Quella che segue e' una e-mail che ho inviato oggi ad alcuni amici del circolo PD di Londra che si sono battuti per la candidatura Marino. Sono le mie conclusioni dopo la campagna e mi interessava farvele conoscere. Ci sono anche riferimenti alla latitanza su internet dei candidati a segretario (e dei nostri politici) che riprendono un discorso fatto per la prima volta mesi fa.
pagheca
__________________________________________
Ho preferito attendere che fossero trascorse le votazioni prima di inviare il commento promesso ma a questo punto vorrei tirare qualche conclusione su questa campagna. Scusate il mail fiume, ma vorrei stimolare una discussione fra di noi "expat" del PD, e ho cercato di esprimere le cose con la massima concretezza e chiarezza che mi e' possibile.
Sono entrato nel PD dopo avere letto un articolo su Il Manifesto di Paolo Flores D'Arcais che invitatva a entrare nel PD visto che si tratta, di fatto, dell'unico partito a vocazione maggioritaria alternativo al PdL. Ho sempre votato partiti piu' a sinistra del PD, nonostante ne cogliessi i molti limiti. Ma oggi ritengo che la crisi del nostro Paese crisi sia immensa, e che di questo siano responsabili sia la politica, che l'informazione, che l'elettorato stesso, che dopo anni e anni di decadenza si e' ormai disabituato a valutare correttamente la situazione, a concentrarsi sui problemi reali, e a convincersi che la politica e' la scienza dei compromessi e che pretendere di essere in totale armonia con il proprio partito e' assurdo. Per questo ho deciso di iscrivermi al PD e di partecipare alla campagna per iil segretario.
Personalemnte ho molto apprezzato del PD il tentativo di rifondare e innovare la democrazia del partito per puntare poi a una rifondazione di quella del Paese. Credo che questa discussione che si e' creata sulle mozioni, la candidatura di 3 *veri* candidati (rispetto alle prime primarie gia' c'e' stato un ulteriore avanti), valga gia' di per se lo sforzo fatto, e ho invitato gli amici, in ogni sede, a vedere le cose cosi', come un grande passo avanti.
Detto questo penso che ancora siamo molto lontani dall'obiettivo finale di un leader in grado di cambiare veramente il paese che dev'essere il vero obiettivo, invece di quello di vinvere le elezioni. I 3 candidati non mi sembrano dei fuoriclasse, hanno dimostrato - ma magari impareranno dopo - di avere competenze e fantasia limitate, mi sembrano privi di carisma e progettualita', anche, purtroppo, rispetto a Berlusconi. Sono portato a dare credito fino a prova contraria, e penso che tutti e 3 se lo meritino. Penso siano in buona fede e sinceramente interessati a cambiare le cose. Non sono nemmeno uno di quelli che odiano il professionismo politico, sebbene ritenga che al contrario dei professionisti degli altri paesi in cui ho vissuto, quelli italiani abbiano ormai accumulato talmente tante carenze di preparazione da consigliare la rifondazione di nuove scuole di partito, oltre alla selezione di veri "esperti" in tutti i campi. Basta ascoltare un discorso di Berlinguer di 20 anni fa per convincersene.
Avrei anche voluto vedere piu' candidati, e in particolare almeno una donna. Non una donna qualsiasi, ma una donna preparata e moderna, di grande esperienza professionale e politica come ce ne sono tante. Mi sembra statisticamente significativo e triste che i 3 canditati siano tutti uomini. Significa che c'e' un ritardo culturale da coprire in questo partito. Ma mi rendo conto che molta gente in gamba, comprese molte donne, temo, si tengono ancora a distanza dal PD perche' lo vedono come un cavallo perdente, e perche' pensano che l'elettorato stesso sia troppo arretrato e legato a vecchi schemi per accettare una vera evoluzione della politica italiana. Soffriamo di vecchi ideologismi, della tendenza ad aggredire l'avversario, dell'incapacita' di confrontarci (anche nella vita di ognigiorno, non solo in politica), e concentrarci su problemi concreti invece che su sterili questioni teoriche.
Per quanto riguarda la mia posizione, all'inizio della campagna, ho accolto molto positiamente la candidatura di Marino. Non era una questione di opinioni. Piuttosto, come molti di noi "emigranti" mi aspettavo che avere avuto la possibilita' di verificare come funzionano le cose nei paesi piu' sviluppati sia un "asset" fondamentale per dare il giusto peso ai vari problemi, per individuare nuove soluzioni, per non essere tentati di "riscoprire l'acqua calda" come avviene spesso in Italia. Ma mi pare che il fatto che Marino abbia vissuto e operato tanto all'estero non abbia poi fatto tutta questa differenza. Spesso mi e' sembrato demagogico. Molte delle sue argomentazioni sono discutibili e poco convincenti. Non penso sia in cattiva fede ed apprezzo anche qui il tentativo (come anche quelli di Bersani e Franceschini) di creare una forma di discussione decente all'interno del partito, ma credo che ancora siamo fuori da qualcosa che possa impensierire SB e la destra. E anche se vincessimo le elezioni, mi domando, avremo le capacita' per risolvere veramente i problemi del Paese?
Alla fine non ho votato alle elezioni del "mio" circolo PD per motivi logistici (lunedi non potevo essere a Londra). L'avrei fatto con piacere, ma debbo dire che avrei avuto un sacco di difficolta' a questo punto a votare Marino. E' una dichiarazione sincera che spero sia uno sprone a fare di meglio.
Per parlare di questioni pratiche, non ho apprezzato questo concentrarsi ossessivamente verso "i motivi per votare Marino", piuttosto che collaborare a cercare di aiutare Marino a fare un programma degno di questo nome che potesse convincere piu' elettori. Non dobbiamo imparare a vendere meglio il prodotto, ma collaborare tutti a creare un prodotto migliore. Avrei voluto vedere, piuttosto che il solito "no al nucleare" mettere al centro dell'attenzione il problema energetico nel suo complesso e affrontarlo con metodo scientifico con l'ausilio di esperti internazionali. Ricorfdo che il consigliere energetico di Barak Obama e' un premio Nobel che ha gestito uno dei piu' grandi laboratori scientifici del mondo in materia energetica. Altre uscite (come quella che "basterebbero 2 gradi di aumento della temperatura dei mari per portare allo scioglimento dell'antartide) sono discutibili e frutto di informazioni approssimative. Rischiano di essere percepite come populismo. Sono contrario anch'io al nucleare, ma come conclusione di un processo di studio e discussione, e non aprioristicamente come fanno certi ambientalisti. Quello che mi interessa e' il proposito di fare un piano energetico naziionale, come quello recentemente prodotto dal governo Brown, con l'ausilio di esperti che queste cose le conoscono veramente e non per sentito dire.
Stessa cosa per certe uscite sui temi etici, che sono importanti, ma cui non si dovrebbe dedicare tanto tempo visto che qui il problema e' un crollo del paese come sistema, la disfatta del meridione, il crescente deficit di legalita' (non parlo tanto della microcriminalita' cara alla destra ma proprio del fatto che dal comportamento sulle strade su su fino alla corruzione politica l'italia e' gia' peggio che in molti Paesi del terzo mondo).
La gran parte dei problemi del nostro paese sono comuni ovunque. Qui e la' sono stati risolti. La risorsa costituita da noi italiani all'estero potrebbe essere proprio l'avere vissuto sulla propria pelle soluzioni diverse. Per fare qualche esempio (solo esempi, beninteso), un mese fa si parlava del carolibri per le famiglie. In UK, come in Franica (credo), Australia etc., i libri sono di proprieta' della scuola, e le scuole organizzano, attraverso il contributo degli insegnanti, la produzione di dispense usa e getta, adatte ai corsi e continuamente aggiornate. Costo per le famiglie: zero. Costo per la scuola, al contrario di formule come i costosissimi bonus comunali: quasi zero (c'e' solo il turn-over dei libri usati e la gestione della biblioteca). Costo per gli editori, come il nostro Presidente del Consiglio: elevato, perche' non c'e' piu' l'aiutino statale a compromettere la capacita' di innovarsi
Pensiamo al problema della corruzione nelle universita', allo stato pietoso della ricerca, al modo in cui i finanziamenti vengono erogati e controllati. Ci sono soluzioni ovunque di sistemi che, pur con i loro problemi, funzionano meglio - dati alla mano - che in Italia. Perche' inventarsi strane riforme ex-novo invece di prendere a piene mali dagli altri, e magari di chiedere a figure come il Perotti di "L'universita' truccata" di collaborare insieme ad altri tecnici ad una riforma della scuola e dell'universita' che non sia la solita miniriforma improvvisata, dettata dall'umore di qualche Ministro, piuttosto che su un solido approccio scientifico? Ci sono soluzioni pratiche e semplici come quella per i libri scolastici (attuata anche nelle universita') gia' menzionata, che aspettano solo di essere prese in considreazioni ovunque nel mondo, testate e verificate gratis.
Potrei andare avanti per ore parlando delle soluzioni pratiche che ho visto gia' in azione in tutti i paesi in cui ho vissuto, dagli USA all'Australia al Regno Unito, e in cui ho lavorato per periodi piu' brevi, e che molti di coloro che saranno arrivati fin qui conosceranno, che aspettano solo di essere valutate e integrate nel sistema italia.
Informazione: qui in UK la (parziale) autonomia della BBC non e' dovuta a questioni di principio, ma al fatto che la BBC e' governata da un council nominato dalla Regina, che fissa policy, obiettivi, e nomina i manager. Perche' non provare a pensare che finche' la RAI sara' sotto il controllo del parlamento, cioe' - di fatto - della maggioranza del parlamento, qualcuno sara' sempre tentato di metterci le mani e qualcun altro di sospettare che ce le abbia messe? Non si potrebber pensare di affidare questo compito al Presidente della Repubblica, che da decenni e' l'istituzione piu' rispettata dell'intero quadro politico-istituzionale italiano?
Non pretendo che queste siano le soluzioni giuste, ma perche' vedo raramente traccia di un approccio razionale e scientifico, di una discussione tra di noi iscritti per individuarle.
Per quanto riguarda il rapporto con i cittadini, a luglio e Agosto Marino e' letteralmente scomparso. E' giusto lamentarsi dell'assurda situazione dei media in Italia e so bene che gran parte degli italiani si ifnroma solo tramite RAI1 e Canale 5. Ma nel frattempo, perche' non sfruttare veramente il potenziale offerto da internet? Al contrario ho notato la totale assenza di Marino da qualsiasi tentativo di dibattito e partecipazione sul web. Ci sono siti che fanno riferimento a Marino e che non vengono aggiornati da mesi. E' la cosa peggiore che si possa fare a livello di immagine. Lo sanno anche i sassi. Non ho trovato - ditemi se sbaglio - una parola spesa a informarsi, chiedere e rispondere a chi poneva a Marino (e ai suoi due contendenti) domande sui blog e forum piu' importanti della rete. E' chiaro che costa tempo, ma usando un team di volontari magari dislocati in tutto il mondo, si poteva creare una rete di supporter che monitorino i vari forum, sottopongano stimoli e argomenti a Marino, prendano parte al dibattito, magari a nome di Marino stesso, e rimuovano questa distanza di anni luce tra il politico e l'elettore, caratteristica solo dell'Italia? Quando mia moglie, giornalista radiofonica, chiede di essere messa in contatto con i politici locali qui in UK, immediatamente costoro la chiamano magari di persona e con grande modestia, anche se sono Ministri. I politici italiani (Veltroni, purtroppo, fu ne un esempio) nicchiano, fanno rispondere dalle segretarie che non hanno tempo, chiedono giustificazioni, come se fosse il giornalista a dovere sostenere l'esame. Voi politici italiani dovrete riprendere contatto con la gente, che non vuol dire farsi circondare da una folla acclamante come fanno quelli della destra, ma uscire a fare la spesa, camminare fra la gente, prendere l'autobus senza essere perennemente circondati da una schiera di portaborse. Un mio ricordo vivissimo di quando ero bambino era vedere una tranquilla signora prendere lo stesso mio autobus ogni mattina. Quella signora era Nilde Jotti, che abitava allora in un quartiere popolare di Roma nonostante fosse gia' nota a tutti. Internet offre anche questa opportunita' di esprimersi. Senza fare il comizio, ma confrontandosi veramente, da pari a pari, con l'elettore. Perche' non sfruttarla? Questioni di tempo? Perche' allora i politici qui e altrove trovano il tempo di fare la campagna elettorale porta a porta, accompagnati umilmente da una o due persone a fare domande, a interessarsi, a prendere appunti?
Il PD deve insistere e proseguire su questa strada. Per creare una mentalita' nuova nell'elettorato ci vuole tempo lo so benissimo, e probabilmetne, l'uscita di scena di questo incredibile personaggio che ci governa. Grazie, insomma, PD, grazie Marino, ma ancora non ci siamo.