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Caldreoli rimpiange l'ICI!

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PD: "Maggioranza in stato confusionale"

Messaggioda franz il 16/08/2008, 14:27

Il leader leghista vuole reintrodurre l'imposta sulla prima casa
Perplessi anche i sindacati, Bonanni: "Basta interventi sul fisco"

Ici, bufera sulla proposta di Bossi
"Maggioranza in stato confusionale"

Pd e Idv: l'idea del Senatùr smaschera la linea ondivaga del governo
No secco di An. Cicchitto: "Ne parleremo solo dopo il federalismo fiscale"

ROMA - L'uscita di Umberto Bossi sull'Ici
- la sua idea di reintrodurre l'Ici sulla prima casa, in un'ottica federalista - non poteva passare inosservata. E infatti, malgrado il week end superfestivo, quasi tutte le forze politiche, ma anche i sindacati, dicono la loro sul tema. Il Pdl lo attacca, l'opposizione parla di maggioranza in stato confusionale, i sindacati sono critici.

La maggioranza è divisa e spiazzata.
Decisamente contrario alla proposta del Senatùr il ministro per l'Attuazione del programma Gianfranco Rotondi: "E' giusto ribadire che le promesse vanno mantenute, questa maggioranza si era impegnata in campagna elettorale col presidente Berlusconi ad eliminare l'Ici. Dunque la proposta di reintrodurre questa tassa non ha ragion d'essere". Ma il no più deciso arriva da An attraverso le parole di Tommaso Foti, membro dell'esevutivo: "L'Ici è stata sepolta e nessuno la resusciterà". "Le parole di Foti sono Vangelo", puntualizza, per chi non avesse recepito il messaggio, Maurizio Gasparri.

A dare la linea ufficiale del Pdl ci pensa il presidente dei deputati, Fabrizio Cicchitto: "Non possiamo dimenticare che, vista la situazione economica internazionale e del debito pubblico, nell'immediato la detassazione degli straordinari e l'abolizione dell'Ici sulla prima casa sono gli interventi che il governo ha potuto fare nei confronti della pressione fiscale. Solo quando sarà decollato in tutti i suoi aspetti il federalismo fiscale si potrà riesaminare la questione dell'Ici''.

Parole pesantissime quelle che arrivano dal centrosinistra. Come quelle del capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi: "La proposta di reintrodurre l'Ici dimostra che il governo è in un forte stato confusionale e ha un atteggiamento schizofrenico. Il leader del Carroccio smaschera i trucchi del governo che per propaganda abolisce l'Ici, ma di fatto riduce i servizi essenziali per i cittadini". Il Pd, con Nicola La Torre, parla di centrodestra "in stato confusionale"; e il coordinatore, Enrico Morando, aggiunge: "Mi sembra che il governo stia andando avanti a tentoni, tutto il contrario di quella coerenza di cui fa gran vanto Tremonti".

Perplessità anche da chi non aveva salutato con favore l'abolizione totale dell'imposta decisa dal governo di Silvio Berlusconi appena insediato, giudicandola demagogica o colpevole di togliere risorse preziose ai comuni. Ad esempio, la Cgil: "Potevano pensarci prima, ora un'eventuale reintroduzione dell'Ici determinerebbe problemi per i contribuenti", dichiara oggi Susanna Camusso, della segreteria confederale. Anche il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, non apprezza l'esternazione di Bossi: E' inutile intervenire nuovamente sul fisco, manomettendo il sistema un pezzo per volta, bisogna fare una riforma organica che vada nel senso del federalismo fiscale". Più netto il leader della Uil, Luigi Angeletti: "Stiamo scherzando? Se i Comuni vogliono maggiori risorse, risparmino di più".

Ma dall'altro fronte il ministro leghista Roberto Calderoli fa da sponda a Bossi: "La proposta che porterò al tavolo del federalismo fiscale non sarà una semplice reintroduzione dell'Ici, ma prevederà la soppressione delle oltre dieci tasse relative alla casa (Stato, Regione, Comune) e la loro sostituzione con un tributo unico, proprio a vantaggio dei Comuni". Proposta, questa, che piace al vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli.

Quanto alla posizione dei sindaci, viene espressa da Fabio Sturani, primo cittadino di Ancona e vicepresidente dell'Anci: "Chiediamo che all'interno del ddl sul federalismo fiscale venga data piena autonomia ai Comuni con una entrata propria che, lo sosteniamo da tempi non sospetti, potrebbe essere legata alla fiscalità immobiliare". Idea che invece non piace proprio al presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani: "L'Ici è un'imposta centralista, meglio una tassa sui servizi comunali che sulla casa".

(16 agosto 2008)
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Contrordine compagni!

Messaggioda franz il 16/08/2008, 22:46

Roma, 21:18
ICI: CALDEROLI, NON SARA' RIMESSA, NO NUOVE TASSE

"Non verra' rimessa nessuna Ici ne' nessuna nuova tassa". Lo afferma il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, cosi' come riferito dal Tg2.

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Ici, Avvenire contro Bossi

Messaggioda franz il 17/08/2008, 11:42

Il giornale dei vescovi critica l'ipotesi del leader leghista di voler reintrodurre l'imposta
Duro l'editoriale: "I cittadini hanno diritto di chiarezza". Berlusconi: "Solo un infortunio"

Ici, Avvenire contro Bossi
"Con le tasse non si scherza"


ROMA - "Con le tasse non si scherza mai". E' duro l'Avvenire contro l'ipotesi di Umberto Bossi di voler reintrodurre l'Ici. "Non si scherza mai - scrive Sergio Soave nell'editoriale pubblicato sul quotidiano dei vescovi - né per invitare a non pagarle per protesta, né per spargere preoccupazioni per il futuro tra cittadini che già ne hanno abbastanza".

Svolta clamorosa quella di Bossi, soprattutto perché l'abolizione dell'Ici era stata la promessa elettorale che aveva raccolto più consensi nell'elettorato. Ma evidentemente il ministro delle Riforme deve aver raccolto l'allarme degli amministratori locali della Lega che si troveranno un gettito fiscale molto decurtato dall'abolizione della tassa comunale sugli immobili. Scelta che è stata però stoppata dal Pdl, tanto che Calderoli ha in seguito corretto le dichiarazioni del suo leader ("Non verrà rimessa nessuna Ici, né nessuna nuova tassa") e Berlusconi ha parlato di "scivolone". Dichiarazioni contraddittorie che hanno fatto dire all'opposizione: "La maggioranza è in stato
confusionale".

L'editoriale sul quotidiano della Cei chiede "chiarezza": "Se c'è un tema sul quale i cittadini hanno diritto alla chiarezza e alla coerenza da parte dei governanti, questo è quello delle tasse. Quel che proprio non si può mai fare - prosegue - è creare un clima di incertezza, far pensare che il regime fiscale dipenda dal ghiribizzo momentaneo di questo o quel ministro".

E le critiche continuano: "In un ferragosto ovviamente orfano (non certo inconsolabile) di notizie politiche - ammonisce - si può sempre contare su qualche esibizione pirotecnica del leader della Lega nord". Bossi "è ministro delle riforme, il che dovrebbe suggerirgli un pò più di sobrietà".

(17 agosto 2008)
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Dopo scherza coi fanti ma lascia stare i santi potremmo parafrasare scherza con gli amici, ma lascia stare l'ICI .

C'è da dire che il giornale di vescovi in tema ICI è in odor di conflitto di interessi (date le tante discussioni passate sull'ICI degli immobili di proprità della Chiesa ma connessi ad attività economiche) e che in fondo Bossi ha ragione di lamentarsi.
Per ora gli interventi del governo sono andati in direzione opposta al federalismo fiscale ed anche Berlusconi teme che Bossi possa aprire un canale di dialogo su questo tema con il PD.
Noi che amministriamo tante realtà locali, cosa diciamo?
Ciao,
Franz
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Le mape di Ilvo Diamanti: "Il Presidente" del Nord

Messaggioda franz il 17/08/2008, 11:46

MAPPE
"Il Presidente" del Nord
di ILVO DIAMANTI

Umberto Bossi non parla mai a caso. Neppure quando esagera. Neppure quando poi si corregge. E capitano spesso entrambe le cose. Soprattutto a Ponte di Legno, dove, da decenni, trascorre le ferie estive. Usa il tradizionale "discorso di Ferragosto" per annunciare le campagne d'autunno. O più semplicemente, per riposizionare la Lega al centro del dibattito politico nazionale. Come ha fatto in passato, quando, proprio a Ponte di Legno, ha anticipato e quindi sostenuto la "battaglia per l'indipendenza padana". In altri anni, ha, invece, polemizzato con la Chiesa. Nemica della secessione. Ogni anno un'invenzione. Così, negli anni Novanta l'estate è divenuta una stagione "politica" leghista. Sfruttando il vuoto informativo, mentre le altre forze politiche andavano in ferie oppure si dedicavano alle feste di partito, la Lega si mobilitava. E dava materia interessante ai giornali e ai giornalisti. Che la seguivano in massa. Poi, per alcuni anni, dopo l'eclissi elettorale di fine millennio e, soprattutto, dopo la malattia di Bossi, anche la Lega ha rispettato il periodo feriale. Ponte di Legno è divenuto un luogo di riposo. E di convalescenza, per il leader e la Lega. Oggi, insieme a Bossi e alla Lega, anche Ponte di Legno è tornata ad essere una capitale politica estiva. Controcanto di Villa Certosa. Per questo la promessa di Bossi, di "restituire l'Ici ai Comuni", appare importante. Perché suggerisce le preoccupazioni e, al tempo stesso, le strategie future della Lega. Dal punto di vista esterno, ma anche interno. Né il chiarimento avuto con Tremonti cambia la sostanza del discorso.

1) Anzitutto, c'è una preoccupazione "sostanziale" e progettuale. L'abolizione dell'Ici è popolare, fra i cittadini, perché si tratta di una tassa in meno per oltre il 70% degli italiani, proprietari di casa. Tuttavia, l'Ici è un'imposta comunale, applicata e incassata dai comuni. La principale fonte di autofinanziamento per le casse sempre più esauste delle amministrazioni locali. Abolirla per programma, farne il manifesto elettorale, è, sicuramente, servito al Pdl. Ma per la Lega era e resta un non-senso. Un partito che si presenta come il portabandiera dell'autogoverno locale: come può farsi complice di un atto che sottrae agli enti locali il principale e più sostanzioso strumento di autofinanziamento? È una contraddizione in termini. Che Bossi oggi cerca di sciogliere. Così, a Ponte di Legno, ha chiarito che il federalismo fiscale non può riguardare solamente le Regioni, ma deve interessare anche i Comuni. Per i quali gli oneri di fabbricazione e l'Ici costituiscono la principale risorsa. D'altronde, la Lega è insediata al governo di centinaia di comuni di taglia piccolissima, piccola. Ma anche media e grande. Come Verona, Treviso, Varese. Alle elezioni di aprile 2008, inoltre, si è imposta come primo partito in oltre 800 comuni (su circa 4000, al di sopra del Po; Aosta e Bolzano escluse). E nei piccoli e medi comuni del Nord pedemontano (più che padano), dove la Lega è più forte, il peso delle case in proprietà è massimo.

2) C'è, poi, la preoccupazione di Bossi di smarcare se stesso e la Lega dal Pdl di Silvio Berlusconi. Inventore dell'abolizione dell'Ici fin dalla campagna elettorale del 2006, quando l'aveva estratta, come un coniglio dal cappello, nel secondo, decisivo "faccia a faccia" in tivù con Prodi. Bossi, dopo la rappacificazione del 1999, ha sempre sostenuto, in modo fedele, l'amico Silvio. A Ponte di Legno, però, ha ribadito che non si tratta di una fiducia illimitata. Fine a se stessa. Ma fondata su solide basi di interesse. E lascia intendere che altre occasioni per ribadire la propria autonomia non mancheranno, in futuro. Soprattutto oggi che l'amico Silvio è divenuto leader di un nuovo partito, in cui è cresciuto notevolmente il peso del Sud e delle componenti più stataliste e assistenzialiste (AN).

3) Sullo sfondo, si intravede l'ipotesi - in realtà molto ipotetica - di un'intesa con il Pd. Che, a sua volta, governa in molti comuni del Centro-Nord. Sensibile alla proposta di reintrodurre l'Ici, sul tema del federalismo fiscale si è già dichiarato disponibile al confronto e a negoziare proposte comuni. Tuttavia, per la Lega, l'apertura a sinistra in questo momento costituisce soprattutto - se non solo - un mezzo per distinguersi e per esercitare pressione nei confronti del Pdl. Semmai, la Lega oggi ha interesse a presentare se stessa come opposizione "nel" governo. L'unica possibile, viste le difficoltà in cui si dibatte l'opposizione "al" governo. Cioè, il Pd e la sinistra.

4) Non vanno, infine, trascurate le ragioni "interne" alla Lega. Una, già anticipata, riguarda la preoccupazione di rispondere ai propri amministratori locali, ai propri sindaci. Pressati dalle richieste crescenti dei cittadini, mentre risorse e (auto)finanziamenti calano. Ma c'è un'altra ragione, forse più importante. Riguarda l'identità. La Lega negli ultimi anni, negli ultimi mesi, si è caratterizzata sempre più come soggetto "securitario". Attraverso le campagne sugli (e, spesso, contro gli) immigrati e i rom. Non è un caso che il suo uomo di governo più popolare e rappresentativo, oggi, sia Roberto Maroni, ministro degli Interni. Che proprio nei giorni scorsi ha ribadito l'efficacia dei provvedimenti in materia di immigrazione e criminalità comune. Rivendicando l'importanza dell'uso dell'esercito. Peraltro, fra gli amministratori della Lega, oggi i più popolari sono, forse, Flavio Tosi, sindaco di Verona, e (l'antesignano) Giancarlo Gentilini, (pro)sindaco di Treviso. Idealtipi del borgomastro che promette "ordine e polizia". Interpreta la domanda di sicurezza come risposta alle paure. L'identità locale come difesa "dagli altri". Rivendicare la restituzione dell'Ici, il federalismo fiscale, levare il dito medio contro l'inno di Mameli (al di là delle precisazioni storico-filologiche regalate da Bossi a Ponte di Legno) significa rilanciare la "Lega per l'indipendenza padana", annebbiata dalla "Lega degli uomini spaventati". Dare evidenza alla Lega dei Comuni e (prossimamente) delle Regioni, eclissata dalla Lega delle ronde.

Non bisogna, ovviamente, attendersi lacerazioni o strappi - e neppure fratture significative - su questi argomenti, nei prossimi mesi. Tuttavia, il discorso di Bossi a Ponte di Legno serve a rammentare tre cose, utili a immaginare il futuro politico italiano: a) Bossi è tornato e comanda la Lega; b) la Lega è alleato fedele di Berlusconi, ma oggi pesa molto più che nel 1994 e nel 2001: lo farà pesare; c) in questo governo e in questa maggioranza il fattore geopolitico è destinato a contare sempre più. Soprattutto in vista dell'annunciata, definitiva confluenza di FI e An nel Pdl. La Lega è (e vuole interpretare) il Nord, mentre il Pdl gravita sul Centro-Sud. La Lega abita nel Lombardo-Veneto, mentre il baricentro del Pdl è diviso fra Roma e la Sicilia. Inutile attendersi il Big Bang, in futuro. Però, forse, un Little Bang...

(17 agosto 2008)
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Re: Caldreoli rimpiange l'ICI!

Messaggioda franz il 17/08/2008, 15:09

Piani straordinari per recuperare i 2,6 miliardi di incassi Ici. In ritardo le compensazioni
A Genova a rischio i servizi sociali. A Bologna tornerà il ticket. A Torino risparmi a raffica

Asili, sanità e trasporti
tutti i tagli dei comuni

di LAURA TROJA

Il gettito Ici sulla prima casa è stimato sui 2,6 miliardi
ROMA - C'è chi fa pagare di più l'ingresso alla piscina comunale e chi ha dovuto ridurre i contributi agli asili nido. Chi prevede di reintrodurre ticket sanitari o ha "congelato" una mostra. Era stata organizzata da tempo? Pazienza. Se non si incassa più quello che si incassava una volta - ovvero il gettito dell'imposta sulla prima casa - ai Comuni non resta che recuperare. Un po' qua un po' là. Anche sulle tariffe per le cremazioni al cimitero.

Nel giorno in cui la Lega promette di reintrodurre l'Ici sulla prima abitazione, gli amministratori cittadini incrociano le dita: da quando il gettito che incassavano grazie all'imposta sugli immobili è stato ridotto (prima dal governo Prodi poi da quello Berlusconi che ha eliminato del tutto il tributo sulla prima casa) le casse comunali hanno perso quasi 1 miliardo e 700 milioni.

Il calcolo è dell'Ifel, la fondazione dell'Anci (Associazione nazionale comuni italiani) che nel documento "La manovra finanziaria dei Comuni" del 2008 elenca: meno 768 milioni e mezzo "sottratti" dal decreto Visco; altri 313 "per i costi della politica" e infine 596 milioni persi con la nuova norma di febbraio "se lo Stato non garantirà copertura totale al mancato gettito". Quasi 600 milioni. Su un totale di 2, 6 miliardi di gettito Ici per la prima casa (secondo le stime del decreto 93/2008, ma per l'Anci sono circa 3 miliardi).

Ora è vero che questi soldi dovrebbero rientrare grazie ai trasferimenti compensativi promessi dal governo, ma la prima metà è arrivata in ritardo (e luglio e non a giugno) e molti sindaci nutrono dubbi sul come, quando e soprattutto se potranno incassare la seconda rata. Per molti, poi, il provvedimento che ha cancellato l'imposta è arrivato in un momento in cui le previsioni di bilancio erano già state redatte e quindi tenevano conto di milioni che sarebbero dovuti entrare in cassa dall'imposta e che sono saltati.

A Firenze avevano calcolato 50 milioni. I primi a soffrire saranno enti e associazioni culturali, che hanno visto congelate una serie di convenzioni per un milione di euro. A Genova sono a rischio i servizi sociali. A Torino il gettito mancato è di circa 98 milioni. Il sindaco Chiamparino, non volendo aumentare le tasse, ha dovuto "dare una sforbiciata generale" e l'assessore al Bilancio Passoni ha mandato una lettera ai colleghi prevedendo nuovi tagli per il 2009, visto che i milioni del gettito Ici dovevano servire a rifinanziare il debito.

Che il compenso del governo arrivi puntuale no, per i Comuni - che hanno sofferto anche per adeguarsi al patto di stabilità - è comunque tempo di rigore. A Palermo sono aumentate le tariffe sui servizi comunali: piscina, palestra, asili e cimitero. E il biglietto dell'autobus in autunno costerà 10 cent in più e durerà mezz'ora in meno.

A Bologna si prevedono tagli per 56 milioni di euro in 2 anni, nel 2009 ritornerà il ticket sanitario da 10 euro su visite e analisi ed entro il 2011 saranno eliminate 1000 cattedre. Infine il caso deficit della Capitale, dove il sindaco Alemanno ha previsto un piano di ristrutturazione "che porti al risparmio 500 milioni l'anno". A partire da dismissioni e accorpamenti delle aziende della holding Comune di Roma.

(17 agosto 2008)
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