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Vescovi a confronto

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Vescovi a confronto

Messaggioda cardif il 05/02/2010, 20:32

Non so qual è il forum giusto.
Da: http://www.repubblica.it/cronaca/2010/0 ... y-2197564/

Il Vescovo di Pistoia monsignor Scatizzi:
"Il principio generale é che la conclamata e ostentata omosessualità é un peccato che esclude la comunione" perché "l'omosessualità è un disordine" e i precetti della Chiesa non devono essere contraddetti. Comunque dice pure "con gli omosessuali é necessario usare delicatezza e misericordia e alla fine il giudice ultimo é Dio, pertanto sulla Terra nessuno é autorizzato ad emettere sentenze".

Il Vescovo emerito di Grosseto, monsignor Giacomo Babini:
"La pratica conclamata della omosessualità é un peccato gravissimo, costituisce uno scandalo e bisogna negare la comunione a tutti coloro che la professino, senza alcuna remora, proprio in quanto pastori di anime. Io non darei mai la comunione ad uno come Vendola". "Mi fa ribrezzo parlare di queste cose e trovo la pratica omosessuale aberrante, come la legge sulla omofobia che di fatto incoraggia questo vizio contro natura. I vescovi e i pastori devono parlare chiaro, guai al padre che non corregge suo figlio. Penso che dare le case agli omosessuali, come avvenuto a Venezia, sia uno scandalo, e colui che apertamente rivendica questa sua condizione dà un cattivo esempio e scandalizza". Cosa dovrebbero fare i gay? "Pentirsi di questo orribile difetto".

Il Vescovo emerito di Lucera-Troia, monsignor Francesco Zerrillo:
La coppia omosessuale non è una famiglia perché "...non è in grado di ottemperare alla riproduzione. L'atto sessuale è volto a questo e non alla ricerca di lussuria". Bisognerebbe invitare il gay credente a non chiedere la comunione, "per non alimentare lo scandalo".
"Se davanti a me, specie in un centro piccolo in cui tutti sanno tutto di tutto, il dare la comunione ad una persona del genere può causare scandalo é quindi meglio non darla. Sarebbe saggio generalmente prevenire queste cose o al massimo amministrarla e poi dirgli amico non provarci più, per scongiurare uno scandalo ancora maggiore".

C'è una statistica a livello mondiale che raffronti la percentuale di uomini di chiesa pedofili rispetto alla percentuale su tutta la popolazione?
C'è una raccolta delle posizioni dei Vescovi quando venivano denunciati preti pedofili?
Mi pare che la linea della Chiesa sia: "Fate come dico e non come faccio".

l'omosessualità è un disordine
guai al padre che non corregge suo figlio
i gay: pentirsi di questo orribile difetto
l'atto sessuale è volto alla riproduzione e non alla ricerca di lussuria
non alimentare lo scandalo, amico non provarci più

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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda franz il 05/02/2010, 21:53

Scusa se mi permetto ma tu secondo me stai facendo una confusione aberrante (che ricordo fece pubblicamente anche Fini anni fa e fu per questo aspramente criticato).
Confondi omosessualità con pedofilia.
Ragioniamo un attimo e vedremo che non c'entrano nulla.
Cosa c'entra l'omosessuale con il pedofilo?
Se un uomo (di chiesa o non di chiesa), a 60 anni, ha un rapporto sessuale con una tredicenne, cosa c'entra con l'omosessualità?

Ok, l'unica cosa che c'entra di straforo è "da che pulpito vien la predica" ma questo vale per tutte le autorità in genere (morali e non).

Se io devo valutare le affermazioni (per me errate) di vari preti sull'omossesualità non lo faccio sulla base del fatto che altri preti sono risultati pedofili.

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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda cardif il 05/02/2010, 22:43

franz ha scritto:Confondi omosessualità con pedofilia.

Che significa 'scusa se mi permetto', perché non dovresti?
Lo so che sono cose diverse, ma le vedo unite dalla sessuofobia della Chiesa, o meglio di alcune persone della Chiesa, e da quella moralità che si rifà a questo tema, su cui ha fatto crescere sensi di colpa in tanta gente nei secoli e continua anche ora (guai al padre ...).
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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda pianogrande il 06/02/2010, 0:37

Per me, ogni religione può ammettere o non ammettere chi vuole ai suoi riti.
Se gli adoratori del Grande Cocomero non ammettono quelli coi capelli lunghi o con le orecchie a sventola, padronissimi.
Mi dà un po' fastidio quando si va a ravanare sul discorso delle case la cui disponibilità non mi sembra debba essere sottoposta alla legge di nessun dio.
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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda franz il 06/02/2010, 10:15

pianogrande ha scritto:Per me, ogni religione può ammettere o non ammettere chi vuole ai suoi riti.
Se gli adoratori del Grande Cocomero non ammettono quelli coi capelli lunghi o con le orecchie a sventola, padronissimi.
Mi dà un po' fastidio quando si va a ravanare sul discorso delle case la cui disponibilità non mi sembra debba essere sottoposta alla legge di nessun dio.

Forse hai ragione se immaginiamo un rito religioso come fatto privato.
Tuttavia i riti sono pubblici (la Chiesa ci tiene al valore "pubblico" della ritualità) e quindi vanno rispettati anche i dettami costituzionali che vietano la discriminazione, per non parlare dei diritti dell'uomo.
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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda franz il 06/02/2010, 15:31

cardif ha scritto:
franz ha scritto:Confondi omosessualità con pedofilia.

Che significa 'scusa se mi permetto', perché non dovresti?
Lo so che sono cose diverse, ma le vedo unite dalla sessuofobia della Chiesa, o meglio di alcune persone della Chiesa, e da quella moralità che si rifà a questo tema, su cui ha fatto crescere sensi di colpa in tanta gente nei secoli e continua anche ora (guai al padre ...).
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Accostare la pedofilia alla omosessualità è tuttavia un insulto agli omosessuali per cui io lo eviterei.
Il problema qui se vogliamo è la moralità, o meglio il moralismo.
Che non colpisce solo la Chiesa, naturalmente.
Anzi, potremmo avere un atteggiamento moralista anche contro la Chiesa.
E per me sarebbe errato, come per ogni moralismo.

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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda cardif il 06/02/2010, 16:41

franz ha scritto:Accostare ...

Non volevo accostare e voglio chiarire: non intendevo dire che gli omosessuali sono pedofini, assolutamente (e perché non pure ladri, assassini o altro, già che c'ero?)
Ho detto una cosa: la Chiesa condanna gli omosessuali (e un po' la butta pure in politica perché interviene nelle scelte assistenziali di amministrazioni o citando Vendola).
Poi ho detto che la Chiesa ha sempre coperto il marcio che a volte ha dentro di sé (la pedofilia: questo sì reato orribile e legato alla lussuria).
Nel senso che hai indicato tu: "da che pulpito vien la predica", relativamente a queste realtà legate al sessualità.
Per il resto sono d'accordo; di morali ce n'è più d'una (a seconda della scala di valori che si assume) e di moralismi falsi, ipocriti pure.
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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda pianogrande il 06/02/2010, 17:27

franz ha scritto:
pianogrande ha scritto:Per me, ogni religione può ammettere o non ammettere chi vuole ai suoi riti.
Se gli adoratori del Grande Cocomero non ammettono quelli coi capelli lunghi o con le orecchie a sventola, padronissimi.
Mi dà un po' fastidio quando si va a ravanare sul discorso delle case la cui disponibilità non mi sembra debba essere sottoposta alla legge di nessun dio.

Forse hai ragione se immaginiamo un rito religioso come fatto privato.
Tuttavia i riti sono pubblici (la Chiesa ci tiene al valore "pubblico" della ritualità) e quindi vanno rispettati anche i dettami costituzionali che vietano la discriminazione, per non parlare dei diritti dell'uomo.
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Certo che la chiesa cattolica "ci tiene" la valore pubblico della ritualità.
Io, però, non gli concedo questo valore.
Non gli concedo (nel mio piccolo) di condizionarmi sul fronte sociale.
La stessa cosa era quando (non nel medio evo ma 50 - 60 anni fa) girava, almeno dalle mie parti, la definizione di "bestie" riferita a chi non andava a messa.
Anche quello era un condizionamento pubblico e/o sociale.
Ognuno, poi, su un fronte o sull'altro, poteva decidere se dargli seguito o se farsi una risata.
Così dovrebbero fare gli omosessuali.
Se non sono considerati degni dei riti cattolici, chi glie lo fa fare di protestare?
Se in quel club (per me privatissimo finché si parla di riti attinenti al culto e praticati all'interno degli edifici ad esso destinati) non li vogliono, questo dovrebbe provocare solo uno scatto di orgoglio.
Il peggio che potrebbe capitare è che i sessanta milioni di cattolici che ci sono in Italia, diminuirebbero un po' di numero.
Questo, anche per dare più importanza al discorso, quello sì socialmente pericoloso, di andare a toccare (a proporre di toccare, per fortuna) diritti concreti e molto temporali come quello della casa.
Quello è l'atteggiamonto contro il quale bisogna battersi (in pratica contro quei politici che strumentalizzano gli insegnamenti religiosi e le paturnie del prelato di turno).
Tenetevi pure i vostri riti religiosi ma non rompetemi ............ sui miei diritti di cittadino.
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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda franz il 06/02/2010, 18:00

pianogrande ha scritto:Ognuno, poi, su un fronte o sull'altro, poteva decidere se dargli seguito o se farsi una risata.
Così dovrebbero fare gli omosessuali.
Se non sono considerati degni dei riti cattolici, chi glie lo fa fare di protestare?
Se in quel club (per me privatissimo finché si parla di riti attinenti al culto e praticati all'interno degli edifici ad esso destinati) non li vogliono, questo dovrebbe provocare solo uno scatto di orgoglio.

Francamente non è cosi' semplice.
Uno (mettiamo il caso) nasce in una famiglia cattolica e praticante.
Frequenta ed ha fede. Poi con l'adolescenza scopre qualche cosa di strano nel suo corpo e finisce per realizzare che la sua esistenza, la sua natura, è rifiutata e disprezzata dalla comunità in cui vive.
A meno che non la nasconda e la viva come colpa.
Ok, puo' abbandonare la religione ma da qui a consigliarlo di farsi una risata .... mi pare una forma un po' brusca per negare un suo legittimo disagio. Disagio non per il suo orientamento sessuale (non deve averne motivo) ma per come viene disprezzato dalla comunità che a parole predica cosi' tanto amore ed affetto.
Chi si sente rifiutato puo' anche metterla sul ridere ma sono soddisfazioni di poco conto e breve durata.

Franz
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Re: Vescovi a confronto

Messaggioda pianogrande il 07/02/2010, 0:26

Franz
Capisco benissimo il tuo ragionamento.
Il mio voleva essere un invito alla "lotta".
Senza contraddirmi, ti dico che se è la società in cui uno vive, influenzata dai funzionari di una religione, a discriminarlo, è esattamente perché c'è chi si fa condizionare a livello sociale dagli insegnamenti di quella religione.
Solo che, secondo me, la lotta non deve consistere nell'andare dalla "autorità" religiosa a chiedere di essere ammessi o mantenuti nel suo consesso ma nel dimostrargli quanto poco contino i suoi anatemi al difuori del discorso legato al culto (quello, ripeto, glie lo lascio).
In un contesto "civile" certe discriminazioni non sono ammesse.
Se la chiesa cattolica romana civile non è, si tenga pure la sua inciviltà ma se la tenga all'interno della pratica religiosa.
Non è una utopia.
Basta volerlo veramente.
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