da disallineato il 15/04/2010, 8:55
Nell'ultimo post, ho voluto chiudere con quella mia affermazione, perchè è capitato sovente che nei miei dibattiti ( pubblici o privati ) mi sono sentito obiettare che se accetto ilprincipio di rispettare le tradizioni degli altri paesi, dovrei anche non interferire su alcune pratiche che rientrano fra i modi acquisiti di alcuni popoli. Estremizzando mi vengono citate la mutilazione dei genitali, il cannibalismo, la sottomissione della donna, lo sfruttamento della manodopera minorile, l'assenza di diritti per i lavoratori in alcuni paesi a bassa sindacalizzazione, la pratica dei "kamikaze" come mezzo di emancipazione e ribellione contro gli invasori.
Ovvio che il rispetto delel tradizioni non può prescindere dal rispetto per i diritti dell'uomo. I casi citati fanno parte di abusi legati talvolta a tradizioni tribali, altre volte a convenienze per dei potentati che possono essere regimi dittatoriali o multinazionali senza scrupoli. Le tradizioni non devano mai soggiogare l'uomo e ridurlo in stato di servilismo e/o schiavitù. Mi sembrano cose ovvie, ma per tante persone che mi hanno scritto in modo provocatorio ( o anche ad alcuni interventi durante i dibattiti in modo altrettanto provocatorio) probabilmente non è cosa ovvia.
Pertanto si può affermare che laddove la tradizione, il credo e le pratiche religiose, i comportamenti delle singole persone, l'esposizione di simboli che rappresentano la cultura e la provenienza di un popolo, sia da rispettare sempre e comunque. Sopratutto quando tutto ciò avvenga nello stato/nazione/città ove sono radicate certi atteggiamenti.
Chiaro che se io vado in altra nazione, ove il mio comportamento ol'esposizione diun simbolo che per me è tradizione o fede, ma in quel paese è vietato o turba i sentimenti religiosi e culturali del suo popolo, io devo attenermi a quelle regole, a quelle leggi, ricordandomi che sono ospite in casa di altri.
Per cui, tornando alla questione che ha originato questo argomento, credo che la nostra nazione abbia tradizioni e radici cristiane ( indipendentemente dai chi è credente o meno ) e ritengo non sia oppurtuno cancellarne i segni e i simboli.
I non credenti, gli atei, gli agnostici e chi professa altro credo, può stare tranquillo che mai gli verrà chiestoun atto di adorazione a quei simboli che per i credenti rappresentano fede e salvezza. E per i non credenti significano storia.
Vs Professor Luchetti.