Franz:
Non ho aperto quest'argomento sul decreto salva-liste (ce ne sono già altri aperti), ma sul fatto che non è secondo me il momento di criticare le parole del Presidente della Repubblica. E credo di aver chiarito pure meglio il perché, dopo.
Non ho sollevato il tema sul coraggio, ma sulla critica mossa dalla sig.ra Spinelli, che definisce 'gravissima' quella frase, con una abbondante esagerazione e sulla base di una erronea interpretazione.
Se vuoi leggere tutto l'intervento del Presidente Napolitano, lo trovi qua:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 70695.htmlfranz ha scritto:Ecco cosa condivido: "rimprovera aspramente" al Presidente una frase: che non si poteva lasciare fuori il maggior partito di governo. Lei dice: "questo cosa vuol dire che un partito di minoranza può essere lasciato fuori?".
Poi è venuto fuori un altro intervento, sul salva-liste e sulla lettera. Pensi che se si chiedesse al Presidente Napolitano:
"Signor Presidente, Lei ritiene che si debba intervenire come ora solo qualora dovesse essere esclusa la lista del partito di maggioranza?" il Presidente risponderebbe di sì?
Io decisamente no. E se anche secondo te risponderebbe 'no', è la prova che è stato interpretato male il suo pensiero.
C'è una frase nella Sua lettera (che avevo già letto), precedente a quella che hai evidenziato:
"Il problema da risolvere era, da qualche giorno, ... .". Il Presidente si riferiva a questa specifica situazione, non esponeva un concetto o un principio.
Estrapolare una frase dal testo e farla diventare una Sua affermazione di principio è, e rimane per me, una "capziosa e sbagliata estensione" del contenuto espresso; 'estensione' perché va oltre quanto da Lui scritto e oltre quello a cui si riferiva. Questo lo si può fare al bar.
La sig.ra Spinelli si chede che vuol dire la frase del Presidente Napolitano, e ne deduce lei una conseguenza; io no.
Non ripeto qua quello che ho già scritto negli altri argomenti, sia sul fatto che le regole vanno rispettate, sia sull'opportunità politica di un intervento in questo caso con l'assenso di tutti, da cui il CS poteva trarre pure vantaggio. Per esempio dimostrando sensibilità verso l'elettorato e non facendosi prendere dalla voglia dello scontro con il PdC (gli altri non contano). Niente a che vedere con il ritorno a situazioni illiberali pre '700.
Mi pare di grande fantasia interpretare come una posizione di parte (l'altra) quella del Presidente della Repubblica, che vuole consentire a tutti di votare.
Anch'io ho scritto prima di Lui nell'argomento sulla Polverini: "Non è per colpa di uno stomaco vuoto (o di una testa vuota) o del tentativo di cambiare qualcosa nei documenti all'ultimo momento che a tanti si debba togliere la possibilità di votare come vogliono."
E se pensi che anch'io sia 'di parte' mi posso fare solo una bella risata.
Fermo restando che è stato male interpretato il pensiero di Napolitano in entrambi i casi (sia sul coraggio che sull'esclusione del maggior partito).
Ne sono convinto (chissà se possiamo chiedere un decreto interpretativo, ma del PdR non del PdC

)
cardif