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L'Avvenire e la Bonino

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda franz il 03/04/2010, 13:45

disallineato ha scritto:Sono daccordo che non si possono fare partiti teocratici o su etnie religiose, ma nemmeno fondere soggetti che hanno visioni etiche molto diverse. Le politche familiari non sono oggetto di frizioni fra le due anime del PD, ma lo sono invece tematiche sulle questioni etiche come lo fu la vicenda Englaro, come lo è stato nel referendum per la Legge 40, oltre a questa ultima vicenda della pillola RU.
I cattolici possono trovare bene la loro allocazione al di fuori di un partito dìispirazione socialdemocratica.

Alcune cose sparse.
Che si manifestino "frizioni" non significa affatto che i soggetti abbiano posizioni etiche molto diverse.
A parte il fatto che "molto" è generico (non oggettivo) e che avere posizioni diverse non significa "inconciliabili", la parte contestabile del discorso di disallinato riguarda l'ispirazione socialdemcratica, che lui affida come "missione" (per me impossible) del PD.
Io spero che al piu' presto disallineato si renda conto (come hanno già fatto gli italiani) che come è morto il comunismo ed il socialismo, cosi' oggi è anche impossibile riproporre pari-pari la socialdemocrazia. Poteva andare un secolo fa o anche 50 anni fa. I nostalgici si consolino. Già da un decennio ci sono discussioni sulla terza via mentre unico recente sostenitore della socialdemocrazia per l'Italia (in ritardo di un secolo) è stato Bertinotti, poco prima che fosse spazzato via dall'elettorato. Un errore quindi che Bersani non farà mai.

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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda disallineato il 03/04/2010, 15:51

franz ha scritto:
disallineato ha scritto:Sono daccordo che non si possono fare partiti teocratici o su etnie religiose, ma nemmeno fondere soggetti che hanno visioni etiche molto diverse. Le politche familiari non sono oggetto di frizioni fra le due anime del PD, ma lo sono invece tematiche sulle questioni etiche come lo fu la vicenda Englaro, come lo è stato nel referendum per la Legge 40, oltre a questa ultima vicenda della pillola RU.
I cattolici possono trovare bene la loro allocazione al di fuori di un partito dìispirazione socialdemocratica.

Alcune cose sparse.
Che si manifestino "frizioni" non significa affatto che i soggetti abbiano posizioni etiche molto diverse.
A parte il fatto che "molto" è generico (non oggettivo) e che avere posizioni diverse non significa "inconciliabili", la parte contestabile del discorso di disallinato riguarda l'ispirazione socialdemcratica, che lui affida come "missione" (per me impossible) del PD.
Io spero che al piu' presto disallineato si renda conto (come hanno già fatto gli italiani) che come è morto il comunismo ed il socialismo, cosi' oggi è anche impossibile riproporre pari-pari la socialdemocrazia. Poteva andare un secolo fa o anche 50 anni fa. I nostalgici si consolino. Già da un decennio ci sono discussioni sulla terza via mentre unico recente sostenitore della socialdemocrazia per l'Italia (in ritardo di un secolo) è stato Bertinotti, poco prima che fosse spazzato via dall'elettorato. Un errore quindi che Bersani non farà mai.

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Che il comunismo sia morto e sepolto ( non dappertutto ovviamente, purtroppo) io sono stato fra i primi ad esultare, come si esulta quando vengono ripristinati diritti cancellati. Come ho esulto ogni qualvolta un paese abolisce la pena capitale.
La socialdemocrazia moderna, che non è più una derivante nauseabonda del comunismo, ma semmai ne è una pronipote molto lontana come generazione, è quella di cui fanno parte molti partiti europei che confluiscono nel PSE.
Siccome anche in Europa si sono accorti che il PPE ed il PSE sono due entità diverse e distanti, guarda caso hanno fatto due schieramenti opposti che, insieme, formano la stragrande maggiornaza all'europarlamento. Ognuno con le proprie radici, caratteristiche, peculiarità. Ed è bene che restino così diversi e distinti, perchè la diversità è una ricchezza solo se rimane tale. Ognuno puà dare il proprio contributo in ragione dei suoi valori. Se formassero una coalizione nica, ammesso che potrebbero proseguire insieme a lungo, sarebbero costretti a continui scambi o "inciuci" come si usa dire.
Personalmente ritengo inconpatibili due anime così diverse nel PD, ammesso appunto che non vi siano delle belle "ingoiate di rospi" reciproci per lo spirito di soalizione a cui tempo fa facevo riferimento.
Cmq la fusione fra margheritini-popolari e ex-pci-pds-ds è iniziata da poco, vedremo se il partito si rafforzerà, come tutti ci auguriamo, da questa invenzione politica o ne risulterà indebolito.
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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda franz il 03/04/2010, 16:29

disallineato ha scritto:La socialdemocrazia moderna, che non è più una derivante nauseabonda del comunismo, ma semmai ne è una pronipote molto lontana come generazione, è quella di cui fanno parte molti partiti europei che confluiscono nel PSE.
Siccome anche in Europa si sono accorti che il PPE ed il PSE sono due entità diverse e distanti, guarda caso hanno fatto due schieramenti opposti che, insieme, formano la stragrande maggiornaza all'europarlamento.

Tre precisazioni, non da poco.
1) La socialdemocrazia non è - e non è mai stata - una derivante del comunismo, anzi è forse preesistente ma soprattutto autonoma. Le origini sono legate agli anni 40 del 1800 e quindi sono leggermente antecedenti rispetto al celebre Manifesto di Marx. Indipendentemente da chi dei due è nato prima, sono caso mai entrambi figli o nipoti del socialismo, con diverse strategie per affermarlo (democratiche o rivoluzionarie).
Diciamo che uno che è cosi' convito come te dovrebbe conoscere meglio la propria storia.

2) Tornando all'oggi è chiaro che il PD non è un partito socialista e nemmeno socialdemocratico, anche se nel PD albergano ancora tracce di queste idee che risalgono a quasi due secoli fa.

3) Venendo al parlamento europeo, i due gruppi PPE e PSE insieme rappresentano il 64% dei seggi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Europarlamento
Questo rappresenta una maggioranza notevole ma non certo "stragrande".
Esiste un 36% di seggi (che allora definirei una stragrande minoranza) che se presi insieme superano quelli del PSE (27.5%) e sono pari a quelli del PPE (36.8%) Diciamo allora che le famiglie sono ben piu' di due, visto che chi non si riconosce in quelle due è piu' di 1/3 dell'elettorato.

In Italia la composizione politica non è necessariamente la stessa che si riassume in Europa e dentro il PD oltre alle anime traghettate dell'ex PCI ci sono anche forze ecologiste, liberali, radicali, cattoliche. Che ti piaccia o non ti piaccia.

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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda disallineato il 03/04/2010, 17:24

franz ha scritto:
disallineato ha scritto:La socialdemocrazia moderna, che non è più una derivante nauseabonda del comunismo, ma semmai ne è una pronipote molto lontana come generazione, è quella di cui fanno parte molti partiti europei che confluiscono nel PSE.
Siccome anche in Europa si sono accorti che il PPE ed il PSE sono due entità diverse e distanti, guarda caso hanno fatto due schieramenti opposti che, insieme, formano la stragrande maggiornaza all'europarlamento.

Tre precisazioni, non da poco.
1) La socialdemocrazia non è - e non è mai stata - una derivante del comunismo, anzi è forse preesistente ma soprattutto autonoma. Le origini sono legate agli anni 40 del 1800 e quindi sono leggermente antecedenti rispetto al celebre Manifesto di Marx. Indipendentemente da chi dei due è nato prima, sono caso mai entrambi figli o nipoti del socialismo, con diverse strategie per affermarlo (democratiche o rivoluzionarie).
Diciamo che uno che è cosi' convito come te dovrebbe conoscere meglio la propria storia.

2) Tornando all'oggi è chiaro che il PD non è un partito socialista e nemmeno socialdemocratico, anche se nel PD albergano ancora tracce di queste idee che risalgono a quasi due secoli fa.

3) Venendo al parlamento europeo, i due gruppi PPE e PSE insieme rappresentano il 64% dei seggi.
http://it.wikipedia.org/wiki/Europarlamento
Questo rappresenta una maggioranza notevole ma non certo "stragrande".
Esiste un 36% di seggi (che allora definirei una stragrande minoranza) che se presi insieme superano quelli del PSE (27.5%) e sono pari a quelli del PPE (36.8%) Diciamo allora che le famiglie sono ben piu' di due, visto che chi non si riconosce in quelle due è piu' di 1/3 dell'elettorato.

In Italia la composizione politica non è necessariamente la stessa che si riassume in Europa e dentro il PD oltre alle anime traghettate dell'ex PCI ci sono anche forze ecologiste, liberali, radicali, cattoliche. Che ti piaccia o non ti piaccia.

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Ringraziandoti per le precisazioni, che francamente non pensavo fosse utile fare la cronologia su chi è nato prima. Cmq dicendo che "la socialdemocrazia è figlia" era evidentemente riferito a certi assonanze ideologiche e sopratutte affinità di cultura politica. Non essendo a fare tesi universitarie, non era mia intenzione ricorrere alla cronistoria.
Cmq se si guarda le moderne socialdemocrazie e per moderne intendo quelle degli ultimi 30 anni, noterai una strabiliante somiglianza ove hanno "governato" i regimi comunisti. Infatti non è difficile considerare una certa continuita' del fare politica fra le due grandi ideologie.
Per quando riguarda le percentuali, avere oltre il 60% non significa avere la stragrande maggioranza? per fare un abattuta, tu dai quella percentuale al berlusca e poi ti accorgi se non ha la stragrande maggioranza dell'elettorato dalla sua parte. Per dirla tutta anche se l'avesse Bersani quella percentuale, non starebbe ad arrovellarsi il cervelloper capire se è meglio grillo o dipietro come alleati per far numero.
Altrochè se oltre il 60 % è da considerarsi strgrande maggioranza. Ovviamente con questo non devono essere esclusi o nonconsiederate le altre forze che formano ilresto della percentuale. Ma sono forze politiche inconsistenti dal punto di vista numerico. Il 36% che tu citi, sarebbe significativo se fosse di una sola forza, ma essendo un insiem di forze che mal si conciliano fra loro, ecco che la percentuale lascia il tempo che trova. Sarebbe come se volessimo dare più importanza di quella che hanno ai nostri picocli movimenti che con la somma dei loro 1%+ 0,8% + 3% + 1,2% + 1,8% ecc formano comunque un numero interessante. Peccato che non possono unirsi per ovvie ragioni ideologiche o filosofiche. Pertanto pur il rispetto dovuto al 36% non lo ritengo significativo dal punto di vista della considerazione che facevo nel mio precedente post.

Che poi il PD non si possa considerare un partito appartenente alla socialdemocrazia mi sembra un pò una forzatura, considerando che i dirigenti ( cattolici a parte ) vengono proprio da quell'area ideologica. Forse non vuol essere consiederato tale per la presenza ingombrante degli ex popolari e allora occorre inventarsi un alchimia politica per giustificarne la fusione fra soggetti diversi. Se questo è il punto son daccordo: il PD ancora non sa cosè o come definirsi per non scontentare nessuno..

La mia idea di partito democratico è invece un pò diversa: che abbia un anima precisa ed un identirà altrettanto precisa, senza dover rinnegare le proprie radici, che sono e restano socialdemocratiche.
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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda franz il 03/04/2010, 17:57

disallineato ha scritto:Altrochè se oltre il 60 % è da considerarsi strgrande maggioranza.

Se fosse la percentuale di un partito, certo. Ma se è la somma di due componenti che reputi inconciliabili allora non sono nemmeno "maggioranza". Venendo a noi, PdL e PD inseme arrivano malapena al 55% ed infatti singolarmente devono poter contare sulle altre forze (il rimanente 45%) per governare. .
disallineato ha scritto:Che poi il PD non si possa considerare un partito appartenente alla socialdemocrazia mi sembra un pò una forzatura,
....
La mia idea di partito democratico è invece un pò diversa: che abbia un anima precisa ed un identirà altrettanto precisa, senza dover rinnegare le proprie radici, che sono e restano socialdemocratiche.
Cordialità

Cerchiamo di non giocare con le parole. Dire che il PD è socialdemocratico è falso e sbagliato, dire che "appartiene alla socialdemocrazia" significa poco ed è definibile solo a livello europeo (per l'adesione al PSE) non italiano. Possiamo dire anche che appartiene genericamente alla sinistra, o al centro sinistra. Sull'identità hai ragione ma solo nel reclamarla, perché oggi non l'ha. Vero che dovrebbe averla. Ma non credo che oggi l'idendità socialdemocratica sia spendibile. Come dicevo la socialdemocrazia è in crisi da un decennio e oltre.
La cosa è palese in Svezia, Norvegia e Danimarca, se osservi i risultati elettorali.
Le storiche socialdemocrazie nordiche hanno voltato pagina.
Anche per questo da noi si capi', già nel 1996, che socialismo e socialdemocrazia non erano più vincenti e che per vincere occorreva una coalizione larga (vedi Ulivo).

Infine io non noto alcuna assonanza ideologica e nessuna affinità di cultura politica tra comunismo e socialdemocrazia ed il fatto che tu le veda continua a farmi pansare che tu non sappia di cosa stai parlando. Io invece vedo piu' assonanze tra fascismo e comunismo da un lato (sul fronte autoritario ed illiberale) e tra liberalismo democratico e socialdemocrazia dall'altro (sul fronte delle libertà democratiche e dei diritti civili e sociali).

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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda Robyn il 04/04/2010, 7:21

Secondo me si conclude uno scontro epocale fra due paradigmi contrapposti durato circa mezzo secolo a partire dalle prime ricerche sulla Fivet.Fra i due paradigmi,i sostenitori del nuovo paradigma riproduttivo e familiare,e quelli del vecchio paradigma riproduttivo e familiare,nessuno dei due ha vinto.I sostenitori del nuovo paradigma hanno perso perche pensavano di sostituire completamente il vecchio paradigma.I sostenitori del vecchio paradigma pensavano di cancellare laicità e modernità ed hanno perso.Fra i due paradigmi vince la laicità intesa come metodo e non come ideologia.Se si dovrebbe fare un calcolo tra chi ha perso di più e chi meno si scopre che il nuovo paradigma è ancora penetrato nel vecchio paradigma.Il vecchio paradigma ha perso pezzi.Ma vediamo cosa rimane sul campo.Sul campo rimane la legge sull'Igv ma si dovrà fare la prevenzione,la legge sulla separazione divorzio ma si dovranno combattere le cause sociali che portano all'indebolimento del legame familiare.Non passa la legge sul divorzio breve.Lo scontro ha lasciato sul campo le coppie di fatto etero e non "civil parnership" e non potranno essere equiparate alla famiglia.Scompare la famiglia patriarcale ma sui diritti individuali prevale il bene dell'unità familiare.Lo scontro lascia sul campo la procreazione assistita per le coppie etero sterili in età giovanile e a quelle fertili portatrici di malattie genetiche.E ammesa l'analisi genetica per prevenire malattie gravi del nascituro,ma non è ammessa l'alterazione dei geni,cosi come non è ammesa l'alterazione del ciclo di vita biologico dell'individuo che và dall'età infantile fino alla terza eta,la clonazione,la discriminazione genetica.Sul campo rimane la legge sul testamento biologico ma non l'eutanasia,la ricerca sulle staminali adulte,la ricerca indirizzata in modo tale che che non ci sia separazione con la morale dove è possibile.Una contraccezzione più responsabile"sonde elettroniche al posto delle pillole".Per cento anni l'equilibrio è questo il dopo non si sà.Tutte le questioni che emergeranno ma che non saranno rilevanti andranno affontate in modo pragmatico.Sul campo rimane intatta la laicità dello stato che è autonomia delle fedi messe tutte sullo stesso piano garantite ad esse piena libertà in pubblico e in privato Ciao Robyn
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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda Robyn il 05/04/2010, 12:00

disallineato
La sinistra dovrebbe non lasciarsi influenzare dalla scienza e recuperare un giudizio autonomo.Si scopre che quel giudizio diventa politico e non strettamente scientifico.Se fosse stato così non ci sarebbe stato uno scontro così lacerante in passato.Dei cattolici-laici hai ancora una visione tutta centrista che è scomparsa.Socialismo,socialdemocrazia,sarebbe meglio parlare di laburismo Ciao Robyn
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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda Robyn il 05/04/2010, 20:25

Le staminali embrionali non porterebbero a problemi morali.Basta prelevarle allo stato precoce.Ma questo tipo di metodica è stata abbandonata perche è considerata meno sicura.Ma prelevare una cellula dalle blastocisti per farla moltiplicare non sarebbe ricerca.Ricerca sarebbe affondare il bisturi sull'embrione.Qualcuno potrebbe dire che serve per lo studio dei geni,ma per lo studio dei geni non serve l'embrione perche già da trent'anni esiste la genetica.Affondare il bisturi servirebbe solo alle manipolazioni genetiche.Il problema della separazione tra ricerca scientifica e morale è dovuta al fatto che si sceglie la strada più breve per risolvere i problemi in nome del paradigma efficentista.Cioè non è più come un tempo in cui si diceva un giorno la ricerca scientifica,...In merito alla procreazione assistita c'è anche chi la permetterebbe ai single oltre che alle donne in menopausa e alle coppie dello stesso sesso.Far procreare artificialmente i single significherebbe che non ci sarebbe più bisogno del partner e questo avrebbe effetti negativi per la formazione della famiglia ma poi si sà che c'è bisogno della coppia etero per la crescita dei bambini.Per le donne in menopausa sappiamo il perche non si permette di procreare.In realtà dietro queste cose ,come permettere la procreazione a chi non ne ha bisogno o a single si nascondono precise ideologie e paradigmi Ciao Robyn
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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda disallineato il 06/04/2010, 8:21

Caro amico Franz,
Il socialismo è quell’orientamento politico la cui dottrina è principalmente una visione della società ove una sedicente uguaglianza di tutti i cittadini porti al superamento delle classi sociali e la soppressione totale o parziale della proprietà privata. Con la rivoluzione bolscevica del 1917 e la successiva costituzione della 3° Internazionale del 1919, l’ala estremista del socialismo si organizzò e si riconobbe nei partiti comunisti.
I partiti socialisti, scavalcati a sinistra da i più radicali comunisti, erano proiettati nella visione più riformista e trovarono ampio spazio nei sistemi democratici e meno autoritari del nascente regime marxo-comunista. Fu da allora che sbocciarono le prime forze del socialismo democratico composto da ottiche leggermente diverse anche se simili come la socialdemocrazia e socialismo liberale.
Il significato moderno della socialdemocrazia è l’identificazione in uno stato sociale che non si scandalizza più del sistema capitalistico (obbrobrio per i fautori del marxismo-comunismo), ma anzi ne utilizzi le potenzialità per creare reddito e ricchezza che poi venga redistribuita verso le fasce sociali più deboli. Le moderne socialdemocrazie non si riconoscono più negli originari progetti rivoluzionari di appiattimento e soppressione dei ceti sociali, ma anzi viene riconosciuta ampia rappresentanza a tutte le classi sociali, in netta contrapposizione con l’arcaico pensiero marxista.
Oggi quindi il pensiero marxo-comunista è stato definitivamente sconfitto e i partiti comunisti ne hanno preso atto ( a parte rare eccezioni che continuano a fare della falce e martello la loro bandiera ideologica ) e sono confluiti nei vari movimenti e partiti d’ispirazione socialdemocratica.
In Europa possiamo trovare forze politiche significativamente interessanti che hanno dato vita al partito socialista europeo ( tradizionalmente più riformista) e al partito della sinistra europea ( tradizionalmente più radicale).

Dopo queste lunghe premesse, che mi sono sembrate doverose per ribattere alle tue diatribe su chi era nato prima l’uovo o la gallina ( socialismo-socialdemocrazia o comunismo ) che francamente mi sembrano questioni di lana caprina, si può affermare che i tanti socialdemocratici e socialisti di oggi sono figli e figliocci del partito comunista che ha imperseverato in europa. Se tu vai a vedere il DNA dei nostri politici del PD o anche quelli del PSE ti accorgerai, ammesso che non lo sapessi già, che ante novembre 1989, erano nella stragrande maggioranza iscritti, attivisti e dirigenti dei vari partiti comunisti, portandone quindi nei partiti ove sono confluiti, parte di storia e di visione politica.

Allora caro amico, se dobbiamo fare accademia e descrivere l’esatte genealogie dei movimenti o dei partiti, basta che tu lo dica e dibattiamo su questo. Io prendo per scontato che tu, come altri interlocutori, conosca quella parte della nostra storia recente che ha caratterizzato il secolo scorso e che quindi si possa discutere di fatti più recenti. Ecco perché ti ho detto che la socialdemocrazia di oggi deriva in gran parte dal partito comunista, come flusso di persone che hanno trasmigrato dai defunti partiti falce e martello a quelli socialdemocratici. Anche il partito comunista stesso, prima di essere seppellito dalla storia, aveva posizioni più morbide e meno radicali rispetto ai decenni precedenti, quasi da non essere più un partito comunista nel senso strettodel termine. Spero di averti chiarito questi concetti che, erroneamente, ritenevo palesi.

Hai ragione quando dici che nel PD hanno confluito anime diverse, da quelle comuniste fino a quelle cattoliche. Non è questione di piacere o meno, è l’amara constatazione che così com’è il nostro partito manca di identità. Ribadendo quello che ho già espresso altre volte, il partito democratico vorrei che fosse quello per cui è caratterizzato dalle sue radici più importanti, cioè socialdemocratico. Non puoi non ammettere che la parte maggioritaria del PD fa parte di quella sinistra che non è ne’ cattolica ne’ comunista. Ed il suo posto naturale in europa è appunto il PSE. Che poi non voglia entrare per non disturbare o irritare l'anima cattolica, questa è altra questione.

Nb: tutti abbiamo sempre da imparare, ma prima di affermare che il nostro interlocutore “non sa di cosa parla” sarebbe educato accertarsi se casomai non fossimo noi quelli che non hanno capito il senso del discorso. Per evitare brutte gaffe.
Cordialità.

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Re: L'Avvenire e la Bonino

Messaggioda franz il 06/04/2010, 9:24

Egregio professore,
comprendo che unopossa seccarsi e fors'anche offendersi quando gli vengono contestate certe affermazioni come "la socialdemocrazia di oggi deriva in gran parte dal partito comunista", ma ribadisco che non è vero in senso storico europeo e nemmeno se ci limitiamo ad esaminare l'ombelico italico.

Sul piano storico e filosofico lo abbiamo già visto. Il comunismo è morto ma lo è anche il socialismo in quanto tale. Rimangoni i nomi delle idee, perché sono un brand elettorale (attirano ancora voti). Oggi nessun partito di sinistra in europa che si presenti alle elezioni propone l'edificazione di una società socialista. Tutti i partiti che 40 anni fa erano socialisti e comunisti sono trasmigrati nel tempo verso posizioni che erano socialdemocratiche 40 anni fa. Qualcuno era già piu' avanti in questo lento trasloco e per esempio il PCI degli anni 70 era già socialdemocratico allora, a leggere i programmi. Non dobbiamo ovviamente farci ingannare dai nomi. Il fatto che si chiamasse PCI o PSI o PSDI non c'entra. Bisogna vedere i programmi di allora. C'è da chiedersi però come si siano spostati i socialdemocratici (quelli europei) di allora e quale sia il loro progetto politico oggi. Anche la socieldemocrazia è mutata. Il Labour di oggi è molto diverso da quello degli anni 70. Da questo punto di vista non solo è morto il comunismo ed il socialismo (e quindi nessuno oggi cerca voti usando questi rifermenti politici) ma anche la socieldemocrazia europea e storica è in netta crisi di voti. Ecco perché oggi nessuno che voglia governare ha interesse a definire il proprio partito come puramente comunista, socialista, socialdemocratico. Sono tutte e tre etichette obsolete.

Tu dici che
Il significato moderno della socialdemocrazia è l’identificazione in uno stato sociale che non si scandalizza più del sistema capitalistico (obbrobrio per i fautori del marxismo-comunismo), ma anzi ne utilizzi le potenzialità per creare reddito e ricchezza che poi venga redistribuita verso le fasce sociali più deboli.

In realtà questo è il significato attuale non solo della socialdemocrazia ma di ogni partito che abbia un'anima "sociale". Tra questi tutti i partiti di ispirazione cattolica, come la CDU tedesca o gli ex DC italiani. Ma anche gran parte dei partiti di destra aderenti al PPE. In pratica ogni partito di massa, a destra come a sinistra, si basa su questa idea. Eventualmente i progetti divergono sull'entità della ridistribuzione e su alcuni altri aspetti (posizioni in campo ambientale e sindacale). Ma è chiaro che tutti oggi concordano sul fatto che l'economia costruisce ricchezza e che questa va ridistribuita. Le differenze oggi tra destra e sinistra (parlo di europa) non sono su questo principio ma sull'entità della ridistribuzione e quindi sul ruolo dello stato. Ecco perché mancano precise identità politiche, a destra come a sinistra, e quindi ci si orienta ad usare le persone (il leader) come catalizzatore elettorale. Sarkozy, Berlusconi, Blair, Prodi, Merkel, Zapatero.

Che poi da noi il PD sia frequentato da personale politico che una volta apparteneva al PCI (quando il PCI non era piu' "comunista" in senso stretto ma era già diventato socialdemocratico) non significa affatto che il PD oggi sia socieldemocratico. Nessun dirigente PD lo afferma, perché sa che sarebbe un errore politico. Lo statuto parla da solo. Nello statuto si dice nei prmi articoli cosa è il PD. Il termine "socialdemocrazia" non viene nemmeno menzionato. Idem nel programma del PD, dove a dire in vero non appare nemmeno progressista e riformista. Si dice genericamante che si vuole cambiare il paese. Ma appaiono spesso concetti di stabilizzazione e valorizzazione. Insomma molto poco socialdemocratico e molto piu' simile, almeno nelle proposte, ad un partito di centro.

Eventuamente:
http://www.partitodemocratico.it/gw/pro ... _DOC=54548
http://www.partitodemocratico.it/gw/pro ... _doc=45315

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