da pierodm il 12/11/2009, 2:02
Matthelm
Dopo avermi illuso con un tono ragionevole, sei caduto - come direbbe Mike - sull'uccello: La tua stessa antipatia su Rutelli è una cosa da agit-prop tipica dell’ordine di scuderia: quello è sempre il nemico e non è di sinistra - frase stupida e insinuante, che potevi utilmente evitarti, ma che evidentemente svela non tanto i tuoi retropensieri e pregiudizi, ma la loro qualità per così dire "operativa".
Innanzi tutto, attualmente, da tempo, non esiste più una scuderia, e se esiste qualcosa di appena vagamente simile ad una scuderia da diversi anni dà ordini assolutamente opposti, ossia che essere non-di-sinistra è cosa buona e bella, e che non esistono nemici ma solo "ricchezza delle diversità".
Ma poi, mi sembra cosa degna di un miserabile questurino quella di dare dell'agit-prop a qualcuno, in base ad una normalissima e libera opinione. Ma lasciamo perdere, ché su questo siamo davvero ad un livelo minimo.
Il fatto puro e semplice è - Franz può esserne ottimo testimone - che ho espresso tutta la mia disistima verso Cicciobello fin dai tempi in cui era candidato a sindaco di Roma: antipatia di pelle e di cravatta, e assoluta perplessità politica.
Evidentemente mi capita spesso di pagare un prezzo per non aver né nascosto, né abiurato alla mia adesione al PCI, fornendo pretesti alla stupidità altrui per manifestarsi in tutta la propria magnificenza.
Il guaio è, però, che la mia adesione al Partito non era fanatica, come quella di tanti che adesso fanno i vaghi o ne sono i peggiori contestatori postumi, e che nemmeno negli anni d'oro sono mai stato un Perfetto Militante Paladino della Linea, come tanti che adesso fanno i vaghi o ne sono i peggiori contestatori postumi.
Ancora adesso, per altro, continuo ad apprezzare non solo quell'esperienza politica come efficienza e serietà di partito, ma anche come ideali e come fattore di aggregazione di un elettorato intorno a valori inaspettatamente liberali, in una società ancora ampiamente immersa in una cultura post-fascista, clericale e qualunquista.
Questo per la cronaca, a valere per altre occasioni.
Con un retro pensiero, lo ammetto, che il difficile era smuovere la sinistra dai suoi totem: sindacato cgil e statali vari, disattenzione alle piccole e medie imprese, visione liberale della società, non aggregarsi al socialismo ormai guscio vuoto ed insignificante ed alla fine perdente, libertà di coscienza sui temi etici senza inutili “stracciamento” di vesti laiciste.Questi “difetti” li ho ritrovati tutti.
Ognuno è libero di riassumere una storia e una corrente di pensiero, una cultura, nei termini che preferisce, e dunque bisogna prendere atto che questa è/è stata la sinistra per Matthelm, e probabilmente per molti altri, più o meno.
Il primo pensiero che viene in mente è: per "smuovere", per esempio, me - in questo caso archetipo della "sinistra" - dai miei presunti totem servirebbe qualcosa di interessante, di intelligente, di valido, di forte.
Per essere gentili, diciamo che servirebbe qualcosa di più di un Cicciobello, e francamente qualcosa di più che non le argomentazioni che leggo da parte di molti modernizatori "moderati" in questo forum.
In secondo luogo, vorrei far presnete che gli statali sono sempre stati terra di conquista del PSDI e della CISL, più che della sinistra targata PCI.
Vero e giusto il rimprovero sulla disattenzione verso la piccola impresa, la quale disattenzione era però condivisa con tutto l'arco politico italiano, a cominciare dalla DC.
Sulla visione liberale meglio stendere un velo pietoso, specialmente quando l'evocazione proviene ... ma va be', basta il velo pietoso, senza commenti.
Sul laicismo abbiamo già detto. Aggiungiamo solo che le ragioni del laicismo non tramontano facilmente, almeno tanto quanto sono millenaristiche ed ostinatissime le pretse clericali.
Varrebbe la pena di ricordare che era tacciato di laicismo anche Voltaire - l'illuminista, punto di riferimento del liberalismo - le cui opere hanno visto negato a lungo l'imprimatur da parte delle autorità cattoliche: quello stesso cattolicesimo in nome del quale parlano coloro che rimproverano alla sinistra uno scarso riguardo per il liberalismo.
Ma il punto più importante era che finalmente la sinistra democratica poteva liberarsi definitivamente da un clichè irrimediabilmente e storicamente in ritardo. Questo era il valore aggiunto che i “moderati”, come dici tu, avrebbero portato nel nuovo partito.
Quale valore? Quali moderati?
I partiti di sinistra ... di solito si dividono, sempre. Ci sarà una spiegazione?
Sì, una spiegazione c'è.
Premesso che una qualche divisione, in politica, si può generare ovunque, è assai più facile che si verifichi in quei movimenti che per loro natura sono destinati a progettare un sistema che non c'è, ossia una trasformazione dello status quo - quella che si chiama visione politica "trascendente", che trascende, ossia va al di là dell'esistente.
La costruzione, anche solo in ipotesi, di qualcosa che ancora non c'è non solo consente, ma quasi costringe ad una molteplicità di progetti, ognuno con un rapporto diverso rispetto alla realtà in atto e con uan visione diversa dell'obiettivo da raggiungere, e un'idea diversa sui mezzi per raggiungerlo.
Del resto, mi sembra quasi offensivo dire queste ovvietà rivolgendomi ai cattolici "moderati", che sanno certamente meglio di me quale sia la storia esemplare della propria religione e della propria chiesa, che offrono il più vasto e irrecuperabile esempio di divisione che si sia mai visto sotto i cieli del mondo: divisioni che si sono in massima parte create proprio nei primi secoli, ossia nei secoli fondativi, quando la missione era tutta da compiere e le strade non ancora segnate, e dunque tutte da inventare e aperte alla libera interpretazione di filosofi, teologi, visionari e condottieri d'ogni provenienza.