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Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda mauri il 09/03/2009, 11:21

concordo su quanto affermi, riflettere ma poi bisogna decidere e in tempi rapidi,
per ora solo dal solare i tempi sono rapidi
forse per il 2020 possiamo centrare kyoto con eolico, sole, mare, vulcani e nel frattempo la ricerca ha scovato minireattori nucleari da piazzare nelle città oppure ha trovato il moto perpetuo per farci andare anche in auto senza benzina

di lavoro nel deserto? interessante e magari con la digitale fai qualche scatto anche agli strani selvatici cileni
buon viaggio, mauri
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Nico Guzzi il 09/03/2009, 14:06

Mi dispiace, rimango della mia idea, non voglio lasciare ai miei figli il nucleare, alla luce anche dello scandalo appena uscito su un inceneritore di roma che pare smaltisse rifiuti tossici, i rifiuti che sono il principale problema della nostra cultura ma che tutti si guardano bene dal trattare approfonditamente, oltretutto io guardo il futuro e nessuno mi convincerà che il nucleare è il futuro.
http://www.radioradicale.it/scheda/2744 ... vvenimenti
Nico Guzzi
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Pd, Siti Scelti Da Imprese Anche Contro Volonta' Regioni

Messaggioda mauri il 12/05/2009, 19:49

bene
e spero che finalmente con franceschini il pd faccia una scelta definitiva verso la difesa dell'ambiente e dei suoi abitanti
la stessa scelta secca anche su altri argomenti e tematiche come la caccia, della seta se ne faccia carico visto che lui l'argomento lo conosce e sa di cosa parla
buona serata, mauri



Nucleare: Pd, Siti Scelti Da Imprese Anche Contro Volonta' Regioni

da 51 minuti
Asca

(ASCA) - Roma, 12 mag - ''I siti delle nuove centrali verranno scelti dalle imprese e potranno essere localizzati anche contro il parere della Regione che dovra' ospitarli, gli impianti saranno equiparati ad installazioni militari e le informazioni sul loro funzionamento saranno inaccessibili ai cittadini: ecco il nucleare di Berlusconi e Scajola''. Roberto Della Seta, capogruppo Pd nella Commissione Ambiente del Senato commenta cosi' l'approvazione oggi nell'Aula del Senato degli articoli del disegno di legge del governo sullo sviluppo che riaprono all'energia nucleare in Italia. ''Questo provvedimento - afferma Della Seta - era gia' vecchio quando il governo l'ha presentato quasi un anno fa, ora e' addirittura decrepito. Mentre tutti i Paesi industrializzati vanno verso l'innovazione e le fonti rinnovabili, per Berlusconi e Scajola i problemi energetici dell'Italia si risolvono ricominciando a produrre energia nucleare tra 20 anni. Pura propaganda ideologica, aggravata dal fatto che i siti nucleari verranno scelti liberamente dalle imprese che li realizzeranno, alla faccia del federalismo potranno essere localizzati anche contro la volonta' delle Regioni, e saranno di fatto militarizzati''. Per Della Seta ''se si voleva discutere di nucleare si doveva farlo seriamente, a partire dai fatti. E i fatti dicono che nel mondo il nucleare non e' certo in crescita. Dicono che costruire una centrale e' molto costoso e che per questo le nuove centrali si fanno quasi soltanto in Paesi dove gli investimenti li paga lo Stato. Dicono che da oltre vent'anni negli Stati Uniti non entra in funzione un nuovo impianto. Dicono che se l'Italia realizza 4 centrali da 6400 MW, questo ci costera' non meno di 20/25 miliardi e che il contributo di queste quattro centrali ai consumi di energia sara' inferiore al 5%. La verita' e' che questo disegno di legge nel nome del nucleare ignora del tutto i veri nodi da sciogliere per dare all'Italia una politica energetica rinnovata ed efficace: come incentivare l'efficienza energetica, come colmare il gap rispetto ai grandi Paesi europei sulle nuove rinnovabili, come spingere la ricerca sulle nuove tecnologie energetiche dal sequestro di CO2 all'idrogeno. Queste - conclude Della Seta - sono le strade del futuro energetico, indispensabili per combattere i cambiamenti climatici e anche per aiutare l'Italia ad uscire prima e meglio dalla crisi economica''.
http://it.notizie.yahoo.com/19/20090512 ... fdfba.html
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda ranvit il 13/05/2009, 10:34

Da repubblica.it :

DOSSIER
Centrali in Puglia, Sardegna e Piemonte
contro i rischi di terremoti e inondazioni
La mappa dell'Enea. L'innalzamento dei mari mette fuori gioco larghi tratti di costa
di MAURIZIO RICCI

ROMA - In Sardegna, dalle parti di S. Margherita di Pula a sud. O anche sulla costa orientale, fra S. Lucia e Capo Comino. O più giù, davanti a Lanusei, alla foce del Rio Mannu. In Puglia, sulla costa di Ostuni. Lungo il Po, dal vercellese fino al mantovano, dove già esistevano le centrali di Trino e di Caorso. I siti dove localizzare le nuove centrali sono pochi e rischiano di essere molto affollati. Nei prossimi mesi, dovranno essere stabiliti i parametri, in base ai quali decidere dove collocare le future centrali. Sarà una fase di intenso mercanteggiamento con le autorità e le comunità locali, ma i margini di manovra sono ristretti anche dalla particolare conformazione geologica e costiera italiana.
Si può partire dalla mappa dei possibili siti che il Cnen (poi diventato Enea) disegnò negli anni '70. E' una mappa, però, largamente superata dagli eventi. In molte aree si è moltiplicata la densità abitativa, che il Cnen considerava un parametro sfavorevole. Soprattutto, è cambiato il rapporto con l'acqua. Le centrali hanno bisogno di molta acqua per raffreddare i reattori (questa acqua circola, naturalmente, fuori dal reattore) e, per questo vengono, di solito, costruite vicino ai fiumi o al mare. Il rischio, quando si tratta di fiumi, sono le piene, più frequenti negli ultimi decenni. Ma è un pericolo relativo: la centrale di Trino Vercellese, sette metri sopra il livello del Po, è sopravvissuta all'asciutto a due piene catastrofiche. Il problema, in realtà, non è troppa acqua, ma troppo poca. Il riscaldamento globale sta diminuendo la portata dei fiumi e c'è il dubbio che, in estate, la portata del Po non sia sufficiente per il raffreddamento delle centrali, mentre, contemporaneamente, si acuisce il problema di salvaguardare le falde acquifere, ad esempio in una zona di risaie, come il vercellese.
L'alternativa sono le coste e l'acqua del mare. Ma il riscaldamento globale innalzerà progressivamente, nei prossimi decenni, il livello dell'Adriatico, del Tirreno e dello Jonio, ponendo a rischio allagamento centrali costruite per durare, mediamente, una cinquantina d'anni. Il Cnen, ad esempio, aveva indicato fra le aree più idonee il delta del Po e quello del Tagliamento, nell'Adriatico settentrionale. Ma il suo successore, l'Enea, definisce tutta la costa adriatica a nord di Rimini come la zona italiana a più alto pericolo di allagamento, con un innalzamento - minimo - del livello del mare di 36 centimetri. In effetti, quest'altra mappa dell'Enea ripercorre gran parte della costa italiana. Sia Piombino che l'area della vecchia centrale di Montalto di Castro, nel Lazio, ad esempio, scontano un innalzamento minimo del livello del mare di 25 centimetri.
E lontano dalle coste? Qui, il problema sono i terremoti. Sono poche, come mostra la storia recente e meno recente, le zone italiane esenti dal rischio sismico. Secondo la carta dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, davvero al riparo dai tremori della terra ci sono solo, oltre alla Sardegna, l'area di confine fra Piemonte e Lombardia e l'estremo lembo della Puglia. Naturalmente, una centrale può essere costruita con le più avanzate tecniche antisismiche. Qui, però, il problema non è tanto - o soltanto - l'eventualità di uno scuotimento catastrofico, che spacchi il reattore e riversi all'esterno la radioattività. Il problema sono fenomeni che compromettano il funzionamento del reattore. In Giappone, la più grande centrale atomica al mondo (Kashiwazi-Kariwa, non lontana da Tokyo) è ferma da due anni, in seguito ad un terremoto. L'impianto era stato costruito per reggere terremoti fino al grado 6 della scala Richter, ma si è rivelato un parametro ottimistico. Il terremoto del 2007 è stato pari a 6,8 gradi, una differenza enorme: dato che la scala è logaritmica, un grado in più significa un terremoto trenta volte più distruttivo. Non ci sono stati pericoli alla salute pubblica o fughe di radioattività, ma la Tepco (Tokyo Electric Power) ha dovuto, dal luglio del 2007, fermare i reattori, con un danno economico di quasi 6 miliardi di dollari, solo nel primo anno. Solo in questi giorni la Tepco si prepara a riavviare uno degli otto reattori della centrale.
Se sovrapponete la mappa dell'Enea sull'allagamento delle coste a quella dell'Istituto di geofisica, le aree a totale sicurezza (a prescindere dagli altri possibili parametri) che ne risultano sono quelle poche zone della Sardegna, della Puglia e del corso del Po. Qui, presumibilmente, si dovrebbero concentrare le centrali del piano nucleare italiano. Ma quante? Il governo ha finora parlato di quattro centrali. L'obiettivo dichiarato, tuttavia, è arrivare a soddisfare, con il nucleare, il 25 per cento del fabbisogno elettrico italiano. Le quattro centrali di cui si è, finora, parlato, arrivano, però, a poco più di un terzo. Secondo le previsioni della Terna, che gestisce la rete italiana, infatti, il fabbisogno elettrico italiano richiederà, già nel 2018, una potenza installata di 69 mila Megawatt. Le quattro centrali prospettate - che, peraltro, anche nell'ipotesi migliore, sarebbero completate 7-8 anni più tardi del 2018 - ne offrono solo 6.400, cioè il 9,2 per cento. Per arrivare al 25 per cento del fabbisogno, occorrono 17.500 Megawatt di potenza, quasi il triplo. In buona sostanza, per centrare quell'obiettivo non bastano quattro centrali da 1.600 Mw, come quelle ipotizzate finora. Ce ne vogliono 11.
Tutte in Sardegna, Puglia e Piemonte? E a quale costo? L'industria francese calcola, oggi, per la costruzione in Francia di una centrale tipo quelle italiane, un costo minimo di 4,5 miliardi di euro. I tedeschi di E. On scontano, per la costruzione di una centrale analoga, in Inghilterra, un costo di 6 miliardi di euro. Se si ritiene più attendibile, nel caso italiano, la valutazione di E. On per la centrale inglese, il costo complessivo dei quattro impianti italiani sfiora i 25 miliardi di euro. Per 11 impianti, da varare in rapida successione, si arriva vicini a 70 miliardi di euro, una cifra superiore al 4 per cento del prodotto interno lordo nazionale.

(13 maggio 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
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turisti benvenuti a nuclitaly

Messaggioda mauri il 13/05/2009, 14:42

abbronzature assicurate all'ombra dei funghetti, depilazione gratuita, schampo alle scorie, acque termali radioattive, ...
beh dovremo spingere il turismo altrimenti dove troviamo i 30-40 miliardini
io dico giusto bisogna decidere altrimenti si mena il can per l'aia e si perde tempo, ma qui si parla di 20-30 anni per avere un 5 x 100 di nuclux
ma decidere sbagliando con la sicurezza di sbagliare vuol dire essere dei mafiosi perchè i soldi da gestire e rubare sono tanti oltre al potere gustoso
questi nuovi potenti che stanno gustando il piacere del potere e dei soldi ora non molleranno più il timone, anche la lega ci ha preso gusto all'odore e il sapore dei soldi
roma ladrona? no ora si legge lega ladrona, lega razzista, casa dei morti, casa dei mafiosi
la vedo brutta
speriamo nelle europeeee, pensaci tu francis

http://www.repubblica.it/2009/04/sezion ... leare.html
mauri
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda mauri il 15/07/2009, 11:15

è evidente che i grandi capitali non sono interessati altrimenti investirebbero nell'eolico invece che nel nucleare desueto e pericoloso, e il ne governo rappresenta e favorisce gli industriali e se ne fotte dei cittadini e della loro volontà
ciao, mauri

Energia: Amici Terra, Da Eolico Contributo Marginale

(ASCA) - Roma, 15 lug - Secondo un'elaborazione dei dati compiuta dall'associazione Amici della terra e diffusa oggi in occasione del convegno ''La speculazione dell'eolico - palazzinari dell'energia'', l'eolico rappresenta oggi un contributo del tutto marginale al bilancio energetico, pari al 5,3% dei consumi finali di energia prodotta da fonti rinnovabili e allo 0,25% dei consumi finali complessivi. Questo marginalita' restera' tale anche in futuro: in base alla Position Paper del Governo italiano che stima il contributo massimo di ogni fonte rinnovabile agli obiettivi europei, nel 2020 la produzione eolica, pur triplicando i propri impianti, sara' pari al 7,9% dei consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili e al 1,3% di consumi finali complessivi. Prendendo a riferimento il costo medio degli impianti eolici stimato in Europa, il fisico Domenico Coiante ha elaborato un grafico che mostra come gli impianti con ventosita' equivalente a circa 1.600 ore risultino gia' competitivi in assenza di incentivi. Con l'incentivazione vigente in Italia risultano redditizi anche i siti con appena 900 ore. Cio' spiega il gran numero di nuove autorizzazioni richieste (25.000), in parte gia' approvate, in parte in fase istruttoria, addirittura eccedenti le previsioni dell'Anev.
http://it.notizie.yahoo.com/19/20090715 ... fdfba.html
mauri
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda franz il 15/07/2009, 11:56

mauri ha scritto:è evidente che i grandi capitali non sono interessati altrimenti investirebbero nell'eolico invece che nel nucleare desueto e pericoloso, e il ne governo rappresenta e favorisce gli industriali e se ne fotte dei cittadini e della loro volontà

Già ma perché non sono interessati?
Il concetto di "interesse" è relativo al ritorno dell'inventimento.
Spendo 100 e nel giro di tot anni ricupero l'investimento ed inizio a guadagnare.
Chi spende quei 100 (chi ci mette il grano) ha un princpale interesse. Guadagnare.
A parità di investimento, eolico e solare per ora fanno guadagnare di meno.

Un esempio.
A: un cammion che costa 100'000 euro e che, con tre o quattro autisti che fanno turni di 8 ore, posso impiegare 24 su 24, sette giorni su sette. Diciamo 8500 ore all'anno togliendo le ore di manutenzione.
B: un cammion che costa 400'000 euro e che posso far viaggiare solo 1900 ore all'anno.

E chiaro che le merci trasportate dal cammion B saranno molto piu' costose mentre il Cammion A puo' fare tariffe piu' basse. Alla fine è il consumatore che paga.

Qui non è un problema di avidi speculatori in cerca di interessi ma solo di buon senso.
Nucleare, idoelettrico e termoelettrico hanno una affidabilità di produzione e costi piu' bassi di invenstimento.
Chiunque sceglierebbe il cammion A: a meno che non ci siano forti sussidi che spingano per il B:

Chiaramente le cose possono cambiare se l'innovazione e la tecnologia riduono i costi di investimento ed aumentano le ore di produzione di energia. Nel campo del solare questo è possibile con il solare termico, ma servono grandi spazi (nel deserto del Sahara) mentre con l'eolico l'unica seria possibilità per ora è con il progetto kitegen (elotico di alta quota). Vedere http://www.kitegen.com/index_it.html

Ciao,
Franz
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda mauri il 16/07/2009, 17:03

franz ha scritto:Chiunque sceglierebbe il cammion A: a meno che non ci siano forti sussidi che spingano per il B:


sussidi che ci sarebbero, sufficienti anche per finanziare la ricerca, parlo dei 40 e più miliardi che serviranno per fabbricare centrali nucleari tecnologicamente superate, i più sono riferiti allo smaltimento delle scorie e lo smantellamento sucessivo per nonparlare della devastazione di un territorio e in questo caso 4
soldi che sarebbero investiti per avere energia subito e non tra 20-30 anni con il prezzi dell'uranio alle stelle
il pd deve fare una feroce opposizione con un suo programma energetico pulito e opposto al cdx
ciao, mauri
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Gab il 07/10/2009, 22:52

Lo so che in queste ore sono un po' fuori tema pero' vi volevo segnalare questo servizio del TG5 delle 13
del 6 Ottobre 2009 che potete vedere in questa pagina

http://www.video.mediaset.it/mplayer.ht ... 8_servizio

Guadatevi dal minuto 20:20 al minuto 22:48 .

Come lo definireste questo servizio?
Il primo passo verso una informazione corretta sul nucleare o un primo passo verso il tentativo di convincerci che nucleare e' bello?

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Nucleare, tre italiani su quattro non vogliono centrali

Messaggioda franz il 09/10/2009, 7:53

ENERGIA
Nucleare, tre italiani su quattro
non vogliono centrali in 'casa'

Il sondaggio Il 72% della popolazione continua a non fidarsi dell'atomo
e vorrebbe puntare sulle alternative eolica e solare di ANTONIO CIANCIULLO

Tre italiani su quattro non vogliono nemmeno prendere in considerazione l'idea di una centrale nucleare nella propria provincia. E il 72 per cento non crede che le attuali tecnologie nucleari garantiscano elevati standard di sicurezza.

E' il verdetto che esce dall'indagine sulla democrazia energetica condotta dall'Istituto Format per conto di Somedia su un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (sono state effettuate 1.000 interviste con il sistema Cati dal 14 al 17 settembre 2009). L'atomo esce bocciato in modo netto, nonostante il lungo pressing del governo che ha aperto all'industria francese del settore, in forte difficoltà di bilancio e alle prese con l'aspro contenzioso giudiziario per l'impianto di nuova generazione che sta subendo un rinvio dopo l'altro in Finlandia.

Che il nucleare non piaccia agli italiani del resto sembra essere una conclusione alla quale è arrivato anche Palazzo Chigi: il governo ha deciso di rinviare la definizione dei siti per le quattro centrali che intende costruire a un periodo successivo alle elezioni regionali di primavera. Ma come produrre l'energia che sarà comunque necessaria, anche spingendo al massimo sulla leva dell'efficienza? Ecco l'indice di gradimento sulle rinnovabili che emerge dall'indagine di Format diffusa oggi al convegno Energetica, organizzato da Somedia. Al primo posto c'è il solare fotovoltaico con il 48,6 per cento. Al secondo l'eolico con il 25,9 per cento. Al terzo il solare termico con il 17,3 per cento. Poi vengono le biomasse (2,6 per cento), le onde marine (3,3 per cento), la geotermia (1,3 per cento), il mini idroelettrico (1,0 per cento).

Il livello di conoscenza delle fonti di energia rinnovabili non è risultato molto alto. Ha affermato di conoscere “molto bene” l'energia solare fotovoltaica il 26,4% del campione, l'energia solare termica il 17,1 per cento, l'energia eolica il 26,6 per cento, l'energia da biomasse il 12,3 per cento, l'energia dalle onde del mare il 7,5 per cento, la geotermia il 10,8 per cento ed il mini-idroelettrico il 6,3 per cento.

http://www.repubblica.it
Ultima modifica di franz il 09/10/2009, 8:10, modificato 1 volta in totale.
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