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Riscaldamento globale: minore del previsto

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Riscaldamento globale: minore del previsto

Messaggioda franz il 20/01/2010, 21:14

Clima, Onu ammette: «Himalaya,
i ghiacci non si scioglieranno nel 2035»

Pochi dati scientifici: «Rivedremo le stime». La tendenza al riscaldamento è minore di quanto previsto dai modelli

MILANO - Scusate, ci siamo sbagliati: faremo meglio i conti.L'Ipcc (Gruppo intergovernativo dell'Onu sul cambiamento climatico), premio Nobel per la pace nel 2007, ha presentato le proprie scuse all'India, il cui governo aveva vivamente protestato per una previsione catastrofica. Nel 2007 l'Ipcc aveva infatti previsto che, se la tendenza al riscaldamento climatico resta quella attuale, i ghiacciai dell'Himalaya si scioglieranno entro il 2035, e forse anche prima. Sconvolgendo le vite di circa 2 miliardi di persone che vivono con l'acqua che scende dalla catena montuosa più alta del mondo.

GHIACCI - Jairam Ramesh, ministro indiano dell'Ambiente, aveva detto al quotidiano The Times of India che lo studio dell'Ipcc «mancava di dati scientifici» e ora lo ammette lo stesso organismo delle Nazioni Unite. Chris Field, direttore del gruppo di studio responsabile del rapporto criticato, ha riconosciuto l'errore e ha detto che a breve l'Ipcc renderà pubblico un nuovo studio con date diverse. Che i ghiacciai himalayani stiano perdendo massa - come quelli di quasi tutto il mondo - è un dato di fatto ma, dato il loro spessore, è impossibile che alle temperature attuali possano sciogliersi del tutto entro il 2035. Yao Tandong, un glaciologo specializzato nell'altopiano del Tibet, in una recente conferenza internazionale ha indicato che al passo attuale i ghiacciai himalayani si scioglieranno per il 30% entro il 2030, per il 40% entro il 2050 e per il 70% entro la fine del secolo. Questo è il secondo controverso episodio che vede coinvolto l'Ipcc negli ultimi mesi dopo la diffusione di email, forse per l'intrusione di hacker russi, di ricercatori dell'università inglese di East Anglia in cui si ammetteva che alcuni dati erano stati «potenziati» per evidenziare meglio il riscaldamento globale.

MENO CALDO DEL PREVISTO - Ma non è l'unico dubbio sulle stime e sull'andamento futuro del riscaldamento globale - che nessun scienziato autorevole in materia mette più in discussione. In uno studio che sarà prossimamente pubblicato dal Journal of Climate, rivista dell'American Meteorological Society, si evidenzia che, in base ai modelli attuali, dall'inizio dell'era industriale a oggi l'immissione nell'atmosfera di anidride carbonica avrebbe dovuto provocare un aumento della temperatura ben più alto di quello effettivamente registrato. Rispetto alla quantità di CO2 emessa, la temperatura sarebbe dovuta aumentare di 3,8 gradi Fahrenheit (2,11 gradi Celsius), invece è aumentata di 1,4 gradi Fahrenheit (0,78 °C). Secondo gli autori dello studio, guidati da Stephen Schwartz del Brookhaven National Laboratory, ciò è dipeso dall'interazione di due fattori:

1 - la Terra è meno sensibile all'aumento dei gas serra di quanto ipotizzato
2 - la riflessione dei raggi solari dovuta al pulviscolo atmosferico sta facendo diminuire il riscaldamento.
Una terza possibilità è l'inerzia maggiore del previsto del riscaldamento dovuto ai gas serra, anche se gli ultimi studi hanno fatto calare il ruolo di questo ultimo fattore.


La domanda che emerge da questo studio è la seguente: quanta anidride carbonica e altri gas serra possono essere ancora immessi nell'atmosfera prima che gli effetti diventino catastrofici? Se la stima del fattore 1 si trova al punto più basso delle previsioni dell'Ipcc, per non superare i 2 gradi centigradi considerati come limite massimo accettabile del riscaldamento planetario restano altri 35 anni di emissioni attuali di combustibili fossili nell'atmosfera. Ma se il fattore 1 si trova al punto massimo della curva, la concentrazione attuale di gas serra è GIÀ a livelli tali che si supereranno i 2 gradi di riscaldamento. Gli autori indicano che l'influenza del fattore 2 oggi è molto difficile da stimare con buona attendibilità. Schawartz ammette che formulare politiche energetico-ambientali con il livello attuale (incerto) di conoscenze è come navigare in acque pericolose senza bussola. «Sappiamo che dobbiare cambiare rotta alla nave e sappiamo dove andare, ma non sappiamo di quanti gradi dev'essere la virata e soprattutto quando dobbiamo girare il timone».

Paolo Virtuani
20 gennaio 2010
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Re: Riscaldamento globale: minore del previsto

Messaggioda franz il 20/01/2010, 21:29

Siamo i presenza di due inverni consecutivi estremamente rigidi, come non si vedevano da una ventina di anni e per l'attuale periodo di freddo, nell'emisfero Nord, da piu' di 100 anni. Da notare che invece IPCC aveva previsto, non so come, che il 2009 sarebbe stato l'anno piu' caldo della storia recente. Invece, complice il meccanismo complesso delle macchie solari, in ritardo, non è stato cosi'. A conti fatti quello che conta non è la temperatura media annuale ma quella dell'inverno. Una lunga serie di inverni miti è quella che contribuisce allo scioglimento dei ghiacciai, molto piu' che estati calde. Esattamente come due decenni fa, assistiamo ad una ondata generalizzata di freddo invernale, che si ripete con perfetta ciclicità, accompagnata da estati piovose.
Una serie di inverni rigidi e umidi (quindi nevosi) ed estati piovose comporta un sovvertimento dei calcoli, indipendentemente dalla temperature medie annuali.
Ciao
Franz
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Re: Riscaldamento globale: minore del previsto

Messaggioda cardif il 21/01/2010, 0:47

Le glaciazioni si sone verificate nei 4,5 miliardi di anni di vita della terra con durata di decine di migliaia di anni.
Per fare previsioni ci affidiamo alle variazioni di poche decine di anni.

Come voler fare previsioni su date e centri dei terremoti, che sono prodotti dagli spostamenti delle zolle terrestri che hanno estensione di milioni di kmq.

Come voler misurare la distanza tra la terra e la luna con un doppio metro.
Come voler prevedere il 6 al superenalotto sui dati statistici delle ultime 3 estrazioni.

Non vogliamo accettare la nostra piccolezza.
Ciao, cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Riscaldamento globale: minore del previsto

Messaggioda franz il 21/01/2010, 9:00

cardif ha scritto:Non vogliamo accettare la nostra piccolezza.

Si', una delle critiche piu' frequenti che sento è proprio questa: ci diamo un'importanza eccessiva nell'influenzare fenomeni su scala planetaria. Va comunque detto che è vero che l'uomo con la sua presenza e la sua opera influenza localmente il clima.
Lo ha fatto in passato e lo fa anche oggi, anche se in modo diverso da quanto IPCC afferma.
La desertificazione della mezzaluna fertile e del sahara è dovuta all'agricoltura intensiva che veniva fatta migliaia di anni fa, impoverendo il terreno ed inaridendolo. Questo ha comportato grandi mutamenti climatici, non solo in quella regione, ora desertica, ma anche in altre zone. La presenza di aria calda ascendente in vaste zone e la scarsa piovosità in quei luoghi infatti si è trasformata in maggiore piovosità altrove, con masse di aria fredda discendente. Forse il clima generale del pianeta non è cambiato ma il clima locale è mutato in piu' punti, ad opera dell'uomo.
Sul riscaldamento globale, termine oggi abbandonato in favore di "cambiamento climatico", il dibattito è aperto, soprattutto sulle cause. L'importante è studiare il fenomeno, innegabile, e trovare le giuste correlazioni con fatti di attualità e serie storiche. La parte difficile è la seconda, perché è complesso ricostruire serie storiche che esaminino in dettaglio temperatura ed altri fattori nel passato, quando non facevamo misurazioni dirette. Si usano allora indicatori indiretti, come gli anelli di vecchi alberi, carotaggi in zone in cui c'è ghiaccio molto spesso. Questi dati poi vanno analizzati e normalizzati e certe tecniche si prestano, secondo alcuni, a vedere lucciole per lanterne.

Franz
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Re: Riscaldamento globale: minore del previsto

Messaggioda cardif il 21/01/2010, 11:57

Franz:
a Tenerife vi è la pianta più vecchia chiamata Drago Millenario (anche se la sua vera età forse è di "soli" 800 anni; è una Dracaena Draco Canariensis
E' bella e imponente: misura più di 16 metri d'altezza e possiede una base di circa 20 metri di circonferenza.
Anche se si parla di piante che avrebbero perfino 4.000 anni.
Si studia l' "anzianità" delle rocce che vengono allo scoperto a causa dello scioglimento dei ghiacciai con gli 'isotopi cosmogenici', come il berillio-10 e l'alluminio-26, e si arriva a 15.000 anni indietro.
Dall'ultima delle migliaia di glaciazioni sono trascorsi dai 10.000 ai 20.000 anni.

Sì, è vero quello che dici per quel che riguarda il microclima; io mi riferivo alle previsioni sugli eventi globali e con periodi più che millenari.
cardif
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Re: Riscaldamento globale: minore del previsto

Messaggioda franz il 30/01/2010, 13:47

Sviluppi sul caso Himalaya
Dopo lo scandalo del "Climagate" (email tra i ricercatori su come eliminare dai grafici l'effetto degli ultimi anni freddi sulla famosa "mazza da Hokey") ora l'ammissione di IPCC di essersi sbagliata sul caso Himalaya getta un'altra ombra sulla serietà di questi "scienziati governativi". Quello che èmerge non è tanto l'errore in se', perché tutti possono sbagliare, ma il metodo sottostante. Malgrado l'assicurazione che tutti gli studi IPCC siano "peer-reviewed" assistiamo alla pubblicazione di studi incontrollati, basati su affermazioni non verificate e dati manipolati (uno degli scienziati più attivi nel "Climagate" scrive a diversi colleghi che ha “appena utilizzato il trucchetto di Mann (noto climatologo, ndr) per nascondere il declino (delle temperature, ndr) in alcune serie a partire dal 1981”.)

Vediamo da vicino il caso Himalaya, come inizia ora ad essere scavato in Rete.
Il rapporto cui fa riferimento l’IPCC, è l’esposizione di un progetto del WWF, ovviamente non “peer-reviewed” che a sua volta cita il Rapporto del Gruppo di Lavoro sull’Himalaya della Commissione Internazionale per la Neve e il Ghiaccio (ICSI, secondo l’acronimo inglese). Tale rapporto risale al 1999, ma il WWF non lo cita direttamente, ma secondo il resoconto che ne dà il settimanale New Scientist in una intervista al capo del gruppo di lavoro dell’ICSI, l’indiano Syed Hasnain.
E’ lui che afferma chiaramente che i ghiacciai potrebbero scomparire entro il 2035.
E intanto constatiamo che l’affermazione contenuta nel rapporto dell’IPCC è già di terza mano, e nessuno di questi passaggi è “peer-reviewed”.

La cosa curiosa è che il professor Cogley ha fatto un’accurata ricerca per trovare il rapporto originale cui tutti si rifanno e ha scoperto che in tale rapporto non c’è alcun riferimento alla scomparsa dei ghiacciai dell’Himalaya entro il 2035, né si fanno confronti tra l’Himalaya e altri ghiacciai.

Il passaggio contenuto nel rapporto dell’IPCC appare invece molto simile a un articolo apparso su un sito internet creato dal Governo dell’India per raccogliere le notizie sulle varie ricerche esistenti in campo ambientale. Il sito si chiama India Environment Portal (IEP) e in un articolo del 1999 riporta sia la solita dichiarazione di Hasnain sul 2035 sia la citazione di un altro rapporto, curato dall’ex presidente dell’ICSI V.M. Kotlyakov. Mentre il primo vede nel 2035 la scomparsa dei ghiacciai, il secondo parla della riduzione da 500 a 100mila kmq. Il che spiegherebbe come mai nel rapporto dell’IPCC citato all’inizio troviamo due dati contraddittori, la scomparsa e la riduzione dei ghiacciai. Peraltro è questa una contraddizione che appare evidente a chiunque abbia imparato a leggere e scrivere, ma curiosamente è sfuggita ai grandi scienziati dell’IPCC.

Ma, a proposito di problemi di lettura, la cosa ancora più sorprendente è andare a vedere il rapporto originale di Kotlyakov: la rapida riduzione dei ghiacciai è prevista per il 2350 e non per il 2035. Vale a dire che nell’articolo dello IEP c’è un refuso (2035 invece di 2350), fatto proprio dal professor Hasnain, che poi tante riviste scientifiche hanno ripetuto fino ad arrivare al rapporto dell’IPCC. Ovviamente senza che nessuno si sia mai preso la briga di verificare le fonti.

Non solo, nel rapporto IPCC si riporta una tabella in cui si elenca il progredire del ritiro di 8 ghiacciai dell’Himalaya: di uno di questi si dice che si è ritirato di ben 2840 metri tra il 1845 e il 1966, alla media di 134 metri l’anno. In realtà se si divide per i 121 anni dell’intervallo, si ha che la media è di 23 metri l’anno. Chi ha fatto i calcoli per l’IPCC ha diviso per 21 invece che per 121! Una cosa che ha dell’incredibile se pensiamo a quante volte ci siamo sentiti ripetere la solfa dell’IPCC come massimo consesso scientifico mondiale, e di come ogni singolo paragrafo è attentamente passato al vaglio da chissà quanti scienziati.

Sorvolando sulle penose giustificazioni e arrampicate sui vetri degli organismi governativi interessati, per gustificare l'errore, va detto che la notizia dello scioglimento aveva gettato nella costernazione e nel panico l'intera regione, dato che grazie all'acqua che proviene da quella catena montuosa si alimenta il 40% della popolazione mondiale.
E che proprio per l'allarme destato dall'articolo quegli scienziati hanno ricevuto importanti fondi pubblici (milioni di euro e di dollari) per studiare il fenomeno.

In conclusione c'è chi sospetta che non si sia trattato di un grossolano errore ma di una deliberata manipolazione di dati al fine di ricevere importanti fondi pubblici. È da considerare che il caso Himalayia, presente nel rapporto ufficliale IPCC 2007 "I ghiacciai dell’Himalaya si stanno ritirando più velocemente che in qualsiasi altra parte del mondo e, se il tasso di riscaldamento attuale dovesse continuare, la loro probabilità di sparire entro l’anno 2035, e forse prima, è molto elevata " è stata una delle affermazioni "terroristiche" piu' forti, tesa ad alimentare anche l'ipotesi dell'innalzamento globale dei mari, presente nel film "una scomoda verità" di Al Gore. Il quel film si ipotizzava un aumento di 6...7 metri del livello del mare ma recenti calcoli sui ghiacciai della groenlandia e la ridefinizione del calcolo sull'Himalaya annulla quella preisione, anche perché nel frattempo si è notata anche una estensione di alcuni ghiacciai antartici. Per quanto riguarda l'artico invece li' il ghiaccio galleggia per cui il suo scioglimenti eventuale non influisce sul livello del mare.

Piuttosto va considerato che gli ultimi due anni (2008-2009) sono stati molto freddi e nevosi e che le medie risultanti sono tornate indietro di 20 anni, annullando di fatto le previsioni piu' catasterifiche. Questo inizio di 2010 poi mostra al nord (as sud ora è estate) un lungo periodo freddo e nevoso come non lo si vedeva da oltre un secolo. Ed IPCC aveve previsto che secondo loro il 2009 sarebbe stato l'anno piu' caldo degli ultimi decenni.

Insomma, ... nessun problema?
Non non direi. Fatta la tara al catastrofismo (che prima o poi ci renderà pan per focaccia come accadde a pierino a furia di gridare al lupo) rimane l'esigenza di studiare il fenomeno, capire meglio in clima, eliminare (caldo o freddo che sia il clima) l'uso dei combustibili fossili come fonte di energia.

Franz
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Caldo e freddo a confronto

Messaggioda franz il 31/01/2010, 16:00

sono conspevole che la notizia che riporto qui sotto riguarda il tempo metereologico, non il clima.
Sono infatti i "giorni della merla", per definizione popolare i piu' freddi dell'anno.
Tuttavia appena fa un po' piu' caldo del solito i TG cavalcano l'onda (come ogni media che vive dello scandalismo e degli annunci ad effetto per "vendere" di piu') facendoci notare il caldo di luglio come se fosse conseguenza diretta del piu' generale "cambiamento climatico". Il freddo di questi giorni quindi verrebbe enfatizzato maggiormente se da anni qualcuno avesse proposto la tesi del "raffreddamento globale" e se questa tesi andasse (politicamente parlando) per la maggiore.
Sono ormai tre anni tutttavia che assistiamo ad inverni rigidi, nevosi e piovosi (il 2009-2010 pare il peggiore da 100 anni) e questo scompagina i calcoli di chi invece vorrebbe venderci una verità diversa (e "scomoda").
A mio avviso l'unica verità scomoda è che se abbiamo purtroppo imparato a diffidare dei politici, sarebbe drammatico dover constatare la necessità di dover diffidare anche degli scienziati. Anche se capisco che gli scienziatoi governativi hanno una indipendenza minore e sono piu' ancorati a verità più "politiche" che "scientifiche". E quindi non sono "scienziati" ma "funzionari".

Franz


La morsa del freddo stringe il Paese con la colonnina di mercurio
che sulle Alpi scenderà sotto fino a 20°. L'appello della Società Autostrade

In arrivo un'ondata di gelo su tutta Italia
Temperature sotto lo zero e molta neve


ROMA - Gran freddo in arrivo in Alto Adige, con temperature che precipiteranno anche di 10°, dopo le piogge di questi ultimi giorni. Un'ondata di gelo che pian piano coinvolgerà tutto lo Stivale. Masse d'aria più fredda hanno raggiunto l'arco alpino spinte da correnti settentrionali. Inizialmente le temperature scenderanno solo in montagna e nelle valli spirerà ancora il föhn. Nevica sulla Sila, mentre a duemila metri le massime saranno di -13 gradi e 3mila metri scenderanno anche sotto i -20 gradi. Stamani alle 7 la temperatura registrata è stata di due gradi a Bolzano, -6 a Vipiteno e Brunico, -1 a Bressanone, 0 gradi a Merano e -3 a Silandro.

Le previsione. Domani, secondo il bollettino meteo della provincia, il tempo è previsto inizialmente molto soleggiato, in giornata sono attese velature da nordovest che diverranno via via più estese a fine giornata. Forti e diffuse gelate notturne, minime fra -17 gradi e -7. Temperature molto basse soprattutto nelle vallate innevate e senza vento. Le massime oscilleranno tra -7 e +1. In montagna, persistenza del forte gelo, però tempo abbastanza soleggiato. Nella notte possibilità di qualche fiocco di neve sulla cresta di confine.

Chiuso l'aeroporto a Bologna. L' aeroporto Marconi di Bologna alle 9.45 è stato chiuso per neve. Alle ore 12.30 verrà fatta un nuova verifica, per programmare la possibile riapertura dello scalo. La precipitazione a carattere nevoso che ha avuto inizio alle 4 di questa mattina - spiega una nota - ha attivato presso l'Aeroporto di Bologna tutte le attività di sgombero dalla neve delle infrastrutture di volo e le operazioni di sghiacciamento degli aeromobili. In aeroporto si è schierata una squadra di 110 mezzi e circa 150 uomini dedicati alle attività di sgombero neve, sghiacciamento aeromobili e coordinamento dello scalo per la parte aerostazione passeggeri e per quella destinata alle attività di volo. Ciononostante, a causa dell'intensificarsi della precipitazione - conclude il comunicato - l'obiettivo primario di garantire la sicurezza operativa dello scalo ha comportato la chiusura dell'Aeroporto per condizioni meteorologiche avverse.


Intense nevicate sulla Sila. Cade neve abbondante sulle montagne calabresi e nella zona del Pollino, pioggia e vento si stanno abbattendo su tutta la regione in queste ore. Dalla notte scorsa, sui monti della Sila c'è una bufera di neve. I mezzi della Provincia di Cosenza, operativi in inverno proprio per intervenire in situazioni critiche sull'altopiano, sono al lavoro per liberare le strade con grande fatica sulla Ss 107 che collega la Sila con Cosenza.

La Salerno-Reggio Calabria. Neve anche sull'A3 Salerno-Reggio Calabria, tra Morano e Campotenese. L'Anas da ieri mantiene attivo il codice zero tra gli svincoli di Padula Buonabitacolo e Falerna. Sulle coste tirrenica e jonica calabrese ci sono forti mareggiate. Al momento, tuttavia, dalla sala operativa della Protezione civile regionale non si segnalano criticità. A Cosenza una frana si è verificata a Vadue, alcuni massi (già rimossi dai mezzi comunali) sono rotolati fin sulla strada non provocando danni. La perturbazione, riferisce la Protezione civile, sta già passando velocemente.

Le altre autostrade. Ad essere interessate da questa fase di maltempo, al momento, sono gran parte delle autostrade, che comunque sono ancora nel complesso percorribili. Lo comunica Autostrade per l'Italia. Nevicate moderate sono in corso sull'A1 tra Lodi e Terre di Canossa e tra Parma-Modena nord. Deboli nevicate tra il bivio A22 e Rioveggio, sull'A13 Bologna Arcoveggio e bivio A4, sull'A14 tra il bivio A1 e Forlì.

L'appello a chi viaggia. Autostrade per l'Italia invita gli automobilisti ad informarsi sulle condizioni meteo e della strada prima di partire e durante il viaggio. Inoltre, si raccomanda prudenza ai conducenti e si invitano i viaggiatori ad adottare particolari misure precauzionali: dotare il veicolo di catene a bordo o di pneumatici da neve; partire con piccoli generi di conforto a bordo in particolare se si viaggia con bambini; non ingombrare la corsia di emergenza e favorire il passaggio dei mezzi operativi e di soccorso; adeguare lo stile di guida alle condizioni della strada e mantenere opportune distanze di sicurezza dai mezzi che precedono; porre la massima attenzione ai messaggi dei cartelli a messaggio variabile; ascoltare Isoradio (103.3), RTL 102.5 o altre emittenti dedicate per gli aggiornamenti sulla effettiva evoluzione dei fenomeni meteorologici, al fine di poter scegliere eventuali percorsi alternativi. Per ulteriori informazioni è possibile chiamare il Call Center di Autostrade per l'Italia al numero 840.04.21.21. attivo h24.

(31 gennaio 2010)
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Re: Riscaldamento globale: minore del previsto

Messaggioda mauri il 01/02/2010, 13:46

franz ha scritto:
Sono infatti i "giorni della merla", per definizione popolare i piu' freddi dell'anno.
Tuttavia appena fa un po' piu' caldo del solito i TG cavalcano l'onda (come ogni media che vive dello scandalismo e degli annunci ad effetto per "vendere" di piu') facendoci notare il caldo di luglio come se fosse conseguenza diretta del piu' generale "cambiamento climatico". Il freddo di questi giorni quindi verrebbe enfatizzato maggiormente se da anni qualcuno avesse proposto la tesi del "raffreddamento globale" e se questa tesi andasse (politicamente parlando) per la maggiore.
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A mio avviso l'unica verità scomoda è che se abbiamo purtroppo imparato a diffidare dei politici, sarebbe drammatico dover constatare la necessità di dover diffidare anche degli scienziati. Anche se capisco che gli scienziatoi governativi hanno una indipendenza minore e sono piu' ancorati a verità più "politiche" che "scientifiche". E quindi non sono "scienziati" ma "funzionari".

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sono d'accordo sul "fare notizia" sul meteo, dove è assolutamente normale avere nebbia e gelo o il caldo
mentre dissento sui tuoi dubbi sugli scienziati, di fatto ci sono i cambiamenti e si notano osservando i vegetali e pure gli animali, e comunque nel dubbio ci vuole un ridimensionamento degli sprechi e consumi per migliorare le condizioni del nostro pianeta, sicuramente la crisi mondiale ha fatto di più in questa direzione che i governi
ciao, mauri
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