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E se avesse vinto Franceschini?

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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda pierodm il 04/11/2009, 0:23

Personalmente - a parte la disistima per il personaggio in sé - non mi dispiace affatto che Cicciobello se ne vada, quindi che abbia la voglia di fare un nuovo partito o che altro.
Non me ne frega niente se lo fa per convinzione o per opportunismo - probabilmente sono vere entrambe le cose, essendo l'opportunismo in Italia una delle convinzioni più diffuse.

Nel caso avesse vinto Franceschini, non mi sarebbe sembrata una gran differenza con Bersani e nemmeno una tragedia, e questa è l'unica cosa che mi fa storcere il naso sulle eventuali parole di D'Alema.
Ma non mi sarei scandalizzato della volontà di "fare sinistra" in sé e per sé: sarebbe anzi ora che qualcuno si decidesse a farlo, in un modo o nell'altro.
Forse nessuno se n'è accorto, ma in questo paese l'unica corrente forte di pensiero e d'azione che manca è proprio quella di sinistra: di fascisti, post-fascisti, democristiani, clericali, sedicenti moderati e ciccibelli ne abbiamo magazzini pieni.
Ultima modifica di pierodm il 04/11/2009, 2:29, modificato 1 volta in totale.
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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda pianogrande il 04/11/2009, 0:33

Gabriele.
Mi sembra un po' azzardato paragonare le primarie di Prodi con quelle di Dalema-Bersani.
Ricordiamoci la credibibilità nel CS dovuta all'azione ed alla figura di Prodi.
Dopo le tragiche delusioni che ci sono state in mezzo, parlerei di una meravigliosa tenuta (una fedeltà quasi cieca o, semplicemente, priva di alternative).
Ora, se l'unico risultato della rivoluzione di ottobre sarà Dalema candidato a ministro europeo e Bersani difensore delle sacre tradizioni, credo che l'alternativa bisognerà trovarla o lavorare per crearla.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda pierodm il 04/11/2009, 2:20

Mi era sfuggito il post di Manuela, che offre uno spunto interessante.

...anche se è entrato in campo un certo numero di giovani "cooptati" da una delle due maggiori mozioni; giovani che non hanno mai ambito a "uccidere il padre", prendendo il suo posto - con parole meno cruente: non hanno mai veramente conteso il partito ai vecchi dirigenti - ma si accontentano di aspettare che qualcuno faccia loro un po' di posto. Stanno sugli strapuntini in attesa che veng ail loro momento: l'esempio più eclatante è la Serracchiani, acclamata da molti come campionessa del rinnovamento, che, invece di candidarsi lei stessa si è ben accodata al suo potente riferimento.

E' vero.
Ma a qual'è la ragione di questa debolezza?
Io credo che risieda nel fatto che la competizione politica si sia ridotta, da tempo, a una questione di leadershop fine a se stessa.
In altri termini, non ci sono le condizioni, o non si ha la sensazione che ci siano le condizioni per proporre idee veramente nuove, poiché le idee davvero nuove sono idee che nascono da libertà di pensiero, ossia dalla prospettiva di avere la facoltà di immaginare e di poter proporre obiettivi "eretici" e in qualche modo scandalosi - politica come trascendimento dell'esistente.
Da tempo si è invece affermato - soprattutto a sinistra - uno stile di pensiero minimalista, ligio al politicamente corretto, centrato al massimo su un concetto assai perbenista di "buongoverno", appesantito per di più da mille paletti tattici, dalla necessità di mettere nel conto tutte le "ricchezze delle diversità"(vale a dire mille veti incrociati) e di essere ecumenici, ben accetti a tutti, attenti a non apparire troppo-qualunque-cosa.
Io sfido chiunque, anche un genio della politica, a inventarsi qualcosa in queste condizioni, e sfido qualunque giovane intelligente ad avere voglia di impegnarsi fino in fondo dovendo rispettare questo inferno di pregiudizi intellettuali e questo alveare di banalità e di mediocrità.
Al massimo avremo un'affluenza competitiva di furbi, o di abatini pallidi, destinati inesorabilmente a reggere la coda dei vecchi cardinali, rifacendone il verso giaculatorio con appena qualche patetica variazione.
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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda chango il 04/11/2009, 10:44

gabriele ha scritto:Dal 2005 ad oggi il PD ha perso nelle primarie più di 1 milioni di voti

...

Questa cosa dovrebbe far riflettere.

Dovrebbe far riflettere il fatto che nel PD stia affiorando lo zoccolo duro fedele al Partito e nessuno dei dirigenti dice nulla di nulla.

Personalmente, la cosa peggiore è che tutto ciò ormai non mi preoccupa più...

Gabrive


paragonare delle primarie di coalizione, come quelle di Prodi, con le primarie per eleggere un segretario di un partito non ha molto senso.
per quanto riguarda i numeri, il milione di voti in meno che si osservano sono quasi tutti riconducibili ad esponenti esterni al PD (Bertinotti, Mastella, Pecoraro Scanio, Di Pietro ecc.).
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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda Iafran il 04/11/2009, 13:51

Manuela ha scritto:Queste primarie, coi suoi (quasi) 3 milioni di elettori, ha, purtroppo, ratificato la classe dirigente che, arrivata da DS e Margherita, non aveva segnato (come era naturale fare) la minima discontinuità con la nascita del PD.
E anche per questo, ritengo, il PD non ha trovato negli elettori, quella credibilità che il progetto, nelle sue linee teoriche, meritava.
Ora, credo che le cose sarebbero state le stesse, anche se avesse vinto Franceschini: parlare di rinnovamento in presenza di tutti i vecchi arnesi che hanno guidato la politica almeno da 20 anni a questa parte (qualcuno anche di più) è del tutto velleitario. E lo è anche se è entrato in campo un certo numero di giovani "cooptati" da una delle due maggiori mozioni; giovani che non hanno mai ambito a "uccidere il padre", prendendo il suo posto - con parole meno cruente: non hanno mai veramente conteso il partito ai vecchi dirigenti - ma si accontentano di aspettare che qualcuno faccia loro un po' di posto. Stanno sugli strapuntini in attesa che veng ail loro momento: l'esempio più eclatante è la Serracchiani, acclamata da molti come campionessa del rinnovamento, che, invece di candidarsi lei stessa si è ben accodata al suo potente riferimento.
Quindi, anche le critiche di Rutelli (che pure nel merito sono in gran parte condivisibili) non hanno la minima credbilità, perché hanno come riferiettno un'appartenenza che andava, a suo tempo "superata", non rivendicata. Ma il superamento delle appartenenze, di tutte, è possibible solo in presenza di una classe dirigente nuova.
L'elettorato del PD ha avuto l'occasione di dare un segnale forte in direzione del cambiamento e dell'innovazione: l'ha perduta, peccato, in favore del mantenimento delle proprie, peraltro fragili, sicurezze.
Questo è, e, democraticamente, lo si deve accettare. Fino alla prossima occasione, se ci sarà.

Anch’io mi auguro che l’appartenenza vada superata (sempre di più).
Per superarla, però, bisogna averla avuta e sono soprattutto coloro che hanno “annullato” le rispettive storie politiche, e che hanno dato vita al nuovo soggetto politico, che dovrebbero mettersi continuamente in discussione.
Gli innovatori veri ci dovrebbero riuscire facilmente, gli altri del “notabilato” saranno, probabilmente, più restii e seguiranno per “inerzia” e per calcolo.

La discontinuità, penso, non può che essere graduale.
Una discontinuità netta (quale poteva apparire, a suo tempo e per certi versi, anche la candidatura di Grillo o di personaggi similari) con una nuova classe dirigente sarebbe stata un’assoluta novità, senza un passato condiviso, ma solo con storie personali.
A quali basi (idee) si sarebbero rapportati questi nuovi protagonisti? Tanto valeva che si mettevano in proprio.
Una nuova classe dirigente avrebbe rappresentato un’incognita e noi avremmo faticato a capire se diceva qualcosa di nuovo “sperato” o se portava le pecche di quella che l’ha preceduta?

“Cambiare tutto per non cambiare niente” poteva essere un rischio possibile. Chi avrebbe tenuto fuori gli opportunisti e i voltagabbana (sempre con il “vestito più nuovo alla moda”) dal nostro scenario?
Mi sembra ingeneroso non riconoscere meriti agli artefici (buoni) del PD, banco di prova per innovatori politici veri, vecchi o nuovi che siano, incluso Marino.

Ecco, i 378.211 consensi ricevuti da Marino sono significativi (12,54%) e non possono essere ignorati. I suoi elettori, secondo me, sbaglierebbero se si considerassero sconfitti e senza più voce in capitolo.
Lo stesso per gli elettori di Franceschini.

Il futuro del PD (e nostro), richiamando pierodm, rimane sempre affidato alle “idee che nascono da libertà di pensiero, ossia dalla prospettiva di avere la facoltà di immaginare e di poter proporre obiettivi "eretici" e in qualche modo scandalosi - politica come trascendimento dell'esistente”, che non sono prerogative di nessuno, né di ceto né di età.

Manuela, io penso che la maggioranza dell’elettorato non abbia perso “l'occasione di dare un segnale forte in direzione del cambiamento e dell'innovazione”, perché la sua larga partecipazione è legata a questo fine.
Adesso sta ai dirigenti realizzare la politica che vogliamo tutti indistintamente (rappresentati e non) e che va ben oltre il “mantenimento delle proprie, peraltro fragili, sicurezze”, a cui è incline il nostro “notabilato” nazionale e locale.
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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda gabriele il 05/11/2009, 19:24

pianogrande ha scritto:Gabriele.
Mi sembra un po' azzardato paragonare le primarie di Prodi con quelle di Dalema-Bersani.
Ricordiamoci la credibibilità nel CS dovuta all'azione ed alla figura di Prodi.
Dopo le tragiche delusioni che ci sono state in mezzo, parlerei di una meravigliosa tenuta (una fedeltà quasi cieca o, semplicemente, priva di alternative).
Ora, se l'unico risultato della rivoluzione di ottobre sarà Dalema candidato a ministro europeo e Bersani difensore delle sacre tradizioni, credo che l'alternativa bisognerà trovarla o lavorare per crearla.


Pianogrande, perdonami ma nel dire che paragonare le elezioni è un azzardo...l'hai compiuto...
Poni come vincolo, giustamente, la credibilità dei candidati ed è appunto questo un paragone. Di conseguenza la "grande tenuta", lascia il tempo che trova. Senza un candidato credibile che miri al Governo del Paese, stiamo freschi.

Possiamo anche far finta di nulla e affermare, come fanno alcuni, che le primarie sono andate bene, oppure che erano altri tempi e altre coalizioni, ma la realtà dei fatti è che il PD si sta fermando inesorabilmente verso la soglia critica dell'elettorato dello zoccolo duro.

Ma se questa cosa sta bene....

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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda gabriele il 05/11/2009, 19:29

chango ha scritto:per quanto riguarda i numeri, il milione di voti in meno che si osservano sono quasi tutti riconducibili ad esponenti esterni al PD (Bertinotti, Mastella, Pecoraro Scanio, Di Pietro ecc.).


Ovviamente la cosa è contestabile. Però tenendo per buona la tua affermazione, si può dedurre che il PD sia fermo.

Se il PD doveva avere questi risultati, tanto valeva non farlo. Oppure, si potrebbe cambiare qualcosa...o, meglio, qualcuno...

Occorre cercare quel valore aggiunto che Prodi era riuscito a dare all'Unione.

Come? Discutiamone

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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda disallineato il 05/11/2009, 19:32

Bersani rappresenta una svolta più socialdemocratica, come è nelle radici del PD. Le anime cattoliche rappresentano un anomalia dentro il partito di tradizioni socialiste.
Son contento che Franceschini sia uscito sconfitto.
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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda matthelm il 05/11/2009, 19:35

Non è che il Pd stia fermo, il PD sta cercando di cambiare pelle.

Il guaio è che si intravede una pelle "vecchia".

Ho letto poi quanto ha scritto il "disallineato". Ammesso che lui faccia testo conferma comunque il sentire dello zoccolo duro.

Gli zoccoli come si sa sono più di uno e il cavallo rischia quindi di incespicare.
Ultima modifica di matthelm il 05/11/2009, 19:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: E se avesse vinto Franceschini?

Messaggioda disallineato il 05/11/2009, 19:37

matthelm ha scritto:Non è che il Pd stia fermo, il PD sta cercando di cambiare pelle.

Il guaio è che si intravede una pelle "vecchia".


Importante sarebbe non ripetere quell'esperienza fallimentare dell'unione di prodiana memoria, che per fortuna è morta e sepolta.
Socialdemocratici senza alleanze con estremisti che rivendicano di essere comunisti con orgoglio. Ed è tutto dire.
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