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Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda annalu il 13/01/2010, 22:01

Ragazzi (si fa per dire) comincio veramente a preoccuparmi: la scarsità di idee e di argomenti seri, che purtroppo sembra manifestarsi un po' ovunque nella rete nei luoghi ove intervengono persone più o meno di sinistra (e centro-sinistra), qui si manifesta con una verve polemica che trascende l'oggetto del contendere.

La mia preoccupazione, oltre che per le sorti del forum, è proprio per le sorti del futuro politico del paese: che opposizione possiamo proporre o anche solo ipotizzare, se non riusciamo nemmeno a condurre dialoghi politici tra noi?

Sui forum cosidetti indipendenti, chiunque accenni una sia pur minima critica a Berlusconi ed ai berluschini viene immediatamente etichettato come comunista o quantomeno "sinistro" (non solo in senso politico) malgrado si tratti a volte di nick con un lungo passato di posizioni nettamente destrorse.
Qui non si arriva a tanto, però si tende a sfogare la frustrazione (credo, che altro se no?) interpretando nell'ottica peggiore i discorsi di chi la pensa diversamente.

Già in passato questo ha portato all'allontanamento più o meno definitivo di persone le cui opinioni era molto interessante leggere, ma che a un certo punto si sono stancati di essere mal interpretati o fraintesi, magari si sono lasciati andare ad una parola di troppo e sono stati redarguiti in modo forse sproporzionato ...

La rete consente una libertà di comunicazione che un tempo non era immaginabile, ma a che serve uno strumento così potente se non lo si usa in modo accorto?
Tra l'altro, la rete è molto grande, e se in un luogo il dialogo diventa tra sordi, o si da l'impressione che sia così, i partecipanti ed anche i lettori possono molto facilmente emigrare altrove, o dedicarsi ad altro.

A me farebbe piacere invece che questo forum riuscisse a sopravvivere a questo periodo di disillusione e stanchezza, perché nel mio profondo ottimismo penso che un domani non troppo lontano ci sarà la possibilità di un rifiorire di idee e di iniziative vere, ed una piazza in più potrà essere una potenzialità importante.

annalu

PS. Non faccio esempi volutamente, perché ogni esempio scatenerebbe una nuova polemica. Chiedo invece a tutti di riflettere per la parte che possono ritenere li riguardi ... e poi torniamo a parlare di argomenti più concreti.
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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda annalu il 13/01/2010, 22:15

Iafran ha scritto:Parte il No Mafia Day (ma richiede tempo).

“Una giornata contro le mafie in Calabria. A lanciare il No Mafia Day, a Rosarno, è il gruppo di ragazzi che ha già dato vita alla fiaccolata per la legalità dopo la bomba alla Procura di Reggio Calabria. Ora si sono dati appuntamento su Facebook per sabato 23 gennaio e aspettano solo la conferma dalla Questura. “Volevamo farla il primo possibile – spiega Anna Leopardi, 24 anni, una delle promotrici dell’iniziativa – vogliamo far vedere subito che Rosarno, la provincia di Reggio e tutta la Calabria sono contro la mafia e sono solidali con chi si ribella”. La proposta di No Mafia Day era stata lanciata negli scorsi giorni anche da Claudio Fava, di Sinistra Ecologia e Libertà, e rilanciata da Beppe Giulietti sul sito di MicroMega. “La faremo sicuramente entro febbraio, c’è bisogno di tempo per organizzarla bene a livello nazionale” conferma Fava. Troppo tardi per i ragazzi di Rosarno che sono già al lavoro.”
(Federico Mello, "il Fatto Quotidiano" di oggi)

I rosarnesi di un comitato spontaneo, invece, hanno impiegato 1-2 giorni per organizzare la loro manifestazione "non siamo razzisti".

Sempre da "il Fatto Quotidiano" di oggi, Enrico Fierro (articolo “Dove lo Stato non esiste più”) scrive:
“La Calabria è una bomba pronta ad esplodere e la miccia è a Rosarno. Bisogna venire qui per toccare con mano le piaghe provocate dall’abbandono: disperazione, bisogni veri, impotenza, rabbia antica. Una miscela pericolosissima che qualcuno sta maneggiando con estrema raffinatezza. Bastava vedere la manifestazione di ieri. Duemila persone. I negozi del paese sbarrati. Un corteo silenzioso e rabbioso. Contro “lo Stato che ci ha abbandonato”, “i mass media che ci criminalizzano”. Noi che “non siamo razzisti”. Questo diceva l’unico striscione che gli organizzatori del “comitato spontaneo” hanno consentito di esporre. Severamente vietati gli altri ...”.

Le ruspe, intanto, hanno demolito le baracche della “Rognetta” e della “Ex Opera Sila”: le aree possono ospitare interventi più utili e più consoni al territorio.


Ecco, tornando all'argomento iniziale: ho visto il corteo della manifestazione "non siamo razzisti": gli striscioni che parlavano di mafia sono stati allontanati in modo deciso e "convincente", il corteo è stato organizzato con attenzione, posizionando in punti strategici i pochi neri rimasti, ed anche la signora che era stata ferita durante i disordini sfilava con per mano un bimbo dalla pelle scura.

Perché gli italiani, anche di Rosarno, non gradiscono essere considerati razzisti, e si preoccupano se tutti i giornali europei parlano della rivolta degli "schiavi" come di una sacrosanta ribellione alla illegalità mafiosa.
No, gli italiani non sono razzisti mai, soprattutto se non hanno a che fare con una persona di etnia o anche solo di nazionalità differente. Perché se invece se li trovano accanto, "White Christmas" nel bergamasco, manodopera da sfruttare nei campi del meridione ... e mi raccomando, è solo un problema di ordine pubblico.

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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda pianogrande il 13/01/2010, 23:06

Cazzata più, cazzata meno, dopo quella di Annalu (opinione), dico ach'io la mia.
Quando si deve discutere, se vogliamo, tutte le volte che ci si mette in relazione con qualcuno, bisogna sforzarsi di ricercare la sintonia e non la competizione.
Mettersi in sintonia significa cercare di capire e tirar fuori il massimo (possibilmente il meglio) dal disalogo.
Mettersi in competizione significa fare a gara a chi è più bravo, a chi ne sa di più a chi riesce, in un modo o nell'altro, a "battere" l'altro.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda pierodm il 14/01/2010, 0:42

Accolgo l'invito di Annalu, per la parte che mi compete.

Nel mio disagio c'è anche la coscienza di non essere capace di superarlo, o almeno di reprimerlo, o di essere in grado di sublimarlo, trasformarlo in un atteggiamnto positivo.
Sento - fortemente, intimamente - che il mio disagio, al di là delle ragioni che riesco a razionalizzare ed esprimere, ha dentro implicazioni che si estendono lontano, e che riguardano tutti noi, a prescindere dalla diversità delle idee.
Sento serpeggiare qualcosa di "cattivo", e non sono capace di individuare con chiarezza cosa sia, e nemmeno dove stia - se nelle parole, o nelle prospettive, o da qualche altra parte. Lo sento da tempo, e ci sto pensando.
C'è qualcosa di cattivo che aggira le difese date dalla razionalità, dalle idee che si occupano dei "contenuti": per questo penso che ci sia bisogno più che mai di una comunanza di sentimenti e di punti di vista.
Quando ho usato la metafora dei vetri rotti, mi era sembrato al momento solo un esempio ben trovato. Riflettendo, invece, credo che sia stato qualcosa di più: la corrente di aria gelida che a volte mi sembra di avvertire non è una metafora.
Mi spaventa la nostra debolezza, la nostra disunione. L'indifferenza o talvolta il disprezzo verso tutto ciò che avverto come l'unico, vero antidoto contro quel qualcosa di cattivo che aleggia nelle pieghe della quotidianità.
Sto cercando di capire, e nel farlo mi può capitare di prendere vicoli ciechi e individuare falsi obiettivi: se succede, mi dispiace.
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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda Stefano'62 il 14/01/2010, 1:27

pianogrande ha scritto:Quando si deve discutere, se vogliamo, tutte le volte che ci si mette in relazione con qualcuno, bisogna sforzarsi di ricercare la sintonia e non la competizione.

Bravo,
ad alcuni viene naturale,ad altri no,e non è per niente scontato che abbiano voglia di farlo.
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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda franz il 14/01/2010, 8:40

pianogrande ha scritto:Cazzata più, cazzata meno, dopo quella di Annalu (opinione), dico ach'io la mia.
Quando si deve discutere, se vogliamo, tutte le volte che ci si mette in relazione con qualcuno, bisogna sforzarsi di ricercare la sintonia e non la competizione.
Mettersi in sintonia significa cercare di capire e tirar fuori il massimo (possibilmente il meglio) dal disalogo.
Mettersi in competizione significa fare a gara a chi è più bravo, a chi ne sa di più a chi riesce, in un modo o nell'altro, a "battere" l'altro.

Pianogrande, giusto quello che dici sulla "sintonia", nel senso che per comprendere quello che dice l'altro occorre com-prendere, prendere con se parte delle sue ragioni. Un po' come mettersi nei suoi panni, o tentare di farlo. Ma non basta certo questo per fare passi avanti nella discussione. Occorre anche fare il massimo sforzo per spiegarsi bene, meglio. Non si puo' pretendere che tutto lo sforzo di comprensione tocchi all'altro. Lo sforzo maggiore, di spiegazione, tocca a noi. Ed è sbagliato, a mio avviso, chiamare questo "competizione". Ovvero è giusto solo nel caso in cui un dialogo sia fatto solo di spiegazione senza reciproca comprensione. Cosa che tutto sommato io non vedo qui. Va anche detto che non è assolutamente obbligatorio che noi si sia d'accordo su tutti i temi che discutiamo. Alla fine possiamo anche essere in perfetto disaccordo su un certo tema e su una certa soluzione. Meglio se c'è un accordo generale ma la democrazia procede anche senza accordo. La decisione a maggioranza non deve per forza essere all'unanimità.
Nello sforzo di comprensione c'è anche la discussione sui termini, perché se poi alla fine si prende nota che lo stesso termine ha significati diversi per i parlanti, è evidente quanto sia difficile sia spiegarsi meglio sia comprendere l'altro.

Sul disagio. Qui il disagio maggiore, attorno a questo thread, nasce dalla constatazione di un paese sempre piu' razzista, o di un razzismo che forse c'è sempre stato ma si manifesta sempre di piu' e sempre piu' spesso. Non mi sembra che qui tra noi pero' ci siano emerse posizioni razziste ma solo differenze di opinioni sulle cause del razzismo (mi pare) e differenze sulla terminologia (per metà abbiamo discusso dl significato da dare al termine pragmatismo).
Di fatto ogni volta che discutiamo emergono disaccordi. Ma questo è anche evidente. Non discutiamo sulle cose su cui siamo d'accordo (magari 99) ma insistiamo a discutere sui concetti su cui abbiamo opinioni differenti. Questo ingigantisce un disaccordo che in realtà è molto relativo.

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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda Loredana Poncini il 14/01/2010, 8:50

Da "Cambiamento nelle organizzazioni" di ieri, 13.1.2010, ( cambiamentoorg.blogspot.com ) leggo:
" Franco Bonfante: la partecipazione dei lavoratori. "
Vi comunico questa bella notizia, proprio in questo 3d, per aiutarci a risalire da quanto è eploso a Rosarno ad una proposta di legge, in Veneto, che dopo un anno di gestazione, segna l'avvio, anche in Italia, di un modello d'impresa che già da anni è presente in altri Paesi europei come la Francia, l'Inghilterra e la Germania.
Mi pare il modo più costruttivo per onorare politicamente l'art.1 della nostra Costituzione anche qui, in questo nostro punto della Rete.

P.s. A una come me, che non ha nessun tipo di "passato", in politica, il duello fra Pierodm e Franz mette in luce quanta passione ci può essere nel difendere la propria visione politica dell'Italia, a seconda che si metta in primo piano, scientificamente, i binari economici o, filosoficamente, la popolazione italiana come comunità in divenire.
E sono particolarmente grata a Ranvit per come frena i miei entusiasmi per il progetto ulivista di Arturo Parisi, richiamandomi all'hic et nunc, cioè che ho un bel sognare d'uscire dal reame di oz, ma finché non faccio i conti con chi , in questo reame, se la gode, in questo reame, di fatto, ci resterò impigliata... 8-)
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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda ranvit il 14/01/2010, 10:23

Chissà perchè a pierodm è consentito dire che le mie affermazioni sono cazzate.....è da un bel po' di tempo che, evidentemente, non dorme la notte pensando a me....dopodichè torna costantemente nei suoi post per citarmi trattandomi come "lo scemo del villaggio" o il rozzo e ignorante per antonomasia....ma chi cazzo è pierodm per consentirsi il lusso di sostenere continuamente che le mie affermazioni sono cazzate?
Poi si lamenta se l'atmosfera del forum non è ....buona. Nell'ultimo post mi ha anche affibbiato il ruolo di scudiero di franz...
Mi rendo conto che si è fatto vecchio e non ha visto il mondo andare per il verso che lui pensava dovesse (andare).....ma che c'entro io (e il forum)?
Anche io sono vecchio (ho appena compiuto 65 anni)....ma non mi sono ancora rincoglionito!

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
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Intervento di moderazione

Messaggioda moderatore il 14/01/2010, 10:56

Sul termine "cazzate" la moderazione non interviene, dato che in sé la volgarità non è un reato e la critica, pur fuori dalle righe, non è alla persona ma sulle idee. Quando si esagera si può tuttavia creare disagio nel dialogo, come in questo caso, e quindi per l'atmosfera stessa del forum è buona norma evitare questo genere di considerazioni.
Considerando il messaggio di Ranvit come richiesta formale alla moderazione, annunciamo che da ora non sarà più consentito, a nessuno e verso chiunque.
L'amministrazione del forum
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Re: Rosarno: abbiamo le nostre banlieue

Messaggioda pierodm il 14/01/2010, 14:08

Ranvit, la parte dello "scemo del villaggio" te la cerchi tu, con affermazioni gravi, ridicole e assurde delle quali nemmeno ti accorgi.
L'ultima riguarda coloro che "frequentano ragazzotti" e per questo non sarebbero brave persone: una battutaccia se detta all'osteria o a cena con i camerati, ma che in un contesto come il nostro ha un significato ben più pesante - o meglio, lo "avrebbe", se non ci fossimo abituati a considerare tutto una fesseriola, se ogni discorso non fosse diventato il festival delle "parole in libertà" per le quali non si paga mai pegno.
Tuttavia io non ce l'ho con te, ma con quello che rappresenta, con quello che la tua presenza giuliva, le tue parole rappresentano in questo contesto.
Ti lamenti perché certe affermazioni le chiamo cazzate: dovresti esserne contento, dato che la definizione di "cazzate" in fondo le declassa a birichinate, a sciocchezze dette con leggerezza , come ben sai frequentando l'ambiente romano.
Quello che dovrebbe preoccuparti sarebbe invece quando si parla seriamente, entrando nel merito di queste "cazzate" - preoccuparti, o almeno spingerti a riflettere e a rispondere ragionando, cosa che invece eviti accuratamente, limitandoti a buttare tutto nella pattumiera, mettendo in dubbio la sanità mentale o pressapoco del tuo interlocutore.
Se si trattasse di una stranezza tutta tua personale, stai tranquillo, non ci farei caso.
Purtroppo il tuo atteggiamento corrisponde a quello che in questi anni si è molto diffuso, caratterizzando la destra e diventando prevalente nella comunicazione e in quella caricatura di "dialogo" che sono i dibattiti politici.

Se vuoi che te la dica tutta, fino in fondo, io penso che tu sia migliore delle cose che dici - di certe cose che dici - e che sei assolutamente sincero, quando ritieni di stare ben dentro all'area genericamente di centro-sinistra.
Ma giudicavo allo stesso modo anche certi vecchi "compagni", che effettivamente ti somigliavano negli atteggiamenti, i quali mescolavano - per ragioni culturali, di indole personale, per età e abitudini mentali - idee socialiste con una spicciatività da "camerati", rappresentando in definitiva la versione "rossa" di una cultura popolare "nera", o grigio fumo.
In tempi nei quali il "nero" si riaffaccia in modo prepotente non si può più far finta di niente, o buttare tutto in barzelletta, o considerare benevolmente tutto ciò come una stranezza personale - tanto meno laddove si accetti la tesi per cui al confronto tra ideologie e partiti si sostituisce una società più "liquida", dove contano proprio le culture personali e le opinioni.
pierodm
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