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Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

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Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda gabriele il 09/03/2010, 22:40

Ciao, bella! Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato mercoledì 17 febbraio 2010 in Gran Bretagna.

[The Independent]

Devono sicuramente essere fra le più gravi accuse mai mosse contro un Presidente del Consiglio europeo e questo mese sono diventate di pubblico dominio, di fronte ai magistrati siciliani, supportate da prove documentate. Le fondamenta della fortuna del magnate che ha governato l’Italia per gran parte degli ultimi 15 anni sono costituite dal denaro della mafia, usato da Silvio Berlusconi per costruire il primo progetto edilizio, che lo fece diventare ricco e famoso. Quando, nel 1993, dopo il crollo dei principali partiti politici italiani travolti dalla corruzione, Berlusconi decise di scendere in campo, lo fece con l’appoggio di Bernardo Provenzano, il capo dei capi di Cosa Nostra, che fu arrestato 13 anni più tardi, dopo anni di latitanza, proprio nel giorno in cui Berlusconi perse le elezioni politiche.

Se queste accuse suonano familiari, è perchè girano da anni, ma sono state sempre tenacemente negate dagli alleati di Berlusconi, ma mai del tutto smentite perché servono a spiegare ciò che altrimenti risulta inspiegabile: l’ascesa folgorante di Berlusconi a metà degli anni ‘70 dalla speculazione immobiliare su piccola scala nella periferia milanese fino a diventare l’uomo più ricco del Paese e il successo egualmente folgorante del suo primo partito politico, Forza Italia (FI), fondato in mezzo alla derisione generale nel 1993, dopo il crollo dei partiti storici nel bel mezzo di uno scandalo di tangenti. L’uomo chiave della vicenda è stato Massimo Ciancimino, il più giovane fra i figli del defunto Vito Ciancimino, sindaco di Palermo profondamente corrotto ed enormemente ricco, che è stato per molti anni il cardine tra la mafia e la classe politica italiana.

L’uomo sul banco dei testimoni è Massimo Ciancimino, figlio più piccolo del defunto Vito Ciancimino, il quale ricoprendo il ruolo di sindaco Palermo, corrotto fino al midollo e molto ricco, è stato il tramite più affidabile tra la mafia e la classe politica italiana. In tribunale la scorsa settimana ha consegnato una lettera scritta da suo padre e indirizzata a Marcello Dell’Utri, il braccio destro di Berlusconi fin dagli albori della sua carriera e che ora si sta difendendo da una sentenza a nove anni per associazione mafiosa. La lettera, riportata il giorno successivo dalla stampa italiana, era una missiva di ricatto, con la minaccia di rivelare i segreti delle origini di Forza Italia se non fosse pervenuto un adeguato pagamento come, per esempio, il regalo di una delle reti televisive di proprietà di Berlusconi.

La dichiarazione di Ciancimino Jr. è stata degna di nota, ma mai quanto il modo in cui è stata accolta. E’ stata sbattuta in prima pagina da tutti i quotidiani di sinistra, e questo era prevedibile, ma ha a malapena causato qualche increspatura in altri ambienti. Nessun magistrato ha emanato alcun mandato di cattura per Berlusconi nè ha annunciato l’avvio di procedure d’inchiesta. Nessun esponente d’opposizione ha colto al volo l’occasione per chiedere le sue dimissioni. La stampa straniera, la stessa che solo qualche mese fa aveva predetto appassionatamente il suo passaggio di consegne a seguito delle conseguenze di vari scandali sessuali, ha appena notato la cosa. “Ne ho parlato alla mia redazione, ma in pratica potevi sentirli sbadigliare dall’altra parte” ha dichiarato un esperto corrispondente “Hanno già tutti sentito la storia in precedenza”.

Berlusconi stesso non aveva nulla da dire mentre la sua carriera veniva ancora una volta trascinata nel fango; non sono state ammesse le domande durante la conferenza stampa tenuta quel giorno, e non ha fatto cenno alle accuse nei suoi commenti ai giornalisti. La Repubblica ha riportato alcune dichiarazioni da lui fatte ai suoi confidenti: “Queste frottole di Ciancimino sono talmente fuori dal mondo che saranno un boomerang”. E’ stato anche sentito sottolineare in modo beffardo come come queste rivelazione siano state fatte “come al solito” appena prima delle elezioni regionali in programma per il mese prossimo.

Ronald Reagan era conosciuto come il Presidente Teflon, ma l’abilità di Berlusconi nel scrollarsi di dosso le sventure fa impallidire una simile metafora. Dieci me si fa, mentre mi preparavo a lasciare Roma, Berlusconi sembrava condannato. Era stata sua moglie Veronica a freddarlo: il suo annuncio dello scorso aprile in cui affermava di volere il divorzia sembrava aver rotto l’incantesimo grazie al quale aveva ipnotizzato il Paese per anni. Pareva che, all’improvviso, la gente avesse cominciato a vederlo per quello che era. I commenti di Veronica a proposito delle sue frequentazioni con minorenni, la sua condanna del “ciarpame” – formose showgirl – che egli voleva candidare alle elezioni europee, i suoi commenti criptici sul fatto che “mio marito non sta bene” – tutto questo dalla donna che era stata al fianco del suo uomo stoicamente per quasi 30 anni, è finito per metterlo sotto una luce nuova e spettrale. Può darsi che lui sia super-ricco, brillante, energetico, carismatico – ma che depravato! Che personaggio esecrabile con cui si è avuti a che fare! E quali orrori potrebbero esserci in quella frase pregnante “non sta bene”? Di quali estasi di megalomania, sadismo o psicosi potrebbe essere al corrente la sfortunata Veronica?

Come nei suoi rari sfoghi pubblici in passato, Veronica è stata molto parca nei propri commenti, ma ha liberato un torrente di rivelazioni che ha minacciato di inghiottirlo – o così era parso allora. C’è stata la sua misteriosa apparizione al diciottesimo compleanno di Naomi Letizia, modella di biancheria intima napoletana, l’evento che pare avesse fatto decidere Veronica a parlare, perchè “frequantava minorenni” (e, incidentalmente, ha dichiarato che non si è mai preso la briga di presentarsi ai diciottesimi dei suoi figli). Ne aveva avuto abbastanza: la lunga serie di racconti sulle feste da harem a Roma e in Sardegna, i resoconti raccapriccianti su come il Premier 73enne si circondava di donzelle imbronciate costrette a guardare i video dei suoi incontri coi leader mondiali, il racconto ugualmente nauseante fatto da Patrizia D’Addario sulla nottataccia con l’instancabile magnate, e così via. Quanto ancora di tutto ciò avrebbero potuto sopportare gli elettori italiani? Qualcuno avrebbe finalmente capito tutto, detto basta e l’avrebbe fatto camminare sulla passerella di uno dei suoi tanti yacht, lasciandolo poi alla deriva?

Come nei suoi rari sfoghi pubblici in passato, Veronica è stata molto parca nei propri commenti, ma ha liberato un torrente di rivelazioni che ha minacciato di inghiottirlo – o così era parso allora. C’è stata la sua misteriosa apparizione al diciottesimo compleanno di Naomi Letizia, modella di biancheria intima napoletana, l’evento che pare avesse fatto decidere Veronica a parlare, perchè “frequantava minorenni” (e, incidentalmente, ha dichiarato che non si è mai preso la briga di presentarsi ai diciottesimi dei suoi figli). Ne aveva avuto abbastanza: la lunga serie di racconti sulle feste da harem a Roma e in Sardegna, i resoconti raccapriccianti su come il Premier 73enne si circondava di donzelle imbronciate costrette a guardare i video dei suoi incontri coi leader mondiali, il racconto ugualmente nauseante fatto da Patrizia D’Addario sulla nottataccia con l’instancabile magnate, e così via. Quanto ancora di tutto ciò avrebbero potuto sopportare gli elettori italiani? Qualcuno avrebbe finalmente capito tutto, detto basta e l’avrebbe fatto camminare sulla passerella di uno dei suoi tanti yacht, lasciandolo poi alla deriva? Ma nessuno l’ha fatto. Berlusconi se l’è cavata grazie alla sua faccia tosta, così come aveva già fatto tanto volte in passato. E’ perfino riuscito ad avere la meglio sulla Chiesa cattolica, che di solito dà un gran bel da fare ai politici italiani.

Per Berlusconi e i suoi consiglieri, il segno più preoccupante sul fatto che gli scandali sessuali potessero avere qualche effetto sarebbe stata la reazione della Chiesa cattolica. Famiglia Cristiana, il settimanale più popolare del Paese, aveva iniziato a criticare pesantemente la sua moralità – di certo un segnale pericoloso poiché Berlusconi, così come tutti i leader italiani del secondo dopoguerra, durante la propria carriera politica ha sempre dovuto fare affidamento sulla silenziosa complicità della Chiesa, che rimane per molti versi il gruppo più potente nel Paese. Successivamente e con sempre maggiore serietà, L’Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani e portavoce del vaticano, cominciò a seguire la stessa linea. A quando l’intervento del Pontefice in persona? Ma Berlusconi, in una delle mosse più audace della sua carriera politica, li ha costretti a scoprire le carte.

La chiesa è da tempo consapevole del fatto che, qualunque siano i suoi punti deboli, tra i potenziali governatori Berlusconi è il miglior protettore dei propri interessi, sempre attento ad evitare la promozione di qualsiasi cosa, come i diritti dei gay, il testamento biologico o leggi più morbide su aborto e contraccezione, che avrebbe potuto indispettire i monsignori. Ora lui è riuscito a dimostrare loro che il fango, una volta che è stato gettato, può sempre tornare indietro: Il Giornale, il quotidiano della famiglia Berlusconi e di proprietà del fratello, ha sbattuto in prima pagina che l’editore de L’Avvenire, Dino Boffo, fosse un disinvolto omosessuale. L’uomo in questione negò animatamente, ma si dimise pochi giorni dopo. E da quel momento in poi, la tensione sembrava essersi allentata.

Sei mesi dopo sono tornato in Italia e la trovo trasformata: il Vaticano nel caos per l’affare Boffo e Veronica costretta a fare un passo indietro dopo che Berlusconi ha minacciato di sfrattarla. Tutti i discorsi sulla sua possibile perdita di potere per via delle bizzarrie sessuali erano solo acqua passata sotto i ponti.

Ma le cattive notizie, per lui, sono sempre più numerose alla vigilia delle elezioni regionali, come fa notare Berlusconi stesso. La prossima settimana, in due diversi tribunali, verranno discusse le accuse di aver corrotto David Mills affinchè dichiarasse il falso davanti ai giudici riguardo conti offshore di alcune sue aziende. Quando il caso verrà riaperto a Milano, lui giura che sarà presente in aula, sebbene non ci conterei.

Nel frattempo, i problemi arrivano da altre parti. Guido Bertolaso è stata la più grande scoperta di Berlusconi sin dal suo ritorno al potere nel 2008. Un personaggio snello, pensoso, perennemente accigliato. Il capo della Protezione Civile italiana era incarnazione della promessa del Presidente del Consiglio di sfoltire realmente la burocrazia e di affrontare i problemi più impellenti del paese. E’ stato Bertolaso ad appoggiare Berlusconi due anni fa a Napoli dopo le elezioni politiche, promettendo di ripulire le montagne di spazzatura presenti in città – e così ha fatto. E’ stato Bertolaso ad accompagnare il Premier lo scorso aprile alla città terremotata de L’Aquila giorno dopo giorno, promettendo alle vittime del disatro che avrebbero avuto una sistemazione e che la città sarebbe stata ricostruita in tempi record e senza traccia di corruzione.

Berlusconi ha presentato Bertolaso al pubblico come una persona onesta, un gran lavoratore, affidabile, il puritano del fare che in grado di complementare il gaio cavaliere. E trovandosi sotto l’egida del Presidente del Consiglio, la Protezione Civile è diventata l’ente dedicato alle emergenze più privilegiato del paese – con il disappunto di altri – ed era sulla buona strada per essere privatizzata.

Inevitabilmente, il Sig. Pulizia non era proprio come appariva. Dopo aver tenuto sotto controllo il telefono di Bertolaso e quello di alcuni suoi soci in affari, i magistrati di Firenze hanno annunciato di essere in possesso di numerose registrazioni. Le piccanti trascrizioni hanno riempito le pagine dei quotidiani italiani – e suggerivano che presumibilmente Bertolaso è stato in combutta con loschi palazzinari che rincaravano per decine di milioni di euro i costi di costruzione e che hanno ripagato l’uomo di Berlusconi per la sua discrezione ingaggiando per lui i servizi di una prostituta brasiliana di “alta qualità” chiamata Monica.

Il progetto di privatizzazione dell’ente di cui è capo Bertolaso è ormai in stallo; egli stesso è appeso fa un filo sottilissimo. Ma il suo benefattore non ha subito alcun danno percettibile dopo la caduta in disgrazie del suo fidato luogotenente. Nessuno dall’opposizione si precipita a sfidare il suo giudizio chiedendo che il Presidente del Consiglio risponda come mai l’uomo da lui scelto abbia ricevuto una così vasta e esagerata promozione.

Berlusconi ha sempre amato i palazzi. Nel 2002 un diplomatico mi disse che senz’ombra di dubbio Berlusconi era determinato a concludere la sua carriera politica in veste di Presidente della Repubblica. Come potremmo esserne certi? Perchè il lavoro include un alloggio fantastico, Il Quirinale, in passato residenza papale quando i papi governavano mezza Italia. Berlusconi è da parecchio che lo tiene d’occhio. All’ultimo conteggio, secondo il Corriere della Sera, Berlusconi possiede 27 residenze, spaziando dalle ville maestose a palazzi regali. Mentre Bertolaso era alla gogna e Ciancimino parlava della mafia, il Presidente del Consiglio svelava con orgoglio l’ultima arrivata alla sua collezione: Villa Gernetto, prezzo di listino pari a 40 milioni di euro, un palazzo settecentesco che può vantare 36 ettari di boschi e una terrazza che dà sulla valle del Lambro a nord di Milano, luogo in cui Berlusconi prevede di convertire nella “università di studi liberali”, ma in cui riserverà un’ala per uso personale.

Qualche giorno dopo, la sua mente si è rivolta ancora una volta verso gli immobili. Ha fatto sapere che s’era stufato della sua magnifica Villa San Martino ad Arcore, periferia nord di Milano, la quale è stata la sua base principale sin da quando il suo avvocato Cesare Previti persuase il precedente proprietario a venderla ad un prezzo stracciato 30 anni fa. E’ stato pubblicato che ora vorrebbe acquistare Villa Belvedere presso Macherio, qualche chilometro più in là nella stessa zona della Brianza. L’importanza deriva dal fatto che Belvedere è stata l’abitazione principale di sua moglie Veronica, il luogo dove ha creasciuto i loro tre figli. Berlusconi adesso la vuole indietro – apparentemente una mossa mirata a convincerla ad abbassare la sua stravagante pretesa di 43 milioni di euro l’anno per gli alimenti. Si dice che lui abbia proposto di evitare di mandare gli ufficiali giudiziari se lei accettasse di abbassare le proprie pretese ad un livello più ragionevole.

Per anni Berlusconi si è comportato come un imperatore romano più che come un Presidente del Consiglio eletto, ma nell’autunno della sua vita questa tendenza è diventata sempre più estrema. Ma oggi il fattore più inquietante è il punto fino a cui i suoi avversari permettono che resti impunito; l’ultima persona che gli ha sferrato un colpo è stato lo squilibrato che gli ha scagliato sul viso un modellino di bronzo del duomo, poco prima della fine dell’anno. Nessuno può sostenere che l’Italia sia contenta di Berlusconi al governo. La produzione industriale è crollata del più del 17% l’anno scorso e il debito pubblico della nazione di 1,663 miliardi di euro è al terzo posto nella classifica mondiale. Se a questo si aggiungono gli scandali sessuali che si accumulano da tutte le parti, uno si aspetterebbe che Berlusconi venisse sconfitto sonoramente alle prossime elezioni.

Eppure è improbabile che ciò succeda – e non solo a causa della debolezza dell’opposizione. Come spiega un libro appena uscito, Berlusconi ha un certo ascendente su una larga fascia del suo elettorato, che lo voterà qualsiasi cosa accada. Secondo lo scrittore italiano Curzio Maltese, che ha scritto”La Bolla: la pericolosa fine del sogno berlusconiano”, da quando è entrato in politica, Berlusconi si è rivolto, in modo più o meno velato, ai milioni di evasori fiscali del paese. E questo è un elettorato che non ha mai deluso. Da molto tempo prima che Berlusconi entrasse in politica gli Italiani erano consapevoli della sua propensione a cercare scorciatoie; sono famose le storie sulle bustarelle date ai controllori del traffico aereo per spostare i voli su Milano lontano dal suo primo quartiere residenziale, oppure quella di avere ingaggiato un membro troppo ficcanaso della Finanza nel suo staff. Una volta eletto, la gente sperava di ottenere la stessa libertà d’azione, e lui non è mai venuto meno.

Maltese cita un mercante d’antiquariato di Verona: “Qui, da quando il Berlusca ha vinto le elezioni, la gente ha smesso di emettere scontrini(…). Artigiani, idraulici, consulenti medici, negozianti, tutti. I ristoratori e i padroni d’alberghi ne facevano di falsi.” Questa è una politica che assicura un appoggio solidissimo, ha dichiarato. “L’anti-comunismo, la Chiesa e le altre cose, perfino la questione sulla proprietà delle televisioni, non contano nulla. Il punto fondamentale è che quando c’è lui, puoi evadere serenamente. Hanno votato Berlusconi per paura che [l'ex leader del centrosinistra Romano] mandasse il fisco”. E avevano ragione: da quando Berlusconi ha scardinato Prodi nel 2008, le entrate fiscali sono precipitate vertiginosamente, lasciando un buco di 14 miliardi di euro all’anno.

Maltese afferma: “L’Italia è il più grande paradiso fiscale del mondo (…) L’evasione è andata oltre la soglia dei 300 miliardi di euro annui, il 22% del PIL, il doppio della media europea (…) E’ in corso una guerra civile tra metà della popolazione che sfrutta l’altra metà”. Fa notare Maltese che una fetta completamente sproporzionata delle tasse italiane, il 78%, proviene dagli impiegati, e solo il 22% dal resto: industriali, negozianti, liberi professionisti. Evidenzia le incongruenze statistiche prodotte dalle menzogne degli evasori: un vecchio pensionato che vive con 16.000 euro annui è teoricamente più ricco di un ristoratore o un macellaio (che dichiarano in media 14.000 euro), e due volte più ricco di un panettiere e di un fruttivendolo e non tanto più povero di imprenditori tessili o edili.

Berlusconi si rivolge ai suoi fedeli sostenitori, i milioni di evasori fiscali, con un codice semplice. “La paura della Guardia di Finanza è stato tramutato in paura del comunismo” sostiene Maltese. “Il permesso di evadere è stato sublimato nella difesa del liberalismo e della libertà. Ma era piuttosto evidente a che tipo di libertà si riferisse: Berlusconi ha stretto un tacito patto politico con la massa di evasori, e lo ha sempre onorato”. Ha dimostrato la sincerità del suo desiderio di aiutare questo fascia dell’elettorato quando, al suo ritorno al potere nel 2008, ha prontamente cacciato l’esperto fiscale che era riuscito a recuperare 23 miliardi di euro di tasse evase per il governo di Romano Prodi, assieme ai suoi colleghi più anziani.

Berlusconi ha incarnato lo stato italiano per più di 15 anni – ma secondo Maltese, è stato al tempo stesso nemico giurato dello stato, nella sua tacita determinazione ad aiutare chi si è arricchito, o vorrebbe arricchirsi, senza versare i propri contributi fiscali dovuti secondo la legge. E’ una spiegazione convincente della sua popolarità, poco importa quello che ha combinato o quanto l’economia italiana si impoverisca. Ogni nuova accusa di illegalità rivoltagli è un’ulteriore conferma per gli evasori che è lui sia l’uomo giusto per loro. Ogni volta che l’economia si riduce di un punto percentuale quelli che ce l’hanno fatta a restare alla larga della Finanza ringraziano la propria stella perché il leader della Paese è dalla loro parte.

Sotto Blair e Brown, il governo britannico ha dimostrato di equivocare in modo moralmente dubbio sulla cleptocrazia dei residenti non domiciliati, compresi coloro che siedono nella Casa dei Lord. In Italia queste cose vengono fatte democraticamente: l’indulgenza di Berlusconi per chi ha il terrore delle tasse – che condivide l’opinione della defunta albergatrice Leona Helmsley che le tasse siano per il popolino – si estende su metà della popolazione, includendovi anche molte persone dello stesso popolino.

L’Italia di oggi sta divorando le sue stesse viscere. Agiatezza privata e pubblico squallore; finanziarie in perenne riduzione che colpiscono pesantemente scuole, l’università, ospedali e musei, mentre la radicata gerontocrazia che li gestisce resta incolume; un sempre maggior numero di giovani volenterosi e di talento fugge all’estero per trovare opportunità di studio e lavoro mentre i loro coetanei meno intraprendenti faticano ad arrivare alla fine del mese a causa di lavori mal pagati e privi di garanzie; la malavita che estende sempre più i propri tentacoli; la paura e l’odio nei confronti degli immigrati, incoraggiato cinicamente dai politici al governo – questa è la deprimente eredità di Berlusconi.

Tra gli altri “grandi progetti” che erano stati asseganti a Guido Bertolaso, braccio destro di Berlusconi all’interno della Protezione Civile, c’erano le rappresentazioni spettacolari previste per l’anno prossimo, per celebrare il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia. Probabilmente adesso sarebbe meglio annullarle. E’ celebre l’affermazione di uno dei fautori dell’unità d’Italia: “Fatta l’Italia, dobbiamo fare gli italiani”. Il compito era stato compiuto solo a metà e Berlusconi ha contribuito ad allentare ulteriormente i lacci dell’identità nazionale. Se una buona parte dell’essere cittadini si risolve nel dare a Cesare ciò che è di Cesare, non è solo il tesoro italiano ad aver subito le conseguenze della generosità di Silvio nei confronti degli evasori fiscali. Anche lo spirito nazionale è stato colpito duramente.

[Articolo originale "Ciao, baby! Why Italy just can't say no to Silvio" di Peter Popham]

http://italiadallestero.info/archives/9094
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda gabriele il 09/03/2010, 22:41

Sempre dell'articolo:

Il mondo di Silvio: la storia fino ai nostri giorni

* Febbraio 2002: Durante una posa fotografica in un conferenza dei ministri esteri dell’UE, Berlusconi ha fatto un gesto volgare che significa “cornuto” dietro la testa del ministro degli esteri spagnolo Josep Piqué.

* Settembre 2003: In un’intervista con Boris Johnson, l’allora collaboratore di The Spectator, Berlusconi afferma che Benito Mussolini “è stato un dittatore benevolo”, il quale non uccideva i suoi oppositori ma li “mandava in vacanza”.

* Marzo 2006: Berlusconi è costretto a difendere la propria affermazione in cui affermava che i comunisti cinesi mangiavano bambini. “Nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano bambini, ma li bollivano per concimare i campi” ha concesso.

* Gennaio 2007: la moglie di Berlusconi, Veronica Lario, lo denuncia pubblicamente dopo che lui aveva detto all’ex showgirl e in seguito parlamentare Mara Carfagna durante una cena in una premiazione: “Se non fossi sposato, ti sposerei subito”.

* Aprile 2008: Berlusconi afferma che le donne nel suo Consiglio dei Ministri sono più belle di quelle nel centro-sinistra, scatenando una reazione rabbiosa dai partiti di centrosinistra italiani. “La sinistra non ha buon gusto, neanche per le donne” ha dichiarato.

* Novembre 2008: Due giorni dopo che Barack Obama era diventato il primo Presidente afro-americano degli Stati Uniti, Berlusconi gli fa i complimenti per la sua “tintarella”.

* Novembre 2008: Berlusconi gioca a “nascondino” mentre riceve il Cancelliere tedesco Angela Merkel, nascondendosi dietro a una colonna mentre gli passa accanto. Testimoni dicono che lui l’abbia richiamata dicendo “cu-cu”, facendola girarsi attorno e dire: “Oh Silvio”.

* Aprile 2009: In un campo a L’Aquila che alloggiava alcuni dei 30.000 sfollati dopo il terremoto, ha detto a un prete africano: “Venga qui, abbracciamoci e mi chiami Papa” prima di chiedere al consigliere della città Lia Beltrami: “Posso palpare un po’ la signora?”.

* Aprile 2009: Berlusconi sembra annoiare la Regina durante una posa fotografica durante il vertice del G20 a Londra. Berlusconi urla: “Mr. Obama, Mr. Obama!” ripetutamente, provocando il rimprovero da parte della Regina di fronte agli altri capi di Stato: “Cosa c’è? Perché deve urlare?”

* Aprile 2009: Durante un vertice della Nato a Kehl, vicino Strasburgo, Berlusconi viene avvistato mentre parla al cellulare, proprio mentre il Cancelliere tedesco Angela Merkel e altri leader della Nato vengono fatti aspettare per la foto ufficiale in un ponte sul Reno.

* Aprile 2009: Durante una conferenza stampa in Sardegna tenuta insieme a Vladimir Putin, una giornalista russa fa una domanda non gradita. Berlusconi interviene facendo un gesto in cui imita una persona che spara col fucile. Si dice che la giornalista si sia messa a piangere.

* Maggio 2009: Dopo averlo denunciato per i suoi rapporti con giovani donne, e in mezzo a una marea di accuse sui suoi presunti rapporti con prostitute, Veronica Lario, la moglie di Berlusconi da lungo sofferente finalmente si decide – molto pubblicamente – di chiedere il divorzio.
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda Loredana Poncini il 10/03/2010, 20:10

L'Italia non riesce a dire di no a Silvio perché è sempre più imbavagliata, a tutti i livelli, dal Presidente della Repubblica fino alla base informatizzata, cioè noi, che continuiamo a stendere i nostri NO in Rete, ma senza nessunissimo effetto...
In questo momento Fede al Tg 4 insiste sul "pifferaio " ( lo chiama così) Di Pietro... :shock: :? 8-) :lol: :x
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda Giorgio Graffieti il 15/03/2010, 20:03

l'Italia non riesce a dire di no a Silvio perché è una puttana.
«vedo gente, faccio cose...»
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda ranvit il 15/03/2010, 20:34

Giorgio Graffieti ha scritto:l'Italia non riesce a dire di no a Silvio perché è una puttana.



....insomma....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda Stefano'62 il 16/03/2010, 0:10

Giorgio Graffieti ha scritto:l'Italia non riesce a dire di no a Silvio perché è una puttana.

Ben detto,accidenti.
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda franz il 16/03/2010, 8:38

Giorgio Graffieti ha scritto:l'Italia non riesce a dire di no a Silvio perché è una puttana.

Veramente ora si dice "escort" :D
Ma una almeno ci guadagna se è brava ... mentre ho l'impressione che l'Italia ci perda da molto tempo, non certo da pochi mesi.
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda Iafran il 16/03/2010, 14:44

Giorgio Graffieti ha scritto:l'Italia non riesce a dire di no a Silvio perché è una puttana.

E lui si sente "grande" per il successo che questa gli garantisce!
Ed i nostri ... non vorrebbero essere da meno ... con questa "italietta"! Sarebbe meglio che facessero bene l'opposizione: il boomerang spesso colpisce il bersaglio.
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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda franz il 16/03/2010, 15:39

Iafran ha scritto:
Giorgio Graffieti ha scritto:l'Italia non riesce a dire di no a Silvio perché è una puttana.

E lui si sente "grande" per il successo che questa gli garantisce!
Ed i nostri ... non vorrebbero essere da meno ... con questa "italietta"! Sarebbe meglio che facessero bene l'opposizione: il boomerang spesso colpisce il bersaglio.

In effetti è meglio andarci piano. Se è come dice Giorgio, tutti la vogliono, codesta donna dai facili costumi, che si vende al miglior offerente.
Bisognerebbe pero ' capire perché si vende. Di solito lo fa chi è nella disperazione e non ha alternative.
Sicuri che sia così?

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Re: Ciao, bella!Perché l’Italia non riesce a dire di no a Silvio

Messaggioda Iafran il 16/03/2010, 19:43

franz ha scritto:In effetti è meglio andarci piano. Se è come dice Giorgio, tutti la vogliono, codesta donna dai facili costumi, che si vende al miglior offerente.
Bisognerebbe pero ' capire perché si vende. Di solito lo fa chi è nella disperazione e non ha alternative.
Sicuri che sia così?

Infatti, non è sempre così!
La corruzione e il sistema delle tangenti (o dei favori) ci dice ben altro. A giudicare dall'entità delle somme in gioco si arguirebbe che non lo si fa più per soddisfare i "bisogni primari", anzi, proprio fra coloro che stentano ad arrivare a fine mese si può percepire meglio l'indignazione per questi "facili costumi" e la dignità di ribellarsi (anche disertando le urne) alle ingiustizie perpetrate dai tanti "lor signori".
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