora sarebbe nell'assitenzialismo.

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Re: Il familismo amorale

Messaggioda pierodm il 04/09/2010, 0:27

A me non sembra che per "familismo" si debba intendere l'assistenza dei genitori o dei fratelli ai propri cari, in caso di dolorose necessità.
Tra l'altro, proprio un paio di sere fa ho visto un servizio in cui nella sanità - mi sembra - dell'Emilia Romagna ci si propone di allargare un esperimento pilota, nel quale sono stati coinvolti nella degenza ospedaliera i parenti come parte della cura, non per sostituire ma per affiancare medici ed infermieri.

La "amoralità" credo che consista in quel "massimizzare i vantaggi", laddove è sottinteso che questa operazione viene fatta a scapito del bene della comunità, o comunque soffocando o ignorando la coscienza del bene comune.

Il "breve periodo" per altro non è misurato sui tempi contadini della tecnica di coltivazione, ma sulla individuazione dei vantaggi immediati, per così dire "a vista", ossia non proiettati nel tempo, per tutto ciò che è socialità e "politica": cosa spiegata dall'autore anche con il fenomeno della mortalità e della precarietà, che non inducevano a sentirsi partecipi di progetti di lungo respiro.
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Re: Il familismo amorale

Messaggioda franz il 04/09/2010, 8:35

pierodm ha scritto:A me non sembra che per "familismo" si debba intendere l'assistenza dei genitori o dei fratelli ai propri cari, in caso di dolorose necessità.

Nemmeno io lo penso e l'ho detto. Dicevo che la centralità della famiglia (spesso chiusa in se stessa) viene perpetuata dalle inefficenze dello stato. E dicevo che il familismo amorale, cosi' definito da quel sociologo, è cosa diversa dal familismo in genere. Il familismo, come "Vincolo intenso di solidarietà fra i membri di una stessa famiglia" non è un fattore negativo in se' e per se'. Lo è se la famiglia è chiusa in se stessa. Non se la famiglia è aperta alla società.
C'è una espressione tipicamente italiana che è "tengo famiglia". Affermazione che serve a giustificare qualsiasi cosa fatta anche a scapito dela comunità (rubare) o qualsiasi richiesta di assistenza allo stato. Secondo alcuni questa espressione è sintomatica del familismo amorale. Una famiglia chiusa in se stessa in nome della quale è possibile fare o ottenere qualsiasi cosa è, secondo Banfield la causa di un mancato sviluppo di forme di associazionismo tra non consanguinei che sono alla base dello sviluppo dell'industrializzazione e della società civile.
I critici di questa teoria affermano che in se' il familismo amorale non basta. Occorre infatti che sia alimentato e premiato, perché si sviluppi e prosperi a scapito di altre forme sociali. Ecco perchè mi riferivo all'assistenzialismo.

Sono interessanti le implicazioni che il familismo amorale comporta, partendo dal fatto che l'individuo persegue solo l'interesse della propria famiglia nucleare, e mai quello della comunità che richiede cooperazione tra non consanguinei e dlla definizione di a-moralità perché seguendo quella la regola si applicano le categorie di bene e di male solo tra famigliari, e non verso gli altri individui della comunità.

La scheda wikipedia che riassume il libro cita:

# nessuno perseguirà l'interesse comune, salvo quando ne trarrà un vantaggio proprio;
# chiunque, persona o istituzione, affermerà di agire nell'interesse pubblico sarà ritenuto un truffatore;
# solo i pubblici ufficiali si occuperanno degli affari pubblici, perché pagati per farlo, i cittadini non se ne occuperanno e se lo facessero verrebbero mal visti;
# i pubblici ufficiali saranno poco controllati, perché farlo è affare di altri pubblici ufficiali soltanto;
# i pubblici ufficiali non si identificheranno con gli scopi dell'organizzazione che servono, e i professionisti mostreranno una carenza di vocazione o senso della missione; entrambi useranno le proprie posizioni e le loro particolari competenze come strumenti da usare contro il prossimo per perseguire il proprio vantaggio personale;
# il pubblico ufficiale tenderà a farsi corrompere, e se anche non lo farà sarà comunque ritenuto corrotto;
# non ci sarà alcun collegamento tra i principi astratti, politici o ideologici, ed il concreto comportamento quotidiano;
# la legge sarà trasgredita ogni qual volta sembrerà possibile evitarne le conseguenze;
# il debole vedrà con favore un regime autoritario che mantenga l'ordine con mano ferma;
# sarà difficile creare e mantenere una qualsiasi organizzazione, perché ciò richiede una certa dose di disinteresse personale ed identificazione e lealtà verso l'interesse dell'organizzazione;
# non vi saranno né leader né seguaci, poiché nessuno sarà interessato a sostenere l'impresa, tranne se motivato da interesse personale;
# il voto verrà usato per assicurarsi vantaggi materiali di breve termine, più precisamente per ripagare vantaggi già ottenuti, non quelli semplicemente promessi;
# oppure il voto verrà usato per punire coloro da cui ci si sente danneggiati nei propri interessi, anche se quelli hanno agito per favorire l'interesse pubblico;
# gli iscritti ai partiti tenderanno a rivendersi a partiti più favoriti, determinando l'instabilità della forze politiche.

Che ne pensate?
Ulteriori spunti di meditazione: che relazione c'è tra familismo amorale ed etica cristiana (vedi il prosperare della DC al Sud)? Si potrebbe dire che "ama il tuo prossimo come te stesso" sia in contrasto con il familismo amorale eppure a pensarci bene tutto dipede da cosa si intende per "prossimo". Se sono solo i tuoi familiari ....
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Re: Il familismo amorale

Messaggioda Loredana Poncini il 04/09/2010, 12:01

C'è Uno che alla domanda "Chi è il prossimo?" ha risposto con la parabola del buon samaritano..., capovolgendo la questione, e dicendomi : "Loredana, se non ti fai prossima a qualcuno, non c'è prossimo, per te !".
Madre Teresa ci ha aggiornato la questione,ricordandoci che la carità comincia in famiglia, se no non comincia mai, ma ricordandoci anche che, purtroppo , sovente, si ferma lì in famiglia, questa carità, per cui... l'egoismo impera!

La famiglia, più che "chiusa" in se stessa, temo che stia scomparendo, in Europa.
Con i contratti a tempo, ad esempio, già in vigore da tempo, in Germania, tra un lui ed una lei, la promessa di aiutarsi a vivere diventa piuttosto debole, ed anche l'etimo di "famiglia", derivante dal "famulus"(colui che serve)diventa inadeguato nell'individualismo imperante.

E' proprio vecchia, la concezione della famiglia !

Mi sa che la Famiglia che invece resiste e prolifera è la peggiore degenerazione del familismo stesso, cioè l' 'ndrangheta !
L'associazione LIBERA ce ne libererà ?
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Re: Il familismo amorale

Messaggioda franz il 04/09/2010, 14:00

Loredana Poncini ha scritto:C'è Uno che alla domanda "Chi è il prossimo?" ha risposto con la parabola del buon samaritano...,

Ottimo spunto. Infatti la parabola ci porta al tempo del primo testamento e per gli ebrei il "prossimo" erano loro, il loro popolo. Infatti l'antico testamento è pieno di citazioni in cui Dio incita gli ebrei a fare stragi degli altri popoli, quando non è lui stesso ad intervenire direttamente (soprattutto gli giravano quando adoravano vitelli d'oro o cose del genere o cose tipo sodoma e gomorra). Il senso biblico del "prossimo" è quindi circoscritto all'etnia ebraica, secondo alcuni critici disincantati.
Il prossimo è un concetto "fisarmonica". Puo' essere esteso a tutti ma è piu' facile che sia esteso ai .... piu' vicini.
Franz
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