franz ha scritto: No, gabriele. Nessuno dice che la versione attuale sia giusta ma solo che è la versione attuale.
Tralasciando mentalità massimaliste, che sono peggio delle trappole di Silvio, una legge puo' solo essere migliorata o peggiorata rispetto all'attuale.
E su questo poi rispondo alle argomentazioni concrete che hai inserito dopo.
Franz
Non mi son fatto capire. Le logica del "mangia la minestra o buttati dalla finestra" non mi interessano. E' fatta per chiudere il dialogo e lascia fuori dalla discussione le altre infinte soluzioni possibili. Sono pane quotidiano per i venditori di fumo e per questo sono usate dai Silvio e compagnia cantante.
Senza volerlo la logica che hai espresso ci mette con le spalle al muro e con le spalle al muro NON ci dobbiamo stare.
franz ha scritto:Non sono d'accordo, perché la decisione prermatura, se negativa, stralcia subito un soggetto dall'indagine, rendendola monca. Moltio reati sono commessi da piu' persone (corruzione, per esempio) ed è utile assicurare una unitaretà di tutta la fase di indagine fino alla sua conclusione.
Comunque su questi aspetti mi attendo che le organizzazioni della magistratura dicano cosa è meglio per le indagini.
Interromperle subito, se l'autorizzazione a preocedere viene negata, o portarle fino allla fine.
franz ha scritto:Chiaro, ma considera che il cosiddetto fumus persecutionis si autoalimenta ed autosostiene proprio perché le indagini non sono state completate. Tutto rimane in un limbo. Permettere comunque le indagini fino alla loro fine (il rinvio a giudizio o il non luogo a procedere) per il politico e gli altri imputati scardina l'argomento stesso della presunta persecuzione, perché sarà poi il processo stesso a dimostrare, in aula, la consistenza delle prove. Nel nuovo testo si esplicita che la Camera dispone una eventuale sospensione del processo per la durara del mandato, solo a garanzia della libertà della funzione parlamentare. Il concetto di presunta persecuzione sparisce, a mio modo di vedere.
Franz
Anche qui molto probabilmente non mi son fatto capire e mi ripeto. L'impedimento a procedere dovrebbe riguardare solo i casi di palese persecuzione giudiziaria da parte del potere giudiziario verso quello legislativo o parte di esso. La condizione dovrebbe essere assolutamente eccezionale in quanto, in tal caso, l'azione giudiziaria sarebbe pretestuosa. Una persecuzione giudiziaria per sovvertire l'ordine democratico potrebbe essere l'esempio, a favore di una parte politica o di una corrente politica esterna al Parlamento. Un evento impensabile, ma comunque probabile. In tal senso le indagini sarebbero un pretesto formale e dovrebbero essere fermate ancor prima di iniziare.
Un articolo 68, con e senza modifica, che blocca i processi solo perché fa comodo ai Parlamentari è un abuso.
Purtroppo tale potere decisionale è lasciato in mano ai membri dell'organo soggetto all'accusa e, come si sa, i politici sono ottimi teatranti e vedono complotti da parte della magistratura in ogni dove e da ogni parte.
Altra cosa invece è la garanzia processuale conferita dalla legge a qualsiasi imputato in un Paese in cui l'ordinamento giudiziario funzioni all'interno di schemi democratici. La garanzia di un giusto (e breve) processo, uguale per tutti i cittadini. Perché questo sono i parlamentari: cittadini con cariche pubbliche elettive.
Infine, perché sono i parlamentari a dover decidere se uno di loro può essere sottoposto a processo o no? Esistono molte istituzioni di garanzia democratica che sanno quando è presente un eccesso e poter decidere di conseguenza. Ad esempio la Corte Costituzionale o il Presidente della Repubblica, o ambedue. Perché invece di delegare questa responsabilità ad un organo di garanzia si crea un sistema autoreferenziale?
Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. Chi non sa nemmeno insegnare, dirige. Chi non sa nemmeno dirigere, fa il politico. Chi non sa nemmeno fare il politico, lo elegge.