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A proposito di "nuove strategie" ...

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

A proposito di "nuove strategie" ...

Messaggioda franz il 12/10/2009, 8:50

È accaduto stamane a Milano in via perrucchetti
Ordigno davanti alla caserma
Due feriti di cui uno grave

Sul posto il 118, carabinieri e polizia

MILANO - Un'esplosione si è verificata, stamani, a Milano, davanti a una caserma. Sul posto il 118 sta medicando due feriti di cui uno grave. Al momento non si hanno altri particolari.

PERRUCCHETTI - Si tratta, secondo quanto si è appreso, della caserma Santa Barbara di via Perrucchetti (zona Baggio).
http://www.corriere.it



Una nuova strategia della tensione?
O un kamikaze straniero?

Franz
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Re: A proposito di "nuove strategie" ...

Messaggioda franz il 12/10/2009, 11:50

È accaduto alle 7.45 in piazzale Giuseppe peRrucchetti A mILANO
Libico con bomba artigianale
si fa esplodere in caserma

Bloccato dai militari, l'uomo ha azionato un ordigno nascosto in una cassetta degli attrezzi: ha perso una mano. Ferito il caporale 20enne che era di guardia


MILANO - Sono in piena fase di svolgimento, con i rilievi della Scientifica e degli artificieri, le operazioni di accertamento della dinamica dell'attentato compiuto alle 7.45 alla caserma Santa Barbara di Milano. Il bilancio è di due feriti: l'attentatore, in gravi condizioni, e un militare ventenne, che ha riportato ferite lievi. Sul posto, tra i numerosi funzionari dirigenti e ufficiali di Polizia, Carabinieri ed Esercito, oltre al procuratore aggiunto di Milano Armando Spataro, coordinatore del pool Antiterrorismo, il questore, Vincenzo Indolfi, il Comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri, Colonnello Sergio Pascali e il Comandante della Polizia locale, Tullio Mastrangelo. In particolare, oltre ai rilievi della Scientifica, gli uomini della Digos e del Nucleo informativo dei carabinieri, in collaborazione con i più alti ufficiali del presidio militare, stanno ricostruendo la dinamica e soprattutto sentendo le testimonianze del ferito e degli altri militari presenti al momento dello scoppio. La Procura di Milano ha aperto un'inchiesta; a coordinare le indagini sarà il sostituto procuratore Armando Spataro.

LO SCOPPIO - L'esplosione è avvenuta alle 7.45 davanti alla caserma sede del Primo Reggimento Trasmissioni e del Reggimento artiglieria a cavallo dell'esercito di piazzale Giuseppe Perrucchetti, a Milano (zona Forze Armate). Un uomo di nazionalità libica, di 35 anni, è arrivato davanti alla porta carraia con un pacco che conteneva un ordigno rudimentale di bassa potenza, nascosto in una cassetta degli attrezzi. L'uomo ha cercato di approfittare dell'ingresso di un militare che stava entrando nella struttura a prendere servizio con la sua auto, una Fiat Punto. L'attentatore ha cercato di intrufolarsi, ma gli si sono parati davanti i militari di guardia che, per fortuna, erano a qualche metro di distanza. È stato a quel punto che ha fatto esplodere il rudimentale ordigno. Prima avrebbe urlato solo alcune parole in arabo. Il comandante della caserma Perrucchetti, il Colonnello Valentino De Simone, e fonti investigative hanno «smentito categoricamente» che il libico abbia proferito frasi inerenti ai nostri militari in Afghanistan, come inizialmente era stato riferito. Dai documenti l'uomo risulta cittadino libico, nato nel 1974, in regola con il permesso di soggiorno.

L'ESPLOSIVO - Nella cassetta degli attrezzi c’erano circa due chili di esplosivo artigianale: fortunatamente solo una parte è esplosa, altrimenti la potenza dello scoppio sarebbe stata tale da far crollare l’ingresso della caserma.

IL CAPORALE FERITO - Nello scoppio è rimasto ferito Guido La Veneziana, un caporale di 20 anni del primo regimento Trasmissioni, di servizio in quel momento in caserma; si è rialzato subito, ha rifiutato il ricovero e ha parlato con gli investigatori. Una scheggia lo avrebbe colpito di rimbalzo, procurandogli ferite lievi alla testa.

L'ATTENTATORE - Grave invece il libico: il personale del 118, dopo averlo intubato e stabilizzato, lo ha portato all'ospedale Fatebenefratelli in codice rosso. L'uomo, che ha perso una mano e presenta ferite gravi al volto, è ricoverato al Pronto soccorso, e il personale medico sta effettuando accertamenti clinici. L'uomo è piantonato da un nutrito numero di poliziotti e carabinieri che presidiano l'ingresso del pronto soccorso, che si affaccia su via Castelfidardo con quattro agenti e una Volante, e gli ingressi e i corridoi del reparto. «Ha la mano distrutta - spiega Dario Boccanera, direttore del Dipartimento di Chirurgia plastica dell'ospedale Fatebenefratelli del capoluogo lombardo - ma ha anche gravi lesioni alla faccia, con il rischio di perdita della vista». L'uomo ha una convivente e tre figli; la donna è stata sentita dagli inquirenti.

IL BIGLIETTO DEL TRENO - Il presunto attentatore «sembra fosse giunto a Milano ieri da Napoli, in tasca gli investigatori gli hanno trovato un biglietto ferroviario»: lo ha riferito il consigliere provinciale Giovanni De Nicola parlando ai cronisti in piazzale Perrucchetti. Il politico parla di un «episodio molto, molto preoccupante, che dà l’idea di un piano organizzato e di una possibile base dell’attentatore a Milano».

LE INTERCETTAZIONI - La caserma Santa Barbara era tra gli obiettivi di due presunti terroristi marocchini arrestati a Milano nel dicembre 2008, che progettavano una serie di attentati proprio nel capoluogo lombardo. E ora l'obiettivo degli inquirenti è quello di accertare se l'attentato di oggi sia in qualche modo collegato agli arresti di un anno fa. Il nome della caserma venne fuori da una telefonata intercettata dalla Digos in cui i due marocchini indicavano anche altri obiettivi: l'Ufficio stranieri e la sede del terzo reparto mobile della Polizia in via Cagni, a Milano, la caserma dei carabinieri di Giussano e la sede della Compagnia dell'Arma a Desio, il parcheggio del supermercato Esselunga di Seregno. I due marocchini, Rachid Ilhami, di 31 anni predicatore del centro culturale «Pace» di Macherio, e Gafir Abdelkader, di 42, furono arrestati il 2 dicembre del 2008: di loro gli investigatori dissero che si trattava di «cani sciolti» pervasi però da forte radicalismo islamico. Dalle intercettazioni è emerso che il gruppo - oltre ai due arrestati l'indagine ha riguardato altre sette persone - dalla predicazione era passato a studiare gli effetti degli ordigni, le tecniche di autodifesa e come utilizzare sostanze comuni per creare ordigni. «Ci vuole qualcosa che rimanga nella storia, così avresti il riconoscimento di Dio e la grazia di Dio» diceva uno dei due arrestati in una conversazione intercettata a settembre 2008. E in un'altra: «Tu vai dentro, per esempio in una caserma dei carabinieri e ci sono 10, 15 militari, e se li terrorizzassimo?» commentavano. Secondo gli investigatori si trattava comunque di personaggi non inseriti in alcuna organizzazione e che, non essendo riusciti a trovare i contatti necessari per recarsi nelle zone di guerra, avevano deciso di combattere la propria battaglia in Italia.


12 ottobre 2009
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Re: A proposito di "nuove strategie" ...

Messaggioda pianogrande il 12/10/2009, 14:37

Di strategia della tensione direi che ce n'è gia da vendere con il comportamento del "premier".
Questa potrebbe essere, semmai, una strategia della diversione; sul filone delle continue azioni per pensare ad altro e parlare di altro.
Quando il prestigiatore attira la tua attenzione sulla mano sinistra, ti sta fregando con la destra.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: A proposito di "nuove strategie" ...

Messaggioda pagheca il 12/10/2009, 14:55

cioe' secondo te sarebbero i servizi segreti guidati da SB a inviare un tizio con una bomba in mano in una caserma a farsi esplodere?

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Re: A proposito di "nuove strategie" ...

Messaggioda pianogrande il 12/10/2009, 22:37

pagheca ha scritto:cioe' secondo te sarebbero i servizi segreti guidati da SB a inviare un tizio con una bomba in mano in una caserma a farsi esplodere?

pagheca


No, no.
Era solo una risposta a Franz preceduta, infatti, da un semmai.
Tutte considerazioni di carattere generale per le quali quanto accaduto era solo uno spunto.
Fermo restando che quella del prestigiatore era, comunque, riferita a Berlusconi.
Fotti il sistema. Studia.
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