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Altro che conflitto di interesse ...

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Altro che conflitto di interesse ...

Messaggioda franz il 27/10/2009, 10:31

Il retroscena. Il 21 ottobre una telefonata avverte che la situazione è fuori controllo
I colloqui con il premier forse sono stati più di uno. E non tutti rassicuranti

"La sta cercando Palazzo Chigi"
i 15 minuti fatali del governatore

di CARLO BONINI

ROMA - Quali parole, suggerimenti, avvertimenti hanno davvero scambiato il presidente del Consiglio e Piero Marrazzo sull'affaire di via Gradoli, prima che questo esplodesse annichilendo il governatore? Tra i due vi fu davvero soltanto una telefonata? Come in altri passaggi cruciali di questa storia non c'è un solo protagonista o testimone che racconti la stessa cosa. Confermando, ammesso ce ne fosse bisogno, lo spessore della dissimulazione e l'opacità che ancora la avvolgono. Ma, soprattutto, ancora una volta, in questa storia c'è una testimonianza che all'improvviso mescola il quadro e documenta - come vedremo - quanto accade la mattina del 21 ottobre al Residence Ripetta, nel cuore di Roma, quando nessuno ancora sa né del dramma che sta per travolgere il governatore, né del filo che con lui ha annodato il presidente del Consiglio.

Nel racconto di Silvio Berlusconi o, meglio degli uomini del suo entourage politico-aziendale-mediatico, la telefonata con Marrazzo - come riferito ieri - è una. "Pochi giorni prima che il caso esploda". Il presidente del Consiglio avverte il governatore che il settimanale Mondadori "Chi" non userà il video che pure possiede.Ma "non potendo garantire per altri" che le aziende editoriali di proprietà, passa al governatore i contatti telefonici dell'agenzia che lo custodisce in quel momento (la Photo Masi di Milano) perché, se lo ritiene, possa provvedere da solo a comprare la merce ritirandola dal mercato del ricatto.

Luca Petrucci, avvocato di Marrazzo, conferma la circostanza. Ma la arricchisce di un dettaglio non proprio irrilevante. "E' vero. La telefonata c'è stata. Berlusconi si impegnò a non pubblicare, e rassicurò Piero, che in quel momento era disperato, sul fatto che, in ogni caso, avrebbe incaricato i "suoi" spazza immondizia di far comunque sparire il video dalla circolazione. La cosa, evidentemente, lo sollevò. Che poteva fare? Dire di no? E' stato un errore, certo. Si consegnava a un potenziale ricatto politico. Ma in quei frangenti credo che quel comportamento sia comprensibile, umano.... Una cosa è sicura. Piero, dopo la telefonata di Berlusconi, non si mosse in alcun modo per avviare una trattativa con chi aveva quel video".

È così che sono andate le cose? Agli atti dell'indagine - come riferiscono fonti qualificate della Procura - la ricostruzione di Petrucci trova una parziale smentita. Interrogato il pomeriggio del 21 ottobre dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, il governatore riferisce della telefonata di Berlusconi, del suo impegno a non pubblicare, dei "contatti telefonici", ma nulla dice sulla presunta promessa del presidente del Consiglio di far comunque sparire dalla circolazione il video. Ma, soprattutto, quel 21 ottobre accade anche qualcos'altro che sembra fare a pugni con l'immagine di un Marrazzo "sollevato" nei giorni precedenti l'interrogatorio.

La mattina del 21, infatti, al residence Ripetta, il governatore è ospite di un convegno del Pd dal titolo "Oltre la crisi economica". Con lui sono gli uomini dello staff e dell'ufficio di Presidenza. A un certo punto - riferisce una fonte presente in sala che chiede l'anonimato - è avvicinato con discrezione dal suo segretario, che gli porge il cellulare. "La cerca il presidente del Consiglio... ". Marrazzo si allontana dal convegno e non vi fa ritorno prima di un quarto d'ora. Un tempo molto lungo per scambiarsi soltanto un avvertimento, una rassicurazione che "lo solleva" e un numero telefonico di un'agenzia fotografica. Un tempo sufficiente però - ricorda il testimone - per restituire un uomo sconvolto al parterre dell'incontro pubblico. "Marrazzo era livido. Sembrava avesse avuto un malore. Tanto che chi gli era vicino chiese con insistenza se non era successo qualcosa di grave. Lui alzò il pollice. Ma davvero era difficile pensare che non stesse molto male".

Dunque, la mattina del 21, a poche ore dalla sua deposizione del pomeriggio in Procura, Marrazzo apprende dal presidente del Consiglio qualcosa che visibilmente lo sconvolge. Cosa? Se è vero che tra i due la telefonata è stata una soltanto, allora c'è qualcosa che non torna nella natura bonaria e rassicurante del colloquio. Se invece, come è possibile, le telefonate sono state più d'una, è allora verosimile che, quel giorno al "Ripetta", il governatore sappia dalla voce del presidente che la situazione è precipitata o sta per precipitare. Del resto, quella mattina del 21, la Photo Masi era già stata visitata dai carabinieri del Ros che avevano sequestrato il video. E Massimiliano Scarfone, l'intermediario della squadretta di ricattatori, interrogato, aveva parlato. Il che significava per Marrazzo non solo l'inizio della fine, ma anche l'impossibilità di avviare eventualmente qualsiasi contatto in proprio con l'agenzia che aveva il video. Se il governatore lo avesse fatto o meno nei giorni precedenti il 21 è una circostanza che gli atti di indagine allo stato non sono in grado di provare. E' un fatto che in Procura Marrazzo di trattative non abbia fatto cenno. Se non - come riferisce una qualificata fonte inquirente - per dire che lui i numeri di telefono di Berlusconi se li era addirittura "persi".

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Re: Altro che conflitto di interesse ...

Messaggioda franz il 27/10/2009, 10:37

Vorrei tenere separato l'argomento che affronto ora dal caso Marrazzo in se', già discusso altrove.
Mi pare strano che nessuno (almeno per ora) noti che è assolutamente atipico che un presidente del consiglio telefoni a Marrazzo intavolando quella discussione.
E' del tutto normale che un capo del governo sia avvisato dal ministro dell'intrno che polizia e magistratura indagano su un caso in cui è coinvolto un governatore regionale.
Non è normale che Berlusconi venga a sapere della cosa per il tramite di un giornale che possiede e che garantisca impunità e segretezza sul caso. Mentre con l'altra mano magari (è un'ipotesi) dice al ministro dell'Interno di far emergere al piu' presto il caso, con arresti rumorosi (4 carabinieri).

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Re: Altro che conflitto di interesse ...

Messaggioda ranvit il 27/10/2009, 10:48

A questo proposito, D'Avanzo sempre su Repubblica :
http://www.repubblica.it/2009/10/sezion ... -caso.html
fa una serie di interessanti considerazioni.
Siamo nel pieno di una "guerra sporca", ma a differenza di altri Paesi (Usa, Francia etc) dove tale guerra è tutto sommato positiva perchè fa emergere i lati bui di tanti politici, qui da noi ha un risvolto terribile perchè Berlusconi è quasi il monopolista di tale guerra.

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Altro che conflitto di interesse ...

Messaggioda Iafran il 27/10/2009, 17:21

ranvit ha scritto:A questo proposito, D'Avanzo sempre su Repubblica :
http://www.repubblica.it/2009/10/sezion ... -caso.html
fa una serie di interessanti considerazioni.
Siamo nel pieno di una "guerra sporca", ma a differenza di altri Paesi (Usa, Francia etc) dove tale guerra è tutto sommato positiva perchè fa emergere i lati bui di tanti politici, qui da noi ha un risvolto terribile perchè Berlusconi è quasi il monopolista di tale guerra.

Ma qualcuno crede veramente che il “Capo” si dedichi soltanto a curare solo i suoi interessi più contingenti?
L’apparato che ha sulle sue spalle è inimmaginabile, oltre alla possibilità di aumentare giorno per giorno.

Prodi gli ha stretto pure la mano quando gli ha fatto le consegne a Palazzo Chigi.
Il professore era rispettoso dell’esito del voto.
Ma come veramente può avere avuto quei consensi?
Con l’anticomunismo o con l’antilegalità?

Il suo entourage si dedica solo a tessere macchinazioni, non dimentichiamo i vari dossier (l’affare Mitrokhin, Telecom Serbia, etc.) che dovevano fomentare i dubbi sulle capacità degli avversari, mentre la violazione della privacy è il campo preferito, perché si va a colpire l’intimo: il caso Mesiano è il più emblematico ma anche il più innocente; i casi, invece di Sircana, Boffo la dicono lunga sulla ricerca di queste notizie giornalistiche e sul ruolo che può avere il proprietario dei giornali.

Il caso Marrazzo può essere benissimo una manovra dall’alto: una volta che si conoscono i vizi (le virtù non interessano affatto, vedi gli oltraggi ai Senatori a vita) si agisce di conseguenza per avere prove (filmati piccanti e pratiche illecite) e per servirsene.
Con una fava due piccioni: dimissioni con nuove elezioni e legge più severa che tuteli la privacy.
Senza più controlli ed intercettazioni telefoniche si può fare e disporre a proprio piacimento: la giustizia non avrà più prove in mano.

Si fermerà questa prassi così redditizia?
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Re: Altro che conflitto di interesse ...

Messaggioda mauri il 27/10/2009, 18:23

concordo, come già detto altrove,la sinistra è avvertita ora a grandi lettere,
ci aggiungo il caro mastella che ci ha fatto cadere, ed ora paga spero, de gregorio e altri traditori che si sono fatti comprare da berlusconi

Iafran ha scritto:Si fermerà questa prassi così redditizia?


no, e torniamo alle solite, il problema non è stato risolto a monte, d'alema e c. non hanno fatto la legge sul conflitto d'interessi e questo errore lo stiamo pagando da anni encora di più oggi, anche questo lo considero un tradimento
quindi queste persone se ne devono andare, dimettersi e andare fare pensionati di lusso, che se ne vadano a pescare...
ciao, mauri
mauri
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