lucameni ha scritto:Bè ovvio che ci siano gravi colpe di chi è religioso nel campo della convivenza.
Ma parlando di laicità è un po' inevitabile dare la precedenza a chi ne fa una bandiera. Uno sbaglio?
si, secondo me, e ti spiego perche'.
Quando si parla di concetti astratti come la laicita' non e' come parlare del confine fra stati o di un fiume. Non c'e' nulla che identifica oggettivamente la sua posizione esatta. Siamo noi che la definiamo. Quello che per te e' "fare una bandiera della laicita'" puo' rappresentare, per un secolare come me, un buon equilibrio (o anche un equilibrio spostato troppo a difesa dei diritti dei credenti contro quelli dei cittadini comuni, vedi ad esempio la mancaza di una legge che estenda certi diritti fondmaentali alle coppie omosessuali), ma anche rispettoso della tua liberta' di credente. E viceversa, quello che per te e' un buon equilibrio tra laicita' e diritto alla fede puo' essere per me laico un attacco alla mia liberta' di ateo.
Non parlo per sentito dire. Succede ovunque anche se non lo vogliamo ammettere. Basta guardare la discussione sull'aborto. Vedi, contrariamente a quello che fanno alcuni, io, pur essendo un mangiapreti ateo agnostico etc. etc. etc., mi rendo perfettamente conto di qual'e' il problema di certi cattolici con l'aborto e non credo che esista una singola argomentazione fatta dal nostro "lato" che sia in grado di risolvere il dibattito equamente per un credente. Per me, ovviamente, ci sono tonnellate di motivi per supportare la liberta' di aborto: dalla liberta' della donna di "gestire" il suo utero al fatto che un feto di 3 mesi non e', scientificamente parlando, un essere umano. Dal fatto che l'anima non esiste (almeno fino a prova contraria) al fatto che vietare l'aborto non risolve il problema e anzi lo peggiora e peggiora i rischi per la donna. Potrei continuare, ma mi fermo qui. Pero' mi rendo conto che NESSUNO DI QUESTI ARGOMENTI e' in grado realmente di rispondere all'argomento principe di voi credenti: il diritto alla vita di un feto che, secondo chi crede ai dogmi cattolici, e' percepito come una persona. E' solo un esempio. Potrei passare al caso Englaro e a tanti altri casi in cui c'e' un'oggettiva incompatibilita' tra le nostre posizioni e le vostre a causa di ragioni profonde ed ineliminabili.
Naturalmetne ci sono dei casi in cui, al contrario di quello che dici tu, penso che siano i credenti a mettersi di traverso. Si tratta di tutti quei casi in cui ci sono comportamenti che non contraddicono il diritto altrui, ma ai quali molti (non tutti) i credenti sono contrari. Parlo per esempio del matrimonio tra omosessuali, osteggiato dai cattolici, ma ci sarebbero altrettante tonnellate di esempi. Ma per molti altri argomenti, come gli esempi piu' sopra, oggettivamente esiste un problema oggettivo di dialogo che non e' facile risolvere.
Quello che mi domando e' perche' questo contrasto appare piu' evidente in Italia che altrove. Certamente non e' un caso che il Vaticano sia localizzato... dalle parti dI Roma ma, secondo me, non basta. Il capo della chiesa anglicana in UK e' la Regina (almeno, uno dei 2 capi). Eppure quando si parla di aborto, non vedo proprio scontri tra cattolici e secolari. Sembrerebbe che qui i cristiani abbandonano la battaglia perche' considerano la posizione di quel confine molto piu' in la' di come lo considera il "tipico" cattolico italiana. Stessa cosa quando e' stata promulgata la legge sui matrimoni omosessuali.
Una questione di percentuali? Non lo so. Continuo a cercare una risposta che non si basi solo sulle coincidenze.
pagheca