numero di «bravissimi»
Maturità con lode, il primato resta al Sud
I primi dati del ministero sulle prove di giugno. Punteggio massimo, la Puglia in testa
E' di Reggio Calabria l'istituto con il più alto numero di «bravissimi»
Maturità con lode, il primato resta al Sud
I primi dati del ministero sulle prove di giugno. Punteggio massimo, la Puglia in testa
MILANO — Anno nuovo, voti vecchi. Ottimi, per carità. Ma che portano con sé l’ombra di qualche dubbio. Il ministero di viale Trastevere ha elaborato i dati relativi alla maturità 2009-10 — qualche manciata di schede è ancora in dirittura d’arrivo, ma quelli che il Corriere è in grado di anticipare sono vicinissimi ai risultati definitivi — e quel che ne esce è, in pratica, un quadro-fotocopia degli esami di 12 mesi fa. La mappa dell’«Italia dei cento e lode» è, ancora, fortemente sbilanciata. Verso il Sud, soprattutto.
Sono 4.037, allo stato, i diplomati cum laude negli istituti superiori italiani; di questi, 2.016 — quasi la metà esatta — provengono dalle Regioni meridionali e dalle isole. Più del doppio di quelli del Nord. Se il record «secco», in base ai numeri, spetta alla Puglia (631), in realtà a voler guardare la percentuale sul totale dei diplomati la medaglia d’oro spetta alla Calabria: «solo» 362 lodi, che però rappresentano ben il 2,1% sull’ammontare complessivo dei diplomati. La Puglia si ferma poco sotto, con l’1,8%. Salendo un po’ lungo lo Stivale, si scopre che anche Umbria e Marche si difendono bene, rispettivamente con l’1,6 e l’1,4 per cento (che corrispondono a 89 e 156 ragazze e ragazzi); e persino l’Emilia si attesta sull’1,4%, pari a 336 «bravissimi».
È, però, incontestabile che una differenza geografica, per quanto sfumata e con tutti i distinguo del caso — la Basilicata, per dire, si è fermata a 43 studenti eccellenti, lo 0,8% del totale —, ci sia eccome. Una conferma di quanto era già emerso ai primi di agosto del 2009. Allora, le lodi si erano «fermate» a quota 3.529; nel 2008 erano state 4.008 (ma il numero complessivo dei maturandi era più alto). Un piccolo salto in avanti, che si riflette anche nella percentuale di chi ha ottenuto il massimo dei voti: 1,1%, contro lo 0,92 di un anno fa. I cento senza lode aumentano anch’essi di una manciata di unità, da 19.078 a 20.238.
Resta, invece, un dato di fatto: nelle Regioni del Nord, di norma, gli studenti al top sono — in percentuale — meno di quanto non avvenga al Sud. Dell’Emilia-Romagna si è già detto, ed è — insieme alla Liguria, ferma all’1% — l’unica a doppiare la boa del punto percentuale. La Lombardia, con 256 «lodi», si aggiudica uno 0,5%; il Piemonte, con 208, è allo 0,9%. L’impressione è confermata se si vanno a spulciare i dati relativi ai «centisti», quelli che la lode l’hanno sfiorata, e che comunque rientrano a pieno diritto nel novero delle eccellenze. Sono il 4,9% dei diplomati piemontesi, il 3,7% dei lombardi, il 4,6% dei veneti, il 5,2% dei liguri. E l’8,1% dei calabresi, il 6,4% dei siciliani, il 6,7% dei pugliesi, il 6,7% dei marchigiani, il 6,4% degli umbri. La Basilicata, solita «mosca bianca», è ferma al 4,6%.
E se in Piemonte, Veneto e Friuli-Venezia Giulia nessun istituto ha assegnato più di 7 lodi, in Sardegna e Toscana soltanto uno ha raggiunto quota 9 e in Molise non c’è chi sia andato oltre quota 5, nelle Regioni del Sud le cifre hanno un andamento ben diverso: in Sicilia, 4 scuole hanno elargito più di 11 lodi, in Calabria 7 hanno superato il 14, e in Puglia 10 hanno oltrepassato la boa dei 10 «eccellenti». Sono calabresi 7 istituti su 10 nella top ten dei «lodisti»: 26 bravissimi nel solo liceo Da Vinci di Reggio, che l’anno scorso si era «fermato» a quota 17. La prima Regione del Nord a spuntare nella classifica è l’Emilia-Romagna, con il liceo Ulivi di Parma: 13 lodi, erano 10 nell’agosto 2009. L’Abruzzo e le Marche si infilano ai numeri 32 e 33 (con il classico D’Annunzio di Pescara e lo scientifico Marconi di Pesaro, 11 lodi a testa); da lì in giù, fanno capolino più o meno tutte le Regioni. Ma da lì in su, c’è spazio solo per Calabria, Sicilia, Puglia e Campania. E per chi avesse tempo e voglia di scorrere l’elenco fino alla parte bassa della graduatoria, i nomi noti non mancano: lo scientifico Righi di Bologna, ad esempio, è al 124° posto, con 6 «lodi»; a pari merito il classico Mamiani di Roma; a Torino, l’Alfieri è fermo a quota 5, mentre il Parini e il Volta di Milano hanno 4 eccellenze a testa. Il classico Tito Livio di Padova, tra gli istituti più ambiti del Nordest, ne vanta solo tre.
Gabriela Jacomella
03 agosto 2010 www.corriere.it