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Cacciari: addio coalizioni

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda franz il 09/08/2010, 21:31

matthelm ha scritto:Il conflitto può essere superato come si fa, nei paesi seri, tra alleati che concordano su un programma.

Vero, ma si passa dal concordare "prima" delle elezioni (con il maggioritario) al concordare "dopo", anche piu' volte durante la legislatura.
Cosa che per me ha anche senso, ma con giudizio. 5 anni sono lunghi ed un programma non puo' prevedere tutto con 5 anni di anticipo. Questi non sono in grado di prevedere alcunché e tra casini intrazionali ed altro la sola idea di fare un programma di 5 anni è fuori come un balcone. Si possono indicare le direzioni di massima ma poi la navigazione va fatta a vista. L'ideale sarebbe una via di mezzo. Un piano di massima (la direzione nei prossimi anni) e poi un piano semestrale che tenga conto di quello che succede mese per mese (crisi, guerre, tragedie, innovazioni importanti, scenari internazionali). Ma tutto questo puo' implicare, seriamente, un cambio di governo ogni sei mesi, con l'uscita del partitino b1 sostituito dal c4?

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Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda chango il 10/08/2010, 13:17

in Italia non mi pare che esista una forte tradizione socialista e socialdemocratica.
esiste una forte tradizione ex-comunista che nel 1989 ha abbandonato il comunismo per il socialismo.
ma la formazione di quella classe dirigiente (ancora fortemente presente sulla scena politica) e di una parte consisntente dell'elettorato di sinistra non ha le proprie radici nella socialdemocrazia ma nel comunismo.
che poi si siano "evoluti" poco cambia. è la base ideologica che è diversa.
per coloro che politicamente si sono formate dagli anni novanta in poi, non mi pare che definirsi socialsiti o socialdemcoratici abbia un valore particolare o richiami una forte tradizione con radici chiare e specifiche.

quello che in Italia esiste è una forte tradizione sociale, ossia l'idea che un sistema di welfare solido debba esistere. è una tradizione forte non solo a sinistra ma anche al centro e in alcuni settori della destra.

non sono d'accordo neppure nel riconoscere alla componetne cattolica la capacità di saper raccogliere voti al centro (quale?) e soprattutto sul fatto che quel tipo di centro sia concilibile con la sinistra (moderata o radicale che sia).
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Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda franz il 10/08/2010, 16:56

chango ha scritto:in Italia non mi pare che esista una forte tradizione socialista e socialdemocratica.
...
quello che in Italia esiste è una forte tradizione sociale, ossia l'idea che un sistema di welfare solido debba esistere. è una tradizione forte non solo a sinistra ma anche al centro e in alcuni settori della destra.

Non esiste nemmeno una forte tradizione liberale (nemmeno debole, a dire il vero) e mi chiedo sul piano politico quale sia la tradizione forte. Perché se esiste la convinzione che sistema di welfare solido debba esistere, dovrebbe anche esistere una visione politica (possibilmente diversa dall'assistenzialismo e dalla logica del debito pubblico) che renda possibile sul piano della sostenibilità economica un sistema di welfare. E questa visione per me è sostanzialmente o socialdemocratica o liberaldemocratica, meglio se sostenuta da un'etica protestante o fortemente laica.
Credo che da noi invece la tradizione forte sia quella cattolico-democratica e questo scompagina sia le coalizioni sia il tipo di welfare.

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Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda Robyn il 11/08/2010, 11:00

Bisogna tornare ai fondamentali dell'Ulivo.L'Ulivo non è mai stato una coalizione di partiti ma un partito vero è proprio avversato da un lato dalla sinistra massimalista e dall'altra dai centristi per cui per governare ha bisogno del sistema francese.Le incompatibilità esistono nella testa di chi non è mai riuscito ad entrare nella logica dell'Ulivo.Un tempo al mio paese c'erano molte idustrie.Andavamo a giocare lungo la ferrovia e le strade e non di rado trovavamo in alto segnali con scritto chi tocca i fili muore,riferito all'alta tensione.Oggi è che chi tocca l'Ulivo muore Ciao Robyn
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Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda matthelm il 11/08/2010, 18:32

franz ha scritto:
matthelm ha scritto:Il conflitto può essere superato come si fa, nei paesi seri, tra alleati che concordano su un programma.

Vero, ma si passa dal concordare "prima" delle elezioni (con il maggioritario) al concordare "dopo", anche piu' volte durante la legislatura.
Cosa che per me ha anche senso, ma con giudizio. 5 anni sono lunghi ed un programma non puo' prevedere tutto con 5 anni di anticipo. Questi non sono in grado di prevedere alcunché e tra casini intrazionali ed altro la sola idea di fare un programma di 5 anni è fuori come un balcone. Si possono indicare le direzioni di massima ma poi la navigazione va fatta a vista. L'ideale sarebbe una via di mezzo. Un piano di massima (la direzione nei prossimi anni) e poi un piano semestrale che tenga conto di quello che succede mese per mese (crisi, guerre, tragedie, innovazioni importanti, scenari internazionali). Ma tutto questo puo' implicare, seriamente, un cambio di governo ogni sei mesi, con l'uscita del partitino b1 sostituito dal c4?

Franz


Quello che tu dici è vero ma questo succede in tutti i governi di coalizione, ripeto, nei paesi seri e non cambiano governo ogni sei mesi.
Certamente vanno dati più poteri, come scrivevo, al premier e fatti appropriati correttivi. io arriverei anche al semipresidenzialismo o presidenzialismo.
La cosa certa è che dobbiamo uscire dalla preistoria politica. E' ora.
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Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda franz il 11/08/2010, 21:18

matthelm ha scritto:La cosa certa è che dobbiamo uscire dalla preistoria politica. E' ora.

Anche dal medioevo economico.

Ciao,
Franz
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Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda matthelm il 12/08/2010, 10:51

franz ha scritto:
matthelm ha scritto:La cosa certa è che dobbiamo uscire dalla preistoria politica. E' ora.

Anche dal medioevo economico.

Ciao,
Franz



Anche. Certo, finché abbiamo delle Fiom come a Pomigliano che vedono ancora i "padroni" come nell'800... cadono le braccia.
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Inutile illudersi. La riforma del porcellum non si farà

Messaggioda franz il 13/08/2010, 15:17

dal sole24ore

Inutile illudersi e illudere. Vi spiego perché la riforma elettorale del «porcellum» non si farà
di Roberto D'Alimonte

Questo articolo è stato pubblicato il 13 agosto 2010 alle ore 07:49.

Si parla di nuovo di riforma elettorale, di modificare la cosiddetta legge "porcellum" di Roberto Calderoli. Il tema viene collegato all'eventuale formazione di un governo tecnico che dovrebbe nascere in caso di crisi. Mettiamo pure da parte la questione della legittimità politica - non giuridica - di un esecutivo che escluda Pdl e Lega e fissiamo l'attenzione sui contenuti di un'eventuale riforma che il governo tecnico dovrebbe elaborare e il parlamento approvare prima del ritorno alle urne.

Quale legge elettorale? Il primo a non essere in grado di rispondere a questa domanda è proprio il Pd, cioè il partito che più di ogni altro sta sollevando la questione. Da una parte ci sono i fautori del ritorno al proporzionale nella forma di una qualche versione del sistema tedesco. Il capofila di questa corrente è D'Alema. Dall'altra ci sono i sostenitori del maggioritario con collegi uninominali e magari doppio turno. Il capofila è Veltroni.
In mezzo c'è Bersani che difende il bipolarismo e il diritto degli elettori a scegliere i candidati ma sulla formula elettorale tace. Non basta dire che i collegi uninominali sono una buona cosa perché questi ci sono sia in Germania che in Gran Bretagna e Francia ma sono molto diversi nei loro effetti. In Germania non servono a bipolarizzare la competizione, negli altri due paesi sì.

In generale tra le opposizioni esiste un largo schieramento a favore di un ritorno al proporzionale. D'Alema, Rutelli, Casini, Lombardo sono tutti favorevoli a questa soluzione. Di Fini non si sa. Una volta era un convinto sostenitore del maggioritario ma erano altri tempi. Tra i vari tipi di proporzionale il modello tedesco è quello preferito. Il motivo è semplice. Si tratta di un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento al 5%, ma visto che ci sono anche i collegi uninominali si presta bene a far passare l'idea che ci sia una componente maggioritaria capace di mantenere in piedi il bipolarismo. È un'idea sbagliata perché i collegi uninominali tedeschi sono ben diversi da quelli inglesi e francesi. Semplicemente non sono veri collegi maggioritari. E proprio per questo motivo il sistema tedesco lascia liberi i partiti di decidere dopo il voto con chi allearsi e non li obbliga a farlo prima, come avviene con il sistema di voto vigente oggi in Italia e come avveniva con la legge Mattarella.

Questa è la differenza cruciale ed è esattamente la ragione della popolarità di questo modello nelle fila della opposizione.
Se le alleanze non si fanno prima del voto in maniera vincolante salta il bipolarismo e si arriva alla scomposizione degli attuali schieramenti politici. In questo modo si rimescolano le carte e Berlusconi perde il vantaggio competitivo di cui gode ora.
Questa è la convinzione dei proporzionalisti. In mancanza di coesione si attribuisce al sistema elettorale la responsabilità del successo di Berlusconi, mentre la vera ragione sta nell'incapacità delle opposizioni di superare le loro divisioni e costruire un'alternativa di governo capace di raccogliere più voti di quella offerta da Pdl e Lega Nord. Quindi l'eventuale governo tecnico - che se si facesse si reggerebbe su una maggioranza risicata - dovrebbe fare una legge elettorale proporzionale contro la volontà dei due maggiori partiti della destra e una buona fetta del Pd.

Quanto ad altri sistemi elettorali, la loro approvazione in questo momento è altrettanto irrealistica. Qualcuno parla di un ritorno alla "legge Mattarella" o comunque di sistemi con collegi uninominali maggioritari. Ma anche questa ipotesi non sta in piedi. D'Alema, Casini, Rutelli, Lombardo non vogliono un sistema maggioritario. A Berlusconi oggi potrebbe anche andare bene. Ma come si fa ad immaginare che Pd, Idv, Udv, Mpa, Api e magari Fini e la Sel di Vendola possano trovare un accordo per spartirsi i collegi per quote come avveniva con la vecchia legge Mattarella? Non esiste. E senza un accordo del genere, Pdl e Lega sarebbero fortemente avvantaggiati da un sistema con collegi uninominali.

Resta un'altra opzione per la riforma elettorale. Si tratta di correggere l'attuale sistema reintroducendo le preferenze e modificando il meccanismo di assegnazione dei premi al Senato per dare agli elettori la possibilità di eleggere chi vogliono e per evitare o almeno limitare il rischio di maggioranze diverse tra le due Camere.

Su questi cambiamenti forse Berlusconi potrebbe essere d'accordo. Certo gli dispiacerebbe privarsi della possibilità di scegliersi i candidati per trasferirla agli elettori, ma se in cambio ottenesse l'eliminazione del rischio di non vincere al Senato lo scambio tutto sommato gli converrebbe. E l'opposizione? Ci starebbe a privarsi dell'unica carta che oggi ha in mano per impedire la vittoria di Berlusconi?

In conclusione, la riforma elettorale non si farà oggi. Inutile illudersi e illudere. Domani, se le urne produrranno un parlamento diviso, lo scenario cambierà radicalmente e potrà succedere di tutto. Anche un governo tecnico.
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Re: Inutile illudersi. La riforma del porcellum non si farà

Messaggioda chango il 13/08/2010, 17:42

franz ha scritto:dal sole24ore

Inutile illudersi e illudere. Vi spiego perché la riforma elettorale del «porcellum» non si farà
di Roberto D'Alimonte
...


non è che per riformare il porcellum siano necessari stravolgimenti eccessivi, come l'introduzione dei collegi uninominali o delle preferenze.

due modifiche minime del porcellum sarebbero:
a) circoscrizioni non più di dimensione regionale, ma provinciale (le liste pur rimanendo bloccate sono più corte, quindi è più facile conoscere/valutare i candidati)
b) eliminazione delle candidature multiple.

se poi si vuole esagerare si può anche:
c) abolire il premio di maggioranza
d) definire uno sbarramento unico al 3%

il risultato sarebbe una legge elettorale come quella spagnola: un proporzionale con un buon effetto maggioritario che non penalizza i partiti regionalisti (es.Lega, MPA), mentre danneggia i piccoli partiti di dimensione "nazionale" (es.IDV).

se l'obiettivo è quello di evitare di tornare al voto con questa legge elettorale e di fare fuori politicamente berlusconi mi sembra che un compromesso ragionevole si possa raggiungere.
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Re: Cacciari: addio coalizioni

Messaggioda pianogrande il 13/08/2010, 17:54

Se la riforma non si farà è perché i grandi elettori e cioè le segreterie dei partiti non ci vogliono stare a perdere questo immenso potere.
La sovranità appartiene al popolo ma il potere appartiene ai partiti e da lì è difficile venir fuori.
Questo sarà anche il momento per verificare se il porcellum piace solo a chi lo ha approvato.
Fotti il sistema. Studia.
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