La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

La popolarità di Berlusconi scende al minimo storico

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

La popolarità di Berlusconi scende al minimo storico

Messaggioda gabriele il 24/05/2010, 21:25

La popolarità di Berlusconi scende al minimo storico
Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato martedì 18 maggio 2010 in Spagna.

[El País]

Il 62% degli Italiani esprime poca o nessuna fiducia nel Governo

La spaccatura interna alla maggioranza, i casi di corruzione nel Governo e nel Popolo della Libertà e l’annunciato piano di aggiustamento del bilancio, hanno provocato il crollo della popolarità di Silvio Berlusconi verso il suo minimo storico, portandola al 41%.

Un’inchiesta di IPR Marketing, pubblicata oggi da La Repubblica, indica che la fiducia degli italiani nel loro primo ministro è diminuita di 3 punti nell’ultimo mese e di 12 nell’ultimo anno: a maggio del 2009 il Cavaliere aveva dalla sua parte il 53% dei consensi.

Adesso un 55% degli italiani dice di avere poca o nessuna fiducia in Berlusconi che, in ogni caso, continua a essere il più considerato del suo Governo, che è stato bocciato da circa il 62% degli italiani e che ottiene un appoggio solo del 35%.

Berlusconi è arrivato all’apice della popolarità nell’ottobre del 2008, quando aveva ottenuto il 62% di fiducia. Da allora la caduta è stata costante e solo a dicembre, dopo l’aggressione a Piazza del Duomo a Milano, aveva recuperato 3 punti (dal 45% al 48%).

In due anni di governo, Berlusconi ha perso 21 punti percentuali, mentre la lista di coloro che non gli danno più fiducia è cresciuta di 19 punti.

La buona notizia per Il Cavaliere è che la disaffezione colpisce anche gli altri partiti politici. Gli italiani mostrano di non avere fiducia in alcuna alternativa.

Nessun partito riesce a superare il 40% dei consensi (non era mai accaduta una cosa del genere, secondo l’indagine) e mantiene intatta la propria popolarità solo l’Italia dei Valori, il gruppo giustizialista cui fa capo Antonio Di Pietro, che ottiene la fiducia del 38% degli intervistati, la stessa cifra del Popolo della Libertà.

Tutti gli altri gruppi, compresi il Partito Democratico (36% di consensi) e la Lega Nord (32%), hanno perso 2 punti nell’ultimo mese.

[Articolo originale "La popularidad de Berlusconi cae a un mínimo histórico" di MIGUEL MORA]

http://italiadallestero.info/archives/9518
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.
Avatar utente
gabriele
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 2690
Iscritto il: 18/05/2008, 16:01

Re: La popolarità di Berlusconi scende al minimo storico

Messaggioda Gab il 25/05/2010, 10:18

Per forza e' al minimo storico, non ci sono elezioni e non ha necessita' di raccontare le solite.
Anche la psicologia e' dalla sua (vedi sotto) .
Quindi quando si rimane nel reale per forza di cose il consenso torna a i minimi.

Non appena l'apparato ( «Acquisire 2 o 3 giornalisti per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell’altro. L’azione dovrà essere condotta a macchia d’olio o meglio a catena da non più di 3 o 4 elementi che conoscano l’ambiente» vedi-articolo ) per la creazione del surreale ritorna a macinare consenso si ritornera' ai soliti numeri.





Vita eterna per le bugie soprattutto se "rettificate" da repubblica.it
Uno studio dimostra che le rettifiche avvalorano le convinzioni esistenti, anche se palesemente false. Si tratta di un meccanismo mentale di autodeterminazione che condiziona anche le votazioni politiche
di SARA FICOCELLI

Mettere un'informazione sbagliata in circolazione è un po' come sciogliere una goccia di petrolio nell'oceano: potrà rendersi invisibile frammentandosi in mille parti, ma non scomparirà mai. Per spiegare la meccanica che sta dietro l'immortalità delle "bugie" e i motivi per cui, malgrado le smentite, ci sarà sempre qualcuno disposto a dargli credito, gli scienziati politici Brendan Nyhan dell'università del Michigan e Ann Arbor e Jason Reifler della Georgia State University di Atlanta hanno condotto alcuni esperimenti chiedendo ai partecipanti di leggere notizie false contenenti dichiarazioni fuorvianti di alcuni politici, e assegnando poi ad alcuni, a caso, una versione dell'articolo contenente delle rettifiche.

"Dai risultati ottenuti - ha spiegato Brendan Nyhan al New York Times - è emerso che la diffusione di rettifiche non solo non elimina i fraintendimenti ma anzi li fa peggiorare. In un esperimento, ad esempio, abbiamo riscontrato che la porzione di elettori conservatori che credono che i tagli alle tasse dell'ex presidente George W. Bush abbiano contribuito alla crescita economica è salita dal 36% al 67% proprio quando questa notizia è stata smentita. Le persone tendono ad accanirsi contro la correzione delle informazioni già messe in circolazione e alle quali avevano dato credito. Paradossalmente le smentite rafforzano i fraintendimenti".

Lo studio americano, presentato al meeting annuale dell'American Political Science Association, è partito dai dati raccolti dal collega James H. Kuklinski, che nel 2000 illustrò la differenza tra disinformazione e cattiva informazione, concludendo che spesso gli elettori basano le preferenze politiche su false informazioni ritenute attendibili, e dai ricercatori Charles S. Taber e Milton Lodge, che nel 2006 dimostrarono con una serie di sondaggi che spesso i cittadini rifiutano di credere alle opinioni contrastanti con le loro, anche se è dimostrato che sono vere. Nyhan, Arbor e Reifler hanno condotto la propria ricerca con una serie di quattro esperimenti, suddividendo i volontari in gruppi e riscontrando come sia praticamente impossibile far cambiare idea a qualcuno smentendo un'informazione ritenuta fino a quel momento attendibile.

Dalle cause scatenanti della guerra in Iraq alla riforma sanitaria di Obama, sono tanti gli esempi di notizie false, poi corrette, che hanno continuano e continuano a circolare come vere sul web, sui giornali e quindi tra le opinioni della gente. E questo, come nel 2007 spiegò in un altro studio Brian J. Gaines, è un meccanismo di ragionamento che ha a che vedere con l'autodeterminazione. "Sono due i procedimenti mentali che regolano l'assimilazione delle informazioni", ha spiegato Nyhan. "Innanzitutto chi le riceve va alla ricerca di pregiudizi: quando leggiamo qualcosa cerchiamo in realtà una conferma ai nostri preconcetti, qualcosa che avvalori le nostre convinzioni. Non una vera informazione. Il secondo procedimento scatta invece al momento dell'eventuale smentita: noi lo chiamiamo backfire effect ("effetto ritorno di fiamma") ed è quel meccanismo mentale che porta a rafforzare le proprie convinzioni proprio perché qualcuno le ha messe in discussione o controdimostrate". Come diceva Mark Twain, "non è ciò che non sai a crearti dei problemi, ma ciò che sai per certo".

(24 maggio 2010)
Avatar utente
Gab
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 506
Iscritto il: 22/05/2008, 16:52
Località: Livorno

Re: La popolarità di Berlusconi scende al minimo storico

Messaggioda Gab il 25/05/2010, 10:18

Per forza e' al minimo storico, non ci sono elezioni e non ha necessita' di raccontare le solite.
Anche la psicologia e' dalla sua (vedi sotto) .
Quindi quando si rimane nel reale per forza di cose il consenso torna ai minimi.

Non appena l'apparato ( «Acquisire 2 o 3 giornalisti per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell’altro. L’azione dovrà essere condotta a macchia d’olio o meglio a catena da non più di 3 o 4 elementi che conoscano l’ambiente» vedi-articolo ) per la creazione del surreale ritornera' a macinare consenso rivedremo i soliti numeri.





Vita eterna per le bugie soprattutto se "rettificate" da repubblica.it
Uno studio dimostra che le rettifiche avvalorano le convinzioni esistenti, anche se palesemente false. Si tratta di un meccanismo mentale di autodeterminazione che condiziona anche le votazioni politiche
di SARA FICOCELLI

Mettere un'informazione sbagliata in circolazione è un po' come sciogliere una goccia di petrolio nell'oceano: potrà rendersi invisibile frammentandosi in mille parti, ma non scomparirà mai. Per spiegare la meccanica che sta dietro l'immortalità delle "bugie" e i motivi per cui, malgrado le smentite, ci sarà sempre qualcuno disposto a dargli credito, gli scienziati politici Brendan Nyhan dell'università del Michigan e Ann Arbor e Jason Reifler della Georgia State University di Atlanta hanno condotto alcuni esperimenti chiedendo ai partecipanti di leggere notizie false contenenti dichiarazioni fuorvianti di alcuni politici, e assegnando poi ad alcuni, a caso, una versione dell'articolo contenente delle rettifiche.

"Dai risultati ottenuti - ha spiegato Brendan Nyhan al New York Times - è emerso che la diffusione di rettifiche non solo non elimina i fraintendimenti ma anzi li fa peggiorare. In un esperimento, ad esempio, abbiamo riscontrato che la porzione di elettori conservatori che credono che i tagli alle tasse dell'ex presidente George W. Bush abbiano contribuito alla crescita economica è salita dal 36% al 67% proprio quando questa notizia è stata smentita. Le persone tendono ad accanirsi contro la correzione delle informazioni già messe in circolazione e alle quali avevano dato credito. Paradossalmente le smentite rafforzano i fraintendimenti".

Lo studio americano, presentato al meeting annuale dell'American Political Science Association, è partito dai dati raccolti dal collega James H. Kuklinski, che nel 2000 illustrò la differenza tra disinformazione e cattiva informazione, concludendo che spesso gli elettori basano le preferenze politiche su false informazioni ritenute attendibili, e dai ricercatori Charles S. Taber e Milton Lodge, che nel 2006 dimostrarono con una serie di sondaggi che spesso i cittadini rifiutano di credere alle opinioni contrastanti con le loro, anche se è dimostrato che sono vere. Nyhan, Arbor e Reifler hanno condotto la propria ricerca con una serie di quattro esperimenti, suddividendo i volontari in gruppi e riscontrando come sia praticamente impossibile far cambiare idea a qualcuno smentendo un'informazione ritenuta fino a quel momento attendibile.

Dalle cause scatenanti della guerra in Iraq alla riforma sanitaria di Obama, sono tanti gli esempi di notizie false, poi corrette, che hanno continuano e continuano a circolare come vere sul web, sui giornali e quindi tra le opinioni della gente. E questo, come nel 2007 spiegò in un altro studio Brian J. Gaines, è un meccanismo di ragionamento che ha a che vedere con l'autodeterminazione. "Sono due i procedimenti mentali che regolano l'assimilazione delle informazioni", ha spiegato Nyhan. "Innanzitutto chi le riceve va alla ricerca di pregiudizi: quando leggiamo qualcosa cerchiamo in realtà una conferma ai nostri preconcetti, qualcosa che avvalori le nostre convinzioni. Non una vera informazione. Il secondo procedimento scatta invece al momento dell'eventuale smentita: noi lo chiamiamo backfire effect ("effetto ritorno di fiamma") ed è quel meccanismo mentale che porta a rafforzare le proprie convinzioni proprio perché qualcuno le ha messe in discussione o controdimostrate". Come diceva Mark Twain, "non è ciò che non sai a crearti dei problemi, ma ciò che sai per certo".

(24 maggio 2010)
Avatar utente
Gab
Redattore
Redattore
 
Messaggi: 506
Iscritto il: 22/05/2008, 16:52
Località: Livorno

Re: La popolarità di Berlusconi scende al minimo storico

Messaggioda pianogrande il 25/05/2010, 14:23

Ma Berlusconi ha ragione.
noi abbiamo vissuto al disopra delle nostre possibilità.
Adesso basta!
Questo governo non ce lo possiamo più permettere.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10611
Iscritto il: 23/05/2008, 23:52

Re: La popolarità di Berlusconi scende al minimo storico

Messaggioda franz il 25/05/2010, 17:49

pianogrande ha scritto:Ma Berlusconi ha ragione.
noi abbiamo vissuto al disopra delle nostre possibilità.
Adesso basta!
Questo governo non ce lo possiamo più permettere.

Non solo "questo". Qualsiasi governo che tra sprechi e rendite, clientele e parassitismi, pesi sul paese per il 45%, frenando la crescita ed ostacolando il progresso.
Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58


Torna a Che fare? Discussioni di oggi per le prospettive di domani

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Google [Bot] e 23 ospiti