Dal corriere.it :
AMBIENTE
I fiori ibridi della Toyota
per assorbire i gas-serra
La casa giapponese crea due piante concepite per ridurre l’impatto ambientale dei suoi impianti di produzione
MILANO - La Toyota si è messa a fabbricare fiori. Ibridi, come la Prius. E anche in questo caso la motivazione è ridurre l’impatto ambientale. La casa giapponese, criticata perché il processo di produzione della sua auto ecologica Prius sarebbe troppo inquinante, ha ingegnerizzato geneticamente due nuove specie di piante per assorbire i gas serra emessi dai suoi impianti. I due fiori – che derivano da un tipo di salvia e dalla gardenia – sono stati specificamente creati per essere coltivati presso l’impianto di produzione di Prius di Toyota City in Giappone.
SALVIA E GARDENIA - In particolare – riferisce la webzine Drive - la varietà proveniente dalla salvia è capace, attraverso le foglie, di assorbire il protossido d’azoto, un gas serra molto più dannoso della CO2; quella derivata invece dalla gardenia rilascia un vapore acqueo nell’aria riducendo la temperatura circostante; ciò permetterebbe alla Toyota di risparmiare energia per il sistema di raffreddamento e quindi di produrre meno CO2. Non è la prima volta che l’azienda nipponica ricorre al pollice verde per migliorare il proprio impatto ambientale. Nel 2008 ha piantato 50mila alberi al fine di controbilanciare le emissioni di CO2 dei suoi impianti; mentre nel suo impianto di Tsutsumi ha coltivato una varietà di erba dalla crescita più lenta, che richiede di essere tagliata solo una volta all’anno.
CARBON FOOTPRINT - In questo modo la casa giapponese spera di ridurre la sua ‘impronta del carbonio’ (carbon footprint), ovvero la quantità di gas serra emessi attraverso i suoi processi di produzione. Anche se qualcuno potrebbe interpretare l’intera operazione come una trovata di greenwashing, cioè come un restyling ecologico di facciata. Nell’attesa di verificare concretamente la riduzione dell’impatto ambientale prodotta dalle aiuole di fiori ci si può intanto godere il paesaggio.
Carola Frediani
02 novembre 2009