Io c'ero e ne ho conosciuti di quelli che una tempo votavano PCI e oggi "si sono resi conto".
Quante discussioni, nel corso degli anni.
Quelli che non si limitavano a votare PCI, ma ti rimandavano sempre all'ultimo articolo su Rinascita, e parlavano della "visone marxista della storia", e della visione marxista dell'architettura, del cinema, della pittura e dell'insegnamento scolastico, e pure delle figurine dei calciatori.
I pasdaran. Quelli che non avevano trovato un partito, ma una religione e si comportavano come gli zeloti.
C'è gente che ha bisogno di un padrone mentale, una paranoia, un'ossessione, una specie di coltellino svizzero che serve a spiegare ogni problema complicato, a suggerire prontamente la soluzione di dilemmi che nei secoli hanno occupato il pensiero di generazioni di studiosi.
Nell'andare del tempo li ho rivisti, passati ad un altro padrone: come nel passato, investiti dalla Rivelazione, "si sono resi conto", e me li sono ritrovati come sempre a dare lezione su tutto.
Il nuovo padrone della loro mente non era il marxismo e Baffone, ma il capitalismo e il Mercato, e la nuova parola magica era "liberalismo". Tutti liberali. Ovviamente da sempre.
Il padrone era - si fa per dire - nuovo, ma l'asservimento era antico, sempre uguale: stesso fanatismo, stessa mancanza di dubbi.
Solo che, nella loro prima versione, PCI, loro erano quelli giusti e io quello moderato, e adesso loro sono sempre quelli giusti, e io quello massimalista.
A me mi viene da ridere.