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Il Belgio vieta il Burqa

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: Il Belgio vieta il Burqa (e il niqab)

Messaggioda franz il 02/04/2010, 18:20

La normativa vieta Burka e Niqab nei luoghi pubblici.

Il testo prevede una multa da 15 a 25 euro, cui potrà essere aggiunta la pena del carcere fino a sette giorni, per «chi si presenterà in uno spazio pubblico con il volto coperto, del tutto o in parte, in modo tale da impedirne l'identificazione».

Non si potranno indossare né burqa né niqab per le strade, nei parchi, in ospedali e scuole, sugli autobus e in tutti i luoghi pubblici, compresi gli alberghi.

Il voto al parlamento è stato unanime (anche dei socialisti).

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Re: Il Belgio vieta il Burqa (e il niqab)

Messaggioda annalu il 02/04/2010, 20:30

franz ha scritto:La normativa vieta Burka e Niqab nei luoghi pubblici.

Il testo prevede una multa da 15 a 25 euro, cui potrà essere aggiunta la pena del carcere fino a sette giorni, per «chi si presenterà in uno spazio pubblico con il volto coperto, del tutto o in parte, in modo tale da impedirne l'identificazione».

Non si potranno indossare né burqa né niqab per le strade, nei parchi, in ospedali e scuole, sugli autobus e in tutti i luoghi pubblici, compresi gli alberghi.

Il voto al parlamento è stato unanime (anche dei socialisti).

Come si fa a non essere d'accordo con questa delibera?
Vivere dietro un Burka o un Niquab, come può essere inteso se non come una negazione della propria identità? Quale essere umano di sesso maschile accetterebbe una limitazione del genere?

Non paragonerei questa delibera con quella riguardante i minareti perché, come ha fatto notare Franz, se il problema è paesaggistico o urbanistico non dovrebbero essere necessarie "leggi speciali", e se queste leggi vengono promulgate, suonano discriminatorie.

Nel caso invece del Burqua o del Niquab, non è la legge che li vieta nei luoghi pubblici a discriminare, ma è l'usanza (non la religione: non mi risulta che il Corano lo imponga) ad essere discriminatoria e sessista.

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Burqa e Niqab: Giuste le proibizioni

Messaggioda disallineato il 24/04/2010, 9:55

Dopo il Belgio, anche la Francia sta finalmente prendendo dei provvedimenti sull'uso di questi indumenti che celano l'identità.
Ilrispetto per le tradizioni e culture religiose, come è ovvio che sia, è doveroso perchè fa parte della nostra cultura di accoglienza e tolleranza. Quando però esistano contraddizioni e contrasti con le nostre leggi, queste devano sempre prevalere.
Chi viene nel mondo occidentale, sa che certi atteggiamenti sono proibiti e se la loro cultura, tradizioni o usanze tribali risultano essere in contrasto con le nostre leggi, possono tranquillamente tornarsene a casa loro o andare in tutti quei posti ove le loro usanza tribali, culture o tradizioni sono consentite dalla legge di quel posto, nazione o paese.
Nessuno li obbliga a restare da noi.

In un recente dibattito pubblico, ove ho avuto l'onore di essere invitato come interlocutore, alcuni dei presenti hanno fatto obiezioni circa la presunta "intolleranza" religiosa che apparrebbe evidente ( per alcuni soggetti fondamentalisti) dall'emanazioni di leggi che proibissero Burqa e Niqab.

Non si può confondere il credo religioso e le relative tradizioni con il rispetto di alcune norme che hanno come obiettivo la sicurezza degli altri cittadini, come pure l'integrita' fisica o la difesa dei soggetti più deboli.
Le leggi che sono vigenti e quelle che ci auspichiamo vengano emanate circa il divieto di nascondere l'identità, mirano a tutelare tutti gli altri cittadini. Non c'entra nulla l'intolleranza verso le altrui religioni.
Nei luoghi pubblici, la tua identità deve essere palese. Se passasse la filosofia che ogni credo religioso, con le sue tradizioni, culture e usanze tribali, dovrebbero prevalere sulle leggi sovrane dello stato, allora perchè vietare e proibire la menomazione dei genitali femminili tipiche di alcuni popoli? E perchè non acconsentire a forme di schiavitù di soggetti più indifesi a favore di altri più forti o carismatici? Perchè non concedere l'uso indiscriminato di droghe se la loro religione, cultura o usanza tribale lo prevede?

Ho concluso il mio intervento, raccogliendo consensi quasi unanimi anche da parte di cittadini di credo islamico, proponendo di non contrastare la pena di morte o la vendetta omicida a tutti quei soggetti che dichiarano di fare parte di una determinata etnia, credo religioso o usanza tribale. Mi sapete dire qual'è il criterio che utilizziamo per non acconsentire certe "tradizioni?".

Ogni popolo ha il diritto di credere a ciò che ritiene giusto. Ma quando i soggetti appartenenti a quel credo, migrano e vengano a vivere nel mondo civile occidentale, devono adeguarsi a quelle che sono le nostre leggi. Altrimenti se ne possono tornare a casa loro e continuare ad esercitare le loro tradizioni.
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Re: Il Belgio vieta il Burqa

Messaggioda pianogrande il 24/04/2010, 19:47

Mah!
Se siamo d'accordo, come anche io lo sono, sul divieto di usanze barbare e violente dobbiamo anche auspicare che questo arrivi a valere in tutto il mondo.
Non ne faccio una bandiera per rimandare a casa nessuno e fregarmene.
Quella si chiama strumentalizzazione.
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Re: Burqa e Niqab: Giuste le proibizioni

Messaggioda franz il 25/04/2010, 10:31

disallineato ha scritto:Ogni popolo ha il diritto di credere a ciò che ritiene giusto.

Evidente, ma confondi il popolo e le sue credenze (spesso errate) con le leggi che le nazioni devono darsi.
Uno potrebbe anche dire che in Arabia se è usanza lapidare le donne adultere, è giusto che sia così?
Ci si accontenta di protestare solo se la barbarie è fatta in "casa nostra"?
Non credo. Per pima cosa esistono dei diritti universali, che proprio in quanto universali valgono ovunque.
Sappiamo che ora non è cosi' e che molte nazioni violano apertamente la dichiarazione universale ONU dei diritti umani.
Tra i motivi per cui non si va a fondo delle violazioni altrui è che tutto sommato si temono le ingerenze in casa propria.
Questo perché per quanto riguarda le "nostre credenze" è implicito ritenerle più giuste di quelle degli altri popoli.
Ma non è cosi'. Tutte le credenze sono credenze di pari livello e solo la scienza e la logica possono gettare le basi di un minimo di certezza. Non solo sulla forma della terra (tonda o piatta) o su chi gira attorno a chi, tra Terra e Sole.
Se oggi comunichiamo tra noi con questi computer, non è per qualche credenza o tradizione ma è per la scienza (la fisica), la logica (boleiana) e la tecnologia del silicio. Le credenze servivano per tenere insieme le comunità ma oggi servono sempre meno. Ci sono altri fattori di stabilità ed omeostasi.

Franz
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Re: Burqa e Niqab: Giuste le proibizioni

Messaggioda disallineato il 26/04/2010, 12:48

franz ha scritto:
disallineato ha scritto:Ogni popolo ha il diritto di credere a ciò che ritiene giusto.

Evidente, ma confondi il popolo e le sue credenze (spesso errate) con le leggi che le nazioni devono darsi.
Uno potrebbe anche dire che in Arabia se è usanza lapidare le donne adultere, è giusto che sia così?
Ci si accontenta di protestare solo se la barbarie è fatta in "casa nostra"?
Non credo. Per pima cosa esistono dei diritti universali, che proprio in quanto universali valgono ovunque.
Sappiamo che ora non è cosi' e che molte nazioni violano apertamente la dichiarazione universale ONU dei diritti umani.
Tra i motivi per cui non si va a fondo delle violazioni altrui è che tutto sommato si temono le ingerenze in casa propria.
Questo perché per quanto riguarda le "nostre credenze" è implicito ritenerle più giuste di quelle degli altri popoli.
Ma non è cosi'. Tutte le credenze sono credenze di pari livello e solo la scienza e la logica possono gettare le basi di un minimo di certezza. Non solo sulla forma della terra (tonda o piatta) o su chi gira attorno a chi, tra Terra e Sole.
Se oggi comunichiamo tra noi con questi computer, non è per qualche credenza o tradizione ma è per la scienza (la fisica), la logica (boleiana) e la tecnologia del silicio. Le credenze servivano per tenere insieme le comunità ma oggi servono sempre meno. Ci sono altri fattori di stabilità ed omeostasi.

Franz



Ovvio che considerimo barbarie le pratiche che offendono la persona, anche se sono fatte in casa loro. Ma essendo a casa loro, le leggi se le fanno come vogliono loro sstessi. Noi possiamo soltanto operare con movimenti organizzati che sensibilizzino l'opinione pubblica, come è stato fatto con successo per la pena di morte.
Ma la questione qua è diversa. L'argomento che si sta discutendo è che se chi crede in certe usanze, qua nell'occidente deve sapere alcune cose non sono consentite.
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Re: Il Belgio vieta il Burqa

Messaggioda disallineato il 26/04/2010, 12:51

pianogrande ha scritto:Mah!
Se siamo d'accordo, come anche io lo sono, sul divieto di usanze barbare e violente dobbiamo anche auspicare che questo arrivi a valere in tutto il mondo.
Non ne faccio una bandiera per rimandare a casa nessuno e fregarmene.
Quella si chiama strumentalizzazione.




Non si tratta di rimandare a casa nessuno. Devono sapere, lorsignori, che nella nostra civiltà, certe pratiche sono proibite perchè, noi, crediamo che offindino la persona. Se proprio non ne possono fare a meno ( questo è il senso del discorso) possono tranquillamente tornarsene a casa loro dove mettano in atto tutte le usanze tribali a cui sono usi.
Nessuno li obbligerà a rimanere da noi, che siamo ospitali e tolleranti con chi viene per lavorare e rispettare le NOSTRE leggi, le nostre regole.
Benvenuti a tutti coloro che rispettano ilpaese che li ospita.
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Re: Il Belgio vieta il Burqa

Messaggioda pianogrande il 27/04/2010, 14:39

Disallineato.
Ci riprovo.

Chi porta il burqa è una vittima ed io non mi sento di dirle di andare a fare la vittima a casa sua.
Se il mio paese è "ospitale" deve ospitare anche i deboli e cercare di aiutarli a riscattarsi.
Non si risolve il problema indicandogli l'uscita.
Queste donne vanno difese dagli uomini che le opprimono in modo che, almeno nel nostro paese, se non nel loro, possano vivere da esseri liberi.
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Re: Il Belgio vieta il Burqa

Messaggioda franz il 04/05/2010, 8:07

Novara, con il burqa alle poste
multa da 500 euro a tunisina

Applicata l'ordinanza anti velo integrale.
Il riconoscimento effettuato da una vigilessa, il marito non voleva che la donna si mostrasse ad altri

dal nostro inviato PAOLO GRISERI

NOVARA - Ai vigili urbani che ieri le presentavano il verbale della multa, ha rivolto una sola richiesta: "Per favore, posso firmare fuori dal mio appartamento? Me lo chiedono le mie convinzioni religiose". Richiesta accettata: Amel ha firmato sul pianerottolo il documento che certifica la prima multa italiana per porto abusivo di burqa. Per la precisione la sua infrazione è quella di aver indossato il niqab, il velo che copre tutto il volto ad eccezione degli occhi. In questo modo Amel, tunisina di 26 anni, ha violato una recente ordinanza del sindaco leghista di Novara, Massimo Giordano: "Ho firmato il provvedimento - spiegava ieri Giordano - per ragioni di sicurezza ma anche per far sì che chi viene a vivere nelle nostre città rispetti le nostre tradizioni".

La storia della multa da 500 euro comminata ieri alla ragazza tunisina, comincia in autunno: "Un giorno - racconta il sindaco - ho incrociato per strada una ragazza totalmente coperta dal velo. Ho chiamato i carabinieri perché la identificassero. In quella occasione ho scoperto che ci sono delle falle nelle leggi italiane per cui chi circola così nascosto può sperare di farla franca. Allora ho scritto l'ordinanza: per vietare definitivamente che ci si possa presentare nei luoghi pubblici con il volto coperto". Un principio che varrebbe anche per chi si presentasse in ufficio con il casco da motociclista. Ma è ovvio che la battaglia sul burqa paga di più politicamente. Così venerdì scorso scoppia il caso. Accade in mattinata vicino all'ufficio postale di corso Trieste, nel quartiere di sant'Agabio, a ridosso della ferrovia, la zona popolare di Novara. La ricostruzione del comandate dei vigili urbani, Paolo Cortese, è precisa: "Una ragazza e il marito sono stati fermati da una pattuglia di carabinieri vicino all'ufficio postale. I militari hanno chiesto i documenti. Il marito ha fornito i suoi e successivamente ha presentato anche il passaporto della moglie. Naturalmente i carabinieri hanno chiesto di verificare se sotto il vestito ci fosse davvero la donna. L'uomo ha reagito: "La mia religione vieta a una donna di mostrarsi in pubblico di fronte a un uomo".

La discussione si anima. L'uomo pretende il rispetto di quelli che sostiene essere i principi dell'Islam. Il fatto che tutto si svolga di venerdì non favorisce atteggiamenti di compromesso. I carabinieri cercano aiuto nei vigili urbani. Arriva una vigilessa e si trova un accordo: Amel accetta di andare in un luogo appartato, lontano da possibili sguardi maschili, e mostra il suo viso alla funzionaria dei vigili urbani che constata la corrispondenza con la fotografia del passaporto. Tutto risolto? Naturalmente no perché Amel ha violato l'ordinanza quando si è presentata alla posta con il volto coperto. Dunque va punita con 500 euro di multa.

Rimane un punto interrogativo:è stata la donna a non volersi togliere il velo è o stato il marito a imporglielo? Il comandate dei vigili confessa di non saper rispondere: "Nella discussione ha sempre parlato il marito e non sappiamo se lei fosse o no consenziente". Il sindaco è soddisfatto? "Io spero sempre che non si arrivi a dover multare i cittadini. Ma in questo caso non abbiamo potuto farne a meno. C'è un problema di sicurezza e di tradizioni da rispettare". Eppure in molte città del mondo è consentito alle donne circolare con il volto coperto: "Lo so - risponde Giordano - ma Novara non è Londra".

04 maggio 2010 www.repubblica.it
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... e anche la Francia

Messaggioda franz il 13/07/2010, 23:20

Francia, Assemblea nazionale
approva bando del velo integrale

Il testo, fortemente voluto da Sarkozy, vieta burqa e niqab in tutti gli spazi pubblici.
Approvato con 335 voti a favore e un solo contrario. Socialisti, comunisti e verdi non hanno partecipato al voto


PARIGI - L'Assemblea nazionale francese ha approvato oggi in prima lettura il progetto di legge per mettere al bando il velo integrale islamico 1 su tutto il territorio della Francia. Il testo, fortemente voluto dal presidente Nicolas Sarkozy e osteggiato dalla comunità islamica, è stato approvato dalla schiacciante maggioranza dei deputati, con 335 voti a favore e un solo contrario. I socialisti, comunisti e verdi hanno deciso di non partecipare al voto. La Francia, che conta la più grande comunità musulmana d'Europa (tra i 5 e i 6 milioni di persone), punta a un divieto generale del burqa e del niqab in tutto lo spazio pubblico, incluse strade e piazze. Il Belgio è stato il primo Paese in Europa a varare, lo scorso aprile, una legge che prevede il divieto assoluto 2 di indossare il velo islamico.

Nel corso del voto all'Assemblea nazionale, il partito della maggioranza di destra (Ump) e i centristi del Nouveau centre si sono espressi a favore della messa al bando. Mentre oltre ai socialisti (Ps) e ai comunisti (Pcf), non ha partecipato al voto nemmeno il gruppo dei Verdi, che in un primo tempo aveva annunciato di voler votare contro. L'unico esponente del partito comunista ad aver partecipato alle votazioni è stato André Gerin, presidente della Commissione di inchiesta sul velo integrale, che si è espresso a favore della norma. Il Senato francese esaminerà il progetto di legge sulla messa al bando del burqa e del niqab dopo la pausa estiva, il prossimo settembre, e non dovrebbero esserci ostacoli per la sua approvazione finale.

Il testo votato oggi, presentato dal ministro della Giustizia, Michele Alliot-Marie, prevede il divieto di indossare il velo integrale in tutti i luoghi pubblici. La normativa prevede una multa di 150 euro e/o l'obbligo di corso di educazione civica per le donne che portino il velo integrale in pubblico, e 30mila euro di multa per gli uomini che obblighino donne a indossare l'indumento. La sanzione può salire a 60.000 euro se le vittime dell'imposizione sono minorenni. Mariti o conviventi che obbligano le loro compagne a indossare il velo saranno inoltre suscettibili di arresto fino a un massimo di un anno e potrebbero essere condannati a pagare un'ammenda di 15mila euro.

Non mancano problemi, però, soprattutto dal punto di vista giuridico. Sono in molti a dubitare che questa legge possa superare il vaglio della Consiglio Costituzionale (l'organismo che veglia sulla congruità delle legge con la Costituzione). Del resto, in un parere non vincolante, il Consiglio di Stato (la più alta corte amministrativa del paese) ha espresso forti riserve sul divieto generalizzato, raccomandando di limitarlo solo ad alcuni luoghi pubblici (amministrazione, trasporti, negozi). Non a caso il capogruppo della stessa Ump, Jean-Francois Copé, ha avvertito di voler egli stesso rivolgersi al Consiglio Costituzionale per verificare che la normativa sia conforme alla carta fondamentale francese.

L'opposizione socialista critica duramente la legge per la sua incertezza giuridica, e avverte che una bocciatura del Consiglio costituzionale sarebbe un "regalo inestimabile agli integralisti che tutti combattiamo". Molti inoltre ricordano che a portare il velo integrale sono al massimo 2.000 persone su una popolazione francese complessiva di 65 milioni e giudicano la legge "fatica sprecata".

(13 luglio 2010) www.repubblica.it
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