franz ha scritto:ranvit ha scritto:Vogliamo abolire il suffragio universale?
Vittorio
Sicuramente no, anche se le tentazioni non mancano, ed è facile metterle in bocca a chi paventa il rischio di una dittatura della maggioranza imposta da un popolo in prevalenza rincoglionito ed ignorante.
Ora il rischio paventato da Tocqueville è per l'appunto un rischio.
I rischi vanno gestiti ed il modo peggiore è buttare via il bambino (la democrazia) insieme all'acqua sporca (la maggiornaza di un popolo ritenuto ignorante).
Come gestire questo rischio?
la democrazia (diretta, semidiretta, rappresentativa) è la causa del male da estirpare oppure la cura della malattia?
Partiamo da qui.
Franz
Bene, questo mi sembra l'atteggiamento corretto per affrontare il problema (trascuro volutamente l'intervento di Piero, che mi è parso inutilmente permaloso).
La democrazia è un bene serio e prezioso, che ovviamente comporta alcuni rischi, soprattutto rischi che possono portare alla perdita della democrazia stessa.
Come tutti i beni preziosi, la democrazia si mantiene grazie ad un difficile gioco di equilibrio: da una parte si rischia di dare spazio ad una forma di "democrazia plebiscitaria" che sconfina facilmente nel populismo, dall'altra si rischia di scivolare in una "dittatura della maggioranza" che può sfociare in una dittatura vera e propria.
Entrambi i rischi sono ben noti, e fanno parte della storia del nostro e di altri paesi, europei o sudamericani.
La democrazia diretta può sfociare nel populismo, quella rappresentativa nella dittatura.
Il problema non è però il "popolo bue" in quanto tale (questa non è affatto una prerogativa italica) quanto la libertà e la correttezza con la quale l'informazione fluisce verso la popolazione nel suo insieme.
Se i telegiornali più importanti hanno la correttezza della BBC, se gli spettacoli satirici sono liberi di prendere a pesci in faccia chiunque e il giornalismo d'inchiesta fa il suo dovere, le persone risultano informate e la loro capacità di scelta resta elevata, anche se leggono poco e non sono motivate ad andare a caccia di notizie.
Se l'informazione è il Tg4 di Emilio Fede, e come "alternativa oggettiva" abbiamo solo il Tg1 ultima versione, allora è ovvio che le persone meno informate acquisiscono una visione della realtà distorta, con "i comunisti" cattivi e gli immigrati che delinquono.
Da noi c'è l'ulteriore problema dell'acquiescenza verso il potere, dell'onnipresenza di una burocrazia da azzeccagarbugli e di una classe politica poco capace di idee innovative, soprattutto da parte (e mi dispiace davvero) della sinistra.
Dopo la caduta del Muro di Berlino e con esso delle ideologie del '900, mi ero augurata che la politica di centrosinistra sapesse attestarsi sull'obiettivo "minimalista" del "buon governo", o governo "degli onesti".
Questo obiettivo mi sembrava impersonato dall'Ulivo di Prodi. Ma evidentemente quello che ritenevo un obiettivo minimalista era in realtà una pretesa assurda: troppo difficile il "buon governo", quanto agli onesti poi ...
Comunque per ora non mi aspetto che un dibattito su democrazia diretta o rappresentativa possa offrire la soluzione: teniamoci per ora le regole democratiche che abbiamo solo cercando di tornare ad una legge elettorale appena appena decorosa.
Poi bisognerebbe riuscire a definire alcuni obiettivi minimi per un ritorno ad una democrazia reale, a cominciare dalla libertà di informazione. La manifestazione di ieri è stata un timido inizio, ma che accadrà se verrà oscurata da una maximanifestazione berlusconiana, forse in preparazione per il 2 novembre?
annalu