pagheca ha scritto: [...] penso di poter dimostrare che in realta' le cose non siano cosi' semplici e che anche noi secolari inseriamo dentro a questo discorso temi che sono legati unicamente alla nostra cultura, anche se facendo questo decidiamo per tutti, anche per quelli che non la pensano come noi.
Ti faccio un esempio di casi che ricadono in questa categoria:
1) suicidio tout-court. Perche' una persona che decide liberamente non dovrebbe essere lasciata libera di suicidio? Perche' c'e' tutta questa enfasi verso chi "salva il suicida"? Perche' Annalu sente il bisogno di schierarsi contro l'eutanasia? (non e' un'accusa ad Annalu, per carita', ma solo un esempio di come a volte accettiamo anche noi certe conclusioni senza riuscire a discuterle a fondo).
2) poligamia: in quasi tutti i paesi occidentali e' vietata, mentre anche qui si tratta di scelta libera.
3) prostituzione. In Italia non e' vietata, ma di fatto non e' accettata (anzi, molta gente crede che lo sia, vedi alcuni discorsi che si leggono sul premier). La prostituta (non parlo della "escort" ma di quella che "batte" con tanto di tariffario) e' relegata in un angolo della societa'. Lo sfruttamento della prostituzione e' vietato, mentre non e' vietata l'organizzazione di una qualsiasi altra attivita' economica.
Cominciamo dai fatti personali. Perché ritieni che io mi schieri contro l'eutanasia? Personalmente mi sono informata riguardo alla famosa clinica svizzera, per il caso in cui ... Ma il problema non lo porrei in questi termini.
Penso che in un paese nel quale si fa passare una legge che costringe all'alimentazione forzata chi non vuole (ed alimentazione forzata non significa imboccare una persona col cucchiaio, ma operarla per introdurre una sonda direttamente nello stomaco) è sufficiente cercare di eliminare questa barbarie assurda. per l'eutanasia non siamo culturalmente preparati, e l'impreparazione culturale rischierebbe davvero il verificarsi di abusi: per ora meglio lasciar perdere.
Riguardo ai rapporto tra i sessi, poligamia e prostituzione sono anche questi problemi con una forte matrice culturale.
In fondo anche il divorzio con successivo nuovo matrimonio è in un certo senso una forma di poligamia: scientificamente si chiama poligamia sequenziale (poi naturalmente ci sono anche da noi uomini con due o più famiglie in contemporanea, ma non sono tutte ufficiali, e questa è solo una forma di ipocrisia). Il problema all'introduzione di simili forme di convivenza (poligamia, che poi andrebbe definita poliginia, perché la poliandria non mi risulta molto diffusa) o di utilizzo del proprio corpo (prostituzione) sta principalmente nelle garanzie che lo stato offre alle parti più deboli, in questo caso in genere la donna.
Nei paesi nei quali la poliginia è praticata, in genere questa rappresenta una "protezione" della donne, in quanto evita il "ripudio" che potrebbe privarle di ogni forma di sostentamento. Si tratta in genere di luoghi dove la donna vive in una condizione di inferiorità assoluta. Se la parità fosse davvero raggiunta e lo stato sociale garantito, il problema sarebbe ridotto al minimo (come per tutte le coppie di fatto) e rimarrebbe il problema religioso, ma limitato ai credenti, oltre ovviamente alle garanzie comunque dovute ai figli.
E riguardo ai figli, ricordiamo che solo da pochi decenni si sono equiparati (e in Italia non ancora del tutto) o cosidetti figli legittimi ai nati fuori del matrimonio ... perché la nostra sensibilità umana varia molto a seconda delle tradizioni.
Quando all'aborto, credo meriti una trattazione a parte. E intanto teniamoci la nostra legge 194.
annalu