È il momento dei consiglieri
da l'Unità.it
Luca Sofri sul Post ha notato come, al netto delle liti, la direzione del Pdl sia stata caratterizzata da un impressionante vuoto di contenuti e di politica. Se la direzione del Pd ne ha forse qualche residuo maggiore, anche qui i gruppi dirigenti formali non hanno mai avuto alcun ruolo di direzione politica reale. Bersani è stato eletto segretario sei mesi fa sulla parola d’ordine del ritorno ad un partito solido ma, a parte gli addetti ai lavori, chi è in grado di nominare tre membri della sua segreteria politica? Nessuno, come nessuno conosceva la segreteria di Veltroni. Ora come allora il potere è gestito da un comitato ristretto di leader storici, le cui riunioni formali non sono più importanti delle conversazioni informali.
In altre parole, lo svuotamento del significato politico dei gruppi dirigenti formali dei partiti è un aspetto chiave del sistema politico che si è costituito dalla fine delle prima Repubblica, una caratteristica comune non solo al Pd e al Pdl, ma anche a diverse fasi del Pd che sulla carta dovevano invece differenziarsi proprio sulla concezione del partito.
Questa osservazione empirica ribalta l’impostazione suggerita autorevolmente da Reichlin anche dalle colonne di questo giornale. La struttura e i meccanismi di funzionamento dei partiti non appaiono variabili indipendenti con le quali intervenire per agire sul corso della storia, ma sono essi stessi determinati dalle condizioni in cui i partiti si trovano ad operare.
Queste condizioni hanno spinto i partiti a celare, per quanto possibile, l’oggetto delle trattative tra i leader. I conflitti sui contenuti, e i conflitti distributivi sulle risorse non avvengono più in sedi istituzionalizzate, a cui rimane una funzione organizzativa o di legittimità formale, ma altrove, tra i detentori di rappresentanza e potere economico, istituzionale e, a volte, carismatico. Criticare questo stato di cose sembra inutile, più proficuo sarebbe invece prendere sul serio questi cambiamenti e le conseguenze che dovrebbero suggerire.
Ad esempio, questo sistema meno formalizzato, in cui le figure apicali tessono politica in luoghi meno esposti, ha un bisogno ancora maggiore di scrutinio e osservazione, ma è necessario osservare le cose che contano davvero.Le direzioni politiche contano poco. Contano molto invece i consiglieri personali degli uomini politici di punta, contano molto i loro capi ufficio stampa, contano molto i loro segretari personali. Queste figure concorrono attivamente alla definizione dell’agenda e delle strategie dei leader. Come avviene in altre democrazie, è dunque arrivato il tempo che queste persone escano dall’ombra e vengano intervistate, assumano un ruolo visibile, vengano spinte al confronto pubblico. La politica è sempre presente, basta saperla cercare.
27 aprile 2010