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Terremoto distrugge Haiti, migliaia di morti

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Terremoto distrugge Haiti, migliaia di morti

Messaggioda franz il 13/01/2010, 8:57

La città di Port-au-Prince al buio per tutta la notte. Crollato il palazzo presidenziale. I morti si contano a migliaia. Scatta la solidarietà internazionale

Devastata da quattro scosse tremende - la prima, più forte, di 7-7.3 gradi Richter - nel pomeriggio di ieri (poco prima della mezzanotte in Europa), la capitale di Haiti Port-Au-Prince, due milioni di abitanti, si è trasformata in un attimo in una distesa di rovine, un'enorme nube grigia di polvere con migliaia di persone inghiottite sotto le macerie.

Con il calare della notte, mentre i soccorritori hanno cominciato a reagire in ordine sparso, la città è diventata una macchia di oscurità totale, popolata di spettri accasciati sulle strade senza sapere dove andare.

L'ipocentro delle quattro scosse è stato ad appena 10 chilometri di profondità. Ravvicinati gli epicentri, tutti in terraferma e nelle vicinanze della capitale: a 15 km a sud-ovest la prima, a 25 km. a ovest-sud-ovest la seconda e la terza, a 30 km. a sud ovest la quarta.

«Tutto ha ballato, la gente ha urlato, le case hanno cominciato a crollare. Il caos è totale», ha detto un giornalista della Reuters sul posto.

Con il passare delle ore le dimensioni del disastro, subito definito da fonti americane «un'enorme catastrofe», assumono contorni sempre più tragici: i morti e dispersi nella sola Port-Au-Prince si conterebbero già a migliaia.

Nulla si sa per ora del resto del paese: comunicazioni telefoniche interrotte, nessuna notizia arriva dalle fonti ufficiali di un governo paralizzato e impotente. « Parlare di centinaia di vittime - ha commentato amaro il dirigente di un'organizzazione di volontariato - assomiglia ad una pietosa sottovalutazione».

A seminare la morte gli edifici più alti e più, in teoria, moderni: crollati come cartapesta ospedali, il palazzo presidenziale, vari ministeri, hotel cosiddetti di lusso nel paese più povero delle Americhe, edifici per uomini d'affari, grandi magazzini.

Anche il Quartier generale della missione militare e civile dell'Onu, che nel paese disloca ben 9.000 uomini - 7.000 militari e 2.000 poliziotti - è stato quasi raso al suolo. «Siamo tremendamente preoccupati - ha detto un portavoce dell'Onu - Moltissimo il personale disperso, con cui non riusciamo a stabilire alcun contatto».

L'enormità della catastrofe ha fatto scattare la solidarietà internazionale. A cominciare dagli Stati Uniti, il paese più coinvolto, nel bene e nel male, nella tragedia di un paese da decenni in preda alla povertà, alla dittatura e a governi eletti dal voto popolare spesso corrotti e incapaci: il presidente Barack Obama e la segretaria di stato Hillary Clinton hanno promesso aiuti immediati. La Banca mondiale ha promesso l'invio di una missione di esperti per valutare i danni e stilare piani per la ricostruzione del paese.

ATS
Ultima modifica di franz il 13/01/2010, 9:19, modificato 1 volta in totale.
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Dati tecnici

Messaggioda franz il 13/01/2010, 8:59

Region: HAITI REGION
Geographic coordinates: 18.451N, 72.445W
Magnitude: 7.0 Mw
Depth: 10 km
Universal Time (UTC): 12 Jan 2010 21:53:09
Time near the Epicenter: 12 Jan 2010 16:53:09
Local standard time in your area: 12 Jan 2010 21:53:09

Location with respect to nearby cities:
9 km (6 miles) SSW (197 degrees) of Carrefour, Ouest, Haiti
16 km (10 miles) SW (227 degrees) of PORT-AU-PRINCE, Haiti
18 km (11 miles) WSW (245 degrees) of Pétionville, Ouest, Haiti


ADDITIONAL EARTHQUAKE PARAMETERS
________________________________
event ID : US 2010rja6

This event has been reviewed by a seismologist at NEIC
For subsequent updates, maps, and technical information, see:
http://earthquake.usgs.gov/eqcenter/rec ... 10rja6.php
or
http://earthquake.usgs.gov/

National Earthquake Information Center
U.S. Geological Survey
http://neic.usgs.gov/


In particolare è impostante la mappa del rischio per la poplazione
http://earthquake.usgs.gov/earthquakes/ ... index.html

Le città esposte in modo grave (rosso) hanno circa 35'000 abitanti
In modo serio (giallo) circa 2 milioni di persone.

Immagine
Ultima modifica di franz il 13/01/2010, 9:20, modificato 1 volta in totale.
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Re: Terremoto distrugge Haiti, migliaia di morti

Messaggioda franz il 13/01/2010, 9:03

Devastante terremoto Haiti
Migliaia di morti e dispersi

07:45 Stanno bene gli italiani

"Stanno tutti beni i 12 italiani della ditta Ghella che si trovano in un cantiere nel nord di Haiti, a una cinquantina di chilometri da Port-Au-Prince": lo ha detto all'ANSA Gianfranco del Pero, responsabile dell'ambasciata italiana nella vicina Repubblica Dominicana. Nessuna vittima neppure nella rappresentanza diplomatica italiana ad Haiti
07:41 Il presidente è vivo

Il presidente haitiano René Preval "è vivo". Lo ha reso noto l'ambasciatore di Haiti in Messico, Robert Manuel
07:39 Crollati gli edifici principali

Sono venuti giù come cartapesta ospedali, il palazzo presidenziale, vari ministeri, hotel cosiddetti di lusso, edifici per uomini d'affari, grandi magazzini. Anche il Quartier generale della missione militare e civile dell'Onu, che nel paese disloca ben 9.000 uomini - 7.000 militari e 2.000 poliziotti - è stato quasi raso al suolo
07:28 Port-au-Prince, un cumulo di macerie

Quattro fortissime scosse sismiche, la più forte di 7.0-7.3 gradi Richter, hanno seminato morte e distruzione nell'isola, uno dei Paesi più poveri del mondo. La capitale Port-au-Prince, due milioni di abitanti, si è trasformata in un cumulo di rovine. Il bilancio delle vittime è pesantissimo: migliaia di persone hanno perso la vita o risultano disperse. Il terremoto è avvenuto poco prima delle 16 di ieri ora locale (le 23 in Italia). L'ipocentro delle scosse è stato localizzato ad appena 10 chilometri di profondità. Ravvicinati gli epicentri, tutti in terraferma e nelle vicinanze della capitale: a 15 km a sud-ovest la prima, a 25 km a ovest-sud-ovest la seconda e la terza, a 30 km. a sud ovest la quarta

http://www.repubblica.it


GLI AIUTI INTERNAZIONALI - Il segretario di stato Hillary Clinton ha detto che gli Stati Uniti sono pronti ad inviare ad Haiti la massima assistenza possibile. «Siamo pronti a inviare mezzi civili e militari per aiutare le persone colpite dal disastro - ha spiegato la Clinton -. Siamo inoltre pronti a mandare la assistenza umanitaria necessaria». Ma è stata tutta la macchina internazionale dei soccorsi a mettersi subito in moto. Oltre che dagli Usa, anche da Italia, Francia, Canada sono stati annunciati aiuti e soccorsi a destinazione Port-au-Prince. Sul fronte Onu, il portavoce dell’Uffico per il coordinamento delle questioni umanitarie (OCHA), Stephanie Bunker, ha indicato che l’organizzazione ha diramato un messaggio di allerta a tutti gli uffici nel mondo per preparare una mobilitazione massima dei soccorsi a destinazione Haiti. Gli Stati uniti hanno già assicurato l’invio di una squadra dell’agenzia di aiuti allo sviluppo USAID con 72 operatori e 6 cani specializzati nella ricerca di persone prigioniere delle macerie. Con loro porteranno ad Haiti 48 tonnellate di attrezzature ed equipaggiamento di primo soccorso, accompagnati da esperti di catastrofi naturali.

L'INTERVENTO DELL'ITALIA - Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, ha spiegato che l'italia «non lesinerà sforzi per essere in concreto vicina alla popolazione haitiana, e naturalmente agli italiani presenti nell’area del terremoto». Il governo venezuelano ha annunciato l’invio di «una squadra di aiuto umanitario» composta di cinquanta uomini con beni alimentari e medicinali. Anche Parigi ha fatto sapere che invierà «immediatamente» nella capitale haitiana, Port au Prince, devastata dal sisma, aiuti d’urgenza. Tutti i paesi dell’America latina hanno mostrato la loro disponibilità ad inviare aiuti. In particolare dal Brasile il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha espresso la sua "grande inquietudine", in particolare per la sorte dei 1.200 soldati brasiliani che lavorano per la missione di stabilizzazione dell’Onu nel paese (Minustah). La Banca interamericana di sviluppo (BID) ha sbloccato aiuti d’urgenza per 200.000 dollari.

www.corriere.it
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Terremoto, si va verso mezzo milione di morti

Messaggioda franz il 14/01/2010, 8:25

HAITI - Potrebbero essere mezzo milione i morti a causa del terremoto che ha colpito Haiti. Ad affermarlo secondo alcuni media americani è il senatore haitiano di opposizione Youri LaTortue, nipote dell'ex presidente Gérard Latortue.

Tra le migliaia di persone disperse c'è anche uno dei simboli della lotta contro le dittature nel paese, Michelle Montas, 63 anni, ex anima di Radio Haiti, con il marito assassinato, ed ex portavoce delle Nazioni Unite.

Port-au-Prince non esiste più. L'apocalisse si è abbattuta su Haiti e sulla capitale del paese più povero dell'intero continente americano. I morti fatti dal terremoto che si è scatenato a partire dal tramonto di ieri si conteranno, forse, a centinaia di migliaia. Potrebbe essere la peggior tragedia della storia, superare persino i 230.000 dello tsunami di Santo Stefano 2004.

Obama mobilita tutte le forze - E' qualcosa con cui il mondo intero dovrà fare i conti, ha detto per primo il presidente Usa Barack Obama, che ha chiesto al Pentagono di mobilitare tutte le forze disponibili per portare aiuto. Una guerra per salvare vite.

L'orrore di Port-au-Prince
è negli occhi dei bambini rimasti vivi, nei silenzi di chi si trascina senza braccia, nelle urla di chi è rimasto cieco. I cadaveri li ammucchiano nelle aule delle scuole, o li porta via il mare, o restano sotto le macerie di quella che fu la terra della filibusta e che oggi non è più nulla.

I palazzi crollati - Il palazzo presidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite, gli albergacci che qui sembravano di lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole, gli ospedali e le sconfinate bidonville: tutto è crollato sotto un bombardamento di scosse. Per gli oltre due milioni di abitanti della capitale di Haiti, la differenza tra la vita e la morte l'ha fatta solo il caso. Con un paradosso: i più poveri hanno avuto la fortuna di avere solo lamiere e cartoni a piovere sulle loro teste.

Ancora nessuno sa quale sarà il vero ordine di grandezza del bilancio finale. L'Onu stima che un terzo dei 9 milioni di abitanti di Haiti sia stato colpito. Ed il primo ministro Jean Max Bellerive ha parlato di oltre centomila cadaveri.
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Re: Terremoto distrugge Haiti, migliaia di morti

Messaggioda Iafran il 14/01/2010, 11:00

franz ha scritto:I palazzi crollati - Il palazzo presidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite, gli albergacci che qui sembravano di lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole, gli ospedali e le sconfinate bidonville: tutto è crollato sotto un bombardamento di scosse. Per gli oltre due milioni di abitanti della capitale di Haiti, la differenza tra la vita e la morte l'ha fatta solo il caso. Con un paradosso: i più poveri hanno avuto la fortuna di avere solo lamiere e cartoni a piovere sulle loro teste.

"Il palazzo presidenziale, il Parlamento, la Cattedrale, il quartier generale delle Nazioni Unite, gli albergacci che qui sembravano di lusso, l'ufficio delle imposte, l'ambasciata di Francia, ma anche la prigione, le scuole, gli ospedali" e, suppongo, sia "crollata" qualsiasi struttura rigida esistente nel territorio per la vicinanza degli epicentri e per la magnitudo raggiunta, 7-7,3 Richter, equivalente IX-X grado della scala Mercalli:

IX – (disastrosa) danni a strutture antisismiche; perdita di verticalità a strutture portanti ben progettate; edifici spostati rispetto alle fondazioni; fessurazione del suolo; rottura di cavi sotterranei.

X – (disastrosissima) distruzione della maggior parte delle strutture in muratura; notevole fessurazione del suolo; rotaie piegate; frane notevoli in argini fluviali o ripidi pendii).

Per "le sconfinate bidonville" i danni sarebbero direttamente proporzionali ai criteri di costruzione: gravi per quelli in muratura e in ragione al numero dei solai (1, 2 o 3); blandi per quelli in legno e cartoni, di limitata altezza e con la sola copertura di lamiere o di profilati plastici.
Sembra paradossale!

Gli epicentri nella terraferma avrebbero evitato la formazione dello tsunami sulle coste haitiane e la vicinanza dell'Isola di Gonave (a WNW di Port-Au-Prince) avrebbe smorzato l'onda marina verso il mare aperto (in direzione NW). Voglio sperare con poco conseguenze per la popolazione rivierasca isolana.
Iafran
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Re: Terremoto distrugge Haiti, migliaia di morti

Messaggioda franz il 15/01/2010, 8:21

Iafran ha scritto:Per "le sconfinate bidonville" i danni sarebbero direttamente proporzionali ai criteri di costruzione: gravi per quelli in muratura e in ragione al numero dei solai (1, 2 o 3); blandi per quelli in legno e cartoni, di limitata altezza e con la sola copertura di lamiere o di profilati plastici.
Sembra paradossale!

Ma non lo è. 10'000 anni fa lo stesso terremoto nella stessa zona non avrebbe fatto morti. O anche 3'000 anni fa.
La densità della popolazione era bassissima e non si viveva in case in muratura.
Il pericolo poteva essere sulla costa ma proprio per questo le popolazioni vivano principalmente su alture o all'interno.
Oggi siamo in sei miliardi e mezzo e il 50% vive nelle città. Tokyo 35 milioni, Città del Messico 20. Sono entrambe zone a rischio sismico.
Franz
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Re: Terremoto distrugge Haiti, migliaia di morti

Messaggioda franz il 15/01/2010, 8:26

Port-au-Prince devastata aspetta gli aiuti. Save the Children: a rischio due milioni di bambini
Quasi tre milioni e mezzo le persone senza casa. Almeno 36 i membri della missione Onu uccisi

L'agonia di Haiti, cadaveri per le strade
La Croce rossa: tra 45 e 50mila morti


PORT AU PRINCE - Ad Haiti si continua a scavare tra le macerie e nel caos si cerca di fare un bilancio delle vittime del terremoto che martedì ha devastato il Paese. Secondo la Croce Rossa haitiana, i morti sono tra 45.000 e 50.000. I feriti e i senzatetto sarebbero quasi tre milioni e mezzo. La macchina degli aiuti umanitari si è messa in moto, Barack Obama ha annunciato l'invio di navi, aerei, soldati e medici oltre allo stanziamento di 100 milioni di dollari. Un sostegno massiccio e immediato che nella giornata di oggi ha bloccato più volte l'aeroporto di Port-au-Prince, al punto che dalle autorità è arrivata la richiesta di fermare l'invio di voli. La squadra inviata dall'Italia è arrivata in mattinata e si è messa subito al lavoro per rintracciare gli italiani sull'isola: 120 quelli sicuramente in salvo, secondo la Farnesina, ma di decine non si hanno ancora notizie.

Città nel caos, timori per sciacallaggio. Ma gli aiuti non arrivano con la rapidità di cui ci sarebbe bisogno. Quasi quarantott'ore dopo il sisma di 7,3 gradi della scala Richter, molte zone di Port-au-Prince sono ancora senza energia elettrica e acqua. La città è devastata e nelle strade si ammassano cataste di cadaveri coperte con lenzuola. I superstiti vagano alla ricerca dei loro cari tra le case crollate, guidati dalle grida di aiuto di quanti sono intrappolati sotto le macerie. L'unico dei quattro ospedali rimasti in piedi non è più in grado di accogliere pazienti. I primi soccorritori si sono trovati di fronte scene di morte, devastazione e saccheggi. Ci sono stati anche episodi di sciacallaggio. "Tutti i poliziotti sono impegnati a scavare tra le macerie, a portare soccorso ai feriti e anche a seppellire i propri cari", ha raccontato uno dei sopravvissuti. "Non hanno tempo per pattugliare le strade".


Primi bilanci. Il vice coordinatore della Croce rossa di Haiti, Victor Jackson, ha fornito un bilancio provvisiorio delle vittime: tra i 45.000 e i 50.000 morti. In precedenza altre fonti avevano parlato di 100.000. Il Programma statunitense di sorveglianza geologica stima in quasi tre milioni e mezzo gli haitiani la cui casa potrebbe essere stata distrutta.

Due milioni di bambini a rischio. Per Save The Children sono "almeno" due milioni i bambini, molti dei quali feriti o rimasti orfani, colpiti direttamente dal sisma mentre si diffonde l'allarme malattie, anche per il rischio di infezioni. Il terremoto e il disastro umanitario che ne è seguito costituiscono "un'esperienza profondamente traumatica per i bambini haitiani", ha detto a Washington Gareth Owen, responsabile della gestione delle situazioni d'urgenza in seno a Save The Children. "Stimiamo in due milioni - ha aggiunto - il numero di bambini che potrebbero essere colpiti, e i traumi che hanno subito potrebbero segnarli a vita". L'organizzazione non governativa britannica si preoccupa soprattutto del fatto che un gran numero di minori sono costretti a passare la notte in strada, in mezzo ai cadaveri. "I bambini sono in stato di choc e di pericolo - ha aggiunto Owen - molti sono rimasti orfani o sono essi stessi feriti. Hanno bisogno di essere rapidamente assistiti". Inoltre, "altre migliaia non hanno più notizie delle loro famiglie e dei loro amici. Ormai possono contare solo su loro stessi per sopravvivere".

Aeroporto congestionato, sospesi i voli. Haiti ha chiesto agli Usa e agli altri Paesi impegnati nell'invio di voli umanitari di sospendere le partenze per qualsiasi volo diretto a Port-au-Prince a causa dell'intasamento dell'aeroporto. La sospensione è stata annunciata dalla Faa, l'ente federale Usa per l'aviazione civile, responsabile del traffico aereo negli Stati Uniti. Nell'aeroporto della capitale haitiana stanno giungendo in continuazione velivoli da tutto il mondo con aiuti umanitari causando un imbottigliamento nelle attività dello scalo, appena riaperto dopo il sisma.

Centinaia di cadaveri davanti all'ospedale. Centinaia di cadaveri sono stati abbandonati davanti al policlinico di Port-au-Prince, l'unico dei quattro ospedali della città rimasto in piedi. Un testimone ha raccontato di aver visto furgoni e camion requisiti dalla polizia che depositano davanti all'ospedale i corpi raccolti per le strade. Almeno 1.500 cadaveri sono ammassati nella camera morturaria della struttura sanitaria. Una situazione che con il clima tropicale e le disastrose condizioni igieniche può portare a una vera e propria emergenza sanitaria.

Onu, 36 i dipendenti uccisi dal sisma.
Sono 36 le vittime tra lo staff dell'Onu di Haiti uccise dal sisma, secondo i dati forniti da David Wimhurst, uno dei responsabili della missione sopravvissuto al crollo del quartier generale. "Il bilancio è destinato inevitabilmente ad aggravarsi". Un centinaio di funzionari continuano a essere dispersi, sepolti sotto le macerie dell'Hotel Christopher, che ospitava la sede della missione Onu ad Haiti (Minustah), ma la speranza di ritrovarli vivi diminuisce di ora in ora. Un piccolo miracolo si è però verificato questa mattina quando un dipendente è stato ritrovato vivo dopo aver passato due giorni sotto le macerie. Tarmo Joveer, estone, 35 anni, guardia del corpo dei funzionari delle Nazioni Unite, è stato ritrovato dai soccorritori poco dopo le 8, malconcio ma vivo.

Governo assente. Il terremoto ha fatto crollare anche le già fragilissime istituzioni democratiche haitiane. Il presidente Renè Preval, scampato al crollo della residenza ufficiale, è ricomparso in pubblico, ma nella capitale regna il caos. In una nazione che nel recente passato ha visto succedersi guerre civili e colpi di stato, il rischio che qualcuno possa approfittare della situazione per conquistare il potere è alto. In questo contesto grande è la preoccupazione per l'eventuale saccheggio di armi.

L'ambasciatore haitiano a Roma Geri Benoit ricorda che in febbraio sono previste le elezioni legislative e in novembre quelle presidenziali: "Al momento non so però dire cosa succederà, un rinvio appare probabile", ha detto il diplomatico che comunque non vuole nemmeno sentire parlare di rischio golpe. "Non esiste il pericolo, le priorità sono altre. E poi i nostri alleati americani si sono mobilitati per aiutarci".

(14 gennaio 2010)
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Lista di raccolte di fondi per le offerte di aiuto

Messaggioda franz il 15/01/2010, 8:29

Corriere e Gazzetta - Un aiuto subito per Haiti con il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport: è possibile effettuare donazioni sul conto corrente di Banca Intesa "Un aiuto subito", Iban IT86 R030 6909 4000 0000 0111 105. In alternativa è possibile usare la carta di credito tramite il numero verde 800.132.870 o effettuare un versamento sul conto corrente postale intestato ad Agire (ente che coordina molte ong italiane tra cui Amref e Save the Children) 85593614, causale "Un aiuto subito per Haiti". Infine con un sms al numero 48541 da cellulari Tim, Vodafone o da rete fissa Telecom Italia si donano 2 euro.

Caritas - La Caritas ha lanciato un appello per contribuire alla realizzazione del piano d'emergenza. Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte a Caritas Italiana tramite c/c postale 347013 specificando nella causale "Emergenza terremoto Haiti". Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui Unicredit Banca di Roma, via Taranto 49, Roma - Iban IT 50 H 03002 05206 000011063119, Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma - Iban IT 19 W 03069 05092 100000000012, Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma - Iban IT 29 U 05018 03200 000000011113. CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06.66177001.

Unicef - Anche l'Unicef lancia una raccolta fondi. Si possono effettuare donazioni tramite: c/c postale 745.000, causale "Emergenza Haiti"; carta di credito online su www.unicef.it, oppure chiamando il numero verde 800745000; c/c bancario Banca Popolare Etica Iban IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051; i comitati locali dell’Unicef presenti in tutta Italia (elenco sul sito www.unicef.it).

Croce Rossa Italiana - Queste le coordinate per la raccolta fondi della Croce Rossa in favore delle popolazioni colpite dal terremoto ad Haiti: numero verde tel. 800.166.666; donazione online www.cri.it; bonifico bancario causale "Pro emergenza Haiti", Iban IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020. Per donare 2 euro alla Croce Rossa "Pro emergenza Haiti" è possibile inviare un sms da numero Wind e 3 al 48540. Il numero sarà attivo fino al 27 gennaio. Inoltre il Comitato internazionale della Croce Rossa ha attivato uno speciale sito Internet per aiutare gli haitiani ad avere notizie dei propri cari: l'indirizzo è www.icrc.org/familylinks.

Medici Senza Frontiere - Medici Senza Frontiere lancia una raccolta fondi straordinaria. Si può contribuire tramite carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25; bonifico bancario Iban IT58D0501803200000000115000; conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale "Terremoto Haiti"; online sul sito www.medicisenzafrontiere.it.

Anpil – Si muove anche l'Anpil con una raccolta fondi in favore dei bambini vittime del terremoto: orfani e dispersi. L'associazione Anpil opera in Haiti da oltre 20 anni con progetti interamente dedicati all'infanzia. Per donazioni immediate: beneficiario Anpil-onlus; Iban IT49A 03069 09465 000026291186 (banca Intesa Sanpaolo) oppure conto corrente postale 42136200; causale "Emergenza Haiti". Per contatti diretti www.anpil.org, tel. 026701633 o 3381201353 (dr. Grazioli).

WFP - Per aiutare il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) a fornire assistenza alimentare alle vittime del terremoto si possono inviare offerte tramite: internet (www.wfp.org/it); bonifico bancario, causale "Emergenza Haiti", c/c 6250156783/83, Banca Intesa Iban IT39 S030 6905 1966 2501 5678 383; versamento su conto corrente postale 61559688 intestato a Comitato Italiano per il Pam, Iban IT45 TO76 0103 200 0000 6155 9688.

Fondazione Rava - La Fondazione Francesca Rava è un'organizzazione umanitaria internazionale presente ad Haiti da 22 anni con numerosi progetti in aiuto all’infanzia. Gestisce l’ospedale pediatrico Saint Damien, l’unico dell’isola e il più grande dei Caraibi, gravemente danneggiato dal sisma. Servono urgentemente fondi per sostenere i soccorsi medici d’emergenza, organizzare gli scavi delle macerie per salvare i dispersi, ricostruzione dell’ospedale. Si può sostenere la fondazione attraverso bollettino postale su c/c postale 17775230; bonifico su c/c bancario Banca Mediolanum, Ag. 1 di Basiglio (Mi), Iban IT 39 G 03062 34210 000000760000, causale "Terremoto Haiti"; carta di credito su www.nphitalia.org o chiamando lo 02.54122917.

Misericordie - Le Misericordie Italiane hanno aperto una sottoscrizione in favore delle popolazioni colpite dal terremoto di Haiti. È possibile fare una donazione sul c/c 000005000036, Monte dei Paschi di Siena, Firenze Agenzia 6, Iban IT 03 Y 01030 02806 000005000036; oppure sul conto corrente postale 000021468509, Firenze Agenzia 29, Iban IT 67 Q 07601 02800 000021468509 entrambi intestati a Confederazione Nazionale con causale "Pro Haiti".

Ucodep - Ucodep lancia una raccolta fondi per sostenere i primi interventi di post emergenza, che svolgerà in loco con Oxfam. Le donazioni si possono effettuare sul sito www.ucodep.org con carta di credito, o telefonando al numero verde 800.99.13.99. In alternativa si può effettuare un versamento sul c/c postale 14301527 intestato a Ucodep, con causale "Emergenza Haiti". Ucodep, impegnata in un progetto di sviluppo rurale ad Haiti, è parte della rete di Oxfam International.

Creval - Il Gruppo Creval ha attivato una raccolta fondi su un apposito conto corrente (Fondazione Gruppo Credito Valtellinese - Emergenza terremoto Haiti. Iban: IT 40 M 05216 11010 000000020200). La donazione può essere effettuata presso tutte le filiali delle banche del gruppo (Credito Valtellinese, Credito Artigiano, Credito Siciliano, Banca dell'Artigianato e dell'Industria, Credito Piemontese, Carifano, Banca Cattolica) e per i clienti tramite bonifici online all'indirizzo www.creval.it. Sulle operazioni non verrà applicata alcuna commissione. I fondi raccolti verranno utilizzati per gli interventi di emergenza di Caritas e Avsi.


Se conoscete altre iniziative, comunicatele qui.
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Re: Terremoto distrugge Haiti, migliaia di morti

Messaggioda franz il 16/01/2010, 18:56

da lunedì più di dieci mila uomini sull'isola
Soldati Usa ad Haiti, il dilemma di Obama
Difficile equilibrio tra soccorsi umanitari e sicurezza. Il Pentagono: i militari si difendano se attaccati

WASHINGTON – Soltanto le forze armate americane, con i loro enormi mezzi e la loro ferrea organizzazione, sono in grado di portare soccorso ad Haiti e di mantenervi l’ordine. Per ora, la loro funzione è di supporto all’Onu e ai gruppi e alle associazioni accorsi a Port au Prince per aiutare la popolazione. Ma nel giro di pochi giorni, se la situazione precipitasse, potrebbero essere costrette ad assumere il controllo delle zone colpite dal sisma, forse della maggior parte dell’isola, come hanno già assunto quello dei porti e dell’aeroporto. A operare cioè come forze di polizia oltre che come Croce Rossa, con il rischio di venire coinvolte in scontri armati.

Nel timore di gravi disordini per la sete, la fame, le malattie, soprattutto la violenza delle bande del machete, il Pentagono ha predisposto che i soldati americani seguano le «rules of engagment», le norme del combattimento, si difendano se attaccati. Lo ha comunicato al presidente Barack Obama il capo di stato maggiore Mike Mullen, dopo avere annunciato che da lunedì il Pentagono avrà ad Haiti più di dieci mila uomini, un numero che potrebbe ancora aumentare. A una conferenza stampa, Mullen ha sostenuto che al momento la loro missione è esclusivamente umanitaria, ma ha ammonito che tra breve potrebbe cambiare: «Potrebbe rendersi necessaria una loro permanenza prolungata nell’isola», ha aggiunto. Partendo per Port au Prince, il segretario di Stato Hillary Clinton lo ha escluso, sostenendo che l’Onu ha sul posto nove mila uomini ed è in grado di gestire la crisi.

Alla Casa Bianca tuttavia la task force per Haiti discute anche il possibile inquietante scenario, per impedire che si apra un terzo, temporaneo fronte per le forze armate americane oltre a quelli afgano e iracheno. La distruzione e la disperazione potrebbero portare all’anarchia. Per il presidente Obama è un dilemma. I media americani osservano che deve evitare l’errore di George Bush a New Orleans nel 2005 quando l’uragano Katrina devastò la città: le forze armate vennero mobilitate troppo tardi, l’ordine crollò, e l’America apparve un gigante impotente. Ma molti haitiani non hanno mai perdonato a Washington l’occupazione dell’isola dal 1915 al 1934 ordinata dal presidente Woodrow Wilson formalmente per porre fine alle dittature, in realtà proteggere gli interessi industriali e finanziari americani. Se la situazione precipitasse, Obama dovrebbe mantenere un difficile equilibrio tra soccorsi umanitari e sicurezza per la popolazione e per i propri soldati. E’ il motivo per cui la task force della Casa Bianca caldeggia il varo di un «global emergency response» o sistema globale d’intervento nelle catastrofi naturali, un organismo dell’Onu con forze addestrate ai soccorsi e al mantenimento della pace. Il mondo, dice, deve essere pronto a rispondere a emergenze sempre più spaventose e frequenti.

Ennio Caretto
16 gennaio 2010
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Sull'isola c'è chi fa la crociera

Messaggioda franz il 19/01/2010, 1:44

Alcuni passeggeri si sono però rifiutati di scendere: «disgustoso»
Cocktail in spiaggia e sport acquatici
La nave da crociera sbarca ad Haiti

La lussuosa "Independence of the Seas" non ha mutato itinerario nonostante il terremoto

Immagine
La Independence of the Seas

MILANO - Da una parte la tragedia di un popolo messo in ginocchio e gli sforzi internazionali, dall’altra "the holiday must go on". Una nave da crociera ha fatto scalo venerdì scorso nelle spiagge caraibiche di Labedee, a 60 miglia (96 chilometri circa) dall'epicentro del terremoto di Haiti, nella parte nord-occidentale dell'isola Hispaniola. A bordo della lussuosa "Independence of the Seas" di proprietà della Royal Caribbean International, viaggiavano 3.100 passeggeri, alcuni dei quali non sono voluti scendere per rispetto delle vittime e del dolore dei sopravvissuti. Ma chi ha scelto di proseguire nel programma del viaggio ha goduto di cocktail sulle amache in riva al mare, barbecue e sport acquatici.

BODYGUARD – Chi aveva prenotato per la gita a Labadee ha temuto per la sua incolumità, pensando che la gente disperata avrebbe attaccato il resort in cerca di cibo e acqua, ma alla fine si è lasciato tentare dallo sci nautico e dalle escursioni sulla spiaggia da favola e tutto è andato liscio. Per garantire la sicurezza dei viaggiatori, nella spiaggia privata di Labadee, come riferisce il Guardian, alcune guardie armate hanno scortato i turisti che volevano fare shopping nel mercato artigianale del resort. La visita è durata fino al tramonto, ma molti viaggiatori siano rimasti a bordo, per protesta. «Disgustoso», ha commentato un passeggero, lasciando un post nel forum della Royal Caribbean dedicato ai suggerimenti. «Non posso pensare di stare steso al sole, giocare in acqua e mangiare carne arrostita in riva al mare, mentre a Port-au-Prince ci sono decine di migliaia di persone morte per strada». Per rimorso o per solidarietà le scialuppe hanno lasciato cibo ai terremotati.

IL TIMORE DEGLI SCIACALLI –La compagnia della Florida, che continuerà a includere nell'itinerario di viaggio Haiti nelle prossime settimane, «ha deciso di offrire un'esperienza a due passi dall’epicentro del terremoto, dopo un dibattito interno molto acceso», come riferisce John Weis, vicepresidente della Royal Caribbean International. «Nelle nostre conversazioni con l'inviato speciale dell'Onu Leslie Voltaire – ha aggiunto Weis – abbiamo convenuto che Haiti beneficerà del turismo. Inoltre abbiamo una grande opportunità di trasportare aiuti nella penisola. Il 100 per cento del ricavato dal tour a Labadee verrà donato per la ricostruzione di Port-au-Prince».

Ketty Areddia
18 gennaio 2010
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