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Rischio fallimento: Grecia e non solo Grecia

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Ungheria come la Grecia

Messaggioda franz il 05/06/2010, 9:44

Ungheria come la Grecia. Il governo ammette: «Non è esagerato parlare di rischio default»

«Market wild wind is now blowing from East». Il titolo («Il vento selvaggio del mercato ora soffia da Est») non è quello di un film western di serie B. Tutt'altro. È come hanno deciso di titolare il rapporto settimanale gli esperti dell'ufficio studi di UniCredit. Queste poche parole, evidemente, dicono tutto. Certo, ci sono le consuete articolate analisi sul reddito fisso, sul valutario ma la notizia che ha tenuto banco oggi è stato l'allarme lanciato del governo ungherese: «non è esagerato ipotizzare di essere a rischio default», ha detto il portavoce del primo ministro ungherese Viktor Orban.

«È chiaro - è stato il suo commento - che l'economia versa in una situazione molto grave». Il problema è che anche in questo caso qualcuno avrebbe messo lo zampino sui dati statistici che fotografano lo stato dei conti pubblici: il portavoce ha infatti parlato dinumeri «manipolati» dal precedente governo, che «mentono» sulla situazione reale dell'economia del Paese.

Già ieri Lajos Kosa, ex presidente del partito Fidesz oggi al potere, aveva definito come «molto tenui» le possibilità per il Paese di evitare una situazione simile a quella greca. E, in simile contesto, non poteva non avvenire il "patatrack". Il Fiorino, nel giro di 24 ore, ha perso il 5,5%, scendendo a quota 272 contro l'euro; la Borsa di Budapest, oggi, è arrivata a lasciare sul parterre l'8,4 per cento, per poi terminare la seduta in calo del 3,3% a 21.288,93 punti.

Sale il rischio debito sull'Eurozona
Fin qui gli effetti "interni" all'Ungheria. Ma, ovviamente, le tensioni sono tornate nel mondo del reddito fisso. Il rischio-debito sull'Eurozona (anche se l'Ungheria non fa parte dell'Unione monetaria) è balzato subito in orbita: l'indice Markit iTraxx dei Credit default swaps sui 15 paesi dell'Europa occidentale sono saliti di 21 punti base al massimo storico di 174,4.

Sono schizzati ai massimi anche i Cds sui titoli di stato di Italia, Spagna oltre a quelli dell'Ungheria: in base ai dati Cma DataVision citati dall'agenzia Bloomberg, i Cds sul debito
dell'Italia sono saliti fino al record di 264 punti per poi attestarsi sui 260 punti; quelli sulla Spagna hanno raggiunto il picco di 295,5 punti, e quelli sull'Ungheria sono schizzati di ben 107,5 punti base al record di 416 punti. I contratti sul Portogallo sono saliti 41 punti base a 380 punti e quelli sull'Irlanda di 34 punti base a 294.

Secondo Bnp Paribas, Spagna e Italia sono i «potenziali candidati» degli acquisti di bond da parte della Bce se persiste la situazione di tensione sui mercati: «la Bce non avrà altra scelta che supportare questi Paesi - si legge in un rapporto dell'istituto - inizialmente con acquisti di ammontare ridotto per poi aumentarli se non saranno sufficienti. Ma questo significa che la situazione dovrà ancora peggiorare prima di poter vedere un miglioramento».

Parlare un po' meglio ai mercati
In molti hanno considerato le dichiazioni provenienti da Budapest un incidente verbale. E non sono mancate le critiche. «Il nuovo governo ungherese deve pensare un po' meglio a come comunicare con il mercato» ha detto al Financial Times Tim Ash, capo della ricerca sui mercati emergenti di Royal Bank of Scotland. «Semplicemente non si può parlare in questo modo».

Intesa rassicura sulla sua espozione
«Noi abbiamo una bella banca in Ungheria, un Paese che rappresenta poco meno del 2% dei nostri attivi». Così il ceo di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, risponde a una domanda sulla crisi dei mercati innescata dall'Ungheria, aggiungendo che «in quel Paese», dove il gruppo è presente attraverso la controllata Cib Bank, «continuiamo a credere».

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Re: Ungheria come la Grecia

Messaggioda trilogy il 06/06/2010, 19:38

franz ha scritto:Ungheria come la Grecia. Il governo ammette: «Non è esagerato parlare di rischio default»
Parlare un po' meglio ai mercati
In molti hanno considerato le dichiazioni provenienti da Budapest un incidente verbale. E non sono mancate le critiche. «Il nuovo governo ungherese deve pensare un po' meglio a come comunicare con il mercato» ha detto al Financial Times Tim Ash, capo della ricerca sui mercati emergenti di Royal Bank of Scotland. «Semplicemente non si può parlare in questo modo».
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Una volta l' avevo scritto: a quelli che occupano posizioni di rilievo in un paese bisognerebbe fare un corso su come si parla ai mercati finanziari, oppure farli star zitti. :D Comunque penso che il governo ungherese l'abbia fatto di proposito. Devono far ingoiare al paese nuovi sacrifici e hanno calcato la mano. Non hanno considerato che le reazioni dei mercati finanziari sono istantanee e possono mettere in ginocchio l'Ungheria in pochi giorni.
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Re: Ungheria come la Grecia

Messaggioda franz il 06/06/2010, 20:34

trilogy ha scritto:Una volta l' avevo scritto: a quelli che occupano posizioni di rilievo in un paese bisognerebbe fare un corso su come si parla ai mercati finanziari, oppure farli star zitti. :D Comunque penso che il governo ungherese l'abbia fatto di proposito. Devono far ingoiare al paese nuovi sacrifici e hanno calcato la mano. Non hanno considerato che le reazioni dei mercati finanziari sono istantanee e possono mettere in ginocchio l'Ungheria in pochi giorni.

Che dire di Cameron? Già si attendono le reazioni dei mercati, domani.


Londra e la crisi, allarme di Cameron: «Debito enorme, anni di sacrifici»

L'appello ai cittadini «Dobbiamo avere la gente dalla nostra parte, o il debito pubblico ci schiaccerà»


le dichiarazioni del primo ministro del Regno Unito al Sunday Times

Cameron: «Per la Gran Bretagna
in vista anni di sacrifici»

MILANO - La Gran Bretagna va incontro ad «anni di sacrifici». L'economia del Paese si trova in uno stato peggiore di quanto si pensasse e i tagli, quando arriveranno, saranno «dolorosi». A suonare il campanello d'allarme è David Cameron, primo ministro del Regno Unito. Il neo premier conservatore, in un'intervista rilasciata al Sunday Times, è tornato a battere sul tasto «dell'enorme debito pubblico con cui abbiamo a che fare».«Se non facciamo qualcosa - ha spiegato Cameron - finiremo per pagare degli interessi sul debito di 50, 60, 70 miliardi di sterline. Sono cifre pazzesche, più di quanto spendiamo per l'istruzione dei nostri figli o per la difesa della nazione». Cameron ha poi attaccato le previsioni per la crescita economica - il 3% nel 2011 - stilate dal governo laburista: «Non ci sarà nessun trampolino per la ripresa», ha detto. Quindi la medicina. «Bisogna affrontare i conti dello stato sociale, del settore pubblico e la dimensione della burocrazia accumulata in questi anni».

APPELLO AI CITTADINI
- «La qualità di un vero uomo di Stato è di assumere la buona decisione spiegando alla gente gli obiettivi che ci sono dietro ai sacrifici», ha detto Cameron. «Un debito enorme deve essere gestito. Incrociare le dita aspettando la crescita e sperando che scompaia non è una risposta», e poi ha aggiunto: «Il Paese è "scoperto". E gli interessi su questo scoperto si mangiano ciò che la nazione avrebbe dovuto spendere per altro. Dobbiamo avere la gente dalla nostra parte nel corso di questo difficile viaggio», ha proseguito il leader dei conservatori. Secondo i dati dell'Ufficio di Statistica nazionale, il deficit pubblico ha raggiunto i 156,1 miliardi di sterline nel 2009/2010, pari all'11,1% del Pil, un dato record.

CLEGG: NON SI TORNA AGLI ANNI 80 - Allo stesso tempo, però, il vicepremier Nick Clegg, leader dei Liberaldemocratici, ha lanciato segnali distensivi: niente tagli selvaggi come al tempo della Thatcher. A colloquio con l'Observer, Clegg ha dispensato la sua dose di "zucchero". «Responsabilità nella spesa - ha detto - non significa tornare agli anni Ottanta: noi faremo le cose diversamente, non permetteremo il ritorno delle differenze tra nord e sud del Paese». Clegg ha poi ricordato che alcuni dei pacchetti di riduzione della spesa pubblica più rigorosi sono stati recentemente portati avanti da governi di «centro-sinistra» come i «socialdemocratici in Svezia, l'amministrazione di Clinton i USA e i liberali in Canada».

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Re: Rischio fallimento: Grecia e non solo Grecia

Messaggioda trilogy il 11/06/2010, 11:46

LONDRA 11 giugno 2010 (Reuters) - Lo "stress test" effettuato da Moody's sondando alcune delle più grandi banche dell'Unione Europea ha rivelato che l'esposizione degli istituti tanto al debito pubblico quando ai prestiti al settore privato in Grecia, Portogallo, Spagna e Irlanda è gestibile, rispetto agli attuali livelli di capitale.

L'agenzia non prevede interventi sul rating in base a tali esposizioni.

"In base al nostro stress test, crediamo che le banche testate sarebbero in grado di assorbire le perdite che possono derivare dalle loro esposizioni senza necessità di aumenti di capitale", dice Jean-Francois Tremblay, uno degli autori del documento conclusivo.

"Ciò vale anche in presenza di condizioni peggiori dalle aspettative. Il livello medio di capital ratio obbligatorio delle banche che abbiamo testato è ben al di sopra del 9%".

A partecipare al progetto sono state oltre 30 banche da 10 diversi paesi. Uno dei risultati è stato che le esposizioni degli istituti al debito privato, dai mutui ai finanziamenti alle imprese, sono superiori a quelle sul debito dei governi.
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I mercati finanziari si stanno calmando

Messaggioda franz il 11/06/2010, 14:08

Draghi: «I mercati si stanno calmando e dall'euro non si torna indietro»

dal nostro inviato Alessandro Merli


HELSINKI - I mercati finanziari stanno cominciando a capire che l'euro sopravviverà e che non è possibile tornare indietro. Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, intervenendo a una conferenza a Helsinki, ha osservato che «negli ultimissim giorni i mercati si stanno calmando». Secondo Draghi «la gente deve capire che l'euro rimarrà e non è possibile tornare indietro». Inoltre «l'indipendenza della Banca centrale europea non è mai stata in discussione», un concetto che aveva ripetuto anche nei giorni scorsi quando erano stati sollevati dubbi a proposito degli acquisiti di titoli di stato di diversi paesi europei da parte dell'istituto di Francoforte.

Draghi presiederà nei prossimi giorni a Toronto la riunione plenaria del Financial Stability Board in vista del vertice dei capi di Stato e di Governo del G-20 a fine mese nella città canadese, dove presenterà i progressi compiuti nella riforma delle regole della finanza globale.

Il governatore ha parlato a margine di una conferenza organizzata dalla Banca di Finlandia e dalla Banca d'Italia per ricordare il grande economista finlandese Pentti Kouri, esaminando le lezioni della crisi per la teoria macroeconomica e finanziaria. Kouri fu compagno di studi e amico di Draghi al Massachusetts Institute of Technology, dove entrambi hanno ricevuto un dottorato all'inizio degli anni '70. Il governatore ne ha pronunciato un commosso ricordo ieri sera, a una cena cui hanno partecipato banchieri centrali ed economisti. Alla conferenza ha preso parte anche il premio Nobel per l'Eonomia, Edmund Phelps, il quale ha sostenuto la necessità di evitare stimoli fiscali che rendano insostenibile il debito pubblico dei paesi.

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Re: I mercati finanziari si stanno calmando

Messaggioda trilogy il 11/06/2010, 20:43

franz ha scritto:Draghi: «I mercati si stanno calmando e dall'euro non si torna indietro»


anche gli speculatori vanno in ferie...vedremo a settembre ;)
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