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No al multiculturalismo ideologico

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda Stefano'62 il 07/01/2010, 15:22

Franz ha ragione.
Personalmente accetto il dibattito sugli aspetti discutibili delle religioni alternative SOLAMENTE da chi è disposto ad
applicare lo stesso metro di giudizio anche sul Cattolicesimo.
E da questo punto di vista Sartori non mi è piaciuto nemmeno un pò.

1.Il termine (inesistente) "multiculturalismo ideologico" è pretestuoso e privo di significato,e appartiene alla classe dei termini tipicamente utilizzati da chi vuol dare una connotazione spregiativa a concetti notoriamente positivi,come per esempio buonismo e giustizialismo;insomma il suo utilizzo identifica una categoria di persone molto ben precisa,tendenzialmente usa a nascondersi dietro al ditino.
Esiste il multiculturalismo e basta,che è parente strettissimo del concetto di pluralismo,dato che sono entrambi figli di un più ampio principio di multilateralità,il quale si contrappone ai concetti di unilateralità,particolarizzazione e specialismo.
Dunque il tentativo di questo tizio risulta palesemente essere quello di mettere in dubbio in modo trasversale un concetto difficile da attaccare direttamente senza esporsi a un motivato contraddittorio;tentativo molto viscido rivelatore di una paurosa disonestà intellettuale,la quale rivela spesso a sua volta qualche reale obiettivo nascosto,che puntualmente fa capolino nelle affermazioni seguenti.

2.Rileva una differenza tra le Scritture islamiche e l'interpretazione politica che viene distribuita alla massa dei musulmani,usando il fatto (reale) come pretesto per poter loro rifiutare la cittadinanza (a tutti,anche a chi probabilmente dei dettami degli Ulema se ne impippa) considerando pericoloso o disdicevole il fatto che possano votare secondo un dettame pseudo-religioso.
Concetto che tra l'altro in Italia toglierebbe il diritto di voto al 90 per cento degli italiani.
Dunque chiedendosi qual'è il vero islam,in realtà cerca di motivare subdolamente ciò che non è motivabile senza incorrere in una accusa di intolleranza religiosa;perchè vorrebbe negare ai musulmani l'intromissione religiosa nella politica,senza contestualmente negarla anche ai cattolici che invece già la praticano diffusamente.

Faceva prima a dire:si va bene la pluralità e la multiculturalità,l'accettazione dei diversi etc. però i musulmani non li voglio perchè non mi piacciono.

PS
Che poi con certa gente bisogna starci attenti,come dice più o meno Vittorio,sono d'accordo;ma questo è un altro discorso,ed è su un piano più esclusivamente pratico (molto importante).
Invece su un punto di principio,o "ideologico" per dirla come lui,Sartori ha completamente torto.
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda franz il 07/01/2010, 15:36

Stefano'62 ha scritto:1.Il termine (inesistente) "multiculturalismo ideologico" è pretestuoso e privo di significato ....
2.Rileva una differenza tra le Scritture islamiche e l'interpretazione politica che viene distribuita alla massa dei musulmani,usando il fatto (reale) come pretesto per poter loro rifiutare la cittadinanza (a tutti,anche a chi probabilmente dei dettami degli Ulema se ne impippa) considerando pericoloso o disdicevole il fatto che possano votare secondo un ettame pseudo-religioso.
Concetto che tra l'altro in Italia toglierebbe il diritto di voto al 90 per cento degli italiani.
Dunque chiedendosi qual'è il vero islam,in realtà cerca di motivare subdolamente ciò che non è motivabile senza incorrere in una accusa di intolleranza religiosa;perchè vorrebbe negare ai musulmani l'intromissione religiosa nella politica,senza contestualmente negarla anche ai cattolici che invece già la praticano diffusamente.

In effetti sartori pecca di anti-multiculturalismo ideologico ;)
L'unico vero multiculturalismo puo' essere solo pragmatico, caso per caso. O casistica per casistica.
Per esempio il caso in discussione in questi tempi, perché sottoposto da Fini, non dal PD, IdV o altri, in altre faccende affacendati, riguarda i bambini, i figli della prima generazione. Nati qui, cresciuti qui. Tanti italiani nella stessa situazione hanno acquisito la cittadinanza in tanti paesi del mondo (oltre a quelli in cui è garantita automaticamente dallo jus solis, come USA e Francia). Ma anche questo Sartori lo dimentica. Quei bambini hanno studiato qui. Sanno l'italiano e conoscono storia e geografia perché hanno fatto le scuole qui. A volte sanno meglio di tanti svolgiati studenti italiani.
Ed usano condizionale e congiuntivo meglio di un giornalista, di un politologo e di un politico italiano.
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La replica di Tito Boeri

Messaggioda franz il 07/01/2010, 15:57

DOPO L'EDITORIALE DI GIOVANNI SARTORI
I musulmani e i tempi dell'integrazione

di Tito Boeri

Caro Direttore,
dunque Giovanni Sartori ha deciso che gli immigrati di fede islamica non sono integrabili nel nostro tessuto sociale, non devono poter diventare cittadini italiani (Corriere del 20 dicembre, ndr). Non si tratta di un’affermazione di poco conto. Parliamo di circa un milione e mezzo di persone che oggi vivono in Italia.

Da cosa trae Sartori questa convinzione? Da un’analisi dei processi di integrazione degli immigrati di fede islamica in Paesi a più antica immigrazione? Si direbbe di no. Il 77 per cento dei maghrebini di seconda generazione immigrati in Francia ha sposato una persona di cittadinanza francese. Dichiarano di sentirsi francesi tanto quanto gli altri immigrati. In Germania un figlio di immigrato turco (al 90 per cento di religione islamica) ha la stessa probabilità di un figlio di immigrato italiano di sposarsi con una persona nata in Germania. Si identificano di più con il Paese che li ha accolti di quanto non facciano i figli dei nostri emigrati. Nel Regno Unito gli immigrati del Pakistan o del Bangladesh, le due più grandi comunità di fede islamica ivi presenti, si integrano allo stesso modo degli indiani, dei caraibici e dei cinesi. Si sentono britannici e parte del Regno Unito più degli immigrati di fede cristiana, anche se mantengono la loro religione. Si integrano economicamente e socialmente, nel lavoro, sposandosi con persone del Paese che li accoglie e parlando a casa l’inglese, indipendentemente da quanto spesso vadano in moschea, da quanto siano devoti all’Islam. Ritengono di poter essere al tempo stesso britannici e musulmani. Si sbagliano forse?

Pensa Sartori, come quei sindaci leghisti che si battono contro la costruzione di moschee nelle loro città, che chi nasce in Italia, studia, lavora e paga le tasse da noi, per diventare italiano debba abbandonare la fede islamica? Non voglio certo negare che ci sia un problema di integrazione degli immigrati in generale e dei musulmani in particolare. Ma trattare di questi problemi con superficialità, alimentando pregiudizi tanto diffusi quanto lontani dalla realtà non aiuta certo a risolverli. Impedire poi ai musulmani di praticare la loro religione da noi, a differenza di quanto avviene in Paesi che da decenni ospitano grandi comunità di fede islamica, e precludere loro a priori la cittadinanza italiana, serve solo ad allungare i tempi dell’integrazione.
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda Iafran il 07/01/2010, 16:00

pianogrande ha scritto:Dobbiamo scegliere se governare o no questo processo.

Non ci dovrebbero essere dubbi.
La storia dell'Irlanda, e delle nazioni con conflitti interetnici, dovrebbe essere molto eloquente: alla base c'è il rifiuto di chi si vuol vedere diverso, ma le barriere non saranno mai abbastanza per realizzare una benché (loro) minima "difesa".
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda cardif il 07/01/2010, 18:30

Sartori scrive:
"Fermo restando che ogni estraneo (straniero) mantiene la sua religione e la sua identità culturale, la sua integrazione richiede soltanto che accetti i valori etico-politici di una Città fondata sulla tolleranza e sulla separazione tra religione e politica."
E dove devono andare per trovarla questa Città? Mica si riferisce all'Italia, credo. Mica ha le travergole e non vede che in Italia la tolleranza è ridotta al lumicino e che non c'è separazione tra religione e politica (verrebbe da fare la battuta: entrambe vittime di aggressione).

Sartori scrive:
"Se l'immigrato rifiuta quei valori, allora non è integrato; e certo non diventa tale perché viene italianizzato, e cioè in virtù di un pezzo di carta".
Quando gli si dà quel pezzo di carta. La Bossi-Fini regolarizzò 170 mila irregolari contro gli almeno 500 mila presenti, lasciandone quindi 330 mila nell'irregolarità, per la maggior parte in balia di imprenditori sfruttatori di lavoro a nero.
Inoltre, se si giungesse alla separazione tra religione e politica, forse si semplificherebbe il problema dei valori; nella sfera personale ognuno si tiene i suoi valori, legati alla sua religione o alla morale, e resta il rispetto della politica (in quel binomio credo si intendano le regole di convivenza civile valide tra gli individui, di natura universale).

Ma in Italia il problema non è solo nei confronti degli islamici; è anchenei confronti di slavi, rumeni, albanesi, ecc.
E' più un problema di xenofobia, che diventa di religione nei confronti di coloro che ne hanno un'altra; e l'escalescion verso il razzismo è evidente in molte realtà.
Va esaltata la tolleranza, se non si vuol finere male, in Italia.
Ma come si fa, con la Lega Nord che soffia e con la TV di stato, pagata da tutti i cittadini, che gli dà spazio?
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda pierodm il 07/01/2010, 19:28

Sono sostanzialmente d'accordo con tutti, e in particolare con Franz, che pone la questione in modo chiaro e corretto.
La tesi di Sartori non mi convince per niente, ma credo però che sia utile coglierne il senso generale, che si può riassumere in un concetto piuttosto ovvio, ma non per questo meno importante: esiste un problema islamico. Non possiamo far finta che non esiste, né pensare di farlo evaporare per decreto.
Esiste un problema islamico, per altro, che ha l'effetto collaterale di far emergere anche un problema più generale che riguarda tutte le religioni e le "culture", compresa quella cristiana.
A mio parere emerge un ulteriore problema con il quale fare i conti, ancora più generale: quello di una globalizzazione che ha sopravanzato le capacità di assorbimento dei diversi sistemi, specialmente di quei sistemi basati sul regime democratico, che ha nel pluralismo, nella tolleranza e nello stato di diritto i suoi fondamenti.
I flussi migratori, la mescolanza culturale si vasta scala, il gap storico-politico di alcune culture teocratiche (come l'Islam) rispetto ai principi delle democrazie occidentali, pongono problemi immediati e immanenti - non più diversità che si fronteggiano da lontano, e non più rapporti personali e di gruppo che sono filtrati da una migrazione individuale, selettiva.

Io francamente i pericoli li vedo provenire da due fonti: da un'indecifrabile situazione economica e geo-politica globale, e da una strisciante e pre-esistente crisi interna delle democrazie occidentali.
Il primo fattore potrebbe determinare, assai di più che la propaganda islamica, che semmai se ne nutre, scontri continentali e intercontinentali di vaste proporzioni: forse spezzettati, forse deflagranti, forse connessi alle migrazioni, ma certamente - nel caso avvenissero - dall'esito assai incerto e dallo svolgimento complesso.
Il secondo fattore - la crisi delle democrazie - potrebbe non essere capace di resistere a questa ulteriore pressione.
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda ranvit il 07/01/2010, 19:52

Sartori non è certo uno stupido né tanto meno un razzista. Anche io ci ho visto un discorso più generale tipo.... andarci piano e avere molta prudenza con il fondamentalismo islamico.

Come dice pierodm va anche considerato che oggigiorno la massa degli immigrati è notevole e forse non c'è il tempo per metabolizzare armoniosamente l'inserimento.....anzi si forma troppo velocemente una "massa critica" di problemi che non si scioglieranno mai dando luogo a fenomeni sia di creazione di "enclave" che di razzismo sempre più evidente.Questo fenomeno è vero per tutte le provenienze, ma a maggior ragione nel caso di popolazioni arcaiche e ciecamente religiose.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda chango il 08/01/2010, 12:35

ranvit ha scritto:Sartori non è certo uno stupido né tanto meno un razzista. Anche io ci ho visto un discorso più generale tipo.... andarci piano e avere molta prudenza con il fondamentalismo islamico.

Come dice pierodm va anche considerato che oggigiorno la massa degli immigrati è notevole e forse non c'è il tempo per metabolizzare armoniosamente l'inserimento.....anzi si forma troppo velocemente una "massa critica" di problemi che non si scioglieranno mai dando luogo a fenomeni sia di creazione di "enclave" che di razzismo sempre più evidente.Questo fenomeno è vero per tutte le provenienze, ma a maggior ragione nel caso di popolazioni arcaiche e ciecamente religiose.

Vittorio



io sto discorso generale in Sartori non l'ho visto, piuttosto ho visto un paio di articoli contenenti delle evidenti e neanche tanto piccole cazzate ed un ultimo (cronologicamente) in cui cerca di arrampicarsi sugli specchi piuttosto che ammettere di aver esagerato un po'.
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda ranvit il 08/01/2010, 12:39

Ognuno dice le sue cazzate...e ognuno vede quello che vuole vedere....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: No al multiculturalismo ideologico

Messaggioda chango il 08/01/2010, 12:48

ranvit ha scritto:Ognuno dice le sue cazzate...e ognuno vede quello che vuole vedere....


ovviamente.
rimane il problema è così tutto diventa "opinionismo", anche fatti o dati oggettivi.
questa è una cosa che ti aspetteresti da un politicante qualunque non certo da un professore universitario.
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