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Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda franz il 11/05/2010, 15:59

Un gruppo di una settantina tra universitari, parlamentari, imprenditori e giornalisti hanno scritto una lettera al segretario del Partito Democratico - pubblicata oggi sul quotidiano Il Riformista - chiedendogli di non escludere l'opzione del ritorno all'energia nucleare, anche per ridurre le emissioni italiane di CO2.

«L'energia nucleare, quasi ovunque, nel mondo industrializzato è vista come un'insostituibile opportunità che contribuisce alla riduzione del peso delle fonti fossili sulla generazione di energia elettrica, compatibile con un modello di sviluppo ecosostenibile», si legge nella lettera, firmata, tra gli altri, dall'oncologo Umberto Veronesi, dall'astronoma Margherita Hack, dal fisico Carlo Bernardini, dall'ex presidente dell'Enel (e in passato di Legambiente) Chiccho Testa, da tempo attivo nella promozione del nucleare, e dall'ex ministro del Lavoro Tiziano Treu.

L'appello a Bersani
«Sebbene la legge che reintroduce la possibilità di utilizzo del nucleare contenga forzature e punti sbagliati e ci siano limiti nell'azione di governo per la realizzazione dell'annunciato programma nucleare, riteniamo che non sia in alcun modo giustificata l'avversione al reingresso dell'Italia nelle tecnologie nucleari», dice ancora l'appello, che chiede a Bersani «di garantire che le sedi nazionali e locali del Pd, gli organi di stampa, le sedi di riflessione esterna consentano un confronto aperto e pragmatico». «Riterremmo innaturale e incomprensibile ogni chiusura preventiva su un tema che riguarda scelte strategiche di politica energetica, innovazione tecnologica e sviluppo industriale così critiche e con impatto di così lungo termine per il nostro Paese».

Per i firmatari dell'appello pro atomo «importiamo più dell'80% dell'energia primaria di cui abbiamo bisogno, principalmente, da paesi geopoliticamente problematici. Produciamo l'energia elettrica per il 70% con combustibili fossili. Circa il 15 la importiamo dall'estero e prevalentemente di origine nucleare... Con le rinnovabili, se escludiamo l'idroelettrico... produciamo circa il 6%. L'energia solare per la quale sono stati investiti fino a ora circa 4 miliardi, ben ripagati dai generosi incentivi concessi fino a oggi dal sistema elettrico italiano, contribuisce al nostro fabbisogno elettrico per lo 0,2%».

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Chicco Testa: «Cara sinistra, sostieni il nucleare. Come Oba

Messaggioda franz il 11/05/2010, 16:05

Chicco Testa, oggi, è favorevole al ritorno dell'Italia al nucleare. Non solo, alle sue tesi ha dedicato un libro nel 2008, diversi articoli di giornale e un blog che si chiama "newclear". Un'autentica conversione. Di nucleare, si occupava già nel 1987. Solo che sosteneva il referendum abrogativo. Tra il prima e il dopo è stato segretario, poi presidente, di Legambiente, presidente di Enel e deputato nelle file nel Pci. Oggi è managing director della banca di investimento Rothschild Italia, presidente di Telit e di Energie Valsabbia, start up nata tre anni fa attiva nel fotovoltaico. Il resto del tempo lo dedica al blog («controllo gli accessi ogni sera») e all'energia, «autentica passione». La fede politica, però, è sempre la stessa. Testa è ancora un uomo di sinistra, solo che non sopporta il dibattito «da tifo calcistico» e l'approccio «fantascientifico» di alcuni suoi esponenti. Tanto da sposare la politica energetica del centrodestra. Lo incontriamo a margine del Green technologies investment forum (Gtif), organizzato dall'Associazione Iban (Italian Business Angels Network) a Milano.

Con il decreto siglato ieri il governo ha aperto la strada del ritorno al nucleare. Le amministrazioni regionali di centrodestra hanno subito detto «sì, ma altrove». Quello di centro-sinistra semplicemente «no». Dopo le elezioni il clima cambierà?
Certo, le elezioni accentuano i toni e la sindrome nimby. Però stiamo vivendo la peggiore delle situazioni: poteva essere un'occasionie per fare un dibattito serio sulle nostre politiche energetiche, invece è diventato un tema di scontro politico. Si riconduce a una inutile questione di principio ricadendo in vecchi stereotipi. La raccolta differenziata è di sinistra, i termocombustori di destra. I treni di sinistra, le strade di destra. E così il nucleare è di destra. E' un'enorme sciocchezza.

Altrove le cose stanno diversamente?
L'altro giorno Obama, durante il discorso dello stato dell'Unione, ha parlato della green economy con riferimenti specifici al nucleare. Lo stesso Obama che la sinistra italiana ha eretto a paladino della rivoluzione energetica. Benissimo, ma allora bisogna vedere i contenuti di quanto dice, e cioè: "Stiamo investendo un sacco sulle energie rinnovabili, ma non basta". Per ridurre dipendenza dal petrolio e impatto sull'effetto serra occorrono anche le centrali nucleari.

Per il 2020 il governo prevede il primo chilowattora di orgine nucleare. E' un'ipotesi plausibile?
La Svezia è tornata all'atomo, l'Inghilterra ha programmato dieci nuove centrali, la Spagna e la Germania non credo lo abbandoneranno. Non parliamo della Francia. Poi ci sono Cina, India, Stati Uniti, Giappone, Corea, Dubai e Canada.

Rimarremo gli unici?
Dunque nel 1987 è stato un errore abbandonare l'atomo...
Sì. Oggi dico sì. Soprattutto spegnere quelle che funzionavano.

Cosa le ha fatto cambiare idea?
Innanzitutto c'è stato un progresso tecnologico importante. Poi l'andamento del prezzo del petrolio e il nostro mix energetico troppo sbilanciato sul gas che importiamo. E non dimentichiamoci l'effetto serra.
La politica energetica del governo punta al 25% di nucleare e 25% di rinnovabili. E' d'accordo?
Sì, direi di sì.
Scusi, ma lei è ancora di sinistra?
Sì (ride).
Bersani, in un'intervista al nostro quotidiano, ha detto che il nucleare è stato lanciato «in modo scomposto e inattuale» sollevando il tema dello «smaltimento delle scorie» e le «tecnologie vecchie», per giunta straniere, previste.
Guardi quella del leader del Pd, come quella di altri, come Emma Bonino, è una tesi della quale si può discutere. Il problema è quando sento Nichi Vendola che si dice contrario «alle masserie fosforescenti». Dovrei portarlo a vedere le centrali francesi. Sono convinto che il 70% dei dirigenti del Pd la pensa in maniera diversa da come afferma in pubblico.

Torniamo alle scorie...
Mi sembra un falso problema. Ci sono Paesi dove vengono fatte gare pubbliche tra i comuni per aggiudicarsi le scorie.
Vengono mantenute in sicurezza con impianti d'avanguardia. Dal '45 a oggi non ricordo problemi sollevati dalle scorie.

Le tecnologie?
Dimentichiamoci che l'Italia possa realizzare una sua tecnologia: non è più possibile. Si possono però fare accordi con produttori esistenti, come fa Finmeccanica con Westinghouse e Enel con Edf. Non faremo il cuore del reattore, ma ci sono gli acciai speciali, le caldaie e altro che può essere fatto qui.

La conferenza del clima di Copenhagen è stata un fallimento?
Direi di sì e questo è un male sia per le rinnovabili che per il nucleare. Sarà difficile riportare l'ambiente alla centralità politica internazionale. Le faccio un esempio. Uno si prepara per tre anni per scalare l'Everest, poi arriva al campo base e mancano le attrezzature. Decide di salire lo stesso. C'è brutto tempo ed è solo. Torna a casa. Con che animo riproverà l'impresa?

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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda mauri il 11/05/2010, 18:53

pulita è un optional?
che lo andassero a dire qui

http://www.repubblica.it/ambiente/2010/ ... r-3841556/

gli struzzi pullulano nel ns paese
ciao, mauri
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda franz il 11/05/2010, 23:20

mauri ha scritto:pulita è un optional?
che lo andassero a dire qui

http://www.repubblica.it/ambiente/2010/ ... r-3841556/

gli struzzi pullulano nel ns paese
ciao, mauri

Tutto vero ma allora diciamo anche che la produzione di pannelli fotovoltaici è una lavorazione tra le più inquinanti che ci siano al mondo e che richiede un'enormità di energia. Tanto che ho letto di città che hanno rifiutato, in rivolta, l'insediamento di queste fabbriche.. Per ora proprio per questo si fanno in Cina. Problemi, a seconda della tecnologia costruttiva, anche per il riciclaggio a fine vita del prodotto. La perfezione non esiste ed ogni tecnologia ha il suo scheletro nell'armadio.
Pulita non lo è nessuna fonte di energia. Qualcuna è piu' pulita (o meno sporca) di altre ma un kg di uranio è decisamente meglio da trattare di qualche milione di barili di petrolio.

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Re: Chicco Testa: «Cara sinistra, sostieni il nucleare. Come Oba

Messaggioda Stefano'62 il 12/05/2010, 0:36

franz ha scritto:Torniamo alle scorie...
Mi sembra un falso problema. Ci sono Paesi dove vengono fatte gare pubbliche tra i comuni per aggiudicarsi le scorie.
Vengono mantenute in sicurezza con impianti d'avanguardia. Dal '45 a oggi non ricordo problemi sollevati dalle scorie.

Falso problema ?????
Le scorie sono IL (!) problema.
E i loro effetti non sono visibili,ma sono ugualmente molto concreti.
O vogliamo buttare in mare qualche altro carico di bidoni che si distruggeranno tra qualche centinaio di anni ?
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Re: Chicco Testa: «Cara sinistra, sostieni il nucleare. Come Oba

Messaggioda franz il 12/05/2010, 8:23

Stefano'62 ha scritto:Falso problema ?????
Le scorie sono IL (!) problema.
E i loro effetti non sono visibili,ma sono ugualmente molto concreti.
O vogliamo buttare in mare qualche altro carico di bidoni che si distruggeranno tra qualche centinaio di anni ?

Sono un problema tra i tanti che ogni fonte energetica ha ed ovviamente i contrari lo ingigantiscono. 8-)
Zone stabili (zone geologiche profonde) in cui interrarle (per esempio sotto le Alpi) lontano da falde acquifere ce ne sono.
Anzi, c'è l'imbarazzo della scelta. Leggi: http://www3.lastampa.it/ambiente/sezion ... tp/184102/

Franz
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda Stefano'62 il 12/05/2010, 12:36

Franz,io intendevo dire che si pensa al nucleare partendo dal presupposto che le scorie sono un falso problema,il disastro è assicurato.
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda franz il 12/05/2010, 12:57

Stefano'62 ha scritto:Franz,io intendevo dire che si pensa al nucleare partendo dal presupposto che le scorie sono un falso problema,il disastro è assicurato.

Sono "un" problema, tra i vari, ma non "IL" problema.
Dire che è un falso problema serve a attenuare l'efantizzazione eccessiva dei "contrari a prescindere".
Infatti è solo "un" problema. Tecnologico. Come tanti. Risolvibile con ricerca e volontà. Come tanti.
In questo momento non è un'emergenza, tanto che le soluzioni le si cerc ano, con calma, per i prossimi decenni.
Questo non vuol dire che non siano un problema ma per me è ridotto rispetto ad altri problemi ambientali (maree nere, disastri ambientali e climatici indotti dalle grandi dighe, combustione di fossili, ....)
Franz
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda Gab il 24/09/2010, 10:48

da corriere.it

ROMA - La Sogin, la società controllata dal Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, ha individuato 52 aree con le caratteristiche giuste per ospitare il sito per le scorie radioattive. Ogni area, che ha le dimensioni di circa 300 ettari, deve essere in grado di accogliere, oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione, anche il parco tecnologico che a regime avrà oltre mille ricercatori.Le zone adatte sono sparse su tutto il territorio italiano con particolare riferimento al Viterbese, alla Maremma, all'area di confine tra la Puglia e la Basilicata, le colline emiliane, alcune zone del Piacentino e del Monferrato. Ma la scelta del deposito nazionale per le scorie non sarà imposta, e avverrà d'accordo con le Regioni, con una sorta di asta: la comunità che accetterà i depositi radioattivi sarà infatti compensata con forti incentivi economici. Il lavoro svolto dalla Sogin e terminato ieri, al quale i ricercatori hanno lavorato un anno, è tuttavia finito in cassaforte in attesa della creazione dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare che doveva già essere pronta prima dell'estate.


Così ha voluto il governo, ricordando alla Sogin (ancora commissariata e in attesa di un «normale» consiglio di amministrazione) di rispettare l'articolo 27 del decreto 31 del febbraio scorso che vincola ogni decisione della società alla vigilanza della nascente authority. Anche questo è un altro tassello che porta il programma nucleare a sforare dai tempi programmati. La prima pietra per il nucleare era stata annunciata per il 2013, ora si parla già del 2014. Almeno un anno di ritardo. «Il rischio drammatico che si corre è quello del gioco dell'oca, dove si torna sempre indietro di una casella». La denuncia ufficiale dei tempi più lunghi per avviare la produzione di energia atomica è arrivata dal direttore per lo sviluppo sostenibile del ministero dell'Ambiente Corrado Clini. Intervenendo a un seminario organizzato dall'ambasciata francese e dallo stesso ministero, Clini ha anche affermato che occorre «riconsiderare tutta l'architettura normativa, senza fermare l'avvio delle procedure». Insomma un pasticcio complicato dall'assenza ormai da 5 mesi del ministro competente. Così alla Sogin non si riesce a nominare il vertice (5 membri) e la società resta commissariata nelle persone di Francesco Mazzuca e del suo vice Giuseppe Nucci. Clini ieri ha avvertito di muoversi con i piedi di piombo. Il rischio è di rovinare tutto scatenando la rivolta delle popolazioni. «Dobbiamo evitare quello che è accaduto con il deposito unico di Scanzano Jonico - ha affermato - non si può decidere che si va lì se prima non si sono verificate le condizioni di fattibilità».

Roberto Bagnoli
23 settembre 2010
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Re: Caro Pd, sostieni il nucleare. Lettera di 72 scienziati

Messaggioda Gab il 24/09/2010, 10:51

da terranews.it

Sono 52 le aree individuate dalla Sogin per il deposito delle scorie radioattive. Tenute segrete per volontà di Berlusconi, rischiano di diventare un caso politico. Gli ambientalisti: rendetele pubbliche.
Esiste ed è chiuso dentro una cassaforte. È il documento che toglie il sonno a cittadini, amministratori e, da ieri, anche a qualche manager dello Stato. È la lista dei 52 aree individuate dalla Sogin, la società controllata dal Tesoro per la gestione degli impianti nucleari, per il deposito delle scorie nucleari di media e alta intensità, da costruire accanto ad un parco tecnologico. E, per volere di Silvio Berlusconi – in veste di ministro dello Sviluppo economico ad interim -, dovrà rimanere segreta. Anche se, ieri, Corriere della Sera e Sole 24 Ore ne hanno anticipato parte del contenuto. Le zone indicate nel documento della Sogin si troverebbero nel Viterbese, in Maremma, al confine tra Puglia e Basilicata, tra Puglia e Molise, sulle colline emiliane, nel piacentino e nel Monferrato.

Un lavoro, sottolineano gli esperti, che si è svolto per esclusione.
Eliminando cioè le aree ritenute oggettivamente inadatte come le località di alta montagna, le zone troppo abitate, i terreni con rischio sismico rilevante e i luoghi soggetti a frane o allagamenti. A sorpresa, nel documento non sarebbero comprese la Sicilia e la Sardegna, due regioni che in un documento del 1979 – la madre di tutti i lavori sull’individuazione di potenziali siti nucleari - ed elaborato dal Comitato nazionale per l’energia nucleare (Cnen) erano invece presenti. Venivano infatti presi in considerazione alcuni tratti della costa meridionale della Sicilia e alcune zone costiere di Ogliastra, della provincia di Nuoro e di Cagliari, per la Sardegna.

Secondo le anticipazioni, in ogni caso, la scelta del sito dovrebbe avvenire con una sorta di asta: la comunità che accetterà di ospitare le scorie verrà ricompensata con forti incentivi economici. Mentre alla Sogin a fatica nascondono il disappunto circa la divulgazione della notizia, che molti considerano «un complotto per screditare il nostro lavoro», dai territori e dall’opposizione si alza forte la voce della protesta. Che il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Saglia cerca di placare. Riferendosi allo studio, lo ritiene «un ottimo lavoro, ma rappresenta la base di partenza per una decisione che intendiamo prendere ma non oggi».

«Siamo prontissimi ad accoglierli, non specifico come – ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola -. Mentre devono sapere che noi lotteremo in generale contro la follia del nucleare e qui in Puglia con la massima serenità: avranno la più civile, pacifica e partecipata reazione popolare della storia pugliese». Vito de Filippo, governatore della Basilicata, «per evitare quella che sembra essere diventata una triste roulette russa sull’allocazione del deposito per le scorie nucleari» chiede «un’affermazione chiara da parte di chi ha la responsabilità di guidare questo Paese: che nulla verrà fatto senza la condivisione dei territori interessati».

Sullo stesso tenore si sono levate voci contrarie anche dal lazio e dalla Toscana. A chiedere l’immediata pubblicazione della lista è anche il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che si chiede inoltre «con quali criteri siano stati definiti i siti, visto che l’Agenzia per la sicurezza nucleare non esiste nemmeno sulla carta, non è stata avviata alcuna procedura di Valutazione ambientale e l’intero piano d’identificazione dei siti deve essere sottoposto a Valutazione ambientale strategica . Come al solito – aggiunge Bonelli - per quanto riguarda il nucleare si procede a colpi di leggi non concertate che non coinvolgono i cittadini e gli enti locali, secretando i documenti e con procedure che non tengono conto degli obblighi normativi, alcuni dei quali sono dettati direttamente dall’Unione europea. Definire Polo tecnologico un deposito – conclude il leader ambientalista - significa prendere in giro sia i cittadini, sia gli enti locali, poiché la ricerca sulle problematiche delle scorie non si fa nei siti, ma nei laboratori di fisica nucleare con appositi reattori sperimentali, mentre i depositi sono solo dei magazzini, possibilmente in zone poco abitate».

Dalle pagine del blog di Greenpeace, il direttore generale Giuseppe Onufrio evidenzia un altro aspetto di quella che definisce la “truffa nucleare”: «Corre voce che si voglia dare all’elettricità da nucleare oltre che la precedenza sulla rete elettrica anche un prezzo fisso (dunque fuori mercato) di 90-100 euro al MWh: il 50-60 per cento in più del prezzo attuale alla Borsa elettrica. A meno che – sottolinea ancora - la truffa nucleare non sia molto più semplice: creare un quadro giuridico per poter firmare i contratti, che si sa non verranno mai rispettati, emanare un decreto che copre con garanzie pubbliche questi contratti (atteso per ottobre) e poi scaricare le penalità sulle bollette degli italiani. Una specie di assalto alla diligenza – conclude Onufrio - che oltre a dare risorse a qualche gruppo industriale (francese e italiano) avrebbe come effetto quello di fermare lo sviluppo delle rinnovabili». Un quadro confuso, reso ancora più complicato dalla situazione della Sogin stessa. Commissariata dal 16 agosto del 2009, dal prossimo 30 settembre sarà senza vertice per la scadenza degli incarichi.
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